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Racconti Concorso Letterario - L'Azione

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15 Agosto 2010 sezione BAMBINI 29<br />

LETTURE per l’ESTATE<br />

1<br />

LA FUGA<br />

di Bortolot Marco - Villapiana di Lentiai (Quinta elementare)<br />

Sono un germano alto e robusto, con occhi azzurri,<br />

di carattere gentile e sincero.<br />

Vivevo pacificamente e lavoravo la terra per sfamare la<br />

mia famiglia. Un giorno, mentre stavo lavorando la terra, in<br />

lontananza vidi dei romani che ci stavano attaccando. Non<br />

ci fu nemmeno il tempo di dare l'allarme che i legionari si<br />

avventarono con furia sulle nostre case, le incendiarono,<br />

seminando morte e terrore.<br />

Mi catturarono e, insieme ad altri disgraziati come me,<br />

dopo giorni e giorni di marcia fui portato ad Altinum.<br />

Qui fui scaricato come fossi una balla di fieno e fui destinato<br />

alla costruzione della strada che da Altinum sarebbe<br />

arrivata a Maia.<br />

Ci spiegarono come si doveva costruire. Avremmo scavato<br />

un solco largo quattro passi e profondo un passo. Poi<br />

dovevamo coprire il buco con argilla e sassi rotondi che<br />

prendevamo dal fiume Plavis o dalle rocce che scavavamo<br />

lungo il tragitto.<br />

Sopra a tutto andavano messe e sistemate<br />

pietre piatte, molto resistenti e spesse.<br />

Partimmo da Altinum e dopo un breve viaggio<br />

arrivammo sul posto. Scavammo circa mezzo<br />

miglio di solco e poi sistemammo tutte le pietre<br />

come ci era stato spiegato, fino ad arrivare a<br />

quelle squadrate che servivano per facilitare il<br />

passaggio dei carri. Nei lati costruivamo dei solchi<br />

per lo scolo dell'acqua; più all'interno costruivamo<br />

un piccolo piano usato dai legionari che<br />

andavano a piedi.<br />

Alla fine della costruzione usavamo una specie<br />

di secchio capovolto, con un manico ficcato al<br />

centro, che serviva per compattare i sassi in<br />

modo che non sprofondassero.<br />

Arrivata la sera, ci accampammo nelle tende.<br />

Nell'ora più profonda della notte, io mi svegliai<br />

e, al chiaro di luna, osservai il duro lavoro che il<br />

giorno successivo sarei stato obbligato a fare;<br />

vidi rocce ripide e pendii che non finivano mai,<br />

con pietre e rocce bianche molto dure, che però<br />

sarebbero andate bene per la costruzione della<br />

strada.<br />

Ritornai nella tenda e pensai con nostalgia alla<br />

mia gente, alla vita serena che conducevo prima.<br />

Mi addormentai molto profondamente. Arrivò il<br />

mattino, mangiammo un po' di pane e bevemmo<br />

un sorso d'acqua; poi il lavoro ebbe inizio e<br />

cominciammo a scavare un solco lungo due<br />

miglia.<br />

Fu un lavoro molto faticoso e, dato che si era<br />

in piena estate, il caldo soffocante quasi non mi<br />

permetteva di respirare.<br />

Il giorno successivo mi fu assegnato un altro<br />

lavoro: dovevo sistemare i sassi rotondi sul fondo<br />

della strada.<br />

I lavori procedevano molto bene, ma, all'im-<br />

provviso dinnanzi a noi si stagliò la sagoma scura di un<br />

grosso animale molto feroce: un orso!<br />

A questo punto successe un grande parapiglia ed io<br />

riuscii a mettermi in salvo inoltrandomi nella boscaglia.<br />

Rimessomi dallo spavento, mi fermai e capii subito che<br />

quella situazione inaspettata, poteva diventare la mia<br />

unica via di fuga. Intorno a me non c'era nessuno e così,<br />

senza pensarci su troppo, cominciai ad allontanarmi cercando<br />

di correre nascondendomi in mezzo agli alberi e ai<br />

cespugli; le voci, le urla, i comandi mi giungevano sempre<br />

più lontani; sentivo invece sempre più forte il battito del<br />

mio cuore, un rumore martellante nella mia testa che quasi<br />

mi stordiva: forse avevano scoperto la mia fuga, forse mi<br />

stavano già inseguendo, forse ormai erano alle mie spalle…<br />

Qualcosa ghermì la mia tunica, inciampai e caddi a<br />

terra privo di sensi.<br />

Quando riaprì gli occhi era buio, intorno a me solo il<br />

silenzio della notte e i rumori del bosco. Capii di avercela<br />

fatta, di essere in salvo!<br />

Illustrazione di Tiziana Furlan, San Polo di Piave

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