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Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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12<br />

LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />

E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO<br />

indeterminatezza ha trovato ampio spazio l’apporto “creativo”<br />

della giurisprudenza penale. 9<br />

Si profilano quin<strong>di</strong> due problemi: il peso <strong>di</strong> una perenne questione<br />

criminale che ha influito sul sistema politico che non ha saputo andare<br />

oltre quei meri interventi a ridosso <strong>di</strong> gravi fatti perturbativi<br />

dell’or<strong>di</strong>ne sociale 10 , e la constatata incapacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo tra scienza<br />

penale e i soggetti che presiedono alla produzione legislativa. 11<br />

Peraltro, qualora costantemente applicato, potrebbe essere lo stesso<br />

concetto <strong>di</strong> politica criminale 12 , inteso come “ un insieme più o meno<br />

coor<strong>di</strong>nato, organizzato e programmato in atti, aventi un valore<br />

politico ed una base tecnico scientifica scaturiti da una scelta politica,<br />

con lo scopo consapevole <strong>di</strong> influire sul fenomeno criminale o su una<br />

parte <strong>di</strong> esso “, a tracciare la strada da seguire per sra<strong>di</strong>care le cause<br />

sociali su cui prolifera il consenso criminale 13 .<br />

9<br />

G. MARINUCCI, in “Sui rapporti tra scienza penale italiana e legislazione”, così si esprime:<br />

“Piuttosto che in<strong>di</strong>rizzare verso l’attuazione del principio generale <strong>di</strong> giustizia ad opera della “juris<br />

prudentia”, l’indeterminatezza delle formule contribuisce ad alimentare quel processo involutivo<br />

segnato dal passaggio “dallo Stato delle leggi allo Stato dei giu<strong>di</strong>ci”“.<br />

10<br />

G. FIANDACA, “Verso un nuovo co<strong>di</strong>ce penale. Itinerari, problemi e prospettive”, Milano 1993.<br />

11<br />

Sul tema si rinvia a E. MUSCO, “Diritto penale e politica: conflitto coesistenza o cooperazione?”, in<br />

Nomos, 1989, 73 e segg.<br />

12<br />

F. BRUNO e F. FERRACUTI, “<strong>La</strong> ricerca scientifica in criminologia e la formulazione della politica<br />

criminale”, in “Trattato <strong>di</strong> criminologia, me<strong>di</strong>cina criminologica e psichiatria forense. Le ra<strong>di</strong>ci, le<br />

fonti, gli obiettivi e lo sviluppo della criminologia”, Giuffré e<strong>di</strong>tore, Milano, 1987, pag. 162.<br />

13<br />

A partire dalla fine degli anni Ottanta e per tutto il successivo decennio, si percepì chiaramente la<br />

portata della minaccia del fenomeno macrocriminale. A tal riguardo il Governo, nella relazione sulla<br />

politica informativa e della sicurezza del primo semestre 1989, già sosteneva che la <strong>criminalità</strong><br />

<strong>organizzata</strong> (…) si esplica secondo linee ormai uniformi, in un processo <strong>di</strong> progressiva<br />

se<strong>di</strong>mentazione su <strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> base caratterizzata da particolari forme <strong>di</strong> degrado ambientale<br />

e <strong>di</strong> sottosviluppo economico, in cui carenze dei servizi principali e bisogni <strong>di</strong> sopravvivenza<br />

contengono già i germi della <strong>di</strong>ffidenza e della sfiducia verso lo Stato. In tale ambiente hanno gioco<br />

facile comportamenti improntati alla violenza e alla intimidazione che finiscono col determinare una<br />

sorta <strong>di</strong> progressivo controllo sull’intera attività produttiva del posto, impedendone qualsiasi<br />

possibilità <strong>di</strong> crescita attraverso la <strong>di</strong>strazione dei già limitati profitti interni e dei più consistenti<br />

flussi <strong>di</strong> denaro pubblico provenienti dall’esterno. Le attività commerciali ed artigiane spesso sono<br />

prima strette dalla morsa delle estorsioni e delle rapine e poi ridotte ad operare in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>fficili<br />

dalle gestioni concorrenziali rilevate dalla stessa <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong>. L’indebito sfruttamento<br />

degli appalti e dei subappalti <strong>di</strong> opere e servizi pubblici – in grado <strong>di</strong> produrre arricchimenti per i<br />

quali viene commessa una lunga serie <strong>di</strong> crimini – ha il doppio effetto <strong>di</strong> privare la comunità <strong>di</strong> una<br />

consistente fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e <strong>di</strong> produrre spesso manufatti e servizi <strong>di</strong> qualità assai scadente. Si<br />

innestano su quest’ultimo aspetto ulteriori forme <strong>di</strong> devianza, derivanti dalla necessità <strong>di</strong> inserirsi<br />

nella gestione della cosa pubblica, con conseguenti fenomeni <strong>di</strong> collegamenti con ambienti politici, <strong>di</strong><br />

inquinamenti elettorali, <strong>di</strong> logiche clientelari. (…) Non è raro poi constatare in talune zone, come<br />

naturale conseguenza dello stato <strong>di</strong> corruzione prodotto, ampie manifestazioni <strong>di</strong> illegalità <strong>di</strong>ffusa,<br />

che da un lato <strong>di</strong>straggono e aggravano l’opera delle forze <strong>di</strong> polizia e dall’altro forniscono meno<br />

remore all’esplodere <strong>di</strong> sanguinose lotte fra “clan” contrapposti per il dominio del territorio. Quando<br />

il processo <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione raggiunge la saturazione dell’ambiente e la componente criminale

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