Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

IL PRECETTO PENALE QUALE STRUMENTO DELLA POLITICA CRIMINALE DI CONTRASTO 217
riferibilità del reato - fine all’associato, anche a titolo di concorso
nella realizzazione dell’azione delittuosa, la prova di una
partecipazione materiale o morale al fatto 243 . Data infatti l’autonomia
del reato di associazione rispetto all’attuazione del programma
criminoso non tutti gli aderenti all’associazione rispondono anche dei
delitti commessi in attuazione della pattuizione scellerata, ma solo di
quelli in rapporto ai quali è stato fornito un apporto volontario e
consapevole.
Fra quelli delineati i ruoli più interessanti a fini di un iniziale
approfondimento appaiono senza dubbio quelli relativi al promotore
ed al semplice partecipe con specifico riferimento alla natura stessa
dell’associazione.
Poiché l’elemento qualificante dell’associazione a delinquere di
stampo mafioso è la sua capacità di intimidazione, è necessario che
qualcuno si attivi per far acquisire al sodalizio quella “credibilità” che
la distingue dall’associazione a delinquere comune.
Chi si adopera in tal senso assume di per sé la qualifica di
promotore indipendentemente dal suo coinvolgimento nella
realizzazione del programma criminoso o nell’esecuzione dei reati -
fine: assume pertanto la qualifica di promotore non solo chi sia stato
l’iniziatore dell’associazione, coagulando attorno a sé le prime
adesioni e consensi partecipativi, ma anche colui che, rispetto ad un
gruppo già costituito, provochi ulteriori adesioni, sovrintenda alla
complessiva attività di gestione di esso, assuma funzioni
decisionali 244 .
Diversa da quella del promotore è la figura del partecipe. Infatti,
non prevedendo la norma una tipicizzazione della condotta essa non
sempre appare di facile determinazione.
Su questo punto tuttavia l’orientamento della Corte di Cassazione
è costante nell’affermare che ai fini della configurabilità del reato di
partecipazione ad associazione per delinquere, comune o di tipo
mafioso, non è sempre necessario che il vincolo associativo fra il
singolo e l’organizzazione si instauri nella prospettiva di una sua
futura permanenza a tempo indeterminato, e per fini di esclusivo
vantaggio dell’organizzazione stessa, ben potendosi, al contrario,
243 Vds Cassazione Penale, Sezione 1, 6 giugno 1992.
244 Vds. Cassazione Penale, Sezione 6, 4 giugno 1996.