29.05.2013 Views

Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

112<br />

LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />

E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO<br />

Epaminonda 167 , invece, prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare il primo pentito <strong>di</strong><br />

mafia del Nord, orientò la propria organizzazione in guisa <strong>di</strong> struttura<br />

mafiosa e questo principalmente nell’opera <strong>di</strong> epurazione dei<br />

fedelissimi del suo predecessore, tutti sistematicamente sterminati<br />

negli anni successivi nel corso <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> agguati <strong>di</strong> tipico <strong>stampo</strong><br />

<strong>mafioso</strong> e che costarono circa sessanta omici<strong>di</strong>, molti dei quali<br />

eseguiti in pieno giorno.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista dell’organizzazione degli affari il Tebano<br />

consentì, <strong>di</strong> fatto, l’espansione del mercato degli stupefacenti al Nord<br />

in rapporto organico con gruppi criminali mafiosi lì inse<strong>di</strong>atisi negli<br />

anni precedenti.<br />

Per il Dalla Chiesa “...la vicenda Epaminonda consentì anche <strong>di</strong><br />

mettere a fuoco un problema sociologicamente e storicamente<br />

rilevante: quello della trasferibilità e imitabilità del modello <strong>mafioso</strong>.<br />

In sostanza emerse che in città tra<strong>di</strong>zionalmente estranee alla<br />

presenza mafiosa si strutturassero organizzazioni guidate da persone<br />

non affiliate a Cosa Nostra, fino a <strong>di</strong>ventarne alleati o membri. Si<br />

l’ospitalità che aveva ricevuto in Sicilia. (...) “Faccia d’angelo” mostrava in ogni occasione una<br />

deferenza e un affetto fuori dal comune nei miei confronti. Era il tipico gangster: sbruffone,<br />

estroverso, generoso. Aveva le mani bucate. Regalava denaro, gioielli, automobili come se si trattasse<br />

<strong>di</strong> sigarette. Amava il lusso, la bella vita, le donne. Era un megalomane: l’esatto opposto del <strong>mafioso</strong>.<br />

(...) <strong>La</strong> sua ammirazione per me era sincera. Solo io, però, potevo aiutarlo a uscire dal gravissimo<br />

guaio nel quale si era cacciato. Anni prima aveva preso le parti <strong>di</strong> uno dei suoi uomini che aveva<br />

litigato con Alfredo Bono, un pezzo grosso <strong>di</strong> Cosa Nostra che operava a Milano. (...) Uno dei<br />

componenti della banda Turatello <strong>di</strong>ede uno schiaffo a Bono nel corso <strong>di</strong> un classico, sciocco alterco<br />

da night club. Il <strong>mafioso</strong> parlò poco, ma fece capire che considerava quella lite come un affronto<br />

grave a lui stesso e alla sua gente. <strong>La</strong> sfida fu raccolta da Turatello in persona, il quale mandò a <strong>di</strong>re<br />

ad Alfredo Bono che, se lui o i suoi avessero anche solo accennato a ven<strong>di</strong>care lo schiaffo ricevuto ci<br />

sarebbe stata una guerra tale da sterminare tutti i siciliani che si trovavano a Milano. I siciliani ne<br />

presero atto. Non replicarono. Rimasero in silenzio. (...) Turatello si rendeva conto <strong>di</strong> aver commesso<br />

un grave errore, ma solo fino a un certo punto. Se fosse stato al corrente dell’esistenza <strong>di</strong> Cosa<br />

Nostra, avrebbe tentato il tutto per tutto per farsi perdonare. (...) Il destino <strong>di</strong> Turatello si compì in un<br />

supercarcere della Sardegna, a Bad’ e’ Carros, vicino Nuoro, a più <strong>di</strong> cinque anni dal fatale incidente<br />

con Bono. <strong>La</strong> sua strada si incrociò con quella <strong>di</strong> un catanese pluriergastolano a causa <strong>di</strong> omici<strong>di</strong><br />

eseguiti in carcere, Antonino Faro, figlioccio <strong>di</strong> Luciano Liggio, come Alfredo Bono. (...) Quando<br />

Liggio seppe che Turatello si trovava nello stesso carcere del suo animale, <strong>di</strong>sse a Faro: “Vai ad<br />

ammazzare Turatello. E mentre lo spegni, domanda a quel gran cornuto se è ancora vero che nessun<br />

siciliano deve più circolare per Milano...”.<br />

da: PINO ARLACCHI, Op. cit., Ad<strong>di</strong>o Cosa Nostra. I segreti della mafia nella confessione <strong>di</strong> Tommaso<br />

Buscetta, pag. 211, 216.<br />

167 ALFIO CARUSO, Da Cosa Nasce Cosa, Op. cit., pag. 330. “... Ma sotto le guglie della Madonnina<br />

imperano i mafiosi <strong>di</strong> Palermo. Hanno fatto sventrare Turatello nel penitenziario <strong>di</strong> Bad’ e’ Carros e<br />

tengono sotto scacco Epaminonda, piccolo ras delle bische e delle scommesse negli ippodromi <strong>di</strong> San<br />

Siro. Con buona pace della geografia e <strong>di</strong> tutto il resto, Milano e Torino sono per una volta la<br />

periferia <strong>di</strong> Catania.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!