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Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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LA GEOGRAFIA MAFIOSA 113<br />

verificò così nel Nord la compresenza <strong>di</strong> famiglie tra<strong>di</strong>zionalmente<br />

mafiose e gruppi che aspiravano a imitarne comportamenti e logiche<br />

utilizzando a proprio vantaggio le <strong>di</strong>ffuse con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> degrado<br />

ambientale, urbanistico e amministrativo...”.<br />

Con riferimento alla geografia mafiosa del Nord vi è tuttavia<br />

almeno un carattere <strong>di</strong> singolarità. Infatti, sebbene il fenomeno abbia<br />

spaziato e si sia successivamente ra<strong>di</strong>cato dal Piemonte 168 al Veneto,<br />

dalla Toscana alle zone economicamente remunerative del centro<br />

Italia, non è possibile in<strong>di</strong>viduare una sola area dove una consorteria<br />

possa <strong>di</strong>rsi totalmente egemone rispetto alle altre. Tutti i sodalizi sono<br />

equamente rappresentati, talvolta in maniera più consistente che<br />

altrove, ma in ogni caso tutto <strong>di</strong>mostra come il <strong>di</strong>stacco dalle terre<br />

d’origine alteri notevolmente il concetto della “sovranità territoriale”.<br />

168 <strong>La</strong> realtà piemontese è caratterizzata da una forte infiltrazione criminale <strong>di</strong> clan riconducibili alla<br />

‘Ndrangheta e alle “famiglie” siciliane (quella dei Cursoti, prima, e degli Stiddari, poi). <strong>La</strong><br />

situazione, caratterizzata anche da guerre intestine negli anni Novanta, ha subito un cambiamento<br />

dovuto ai ripetuti interventi delle Forze dell’or<strong>di</strong>ne e ai conseguenti proce<strong>di</strong>menti penali, che hanno<br />

portato a un <strong>di</strong>sarticolamento delle organizzazioni tra<strong>di</strong>zionalmente presenti sul territorio. Ciò ha<br />

consentito il progressivo inserimento della nuova <strong>criminalità</strong> rappresentata dagli albanesi, dai<br />

nigeriani, dai maghrebini e dai cinesi. <strong>La</strong> storia della regione è testimone del fatto che la stessa ha<br />

senza dubbio conosciuto una presenza <strong>di</strong> soggetti legati in prevalenza alla ‘Ndrangheta, più che alle<br />

“famiglie” mafiose siciliane, tendenza che <strong>di</strong> recente si è ulteriormente accentuata. Dal punto <strong>di</strong> vista<br />

operativo viva preoccupazione desta una possibile infiltrazione della <strong>criminalità</strong> nell’organizzazione<br />

dei giochi olimpici invernali che si svolgeranno in Piemonte nel 2006, soprattutto per quanto<br />

concerne l’aggiu<strong>di</strong>cazione degli appalti. <strong>La</strong> vicenda giu<strong>di</strong>ziaria relativa allo scioglimento del<br />

consiglio comunale <strong>di</strong> Bardonecchia ai sensi dell’art. 15-bis della legge n. 55 del 1990 e la successiva<br />

condanna <strong>di</strong> Rocco Lo Presti hanno evidenziato come la <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong> possa concretamente<br />

inserirsi in un contesto politico economico sano. <strong>La</strong> vicenda, lungi dal dover condurre alla<br />

criminalizzazione <strong>di</strong> una realtà periferica che anzi ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> saper reagire e risollevarsi, deve<br />

far riflettere in or<strong>di</strong>ne ad un approccio al fenomeno criminale caratterizzato da ingenuità ed<br />

impreparazione a causa della sua novità per i luoghi. Tale esperienza ha indotto non solo gli operatori<br />

locali, ma anche quelli regionali, a cercare <strong>di</strong> assumere ogni utile iniziativa per impe<strong>di</strong>re ingerenze<br />

malavitose, soprattutto se espressione <strong>di</strong> <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong>, nel contesto economico. In tale<br />

ottica si inseriscono i protocolli operativi stipulati dai vari operatori interessati all’organizzazione dei<br />

giochi olimpici invernali del 2006. Per quanto concerne i collegamenti dei gruppi criminali in esame<br />

(siano essi collegati alla ‘Ndrangheta che alle famiglie mafiose) con le organizzazioni operanti nelle<br />

zone <strong>di</strong> origine, è stato osservato che sono improntati, da un lato, ad un carattere <strong>di</strong> collaborazione e<br />

<strong>di</strong> mantenimento <strong>di</strong> un contatto reale, dall’altro, ad una autonomia operativa. Le attività investigative<br />

e giu<strong>di</strong>ziarie hanno, infatti, evidenziato che i vari gruppi mantengono con le aree <strong>di</strong> provenienza<br />

sicuramente un legame “reale” (ad esempio,per il rifornimento <strong>di</strong> sostanze stupefacenti, per la<br />

risoluzione <strong>di</strong> contrasti, la decisione <strong>di</strong> un’azione estorsiva) ma al tempo stesso autonomia operativa;<br />

tanto è vero che spesso in Piemonte si sono realizzate delle alleanze tra gruppi, per il raggiungimento<br />

del comune fine illecito, che non si sarebbero mai potute ottenere nelle zone <strong>di</strong> origine.<br />

da: Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno della <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong> mafiosa o<br />

similare, doc XXIII, n. 3, pag. 94, 97, datata 30 luglio 2003.<br />

OMICRON, Osservatorio milanese sulla <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong> al nord, Anno VII, n.1,<br />

Gennaio/Febbraio/Marzo 2003, pag, 2,4.

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