Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...
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FONDAMENTI PER UNA VISIONE GEOPOLITICA DEL FENOMENO MAFIE IN ITALIA 17<br />
Dalla definizione emerge con chiarezza che il fenomeno <strong>mafioso</strong> -<br />
depurato dagli stereotipi e dai para<strong>di</strong>gmi che su <strong>di</strong> esso si sono nel<br />
tempo affastellati - è particolarmente complesso e poliformico. Esso è<br />
un prisma a molte facce che presenta connotazioni <strong>di</strong> sicuro rilievo<br />
criminale, ma anche aspetti politici, culturali, economici e sociali.<br />
Un’ipotesi definitoria che non tenga conto <strong>di</strong> questo o che isoli,<br />
ovvero obliteri anche uno solo degli aspetti citati non potrà, quin<strong>di</strong>,<br />
<strong>di</strong>rsi né completa né corretta 20 .<br />
Su tale linea si pone il risultato <strong>di</strong> un recente lavoro <strong>di</strong> ricerca del<br />
“Centro Impastato” <strong>di</strong> Palermo denominato “Mafia e società”, che ha<br />
conclusivamente elaborato la seguente ipotesi <strong>di</strong> definizione: “...mafia<br />
è un insieme <strong>di</strong> organizzazioni criminali, <strong>di</strong> cui la più importante ma<br />
non l’unica è Cosa Nostra, che agiscono all’interno <strong>di</strong> un vasto e<br />
ramificato contesto relazionale, configurando un sistema <strong>di</strong> violenza e<br />
<strong>di</strong> illegittimità finalizzato alla accumulazione <strong>di</strong> capitali e<br />
all’acquisizione e gestione <strong>di</strong> porzioni <strong>di</strong> potere, che si avvale <strong>di</strong> un<br />
co<strong>di</strong>ce culturale e gode <strong>di</strong> un certo consenso sociale...”. L’ipotesi<br />
definitoria sopra riportata, letta a sistema con quelle citate in<br />
precedenza, permette <strong>di</strong> considerare tali peculiari organizzazioni<br />
criminali nella loro concretezza.<br />
Organizzazioni fatte <strong>di</strong> uomini in carne ed ossa, <strong>di</strong> organigrammi,<br />
regole, ruoli, gerarchie, intese e conflitti e non figure da romanzo o<br />
sceneggiato televisivo.<br />
Confermativo <strong>di</strong> tale orientamento appare essere in tal senso il<br />
pensiero espresso da Giovanni Falcone, il quale, in merito,<br />
testualmente riteneva 21 : “...Gli uomini d’onore non sono né <strong>di</strong>abolici<br />
né schizofrenici. Non ucciderebbero il padre e la madre per qualche<br />
grammo <strong>di</strong> eroina. Sono uomini come noi. <strong>La</strong> tendenza nel mondo<br />
occidentale, europeo in particolare, è quella <strong>di</strong> esorcizzare il male<br />
proiettandolo su etnie e su comportamenti che ci appaiono <strong>di</strong>versi dai<br />
nostri. Ma se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non<br />
20 In merito si veda anche U. SANTINO, Mafia, mafie, crimine trasnazionale, Trieste, Asterios n. 7, anno<br />
2002, pag. 71 – 81,84 che ritiene che volendo definire il soggetto criminale secondo il para<strong>di</strong>gma<br />
della complessità si può affermare che “mafia” è un’insieme <strong>di</strong> organizzazioni criminali che agiscono<br />
all’interno <strong>di</strong> un contesto relazionale e si configura come un sistema <strong>di</strong> violenza e <strong>di</strong> illegalità<br />
finalizzato all’accumulazione del capitale e alla acquisizione e gestione <strong>di</strong> posizioni <strong>di</strong> potere, si<br />
avvale <strong>di</strong> un co<strong>di</strong>ce culturale e gode <strong>di</strong> un certo consenso sociale.<br />
21 G. FALCONE in coll. con M. PADOVANI, in Cose <strong>di</strong> Cosa Nostra, Rizzoli, 1991, pag, 82-83.