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Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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154<br />

LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />

E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO<br />

Se quanto detto appare pacifico in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> normalità,<br />

notevoli <strong>di</strong>scordanze tra giustizia penale ed operatori economici<br />

emergono calando il fenomeno astratto nelle aree a tangibile ed alta<br />

densità mafiosa; aree, cioè, dove il concetto <strong>di</strong> “<strong>di</strong>ssuasione” e<br />

“cre<strong>di</strong>bilità” <strong>di</strong> cui sono portatori i sodalizi criminali vengono<br />

rafforzati da aspetti socio culturali non rinvenibili in <strong>di</strong>fferenti ambiti<br />

territoriali.<br />

Fissati come centrali all’analisi sia l’aspetto territoriale sia quello<br />

socio culturale, appare possibile esplorare i termini della<br />

responsabilità dell’impren<strong>di</strong>tore partendo da due recenti massime 194 ,<br />

relative a proce<strong>di</strong>mento a carico <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tore partenopeo ritenuto<br />

in rapporto con la locale Camorra:<br />

“… nella valutazione dei rapporti tra mafia e impren<strong>di</strong>tori,<br />

l’indagine del giu<strong>di</strong>ce non può fondarsi su aprioristici ed<br />

astratti stereotipi socio - criminali, la cui applicazione in guisa<br />

<strong>di</strong> massime d’esperienza conduce a generalizzate<br />

criminalizzazioni o, viceversa, al riconoscimento <strong>di</strong> vaste aree<br />

<strong>di</strong> impunità, entrambe altamente ingiustificate perché<br />

svincolate da un effettivo e serio vaglio delle variabili<br />

contingenti peculiarità della singola fattispecie; piuttosto, al<br />

giu<strong>di</strong>ce è affidato - nella piena esplicazione del principio del<br />

“prudente apprezzamento” e nella rigida osservanza del dovere<br />

<strong>di</strong> motivazione, integranti il nucleo essenziale del precetto<br />

dell’art. 192 del c.p.p. - il <strong>di</strong>fficile compito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare una<br />

fluida linea <strong>di</strong> confine tra lecito e illecito e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere le<br />

situazioni nelle quali l’impren<strong>di</strong>tore è complice delle<br />

organizzazioni criminali da quelle nelle quali è invece la<br />

vittima, il soggetto passivo delle attività delinquenziali; a tal<br />

fine ci si può avvalere delle massime <strong>di</strong> esperienza elaborate<br />

dalle <strong>di</strong>scipline socio - criminologiche, ma non prima <strong>di</strong> averne<br />

vagliato l’effettivo grado <strong>di</strong> inferenza e, soprattutto, la piena<br />

rispondenza alle specifiche e peculiari risultanze probatorie<br />

attinenti al caso <strong>di</strong> specie...”.<br />

194 Corte <strong>di</strong> Cassazione, sezione I penale; sentenza 5 gennaio 1999; Pres. Gemelli, Est. Silvestri, P.M.<br />

Iadecola ( concl. <strong>di</strong>ff.); ric. Proc. rep. Trib. Napoli in c. Cabib. Annulla Trib. Napoli, ord. 10<br />

<strong>di</strong>cembre 1997.

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