Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...
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186 LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO narcotraffico (l’ONU quantifica, tuttavia, il giro d’affari del narcotraffico in 400 miliardi di dollari); da 10 a 12 miliardi di dollari il risultato del traffico dei rifiuti tossici; 9 miliardi di dollari il frutto dei furti di automobile in Europa ed in Usa; 7 miliardi il ricavato del traffico di esseri umani; 290 miliardi quello del traffico illecito di armi. Il solo fatturato proveniente dal contrabbando di tabacchi lavorati esteri, negli anni tra il 1998 ed il 2000, sfiorava mediamente, per la sola Italia, i 4.500 miliardi annui di vecchie lire con danno erariale per lo Stato di oltre 160 miliardi di vecchie lire annui. Qualora non venga reimmesso in circuiti illegali, tutto questo fiume di denaro, il cui impiego non può prescindere da operazioni che ne celino la provenienza, quali “sostituzione” o “lavaggio”, viene impiegato per generare sempre nuovi profitti attraverso, a solo titolo di esempio, acquisti immobiliari, acquisizioni di esercizi commerciali, compravendita di partecipazioni societarie. Sebbene questo fenomeno sia oggetto di continuo ed attento monitoraggio delle Forze di Polizia, soprattutto della Guardia di Finanza, come Polizia Economico Finanziaria, necessita di assoluta e costante attenzione da parte di tutti gli operatori istituzionali e delle aree delle professioni. Tali dati dimostrano la fondamentale importanza di una strategia complessiva di aggressione all’economia illecita; in questo particolare momento dello sviluppo delle organizzazioni criminali, peraltro, il perseguimento di tale obiettivo è più importante che mai, giacché si tratta, oggi, di disarticolare, in particolare in Italia, la strategia della cosiddetta invisibilità, ovvero dell’inabissamento e del “basso profilo”, che, dopo gli eventi degli anni ‘90, Cosa Nostra, ha voluto assumere. La strategia del conflitto cruento con lo Stato (e del clamore) è sostanzialmente fallita e Cosa Nostra ha concentrato i propri interessi su ben precise e “calibrate” attività illecite sul territorio e su “silenziosi” obiettivi strategici, quali le infiltrazioni negli appalti, le estorsioni ramificate e diffuse, il traffico di stupefacenti, il contrabbando di tabacchi lavorati esteri ecc.. In particolare, poi, il flusso di investimenti criminali si dirige, in prevalenza, anche verso le attività caratterizzate da elevata redditività (produzione di beni in regime di sostanziale monopolio) a cui si vanno, ad aggiungere, oggi, forme di investimento in aree caratterizzate da “forzata” ridotta concorrenza.
CONTRASTO AL REIMPIEGO DEI PATRIMONI DI ORIGINE MAFIOSA 187 La criminalità organizzata - in particolare quella calabrese - tende poi all’acquisizione - anche in contanti - di partecipazioni societarie anche di maggioranza, al fine di ripulire i capitali provenienti prevalentemente dal traffico di stupefacenti, in modo da farli nuovamente fruttare nel circuito dell’economia legale. La riconosciuta necessità di affrontare efficacemente e con tempestività tale situazione ha generato, in ambito nazionale, europeo ed internazionale, una proliferazione di interventi legislativi che hanno evidenziato la crescente presa di coscienza degli Organismi istituzionali sulla estrema pericolosità del fenomeno, nonché la assoluta necessità di addivenire ad una legislazione comune, calibrata su proficui livelli di armonizzazione e di omogeneità, al fine di condizionare e ridurre sempre più gli “spazi” operativi della criminalità organizzata. Sul punto, l’esperienza normativa italiana ha subito un’evoluzione nel 1990 e, quindi, un definitivo assetto nel 1993. In particolare, con il nuovo testo dell’art. 648-bis c.p., introdotto dalla L. 328/1993, nel rispetto delle indicazioni della Convenzione di Strasburgo, il legislatore ha inteso conferire rilevanza penale ad ogni condotta idonea di per sé alla separazione di capitali dalla loro matrice criminale per consentirne un reinvestimento “lecito” altrimenti non realizzabile. 4.1 LA CENTRALITÀ DEL REATO DI RICICLAGGIO L’assoluta centralità del reato di riciclaggio nell’ambito delle attività delle organizzazioni criminali è ormai dimostrata anche dall’evoluzione stessa di tali strutture, che, nel tempo, hanno portato a termine un complesso processo di adeguamento e di sviluppo finalizzato all’ottimizzazione delle proprie risorse umane e logistiche volte allo sfruttamento delle enormi possibilità che l’apertura dei mercati e le moderne tecnologie hanno messo a disposizione delle “imprese” nei campi economico e soprattutto finanziario. L’utilità che tali organizzazioni traggono dal riciclaggio e, quindi, dal successivo reimpiego dei capitali illeciti è, infatti, ben più ampia della semplice “trasformazione” della liquidità criminale in effettivo potere d’acquisto, in quanto consente anche di aumentare il tasso di
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E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO<br />
narcotraffico (l’ONU quantifica, tuttavia, il giro d’affari del<br />
narcotraffico in 400 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari); da 10 a 12 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari<br />
il risultato del traffico dei rifiuti tossici; 9 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari il frutto<br />
dei furti <strong>di</strong> automobile in Europa ed in Usa; 7 miliar<strong>di</strong> il ricavato del<br />
traffico <strong>di</strong> esseri umani; 290 miliar<strong>di</strong> quello del traffico illecito <strong>di</strong><br />
armi. Il solo fatturato proveniente dal contrabbando <strong>di</strong> tabacchi<br />
lavorati esteri, negli anni tra il 1998 ed il 2000, sfiorava me<strong>di</strong>amente,<br />
per la sola Italia, i 4.500 miliar<strong>di</strong> annui <strong>di</strong> vecchie lire con danno<br />
erariale per lo Stato <strong>di</strong> oltre 160 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> vecchie lire annui.<br />
Qualora non venga reimmesso in circuiti illegali, tutto questo<br />
fiume <strong>di</strong> denaro, il cui impiego non può prescindere da operazioni che<br />
ne celino la provenienza, quali “sostituzione” o “lavaggio”, viene<br />
impiegato per generare sempre nuovi profitti attraverso, a solo titolo<br />
<strong>di</strong> esempio, acquisti immobiliari, acquisizioni <strong>di</strong> esercizi commerciali,<br />
compraven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> partecipazioni societarie.<br />
Sebbene questo fenomeno sia oggetto <strong>di</strong> continuo ed attento<br />
monitoraggio delle Forze <strong>di</strong> Polizia, soprattutto della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
Finanza, come Polizia Economico Finanziaria, necessita <strong>di</strong> assoluta e<br />
costante attenzione da parte <strong>di</strong> tutti gli operatori istituzionali e delle<br />
aree delle professioni. Tali dati <strong>di</strong>mostrano la fondamentale<br />
importanza <strong>di</strong> una strategia complessiva <strong>di</strong> aggressione all’economia<br />
illecita; in questo particolare momento dello sviluppo delle<br />
organizzazioni criminali, peraltro, il perseguimento <strong>di</strong> tale obiettivo è<br />
più importante che mai, giacché si tratta, oggi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sarticolare, in<br />
particolare in Italia, la strategia della cosiddetta invisibilità, ovvero<br />
dell’inabissamento e del “basso profilo”, che, dopo gli eventi degli<br />
anni ‘90, Cosa Nostra, ha voluto assumere.<br />
<strong>La</strong> strategia del conflitto cruento con lo Stato (e del clamore) è<br />
sostanzialmente fallita e Cosa Nostra ha concentrato i propri interessi<br />
su ben precise e “calibrate” attività illecite sul territorio e su<br />
“silenziosi” obiettivi strategici, quali le infiltrazioni negli appalti, le<br />
estorsioni ramificate e <strong>di</strong>ffuse, il traffico <strong>di</strong> stupefacenti, il<br />
contrabbando <strong>di</strong> tabacchi lavorati esteri ecc..<br />
In particolare, poi, il flusso <strong>di</strong> investimenti criminali si <strong>di</strong>rige, in<br />
prevalenza, anche verso le attività caratterizzate da elevata red<strong>di</strong>tività<br />
(produzione <strong>di</strong> beni in regime <strong>di</strong> sostanziale monopolio) a cui si<br />
vanno, ad aggiungere, oggi, forme <strong>di</strong> investimento in aree<br />
caratterizzate da “forzata” ridotta concorrenza.