Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...
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LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />
E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO<br />
Leonardo Sciascia, che sentiva il bisogno <strong>di</strong> Stato, ma nello Stato non<br />
aveva fiducia. Il mio scetticismo, piuttosto che una <strong>di</strong>ffidenza<br />
sospettosa, è quel dubbio meto<strong>di</strong>co che finisce col rinsaldare le<br />
convinzioni. Io credo nello Stato, e ritengo che sia proprio la<br />
mancanza del senso dello Stato, <strong>di</strong> Stato come valore interiorizzato, a<br />
generare quelle <strong>di</strong>storsioni presenti nell’animo siciliano: il dualismo<br />
fra società e Stato, il ripiegamento sulla famiglia, sul gruppo, sul<br />
clan; la ricerca <strong>di</strong> un alibi che permetta a ciascuno <strong>di</strong> vivere e<br />
lavorare in perfetta anomia, senza alcun riferimento a regole <strong>di</strong> vita<br />
collettiva. Che cosa se non un miscuglio <strong>di</strong> anomia e <strong>di</strong> violenza<br />
primitiva è all’origine della mafia? Quella mafia che essenzialmente,<br />
a pensarci bene, non è altro che espressione <strong>di</strong> un bisogno <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne e<br />
quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> Stato...”.<br />
Giovanni Falcone in collaborazione con M. Padovani, Cose <strong>di</strong><br />
Cosa Nostra, Rizzoli, Milano, 1991, pag. 71.<br />
In precedenza si è cercato <strong>di</strong> tracciare le linee <strong>di</strong> una possibile<br />
definizione del termine associazione per delinquere <strong>di</strong> <strong>stampo</strong><br />
<strong>mafioso</strong>, contrapponendolo a quelli più generici e meno penetranti <strong>di</strong><br />
associazione per delinquere comune o <strong>di</strong> compartecipazione nel reato.<br />
Ora, completando l’opera <strong>di</strong> inquadramento sistemico, non si può<br />
prescindere dal considerare i rapporti che intercorrono tra lo Stato e la<br />
mafia ed indagare se l’organizzazione mafiosa, in ragione dei modelli<br />
organizzativi <strong>di</strong> cui si è dotata e le ragioni socio - politiche e culturali<br />
che la caratterizzano, possa o meno qualificarsi come struttura, ovvero<br />
come or<strong>di</strong>namento. Traendo dalla dottrina (approccio teorico) e dalla<br />
giurisprudenza (approccio pratico) è facile osservare che, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong><br />
mere considerazioni <strong>di</strong> natura criminogena, questa forma associativa è<br />
stata variamente definita come “Stato nello Stato”, “intra Stato”<br />
ovvero le sia stata ad<strong>di</strong>rittura riconosciuta la qualifica <strong>di</strong> “Stato<br />
autonomo ed antagonista” e questo in ragione del <strong>di</strong>fferente peso che<br />
si attribuisce sia al metodo <strong>di</strong> acquisizione del consenso e del governo<br />
del territorio, sia della capacità <strong>di</strong> emanare regole e farle rispettare 30 .<br />
30 <strong>La</strong> situazione, nei suoi precedenti, è ben sintetizzata da S. PORTO, Mafia e Fascismo. Il Prefetto Mori<br />
in Sicilia, Armando Siciliano E<strong>di</strong>tore, Messina, 2001, pag. 36, che a tal proposito espone la seguente<br />
sintesi “ …Per Mussolini la mafia non solo rappresentava uno stato nello Stato, una violazione<br />
dell’or<strong>di</strong>ne costituito, essa era anche espressione <strong>di</strong> separatismo che urtava contro l’unitarismo e il<br />
totalitarismo che egli voleva imporre. Combattere la mafia voleva <strong>di</strong>re liberarsi definitivamente delle