Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...
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LA GEOGRAFIA MAFIOSA 101<br />
<strong>La</strong> conseguenza più evidente <strong>di</strong> questa ennesima trasformante<br />
rivoluzione interna è la nascita (tra il 1986 e il 1990) nella zona<br />
dell’agrigentino <strong>di</strong> una nuova organizzazione criminale a matrice<br />
mafiosa autodefinitasi Stidda 152 . Della Stidda quale organizzazione<br />
criminale si sa veramente poco e non è chiaro fino in fondo il grado <strong>di</strong><br />
effettiva autonomia che la stessa possa aver sviluppato rispetto a Cosa<br />
Nostra 153 .<br />
Osservando il fenomeno in termini generali si è portati<br />
tendenzialmente ad escludere che il <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> questa costola, per<br />
quanto ribelle, si sia successivamente cristallizzato in un fenomeno <strong>di</strong><br />
reale scissione o <strong>di</strong> completo separatismo 154 . Ammettere ciò<br />
significherebbe implicitamente affermare che Cosa Nostra non esiste o<br />
che ciò che ne è rimasto sia caratterizzato da una debolezza<br />
organizzativa e strutturale tale da non poter più poter contrastare simili<br />
fenomeni sul suo stesso territorio.<br />
da: Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno della <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong> mafiosa o<br />
similare, doc XXIII, n. 3, pag. 52, 64, datata 30 luglio 2003.<br />
152 S. LODATO, Dieci anni <strong>di</strong> mafia, Ed. Rizzoli, Milano, 1990, pag. 66.<br />
153 Sebbene non sia chiara l’entità dei rapporti <strong>di</strong> forza sul territorio, a livello investigativo viene rilevata<br />
l’esigenza <strong>di</strong> prestare attenzione allo sviluppo del fenomeno stiddaro. A tele proposito ancora nel<br />
2000 la DIA afferma “Particolare attenzione continua a richiedere la realtà criminale <strong>di</strong> Gela,<br />
caratterizzata dalla presenza accanto a “Cosa Nostra” <strong>di</strong> un’altra compagine delinquenziale nota<br />
come “Stidda”. Le due consorterie, in passato avversarie, gestiscono in comune l’attività estorsiva in<br />
danno degli impren<strong>di</strong>tori e dei commercianti locali. Si tratta <strong>di</strong> una collaborazione che è destinata a<br />
lasciare il passo a nuovi scontri, motivati dalla pretesa della “stidda” <strong>di</strong> partecipare ai guadagni<br />
derivanti dagli appalti. Nella provincia <strong>di</strong> Ragusa, con particolare riferimento alla zona <strong>di</strong> Vittoria, il<br />
clan Dominante detiene il controllo del territorio. L’orientamento <strong>di</strong> questo sodalizio sembra ancora<br />
essere quello <strong>di</strong> mantenere la propria autonomia rispetto a “Cosa Nostra” mentre la fazione ribelle,<br />
facente capo ai fratelli PISCOPO - che lo scorso anno ha goduto dell’appoggio della “famiglia” <strong>di</strong><br />
“Cosa Nostra” <strong>di</strong> Gela - propende, evidentemente, per un avvicinamento a “Cosa Nostra” siciliana.<br />
da DIA - Relazioni semestrali al Parlamento – primo semestre 2000.<br />
154 Sintomatico del fermo proposito dei corleonesi <strong>di</strong> non potere tollerare alcuna interferenza nel<br />
controllo del territorio è l’episo<strong>di</strong>o della breve guerra <strong>di</strong> mafia da costoro scatenata nel 1992 contro la<br />
emergente formazione “stiddara” capeggiata da Carlo Zichittella (alleato dei Grassonelli <strong>di</strong> Porto<br />
Empedocle), che aveva tentato <strong>di</strong> imporsi “sul campo” con un proprio gruppo nella speranza, forse,<br />
che una volta conquistata la piazza avrebbe potuto presentarsi ai vertici <strong>di</strong> Cosa Nostra come unico<br />
referente della città. Anche in questo caso gli avversari <strong>di</strong> Cosa Nostra sono stati sterminati con<br />
l’autorevole ausilio degli uomini <strong>di</strong> maggiore spicco della fazione corleonese, quali Leoluca<br />
Bagarella, Antonino e Gioacchino <strong>La</strong> Barbera; e a qualche sopravvissuto non è rimasto, per salvarsi,<br />
che scegliere la strada della collaborazione. E quella che è possibile definire come una vera e propria<br />
<strong>di</strong>sfatta del clan Zichitella, ad opera della violentissima reazione <strong>di</strong> Cosa Nostra, è stata deliberata ai<br />
massimi livelli dell’organizzazione non solo per ven<strong>di</strong>care l’aggressione subita dagli uomini d’onore<br />
marsalesi ma per ristabilire l’autorità e l’egemonia in una città strategicamente importantissima,<br />
compromesse dalla “folle” iniziativa del gruppo <strong>di</strong> Zichitella che voleva sopprimere gli uomini<br />
d’onore della famiglia <strong>di</strong> Marsala.