Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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164 LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO criminale, dando priorità alla ricerca di un “consenso” che crei una sorta di equilibrio di fondo tra vittima ed aggressore, nel quale ambedue scoprono notevoli vantaggi reciproci, che scaturiscono dall’assenza di scontro e dalla condivisione di obiettivi remunerativi. Tali modalità operative, oltre a contribuire in modo sostanziale allo sviluppo della figura di imprenditore mafioso, hanno innescato una vera e propria tendenza che spinge gli operatori economici a ricorrere spontaneamente alla criminalità organizzata, che viene vista come un’inevitabile, ma anche utile, leva di semplificazione nel perseguimento di fini imprenditoriali. In un contesto in cui l’influenza mafiosa è esercitata in modo così capillare e pregnante, è certamente auspicabile, se non assolutamente necessario ed urgente, un mirato sviluppo di metodologie di contrasto al perseverare ed all’espandersi di tale fenomeno criminale. In particolare, così come esposto dal P.N.A. in sede di inaugurazione dell’anno giudiziario 2003, si sente l’esigenza di una specifica intensificazione della sorveglianza di polizia all’interno dei cantieri che consentirebbe di alleviare le pressioni cui vengono sottoposti i “controllori”, sottraendoli dal difficile “obbligo” di dire “no” ai soggetti criminali, ed offrendo loro la possibilità di invocare l’obbligo di rendicontazione a qualificati organi di polizia esterni al sistema. Un sistema basato su un controllo diretto dei cantieri potrebbe, infatti, scoraggiare la pratica di quelle attività criminali che sempre più frequentemente vengono portate alla luce nelle indagini di polizia: estorsione, danneggiamenti, imposizione coattiva di subappalti, assunzioni di personale, di guardianìe e delle molteplici prestazioni finalizzate a realizzare piccole e/o grandi committenze nel processo produttivo pubblico, quali le opere per il movimento terra. In tale ambito, potrebbe, ragionevolmente ipotizzarsi un diretto impegno della Guardia di Finanza, che potrebbe, attraverso i G.I.C.O. - già istituzionalmente preposti alla lotta delle infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel tessuto economico del paese e da sempre in primissimo piano nella lotta al fenomeno delle infiltrazioni mafiose negli ambienti economici -, coadiuvare gli organismi di controllo esistenti nell’esecuzione di sistematici e mirati controlli. Anche la Commissione Parlamentare Antimafia, riconosce, infatti, all’infiltrazione criminale negli appalti il ruolo di asse portante delle

CARATTERISTICHE ED EFFETTI DELL’ECONOMIA MAFIOSA 165 politiche di sviluppo economico delle organizzazioni mafiose, oltre che una fonte privilegiata di arricchimento che, proprio in ragione della specifica rilevanza, viene perseguita con modalità particolarmente efficienti e varie, in modo da aderire perfettamente al contesto sociale ed economico delle diverse realtà geografiche. 5.2 IL METODO SIINO Sebbene, come accennato, il crimine organizzato abbia, nel tempo, percorso e sviluppato innumerevoli canali d’infiltrazione e di “controllo” delle gare d’appalto, oltre che di acquisizione successiva degli stessi, quello esposto dal collaboratore di Giustizia Angelo Siino merita certamente una descrizione accurata, tanto per la grande rilevanza che esso ha avuto nel passato di “Cosa Nostra”, quanto per l’assoluta pericolosità che ancora oggi, e forse più di ieri, esso riveste. Angelo SIINO, infatti, che per il ruolo di assoluta centralità che aveva assunto nell’ambito del collegamento fra Cosa Nostra ed il mondo imprenditoriale veniva definito il “Ministro dei lavori pubblici di Cosa Nostra”, dal momento del suo arresto, eseguito nel luglio 1997 dal G.I.CO. di Palermo nell’ambito dell’operazione “Oro, incenso e mirra”, ha iniziato la sua collaborazione con la giustizia, fornendo preziosi contributi informativi. Il SIINO, unitamente ai suoi familiari, era, infatti, titolare di alcune imprese che operavano nel settore dei lavori pubblici e conosceva, dunque, dall’interno, i complessi meccanismi sottesi al pilotaggio delle gare di appalto; iscritto alla massoneria (Loggia Oriente di Palermo «Orion») e titolare di solidi legami con esponenti politici e pubblici amministratori, molto vicino alla «famiglia» mafiosa dei BRUSCA di San Giuseppe Jato e a DI MAGGIO Baldassare, il quale reggeva di fatto il «mandamento» di San Giuseppe Jato, si collocava in una posizione assolutamente strategica, tale da determinare, fornendo un prezioso servizio di intermediazione con gli ambienti politici ed imprenditoriali, le strategie operative di Cosa Nostra. La Guardia di Finanza ha, infatti, avuto modo di approfondire e sviluppare le dichiarazioni del SIINO, in qualità di collaboratore di giustizia, le cui dichiarazioni, oltre ad aver delineato quei meccanismi che hanno determinato, ed ancora determinano, le dinamiche

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politiche <strong>di</strong> sviluppo economico delle organizzazioni mafiose, oltre<br />

che una fonte privilegiata <strong>di</strong> arricchimento che, proprio in ragione<br />

della specifica rilevanza, viene perseguita con modalità<br />

particolarmente efficienti e varie, in modo da aderire perfettamente al<br />

contesto sociale ed economico delle <strong>di</strong>verse realtà geografiche.<br />

5.2 IL METODO SIINO<br />

Sebbene, come accennato, il crimine organizzato abbia, nel tempo,<br />

percorso e sviluppato innumerevoli canali d’infiltrazione e <strong>di</strong><br />

“controllo” delle gare d’appalto, oltre che <strong>di</strong> acquisizione successiva<br />

degli stessi, quello esposto dal collaboratore <strong>di</strong> Giustizia Angelo Siino<br />

merita certamente una descrizione accurata, tanto per la grande<br />

rilevanza che esso ha avuto nel passato <strong>di</strong> “Cosa Nostra”, quanto per<br />

l’assoluta pericolosità che ancora oggi, e forse più <strong>di</strong> ieri, esso riveste.<br />

Angelo SIINO, infatti, che per il ruolo <strong>di</strong> assoluta centralità che<br />

aveva assunto nell’ambito del collegamento fra Cosa Nostra ed il<br />

mondo impren<strong>di</strong>toriale veniva definito il “Ministro dei lavori pubblici<br />

<strong>di</strong> Cosa Nostra”, dal momento del suo arresto, eseguito nel luglio<br />

1997 dal G.I.CO. <strong>di</strong> Palermo nell’ambito dell’operazione “Oro,<br />

incenso e mirra”, ha iniziato la sua collaborazione con la giustizia,<br />

fornendo preziosi contributi informativi.<br />

Il SIINO, unitamente ai suoi familiari, era, infatti, titolare <strong>di</strong> alcune<br />

imprese che operavano nel settore dei lavori pubblici e conosceva,<br />

dunque, dall’interno, i complessi meccanismi sottesi al pilotaggio<br />

delle gare <strong>di</strong> appalto; iscritto alla massoneria (Loggia Oriente <strong>di</strong><br />

Palermo «Orion») e titolare <strong>di</strong> soli<strong>di</strong> legami con esponenti politici e<br />

pubblici amministratori, molto vicino alla «famiglia» mafiosa dei<br />

BRUSCA <strong>di</strong> San Giuseppe Jato e a DI MAGGIO Baldassare, il quale<br />

reggeva <strong>di</strong> fatto il «mandamento» <strong>di</strong> San Giuseppe Jato, si collocava<br />

in una posizione assolutamente strategica, tale da determinare,<br />

fornendo un prezioso servizio <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>azione con gli ambienti<br />

politici ed impren<strong>di</strong>toriali, le strategie operative <strong>di</strong> Cosa Nostra.<br />

<strong>La</strong> Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza ha, infatti, avuto modo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re e<br />

sviluppare le <strong>di</strong>chiarazioni del SIINO, in qualità <strong>di</strong> collaboratore <strong>di</strong><br />

giustizia, le cui <strong>di</strong>chiarazioni, oltre ad aver delineato quei meccanismi<br />

che hanno determinato, ed ancora determinano, le <strong>di</strong>namiche

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