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Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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240<br />

LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />

E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO<br />

abitualmente, anche in parte, con i proventi <strong>di</strong> attività<br />

delittuose” 267 ), quando l’attività delittuosa da cui si ritiene<br />

derivino i proventi sia una <strong>di</strong> quelle previste dagli artt. 629<br />

(Estorsione), 630 (Sequestro <strong>di</strong> persona a scopo <strong>di</strong> estorsione),<br />

644 (usura - ipotesi introdotta dall’art. 9 dalla legge 1<strong>08</strong>/96),<br />

648-bis (Riciclaggio) o 648-ter (Impiego <strong>di</strong> denaro, beni o<br />

utilità <strong>di</strong> provenienza illecita) del Co<strong>di</strong>ce Penale ovvero quella<br />

<strong>di</strong> contrabbando (fattispecie questa introdotta dall’art.11 della<br />

L. 172/92) 268 . A tal proposito - oltre a quanto già detto in<br />

precedenza - appare <strong>di</strong> interesse rilevare come la Suprema<br />

Corte abbia ritenuto la “manifesta infondatezza della questione<br />

<strong>di</strong> legittimità costituzionale dell’art. 2 ter, legge 31 maggio<br />

1965, n. 575, aggiunto con l’art. 14, legge 13 settembre 1982,<br />

n. 646, con riferimento agli articoli 3 e 24 della Costituzione.<br />

267 Corte <strong>di</strong> Cassazione, Sentenza del 4 agosto 1993, nr. 2290, ““Pur se limitatamente alle misure <strong>di</strong><br />

prevenzione personali, l’art. 13 legge 3 agosto 1988 nr. 327, mo<strong>di</strong>ficando il comma primo dell’art. 19<br />

legge 22 maggio 1975 n. 152 (<strong>di</strong>sposizioni a tutela dell’or<strong>di</strong>ne pubblico), prevede che le <strong>di</strong>sposizioni<br />

<strong>di</strong> cui alla legge 31 maggio 1965 n. 575 (<strong>di</strong>sposizioni contro la mafia) si applicano anche alle persone<br />

in<strong>di</strong>cate nell’art. 1 nn. 1 e 2 della legge 27 <strong>di</strong>cembre 1956 n. 1423 (misure <strong>di</strong> prevenzione nei<br />

confronti delle persone pericolose per la sicurezza e la pubblica moralità). Per effetto <strong>di</strong> tale norma<br />

sussiste, quin<strong>di</strong>, una completa equiparazione, in materia <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> prevenzione personali, tra<br />

soggetti pericolosi in quanto in<strong>di</strong>ziati <strong>di</strong> appartenere ad associazioni <strong>di</strong> tipo <strong>mafioso</strong> o ad esse<br />

corrispondenti (pericolosità cosiddetta “qualificata”) e soggetti pericolosi in quanto ritenuti<br />

abitualmente debiti a traffici delittuosi ovvero ad attività delittuose da cui, almeno in parte, traggono i<br />

mezzi <strong>di</strong> vita (pericolosità cosiddetta “generica”), risultando estesa ai secon<strong>di</strong> la <strong>di</strong>sciplina comunque<br />

introdotta per i primi”“.<br />

Sentenza del 16 marzo 1994, n. 950, ““L’art. 19 comma primo della legge 22 maggio 1975 n. 152,<br />

come mo<strong>di</strong>ficato dall’art. 13 della legge 3 agosto 1988 n. 327, prevede che le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui alla<br />

legge 31 maggio 1965 n. 575 (<strong>di</strong>sposizioni contro la mafia) si applicano anche alle persone in<strong>di</strong>cate<br />

nell’art. 1, numeri 1 e 2, legge 27 <strong>di</strong>cembre 1956, n. 1423 (misure <strong>di</strong> prevenzione nei confronti delle<br />

persone pericolose per la sicurezza e la pubblica moralità). Per effetto <strong>di</strong> tale norma sussiste una<br />

completa equiparazione, almeno in riferimento alle misure <strong>di</strong> prevenzione personali, tra soggetti<br />

pericolosi in quanto in<strong>di</strong>ziati <strong>di</strong> appartenere ad associazioni <strong>di</strong> tipo <strong>mafioso</strong> o ad esse assimilate, e<br />

soggetti pericolosi in quanto ritenuti abitualmente debiti a traffici delittuosi ovvero ad attività<br />

delittuose da cui traggono i mezzi <strong>di</strong> vita, risultando estesa ai secon<strong>di</strong> la <strong>di</strong>sciplina comunque<br />

introdotta per i primi”“.<br />

268 Corte <strong>di</strong> Cassazione, Sentenza del 15 gennaio 1994, n. 5166, ““Le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui alla legge 31<br />

maggio 1965 n. 575 (<strong>di</strong>sposizioni contro la mafia) si applicano anche alle persone in<strong>di</strong>cate nell’art. 1,<br />

nn. 1 e 2, della legge 27 <strong>di</strong>cembre 1956 n. 1423 (misure <strong>di</strong> prevenzione nei confronti delle persone<br />

pericolose per la sicurezza e la pubblica moralità) e, proprio per effetto <strong>di</strong> tale norma, sussiste una<br />

completa equiparazione tra soggetti pericolosi in quanto in<strong>di</strong>ziati <strong>di</strong> appartenere ad associazioni <strong>di</strong><br />

tipo <strong>mafioso</strong>, o ad esse assimilate (pericolosità cosiddetta “qualificata”) e soggetti pericolosi in<br />

quanto ritenuti abitualmente de<strong>di</strong>ti a traffici delittuosi ovvero ad attività delittuose da cui, almeno in<br />

parte, traggono i mezzi <strong>di</strong> vita (pericolosità cosiddetta “generica”), risultando estesa ai secon<strong>di</strong> la<br />

<strong>di</strong>sciplina introdotta per i primi. ““. Vedasi, inoltre, la Sentenza n. 950 in nota 27.

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