Racconti Concorso Letterario - L'Azione
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32 sezione BAMBINI<br />
4<br />
Avevo venticinque anni, ero sposato e avevo due<br />
figli. Vivevo nella terra germanica, dove coltivavo<br />
un piccolo campo dal quale ricavavo il necessario<br />
per vivere.<br />
Non ero così ricco… ma, quando arrivarono i Romani, io<br />
divenni ancora più povero, perché loro presero i nostri ori,<br />
bruciarono le nostre case, presero noi e le nostre donne:<br />
non ci rimase più nulla, nemmeno la nostra vita.<br />
Ero triste per essere stato separato dalla mia famiglia, di<br />
cui non seppi più nulla: avevo visto mia moglie fuggire con<br />
i miei figli e, in cuor mio, speravo che si fossero salvati.<br />
Maledicevo in silenzio i Romani, ma non potevo far altro,<br />
perché mi avrebbero ucciso.<br />
Mille soldati guardavano che noi non scappassimo; eravamo<br />
degli schiavi, non conoscevamo il nostro destino ed<br />
eravamo impauriti.<br />
Non ci davano tanto da mangiare, solo una specie di<br />
polenta insipida fatta di cereali.<br />
Ci fecero passare da un varco, che permetteva di oltrepassare<br />
una palizzata che delimitava una parte del territorio<br />
dell'Impero, separandolo dal territorio germanico<br />
e, dopo diverso tempo, giungemmo a<br />
Roma.<br />
C'erano gruppi di persone ubriache che ci<br />
prendevano in giro e delle persone che i soldati<br />
mettevano insieme a noi, forse erano dei ladri,<br />
ma non so dirvi. Altre persone ci soppesavano<br />
con gli occhi, poi chiedevano informazioni sulle<br />
nostre capacità.<br />
Mi vendettero per ben millecinquecento sesterzi!<br />
All'inizio provavo odio per colui che mi acquistò,<br />
ma, dopo averlo conosciuto meglio e aver<br />
capito che era un buon padrone, la mia rabbia<br />
scomparve e per lui provavo solo affetto e<br />
amore.<br />
Il mio padrone era un tipo abbastanza alto,<br />
educato, con capelli e occhi marroni; non era<br />
così chiacchierone, ma si vedeva subito che era<br />
una brava persona. Mi disse che era venuto<br />
apposta qui a Roma, dove sapeva che si trovava<br />
il mercato dei migliori schiavi; era partito da una<br />
villa rustica, situata in Aquileia, dove con sua<br />
moglie e tre figli viveva una vita felice.<br />
Partimmo verso quella che sarebbe diventata<br />
la mia nuova casa.<br />
Non sapevo cosa mi aspettava, ma insieme a<br />
tanta nostalgia per la mia famiglia e la mia vita<br />
nella terra germanica, sentivo dentro di me un po'<br />
di curiosità per quello che sarebbe successo.<br />
Percorremmo la Flaminia poi passammo per la<br />
via Emilia e infine la via Postumia.<br />
Io ero molto sorpreso, perché le strade romane<br />
erano fatte di sassi piatti, lunghi circa un metro,<br />
mentre le nostre strade erano fatte di terra battuta<br />
o certe volte non c'erano neanche, perché noi,<br />
LETTURE per l’ESTATE<br />
LE AVVENTURE<br />
DI UNO SCHIAVO<br />
di Gesiot Giovanni - Villapiana di Lentiai (Quinta elementare)<br />
15 Agosto 2010<br />
a confronto dei romani, non siamo bravi costruttori; solo in<br />
battaglia ci difendiamo bene!<br />
Arrivati a casa, mi colpì il fatto che era dipinta tutta di<br />
rosso, poi il mio padrone mi mostrò i suoi tre figli; il ragazzo<br />
di dieci anni si presentò senza nessun timore o paura<br />
e disse: "Mi chiamo Marcus e ho dieci anni." poi aggiunse:<br />
"Lei è mia sorella Arianna e lei Valeria. Arianna ha sei anni<br />
e Valeria ne ha due e non sa ancora parlare."<br />
Arianna era una bambina bionda, che aveva preso dalla<br />
sua mamma gli occhi blu. Valeria era una bambina con<br />
pochi capelli neri e occhi molto, ma molto grandi.<br />
Il padrone mi ordinò di andare a raccogliere le uova che<br />
trovavo nel pollaio e di uccidere una mucca.<br />
Il giorno dopo mi spiegò quale sarebbe stato il mio compito<br />
da allora in poi: viaggiare con lui per commerciare.<br />
Questa volta saremmo andati, attraverso la via Claudia<br />
Augusta, in una città chiamata Bellunum, per acquistare<br />
lana e formaggi e rivendere ciotole di ceramica, vetro e olio.<br />
Partimmo, io con il mulo e lui con il cavallo, io che caricavo<br />
le merci e lui che mi seguiva.<br />
Illustrazione di Danila Casagrande, Revine Lago