Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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102 LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO In merito non riteniamo né corretto né prudente aderire ad una simile formulazione anche perché, se da una parte appare legittima la manifestazione di forme di soddisfazione per la sconfitta dei corleonesi e di ciò che il sistema da questi creato ha determinato, dall’altra parte non si può dimenticare che tale tipo di ottimismo normalmente fonda le proprie radici su presupposti errati quali, ad esempio, quelli secondo cui la mafia altro non sarebbe che un fenomeno di mera delinquenza organizzata e che, pertanto, il liquidare i suoi esponenti più pericolosi e scompaginarne la struttura sia sufficiente per chiudere definitivamente la partita. Si tratterebbe di un’imprudenza di enormi proporzioni dato che, come si è già avuto modo di vedere nel recente passato, questi sono facili entusiasmi destinati a produrre esclusivamente effetti disastrosi sia in punto di calo di tensione nelle scelte di politica criminale, sia in punto di coscienza civile dell’antimafia. Cosa Nostra è molto di più di una mera aggregazione criminale. Riprendendo il discorso, e prima di delinearne le caratteristiche fondamentali, appare necessario fornire la seguente precisazione di carattere generale, ossia che la Stidda - pur essendo una associazione mafiosa e pur essendo radicata in Sicilia - non è Cosa Nostra. A tale conclusione si può giungere da molteplici direzioni ma si ritiene che quella più aderente (vista anche la provenienza) sia quella estrapolabile dalla definizione che della stessa diede il pentito Leonardo Messina secondo cui “la Stidda è un aggregato di gruppi criminali entrati in contrasto con Cosa Nostra e per questo portati a rifiutare le figure carismatiche dei capi”. La non identificabilità dei due fenomeni può essere spiegata con le seguenti considerazioni: in primo luogo (...) quando parliamo di Cosa Nostra, noi parliamo di una frazione della mafia, intendendo per mafia un fenomeno economico e sociale molto vasto, composto da almeno cinquecento famiglie, distribuito in molte regioni e in molte parti del mondo. Della galassia mafiosa Cosa Nostra è la sezione più pericolosa, più segreta, più nascosta della mafia 155 (...). Confermative in questo senso appaiono poi le parole del pentito Antonino Calderone il quale, sull’argomento 155 P. ARLACCHI, Eppur si muove, intervista di a A. CARLUCCI, ora su La Mafia, Mondatori, Milano.

LA GEOGRAFIA MAFIOSA 103 della centralità di Cosa Nostra rispetto alle altre mafie, afferma: “...È meglio precisare fin dall’inizio che la mafia come parola non esiste, almeno tra noi. La mafia si chiama in realtà Cosa Nostra. Noi non diciamo mai la parola mafia. Cosa Nostra è segreta ed è l’associazione degli “uomini d’onore”; in secondo luogo non ha, nel suo quasi inesistente patrimonio genetico, le caratteristiche tipiche di Cosa Nostra a partire dalla segretezza per finire all’unitarietà dell’organizzazione. Il dott. Giovanni Tinebra, ex Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta in una recente audizione (18 febbraio 1997) presso la Commissione parlamentare d’inchiesta ne ha parlato diffusamente. Dal sintetico verbale di quell’audizione si legge: “...Il dott. Tinebra, premesso che la Stidda è un’organizzazione criminale di stampo mafioso, presente in talune zone della Sicilia meridionale, strutturata in modo non verticistico ma secondo un modello federale, osserva come essa operi in collegamento con Cosa Nostra, ma talora anche contro Cosa Nostra. Si tratta, in particolare, di una organizzazione spontanea formata attorno a un uomo d’onore la cui credibilità criminale gli consente di entrare in rapporto con Cosa Nostra o anche di porsi in contrasto rispetto alla mafia tradizionale...”. Ed inoltre che:”...la struttura federale della Stidda è modello organizzativo eventuale...”.Nel solco della debolezza corleonese, come detto, già a partire dal 1985 si formano in Sicilia nuove aggregazioni criminali. Queste, tuttavia, non sono ancora tra loro legate da nessun vincolo ma operano sul medesimo territorio. I contrasti sorgono di conseguenza e molte famiglie rurali si fronteggiano armi in pugno in una guerra silenziosa di cui pochissimo si è parlato ma che ha lasciato sul terreno più di cinquecento morti fra il 1987 e il 1991. Nondimeno, sono comunque gli anni in cui Cosa Nostra è tutt’altro che morta e nei quali, sebbene ormai corrosa dall’interno, mantiene salde le redini del controllo. Da una analisi degli elementi di conoscenza finora disponibili (principalmente audizioni parlamentari, rapporti semestrali della Direzione Investigativa Antimafia) emergono due possibilità aggregative a cui ricondurre la nascita formale dell’associazione. Talune fonti ne farebbero risalire le origini alla aggregazione tra esponenti delle famiglie Benvenuto e Calafato di Palma di Montechiaro, altre, invece, alla concordata tregua del 1991 tra i clan dei fratelli Carbonaro e

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LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />

E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO<br />

In merito non riteniamo né corretto né prudente aderire ad una<br />

simile formulazione anche perché, se da una parte appare legittima la<br />

manifestazione <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione per la sconfitta dei<br />

corleonesi e <strong>di</strong> ciò che il sistema da questi creato ha determinato,<br />

dall’altra parte non si può <strong>di</strong>menticare che tale tipo <strong>di</strong> ottimismo<br />

normalmente fonda le proprie ra<strong>di</strong>ci su presupposti errati quali, ad<br />

esempio, quelli secondo cui la mafia altro non sarebbe che un<br />

fenomeno <strong>di</strong> mera delinquenza <strong>organizzata</strong> e che, pertanto, il liquidare<br />

i suoi esponenti più pericolosi e scompaginarne la struttura sia<br />

sufficiente per chiudere definitivamente la partita. Si tratterebbe <strong>di</strong><br />

un’imprudenza <strong>di</strong> enormi proporzioni dato che, come si è già avuto<br />

modo <strong>di</strong> vedere nel recente passato, questi sono facili entusiasmi<br />

destinati a produrre esclusivamente effetti <strong>di</strong>sastrosi sia in punto <strong>di</strong><br />

calo <strong>di</strong> tensione nelle scelte <strong>di</strong> politica criminale, sia in punto <strong>di</strong><br />

coscienza civile dell’antimafia. Cosa Nostra è molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> una<br />

mera aggregazione criminale. Riprendendo il <strong>di</strong>scorso, e prima <strong>di</strong><br />

delinearne le caratteristiche fondamentali, appare necessario fornire la<br />

seguente precisazione <strong>di</strong> carattere generale, ossia che la Stidda - pur<br />

essendo una associazione mafiosa e pur essendo ra<strong>di</strong>cata in Sicilia -<br />

non è Cosa Nostra. A tale conclusione si può giungere da molteplici<br />

<strong>di</strong>rezioni ma si ritiene che quella più aderente (vista anche la<br />

provenienza) sia quella estrapolabile dalla definizione che della stessa<br />

<strong>di</strong>ede il pentito Leonardo Messina secondo cui “la Stidda è un<br />

aggregato <strong>di</strong> gruppi criminali entrati in contrasto con Cosa Nostra e<br />

per questo portati a rifiutare le figure carismatiche dei capi”. <strong>La</strong> non<br />

identificabilità dei due fenomeni può essere spiegata con le seguenti<br />

considerazioni:<br />

in primo luogo (...) quando parliamo <strong>di</strong> Cosa Nostra, noi<br />

parliamo <strong>di</strong> una frazione della mafia, intendendo per mafia un<br />

fenomeno economico e sociale molto vasto, composto da<br />

almeno cinquecento famiglie, <strong>di</strong>stribuito in molte regioni e in<br />

molte parti del mondo. Della galassia mafiosa Cosa Nostra è la<br />

sezione più pericolosa, più segreta, più nascosta della<br />

mafia 155 (...). Confermative in questo senso appaiono poi le<br />

parole del pentito Antonino Calderone il quale, sull’argomento<br />

155 P. ARLACCHI, Eppur si muove, intervista <strong>di</strong> a A. CARLUCCI, ora su <strong>La</strong> Mafia, Mondatori, Milano.

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