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progettazione di un complesso residenziale. scelte progettuali per

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POLITECNICO DI BARI<br />

I FACOLTÀ DI INGEGNERIA<br />

CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE<br />

DIPARTIMENTO DI<br />

ARCHITETTURA E URBANISTICA<br />

______________________________________________<br />

TESI DI LAUREA<br />

PROGETTAZIONE DI UN COMPLESSO<br />

RESIDENZIALE.<br />

SCELTE PROGETTUALI PER LA RIDUZIONE DEI<br />

CONSUMI ENERGETICI AI FINI DELLA<br />

CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI.<br />

Relatore:<br />

Chiar.mo Prof. Ing. Giovanni FUZIO<br />

Correlatore:<br />

Prof. Ing. Emilia CONTE<br />

Tutor E.N.E.A.:<br />

Ing. Vincenzo LATTANZI<br />

ANNO ACCADEMICO 2005-2006<br />

1<br />

Laureando:<br />

Riccardo MILANO<br />

MATR. 502585 C


INDICE<br />

Introduzione pag. 4<br />

Parte prima<br />

Capitolo I.1 Progetti bioecologici pag. 7<br />

Paragrafo I.1.1 Esempi <strong>di</strong> sviluppo sostenibile pag. 7<br />

Paragrafo I.1.2 Alc<strong>un</strong>e considerazioni pag. 12<br />

Capitolo I.2 E<strong>di</strong>fici energeticamente efficienti:<br />

la certificazione energetica ed<br />

il Life cycle assessment pag. 14<br />

Paragrafo I.2.1 E<strong>di</strong>fici energeticamente efficienti pag. 14<br />

Paragrafo I.2.2 La certificazione energetica pag. 17<br />

Paragrafo I.2.3 Il LCA pag. 21<br />

Parte seconda<br />

Capitolo II.1 Il sole nel progetto <strong>di</strong> architettura:<br />

luce ed energia pag. 22<br />

Paragrafo II.1.1 Premesse pag. 22<br />

Paragrafo II.1.2 L’energia solare pag. 23<br />

Paragrafo II.1.3 Il <strong>per</strong>corso del sole pag. 24<br />

Paragrafo II.1.4 La luce pag. 25<br />

Paragrafo II.1.5 L’illuminazione naturale pag. 26<br />

Paragrafo II.1.6 La <strong>progettazione</strong> della luce naturale pag. 27<br />

Paragrafo II.1.7 I materiali pag. 28<br />

Capitolo II.2 Tecniche <strong>di</strong> controllo della luce naturale pag. 29<br />

Paragrafo II.2.1 Premesse pag. 29<br />

Paragrafo II.2.2 La componente trasparente pag. 29<br />

Paragrafo II.2.3 La componente schermante pag. 30<br />

Paragrafo II.2.4 La componente <strong>di</strong> conduzione della luce pag. 31<br />

Capitolo II.3 L’involucro e<strong>di</strong>lizio pag. 32<br />

Paragrafo II.3.1 Generalità pag. 32<br />

Paragrafo II.3.2 Requisiti e prestazioni pag. 33<br />

Capitolo II.4 Evoluzione del controllo ambientale<br />

in architettura pag. 36<br />

Paragrafo II.4.1 Il concetto <strong>di</strong> comfort pag. 36<br />

Paragrafo II.4.2 L’approccio storico al controllo<br />

ambientale in architettura pag. 38<br />

Capitolo II.5 Il microclima e le <strong>scelte</strong> architettoniche pag. 42<br />

Paragrafo II.5.1 I fattori ambientali pag. 42<br />

Paragrafo II.5.2 Le <strong>scelte</strong> <strong>progettuali</strong> pag. 44<br />

2


Paragrafo II.5.3 Sistemi speciali <strong>per</strong> il controllo ambientale pag. 46<br />

Capitolo II.6 Il solare termico e fotovoltaico pag. 49<br />

Paragrafo II.6.1 Premesse pag. 49<br />

Paragrafo II.6.2 Conversione in energia termica ed in<br />

energia elettrica dell’energia solare pag. 50<br />

Paragrafo II.6.3 Conclusioni pag. 51<br />

Parte terza<br />

Capitolo III.1 Il progetto pag. 54<br />

Paragrafo III.1.1 Descrizione delle tipologie e<strong>di</strong>lizie pag. 54<br />

Paragrafo III.1.2 Il progetto del risparmio delle risorse pag. 57<br />

Paragrafo III.1.3 Metodologia <strong>di</strong> calcolo<br />

Il software Recal PE pag. 58<br />

Paragrafo III.1.4 L’analisi costi-benefici pag. 67<br />

Capitolo III.2 I calcoli pag. 70<br />

Paragrafo III.2.1 Calcolo manuale del fabbisogno<br />

energetico <strong>per</strong> la “casa isolata” pag. 70<br />

Paragrafo III.2.2 Calcolo me<strong>di</strong>ante Recal PE <strong>per</strong> le<br />

quattro tipologie. Analisi dei risultati pag. 70<br />

Paragrafo III.2.3 Analisi costi-benefici. Analisi dei risultati pag. 75<br />

Conclusioni pag. 77<br />

Bibliografia pag. 78<br />

Appen<strong>di</strong>ce A Stralcio <strong>di</strong> P.P. <strong>per</strong> la maglia 22 pag. 81<br />

Appen<strong>di</strong>ce B Il progetto pag. 82<br />

Appen<strong>di</strong>ce C Tavole <strong>per</strong> il calcolo del fabbisogno<br />

energetico pag. 107<br />

Appen<strong>di</strong>ce D Calcoli manuali del fabbisogno<br />

energetico <strong>per</strong> la “casa isolata” pag. 111<br />

Appen<strong>di</strong>ce E Analisi costi-benefici pag. 136<br />

Ringraziamenti pag. 141<br />

3


INTRODUZIONE<br />

In Italia, come in altri paesi industrializzati, il settore e<strong>di</strong>lizio è responsabile del<br />

consumo del 40% circa delle risorse energetiche nazionali. Tale aliquota potrebbe<br />

essere ridotta se si mo<strong>di</strong>ficassero i processi costruttivi e se gli e<strong>di</strong>fici fossero<br />

progettati e realizzati seguendo criteri bioclimatici, <strong>di</strong> risparmio energetico e <strong>di</strong><br />

risorse naturali, <strong>di</strong> ricorso alle fonti alternative <strong>di</strong> energia.<br />

I paesi scan<strong>di</strong>navi, da sempre molto sensibili alle questioni ambientali, già da<br />

alc<strong>un</strong>i decenni hanno elaborato strategie mirate alla riduzione dei consumi. Da<br />

alc<strong>un</strong>i anni, tuttavia, l’aumento esponenziale del prezzo del petrolio, la fonte<br />

fossile più utilizzata <strong>per</strong> la produzione <strong>di</strong> energia, <strong>un</strong>ito alla crescente attenzione<br />

nei confronti dell’ambiente, ha spinto anche altri paesi a promuovere le fonti<br />

energetiche alternative e quelle rinnovabili. L’“e<strong>di</strong>lizia ecologica” nasce come<br />

reazione alla grave crisi ambientale <strong>di</strong> cui l’attività del costruire è in parte<br />

responsabile.<br />

La ricerca e la tecnologia nel settore e<strong>di</strong>lizio si sono <strong>di</strong>mostrate pronte nella<br />

s<strong>per</strong>imentazione <strong>di</strong> soluzioni <strong>per</strong> la riduzione del consumo <strong>di</strong> risorse nelle <strong>di</strong>verse<br />

fasi <strong>di</strong> vita dell’organismo e<strong>di</strong>lizio. Purtroppo, <strong>per</strong>ò, tali soluzioni, pur essendosi<br />

rivelate valide, non sono ancora <strong>di</strong>ventate la regola del costruire.<br />

Solo negli ultimi anni si sta assistendo ad <strong>un</strong> cambiamento nei comportamenti <strong>per</strong><br />

<strong>un</strong>a sempre maggiore sensibilità verso i problemi ambientali che, si auspica, possa<br />

condurre verso <strong>un</strong>a sempre maggiore applicazione concreta <strong>di</strong> soluzioni<br />

sostenibili.<br />

Dovrebbe <strong>di</strong>venire <strong>un</strong> obiettivo com<strong>un</strong>e quello <strong>di</strong> progettare e realizzare e<strong>di</strong>fici<br />

confortevoli, ma più sani e meno inquinanti. Case, uffici, scuole sono e<strong>di</strong>fici in<br />

cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, <strong>per</strong>ciò è necessario che essi ci<br />

garantiscano il comfort richiesto; contemporaneamente, <strong>per</strong>ò, non dobbiamo<br />

essere esposti a sostanze nocive <strong>per</strong> la salute e devono ridursi al massimo le<br />

emissioni inquinanti nell’ambiente. Se in <strong>un</strong>’abitazione, <strong>per</strong> esempio, gli ambienti<br />

sono correttamente <strong>di</strong>sposti, con le camere da letto che si affacciano su zone<br />

tranquille e silenziose, gli ambienti giorno e stu<strong>di</strong>o ben illuminati da luce naturale<br />

<strong>per</strong> molte ore al giorno, il verde opport<strong>un</strong>amente utilizzato intorno all’e<strong>di</strong>ficio, si<br />

sarà utilizzato <strong>un</strong> approccio corretto al progetto con <strong>un</strong> insieme <strong>di</strong> accorgimenti<br />

utili a <strong>per</strong>seguire il comfort senza <strong>un</strong>a elevata richiesta energetica.<br />

Materiali, componenti, sistemi utilizzati nell’e<strong>di</strong>lizia sono generalmente molto<br />

costosi in termini <strong>di</strong> energia <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> gestione e hanno <strong>un</strong> notevole<br />

impatto sull’ambiente. Per la costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio <strong>per</strong> civile abitazione <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, ad esempio, occorrono circa 3/5 TEP (tonnellate equivalenti <strong>di</strong><br />

petrolio) <strong>di</strong> energia; <strong>per</strong> la sua successiva gestione energetica è necessario più <strong>di</strong> 1<br />

TEP <strong>di</strong> energia l’anno. Ciò in<strong>di</strong>ca che, in meno <strong>di</strong> cinque anni, la gestione <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

e<strong>di</strong>ficio costa, in termini energetici, quanto la sua realizzazione.<br />

Scegliere le soluzioni meno energivore e <strong>di</strong> minore impatto ambientale <strong>di</strong>venta<br />

quin<strong>di</strong> <strong>un</strong>o dei presupposti del progettare sostenibile. Talvolta ciò può determinare<br />

<strong>un</strong> aumento dell’investimento iniziale ma consente <strong>di</strong> ottenere vantaggi<br />

successivi. È <strong>di</strong>fficile su<strong>per</strong>are l’abitu<strong>di</strong>ne del risparmio imme<strong>di</strong>ato; <strong>per</strong>ciò, è<br />

4


compito <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi attori del processo e<strong>di</strong>lizio sensibilizzare l’utente finale verso la<br />

richiesta <strong>di</strong> efficienza energetico-ambientale. D’altronde, è ormai <strong>di</strong>mostrato da<br />

molteplici realizzazioni che i maggiori investimenti iniziali vengono compensati<br />

in pochi anni da spese ridotte, con contemporanea riduzione dell’inquinamento<br />

ambientale.<br />

Un promotore in<strong>di</strong>spensabile dello sviluppo, e quin<strong>di</strong> dell’e<strong>di</strong>lizia, sostenibile è<br />

certamente l’amministrazione, considerata a tutti i suoi livelli poiché tuttora i<br />

buoni propositi <strong>di</strong> <strong>un</strong>’amministrazione locale potrebbero non essere da soli<br />

sufficienti, come testimonia la tecnologia del solare fotovoltaico, ad esempio, che<br />

non risultando ancora competitiva a livello <strong>di</strong> costi viene incentivata dalle<br />

amministrazioni <strong>di</strong> livello sovralocale.<br />

L’obiettivo principale del presente lavoro <strong>di</strong> tesi è stato allora quello <strong>di</strong> progettare<br />

e<strong>di</strong>fici residenziali mirando alla riduzione dei consumi energetici, e quin<strong>di</strong> dei<br />

relativi costi <strong>di</strong> gestione, rispetto all’e<strong>di</strong>lizia costruita in modo convenzionale.<br />

Attraverso opport<strong>un</strong>e <strong>scelte</strong> <strong>progettuali</strong> si è cercato <strong>di</strong> limitare il fabbisogno <strong>di</strong><br />

energia <strong>di</strong> gestione degli e<strong>di</strong>fici, ridurre quin<strong>di</strong> la loro richiesta <strong>di</strong> combustibile e<br />

<strong>di</strong> conseguenza le emissioni inquinanti. È stato <strong>di</strong>mostrato, poi, che tale<br />

atteggiamento non solo giova all’ambiente ma si traduce anche in risparmio<br />

economico <strong>per</strong> chi sostiene i costi <strong>di</strong> gestione.<br />

Come caso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, si è scelto <strong>di</strong> elaborare <strong>un</strong> progetto nel rispetto dei criteri <strong>per</strong><br />

la partecipazione al Bando pubblico <strong>di</strong> concorso <strong>per</strong> l’in<strong>di</strong>viduazione dei soggetti<br />

attuatori dei programmi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia <strong>residenziale</strong> pubblica agevolata (coo<strong>per</strong>ative<br />

e<strong>di</strong>lizie e loro consorzi, non proprietari dei suoli) <strong>per</strong> l’assegnazione in <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

proprietà ai sensi dell’art.35 l.865/71 e s.m.i. dei suoli nell’ambito dei piani<br />

particolareggiati nelle maglie 20 - 21 - 22 e nelle zone <strong>di</strong> espansione c1 e c2 del<br />

PRG che si dovessero rendere <strong>di</strong>sponibili, emanato da Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Bari il 7<br />

Febbraio 2006, in cui l’amministrazione ha espresso la volontà <strong>di</strong> promuovere<br />

<strong>un</strong>’e<strong>di</strong>lizia sostenibile <strong>per</strong> l’ambiente e la salute dell’uomo, tanto che il p<strong>un</strong>teggio<br />

<strong>per</strong> la formazione degli elenchi degli aventi <strong>di</strong>ritto viene assegnato anche sulla<br />

base dei criteri <strong>di</strong> bioe<strong>di</strong>lizia utilizzati nel progetto.<br />

Fra i principi espressi del paragrafo Criteri generali del suddetto bando si legge,<br />

al capo 2) del paragrafo A), che lo stesso è stato pre<strong>di</strong>sposto <strong>per</strong> consentire<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> materiali, tecnologie ed impianti in linea con i principi della<br />

Bioarchitettura e della Bioe<strong>di</strong>lizia e finalizzato quin<strong>di</strong> alla realizzazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici<br />

sani, capaci <strong>di</strong> consentire risparmi <strong>di</strong> materie ed energia e l’utilizzo <strong>di</strong> fonti<br />

rinnovabili assicurando contemporaneamente benessere e salubrità agli spazi<br />

interni nonché <strong>un</strong>o sviluppo armonioso e sostenibile del territorio, dell’ambiente<br />

urbano e dell’intervento e<strong>di</strong>lizio e che, come prevede la Com<strong>un</strong>icazione della<br />

Commissione Europea COM(2004)60 del 11.02.2004 intitolata “Verso <strong>un</strong>a<br />

strategia tematica sull’ambiente urbano”, gli interventi e<strong>di</strong>li dovranno essere<br />

allineati con quanto già previsto dalla Direttiva Com<strong>un</strong>itaria 2002/91/CE del 16<br />

<strong>di</strong>cembre 2001, pubblicata su GUCE L1/65 del 4/1/2003 sulla certificazione<br />

energetica degli e<strong>di</strong>fici e coerenti con i principi della Bioarchitettura e della<br />

bioe<strong>di</strong>lizia e quin<strong>di</strong> utilizzare materiali, processi e meto<strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizi rispettosi della<br />

5


salute degli abitanti, possibilmente <strong>di</strong> origine naturale ed a basso impatto<br />

ambientale.<br />

Il progetto <strong>di</strong> tesi è stato elaborato espressamente <strong>per</strong> le maglie 21 e 22 incluse nel<br />

Bando, soggette naturalmente agli strumenti urbanistici <strong>di</strong> cui è dotato il Com<strong>un</strong>e<br />

<strong>di</strong> Bari, in particolare il P.P. (Piano Particolareggiato) adottato<br />

dall’Amministrazione il 7 Aprile 1998, che <strong>per</strong>ò visto il <strong>per</strong>iodo della sua<br />

redazione non risponde ai criteri riferiti nel Bando.<br />

Le tipologie e<strong>di</strong>lizie progettate <strong>per</strong> il lavoro <strong>di</strong> tesi, allora, talvolta hanno rispettato<br />

le in<strong>di</strong>cazioni del P.P. altre se ne sono <strong>di</strong>scostate <strong>per</strong> proporre e<strong>di</strong>fici dal<br />

comportamento ambientale ed energetico ritenuto più efficiente.<br />

La tesi si è svolta in collaborazione con l’ENEA “Dipartimento Tecnologie <strong>per</strong><br />

l’Energia, fonti rinnovabili e risparmio energetico” – Bari, che ha fornito<br />

competenze specifiche e supporto software <strong>per</strong> la verifica energetica.<br />

6


CAPITOLO I.1 – PROGETTI BIOECOLOGICI<br />

Nel presente capitolo sono riferiti alc<strong>un</strong>i esempi <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti progettati,<br />

realizzati e gestiti con attenzione particolare alla tutela dell’ambiente ed al<br />

contenimento del consumo <strong>di</strong> risorse.<br />

PARAGRAFO I.1.1 - ESEMPI DI SVILUPPO SOSTENIBILE<br />

Il quartiere Vauban a Friburgo (Germania)<br />

Nel 1992 i francesi resero al governo tedesco <strong>un</strong>a caserma, sita nella <strong>per</strong>iferia <strong>di</strong><br />

Friburgo, denominata Vauban. Gli amministratori della città e molti citta<strong>di</strong>ni<br />

videro in quest’area <strong>di</strong>smessa <strong>un</strong>’occasione <strong>un</strong>ica <strong>per</strong> creare <strong>un</strong> nuovo quartiere<br />

<strong>residenziale</strong>. Il Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Friburgo, quin<strong>di</strong>, acquistò dal governo l’area, ampia<br />

circa 38 are, <strong>per</strong> realizzare <strong>un</strong> quartiere ad alta densità <strong>per</strong> <strong>di</strong>fferenti gruppi sociali,<br />

e le lasciò in nome <strong>di</strong> Vauban.<br />

L’area <strong>di</strong>sta dal centro città circa 2 km e confina con <strong>un</strong>a zona verde destinata allo<br />

sport ed allo svago.<br />

Alc<strong>un</strong>i dei vecchi e<strong>di</strong>fici militari furono ceduti dal Com<strong>un</strong>e alle organizzazioni<br />

studentesche affinché li trasformassero in alloggi <strong>per</strong> studenti; l’area rimanente fu<br />

sud<strong>di</strong>visa in piccoli lotti venduti dal Com<strong>un</strong>e principalmente a privati ed a gruppi<br />

locali <strong>per</strong> i quali si auspicava l’inse<strong>di</strong>amento in prossimità del centro città. Questa<br />

lottizzazione si rivelò presto <strong>un</strong>’idea vincente <strong>per</strong>ché facilitò la creazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenti tipologie abitative ed architettoniche.<br />

Dopo <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go <strong>di</strong>battito, il Consiglio com<strong>un</strong>ale decise la demolizione degli e<strong>di</strong>fici<br />

<strong>di</strong> minor pregio presenti sull’area, ad eccezione della mensa ufficiali destinata ad<br />

essere trasformata in <strong>un</strong> “centro del citta<strong>di</strong>no”.<br />

Si decise, <strong>per</strong>ò, <strong>di</strong> non integrare nel progetto <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o alc<strong>un</strong>e aree<br />

temporaneamente prese in prestito, prima dei lavori <strong>di</strong> risistemazione, da <strong>un</strong><br />

accampamento <strong>di</strong> noma<strong>di</strong>, da <strong>un</strong>a cucina <strong>per</strong> <strong>per</strong>sone senza tetto, dall’Esercito<br />

della Salvezza e da <strong>un</strong> centro autonomo giovanile, affinché non si corresse il<br />

rischio <strong>di</strong> allontanare gli investitori privati. Restarono invece allo stu<strong>di</strong>o iniziative<br />

che prevedevano la trasformazione in centri culturali e sociali <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i degli<br />

e<strong>di</strong>fici militari rimasti.<br />

Il Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Friburgo formulò gli obiettivi da raggi<strong>un</strong>gere con il progetto<br />

secondo il concetto <strong>di</strong> “pianificazione <strong>di</strong>dattica”, che implicava <strong>un</strong>’elevata<br />

flessibilità nel reagire a nuove esigenze emergenti e nuove proposte da parte della<br />

citta<strong>di</strong>nanza. Le azioni centrali furono in<strong>di</strong>viduate in:<br />

- creazione <strong>di</strong> abitazioni in prossimità del centro città;<br />

- creazione <strong>di</strong> alloggi <strong>per</strong> <strong>di</strong>fferenti categorie sociali;<br />

- commistione delle f<strong>un</strong>zioni abitative e lavorative;<br />

- sud<strong>di</strong>visione in lotti piccoli e me<strong>di</strong> <strong>per</strong> consentire la creazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti stili<br />

abitativi;<br />

- conservazione/sviluppo delle aree ver<strong>di</strong> esistenti e creazione <strong>di</strong> nuove;<br />

- smaltimento naturale e uso delle acque piovane;<br />

- priorità assegnata ai trasporti pubblici e creazione <strong>di</strong> vie pedonali e ciclabili;<br />

- allaccio <strong>di</strong> tutti gli e<strong>di</strong>fici alla centrale termica com<strong>un</strong>ale;<br />

7


- <strong>progettazione</strong> e realizzazione <strong>di</strong> tutti gli e<strong>di</strong>fici a basso consumo energetico;<br />

- creazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> centro <strong>di</strong> quartiere con negozi e servizi <strong>di</strong> necessità quoti<strong>di</strong>ana;<br />

- creazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> ambiente accogliente <strong>per</strong> famiglie e bambini;<br />

- costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a scuola elementare ed altri servizi <strong>per</strong> bambini;<br />

- partecipazione attiva della citta<strong>di</strong>nanza al progetto.<br />

Ne nacque il “Forum Vauban” costituito da citta<strong>di</strong>ni sensibili che vedevano nel<br />

recu<strong>per</strong>o e nella riqualificazione dell’area militare <strong>un</strong>’occasione <strong>un</strong>ica <strong>per</strong><br />

realizzare <strong>un</strong> prototipo <strong>di</strong> quartiere <strong>residenziale</strong> ecologico. Il forum si organizzò in<br />

gruppi <strong>di</strong> lavoro programmando campagne d’informazione ed altre manifestazioni<br />

relative allo sviluppo del quartiere. Costituito come associazione senza fini <strong>di</strong><br />

lucro, il forum ha circa 300 soci ed oggi è responsabile della partecipazione della<br />

citta<strong>di</strong>nanza ai processi progettuale, realizzativo e gestionale del quartiere. Il<br />

concetto <strong>di</strong> quartiere socio-ecologico è nato proprio dal lavoro dei gruppi, a<strong>per</strong>ti a<br />

tutta la citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Il forum è membro consultivo del gruppo consigliare del Com<strong>un</strong>e. Nelle ri<strong>un</strong>ioni<br />

del gruppo, i consiglieri del Com<strong>un</strong>e ed i rappresentanti dell’amministrazione<br />

<strong>di</strong>scutono le questioni relative allo sviluppo del quartiere, prima del voto in<br />

Consiglio com<strong>un</strong>ale. Molti suggerimenti della popolazione <strong>per</strong>tanto sono stati<br />

portati, con successo, dal forum al voto del Consiglio.<br />

Nella fase iniziale, <strong>un</strong> lavoro <strong>di</strong> massima importanza consisteva<br />

nell’in<strong>di</strong>viduazione dei futuri abitanti del quartiere. A questo scopo, il forum,<br />

insieme all’amministrazione com<strong>un</strong>ale, organizzò la campagna “Primavera<br />

dell’abitare a Friburgo”, nell’ambito della quale fu presentato al grande pubblico<br />

l’in<strong>di</strong>rizzo ecologico del progetto. La campagna consistette nella <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

volantini, nell’affissione <strong>di</strong> manifesti, nonché in <strong>un</strong>a mostra mobile presente nelle<br />

piazze della città ed in occasione <strong>di</strong> mercatini.<br />

Per il loro impegno esemplare e la coo<strong>per</strong>azione con la citta<strong>di</strong>nanza, la città <strong>di</strong><br />

Friburgo ed il forum sono stati scelti dal governo tedesco <strong>per</strong> presentare il lavoro<br />

svolto alla conferenza mon<strong>di</strong>ale dell’abitare Habitat II ad Istanbul nel 1992.<br />

Negli anni 1997-1999, <strong>per</strong> la coor<strong>di</strong>nazione del progetto “Realizzazione del<br />

quartiere sostenibile Vauban”, il forum ricevette <strong>un</strong> sostegno finanziario da parte<br />

dell’UE nell’ambito del programma LIFE.<br />

Nel 1999, il forum ha pubblicato il libro “Lo sviluppo sostenibile inizia nel<br />

quartiere” (www.vauban.de), <strong>un</strong> manuale rivolto ad urbanisti, amministratori<br />

com<strong>un</strong>ali, coo<strong>per</strong>ative ed iniziative <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni.<br />

Nel 1999, il forum ha anche pubblicato <strong>un</strong> manuale rivolto ad urbanisti,<br />

amministratori com<strong>un</strong>ali, coo<strong>per</strong>ative ed iniziative <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni.<br />

Il quartiere solare “Am Schlierberg” <strong>di</strong> Friburgo (Germania)<br />

Il quartiere solare “Am Schlierberg” dell’architetto Rolf Disch sorge a sud del<br />

centro storico <strong>di</strong> Friburgo ed è stato costruito secondo criteri <strong>di</strong> “ecologia” e <strong>di</strong><br />

“efficienza energetica”. In bicicletta, il centro della città è raggi<strong>un</strong>gibile in soli<br />

<strong>di</strong>eci minuti. Nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze si trovano tutti i servizi <strong>per</strong> la vita<br />

quoti<strong>di</strong>ana: su<strong>per</strong>mercati, panetterie, farmacie, stu<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci, ecc.<br />

Il progetto comprende 50 case a schiera immerse nel verde che producono più<br />

energia <strong>di</strong> quella consumata dagli abitanti.<br />

8


Le falde dei tetti, esposte verso sud, sono interamente rico<strong>per</strong>te da pannelli<br />

fotovoltaici che producono energia elettrica. Le case <strong>di</strong>ventano così vere e proprie<br />

centrali che forniscono energia senza inquinare e <strong>per</strong> i proprietari rappresentano<br />

anche <strong>un</strong>a fonte <strong>di</strong> guadagno.<br />

Per questa ragione le case del <strong>complesso</strong> “Am Schlierberg” sono state fregiate del<br />

titolo Plusenergiehäuser, attribuito agli e<strong>di</strong>fici che producono l’energia <strong>di</strong> cui<br />

hanno bisogno.<br />

Le case possiedono <strong>un</strong> isolamento termico molto efficiente ed <strong>un</strong> impianto <strong>di</strong><br />

ventilazione che consente <strong>di</strong> riscaldare l’aria fredda invernale con quella calda<br />

esausta. Una casa solare <strong>di</strong> questo tipo richiede <strong>per</strong> il suo riscaldamento solo <strong>un</strong><br />

decimo dell’energia necessaria <strong>per</strong> <strong>un</strong>a casa convenzionale. A questo contribuisce<br />

anche il sole, che in inverno penetra dalle finestre esposte a sud, mentre in estate il<br />

tetto solare ed i balconi ombreggiano le finestre stesse e, <strong>per</strong>tanto, le tem<strong>per</strong>ature<br />

rimangono sempre gradevoli.<br />

Il sistema costruttivo delle case si compone <strong>di</strong> telai in legno ed elementi <strong>di</strong><br />

tamponatura, anch’essi legnei, con <strong>un</strong>o spesso strato <strong>di</strong> isolamento termico<br />

esternamente rivestito con doghe in legno. Le finestre sono le stesse utilizzate<br />

negli e<strong>di</strong>fici passivi, aventi trasmittanza estremamente ridotta. I balconi sono<br />

costituiti da costruzioni metalliche montate davanti alle facciate a sud come<br />

elementi in<strong>di</strong>pendenti, in modo tale da non creare ponti termici. Materiali naturali<br />

ed <strong>un</strong> design ricercato creano <strong>un</strong> ambiente abitativo salubre e piacevole.<br />

Ogni famiglia ha a <strong>di</strong>sposizione <strong>un</strong>a piccola costruzione annessa <strong>per</strong> attrezzi da<br />

giar<strong>di</strong>naggio, biciclette e motorini.<br />

Come nel quartiere Vauban, anche nell’“Am Schlierberg” la programmazione e la<br />

<strong>progettazione</strong> seguono il concetto <strong>di</strong> “pianificazione <strong>di</strong>dattica”.<br />

Il quartiere Nancystrasse a Karlsruhe (Germania)<br />

L’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Nancystrasse sorge sull’area <strong>di</strong> <strong>un</strong> ex campo sportivo: tipico<br />

esempio <strong>di</strong> quartiere urbanistico ecosostenibile, è <strong>un</strong> rione solare senza<br />

automobili, integrato nella rete delle piste ciclabili della città <strong>di</strong> Karlsruhe. Il suo<br />

progetto è stato elaborato da <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> studenti <strong>di</strong> architettura in<br />

collaborazione con l’“Iniziativa Architettura e Sostenibilità<br />

(www.nancystrasse.oekosiedl<strong>un</strong>gen.de), <strong>un</strong>’associazione che si occupa <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia<br />

ecologica.<br />

Nancystrasse è costituito da 140 <strong>un</strong>ità abitative <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente taglio <strong>per</strong> 416 abitanti<br />

(<strong>per</strong>sone singole, famiglie, anziani, com<strong>un</strong>ità) che sorgono su <strong>un</strong>’area complessiva<br />

<strong>di</strong> 26.700 m 2 , assieme a locali a destinazione terziaria e <strong>per</strong> attività collettive. Vi<br />

sono solo 36 posteggi <strong>per</strong> automobili, invece dei 140 richiesti dal regolamento<br />

urbanistico, <strong>di</strong> cui alc<strong>un</strong>i riservati all’asilo, agli uffici ed ai negozi, essendo<br />

previsto <strong>un</strong> servizio <strong>di</strong> CarSharing.<br />

Una centrale <strong>di</strong> cogenerazione alimentata con biomassa fornisce oltre all’acqua<br />

calda sanitaria e <strong>per</strong> il riscaldamento anche <strong>un</strong>a parte del fabbisogno elettrico.<br />

Gli e<strong>di</strong>fici <strong>per</strong> abitazione, che sfruttano l’energia solare in maniera passiva ed<br />

attiva, sono stati realizzati secondo <strong>di</strong>fferenti tipologie architettoniche e, va<br />

sottolineato, con pareti composte <strong>di</strong> doghe <strong>di</strong> legno accatastate<br />

(Brettstapelbauweise) e con isolamento termico <strong>di</strong> fibre <strong>di</strong> canapa e fiocchi <strong>di</strong><br />

9


cellulosa, tutti materiali naturali. Sui tetti e sulle facciate sono previsti collettori<br />

solari e pannelli fotovoltaici e nelle abitazioni sono previsti servizi igienici con<br />

sistema <strong>di</strong> scarico sottovuoto <strong>per</strong> il risparmio idrico.<br />

Il processo urbanistico previde <strong>un</strong>’intensa partecipazione dei futuri abitanti, ai<br />

quali fu data l’opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> intervenire nella <strong>progettazione</strong> della propria<br />

abitazione.<br />

Il bilancio ecologico del quartiere è la specificità del progetto eseguito<br />

dall’architetto Holger Wolpensinger quale argomento della sua tesi <strong>di</strong> laurea. Per<br />

poter valutare il progetto dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista della qualità ambientale, sono stati<br />

analizzati e valutati tre scenari:<br />

- il “caso convenzionale”, che si basa sui dati statistici relazioni alle attuali<br />

costruzioni;<br />

- il “caso migliore” (best case), che si ha quando nel progetto sono<br />

sistematicamente utilizzate tutte le buone soluzioni derivanti dalle es<strong>per</strong>ienze<br />

s<strong>per</strong>imentate in altri quartieri ecologici;<br />

- il “caso peggiore” (worst case), che si ha quando si verificano gran<strong>di</strong> sprechi <strong>di</strong><br />

risorse.<br />

Per tutti e tre gli scenari è stato eseguito <strong>un</strong> bilancio ecologico che non si limita<br />

solamente agli aspetti urbanistici ed e<strong>di</strong>lizi, ma include anche la mobilità e lo stile<br />

<strong>di</strong> vita degli abitanti.<br />

Per quanto riguarda gli e<strong>di</strong>fici, nel bilancio ecologico si è tenuto conto dei<br />

seguenti parametri:<br />

- sistema costruttivo, me<strong>di</strong>ante il confronto <strong>di</strong> <strong>un</strong>a costruzione in muratura ed in<br />

cemento armato con <strong>un</strong>a costruzione in legno;<br />

- tipologia degli e<strong>di</strong>fici (villetta, palazzo <strong>residenziale</strong>, e<strong>di</strong>ficio compatto);<br />

- consumo d’energia primaria (CEP) dell’e<strong>di</strong>ficio;<br />

- CEP dei materiali da costruzione, inclusi i relativi trasporti;<br />

- efficienza dell’isolamento termico;<br />

- EP <strong>per</strong> il riscaldamento e la produzione d’acqua calda sanitaria;<br />

- CEP derivante dai consumi elettrici;<br />

- CEP legato all’approvvigionamento d’energia e d’acqua.<br />

Vi sono alc<strong>un</strong>e significative riflessioni che si possono condurre a seguito<br />

dell’applicazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> bilancio ecologico ad <strong>un</strong> progetto.<br />

Secondo le statistiche ufficiali, ogni europeo consuma me<strong>di</strong>amente 45.000 kWh <strong>di</strong><br />

energia primaria all’anno, <strong>di</strong> cui 39.000 kWh sono determinati dalla tipologia<br />

urbanistica ed architettonica e dallo stile <strong>di</strong> vita. Lo scenario “caso migliore”<br />

<strong>di</strong>mostra che sarebbe possibile ridurre i consumi energetici nella misura del 75%.<br />

Questa riduzione è realizzabile con l’attuazione <strong>di</strong> tutte le misure <strong>di</strong> risparmio <strong>di</strong><br />

cui oggi si <strong>di</strong>spone.<br />

L’abitante che già conduce <strong>un</strong>a vita ecologica, consuma solo prodotti naturali,<br />

viaggia poco in automobile, spesso vive in <strong>un</strong>a casa che ha <strong>un</strong> isolamento termico<br />

insufficiente ed è riscaldata da <strong>un</strong>a normale caldaia a gas; consuma così solo la<br />

metà dell’energia primaria rispetto ad <strong>un</strong> citta<strong>di</strong>no con altro stile <strong>di</strong> vita, ma<br />

potrebbe risparmiarne ancora <strong>di</strong> più se la sua casa fosse termicamente ben isolata<br />

ed utilizzasse fonti alternative <strong>di</strong> energia.<br />

10


Il bilancio ecologico è quin<strong>di</strong> <strong>un</strong> ottimo strumento <strong>per</strong> scoprire le potenzialità <strong>di</strong><br />

risparmio energetico in molti settori e <strong>per</strong> quantificare i singoli impatti ambientali.<br />

Sono oggi <strong>di</strong>sponibili vari software che consentono <strong>di</strong> calcolare questi bilanci nel<br />

corso della <strong>progettazione</strong>.<br />

L’intervento <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia <strong>residenziale</strong> nei lotti 1A e 1B del comparto <strong>di</strong><br />

espansione C1.9 del com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Ozzano dell’Emilia (BO)<br />

Con questo piccolo intervento <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia <strong>residenziale</strong> (sono previste due palazzine<br />

<strong>di</strong> tre piani l’<strong>un</strong>a, ogn<strong>un</strong>a comprendente sei alloggi), il com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Ozzano si<br />

propone <strong>di</strong> creare <strong>un</strong> luogo e<strong>di</strong>ficato che assicuri “il miglior comfort abitativo ed<br />

<strong>un</strong>’elevata qualità della vivibilità, secondo criteri biocompatibili, a vantaggio<br />

dell’ambiente in generale e degli occupanti in particolare” come si può leggere<br />

nel commento dei progettisti.<br />

Per <strong>per</strong>seguire tali obiettivi, il bando del Com<strong>un</strong>e suggerisce l’utilizzo <strong>di</strong> soluzioni<br />

a basso impatto ambientale, l’impiego <strong>di</strong> materiali da costruzione ecologici e<br />

biocompatibili, <strong>di</strong> sistemi energetici e tecnologici a basso consumo e, <strong>per</strong> quanto<br />

possibile, non inquinanti.<br />

È stato stu<strong>di</strong>ato <strong>un</strong> assetto tipologico che, <strong>per</strong> entrambi i lotti, consideri<br />

in<strong>di</strong>fferentemente <strong>di</strong>:<br />

- massimizzare l’esposizione Est-Ovest delle pareti finestrate <strong>di</strong> tutti gli alloggi;<br />

- massimizzare la quantità <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie <strong>per</strong>meabile effettiva.<br />

È evidente che, assumendo questi come criteri guida della <strong>progettazione</strong>, si sono<br />

o<strong>per</strong>ate alc<strong>un</strong>e <strong>scelte</strong> <strong>di</strong> semplificazione della morfologia, ed in particolare è<br />

sembrato opport<strong>un</strong>o, data anche la modesta <strong>di</strong>mensione dell’intervento, limitare<br />

l’offerta a due sole tipologie <strong>di</strong> alloggio, ripetendole <strong>per</strong> i tre piani dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

I <strong>di</strong>spositivi attivi e passivi adottati a favore della compatibilità ambientale sono:<br />

- i pannelli solari ad acqua;<br />

- i pannelli fotovoltaici;<br />

- le co<strong>per</strong>ture delle autorimesse interrate realizzate come <strong>un</strong> tetto verde;<br />

- i frangisole posti a <strong>di</strong>fesa delle finestre ad Ovest;<br />

- gli importanti aggetti delle falde <strong>di</strong> co<strong>per</strong>tura;<br />

- i sottotetti ventilati;<br />

- le murature <strong>di</strong> forte spessore e <strong>di</strong> grande massa.<br />

In particolare, i sistemi attivi sono costituiti principalmente da:<br />

- pannelli solari <strong>di</strong>sposti in co<strong>per</strong>tura, utilizzati <strong>per</strong> la produzione <strong>di</strong> acqua calda<br />

sanitaria e <strong>per</strong> il riscaldamento;<br />

- pompa <strong>di</strong> calore ad alto ren<strong>di</strong>mento, f<strong>un</strong>zionante solo <strong>per</strong> tem<strong>per</strong>ature ambiente<br />

su<strong>per</strong>iori a 20°;<br />

- cellule fotovoltaiche <strong>per</strong> la trasformazione dell’energia solare in energia<br />

elettrica, collegate ad <strong>un</strong> accumulo <strong>di</strong> batterie, ad <strong>un</strong>a rete <strong>di</strong> corrente continua <strong>per</strong><br />

luci <strong>di</strong> sicurezza, lampioni ed apparecchiature tecnologiche varie.<br />

È previsto anche <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> accumulo delle acque piovane, raccolte dalle<br />

co<strong>per</strong>ture, filtrate e convogliate in <strong>un</strong>a vasca interrata, da riutilizzare nelle<br />

abitazioni <strong>per</strong> scarichi e altri fini.<br />

11


PARAGRAFO I.1.2 - ALCUNE CONSIDERAZIONI<br />

L’“e<strong>di</strong>lizia ecologica” nasce come reazione alla grave crisi ambientale <strong>di</strong> cui<br />

l’attività del costruire è in parte responsabile. L’applicazione dei criteri <strong>di</strong><br />

bioe<strong>di</strong>lizia incontra ancora <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>fficoltà dato che i committenti <strong>per</strong> primi non<br />

sono propensi a valutare le conseguenze ambientali delle <strong>scelte</strong> costruttive<br />

adottate. Solo negli ultimi anni si sta assistendo ad <strong>un</strong> cambiamento nei<br />

comportamenti <strong>per</strong> <strong>un</strong>a sempre maggiore sensibilità verso i problemi ambientali<br />

che, si auspica, possa condurre verso <strong>un</strong>a sempre maggiore applicazione concreta<br />

<strong>di</strong> soluzioni sostenibili.<br />

È sufficiente anche solo <strong>un</strong>a rapida analisi delle strategie architettoniche antiche,<br />

<strong>per</strong> rendersi conto che l’applicazione <strong>di</strong> principi bioclimatici non è affatto nuova.<br />

Infatti, <strong>per</strong> scarsità <strong>di</strong> risorse energetiche e <strong>per</strong> limitazione tecnologica, l’<strong>un</strong>ico<br />

modo in cui l’uomo poteva proteggersi dalle con<strong>di</strong>zioni climatiche avverse<br />

avveniva tramite l’architettura stessa. Per citare <strong>un</strong> solo esempio significativo, il<br />

noto “trullo” pugliese sfrutta la capacità termica dei materiali dell’involucro<br />

e<strong>di</strong>lizio <strong>per</strong> mantenere quasi costante durante tutto l’anno la tem<strong>per</strong>atura<br />

ambientale interna.<br />

Purtroppo, dopo la sco<strong>per</strong>ta dell’energia elettrica, si è <strong>per</strong>so quasi del tutto il<br />

ricorso a tali principi.<br />

Ora <strong>per</strong>ò la situazione è cambiata. Le problematiche energetiche e quelle relative<br />

all’inquinamento ambientale ci costringono a ripensare al modo in cui usiamo le<br />

risorse energetiche.<br />

Bisogna affrontare la situazione in <strong>un</strong>’ottica <strong>di</strong>versa, cercando <strong>di</strong> offrire buoni<br />

livelli <strong>di</strong> comfort ambientale ma, allo stesso tempo, minimizzando l’uso delle<br />

risorse energetiche inquinanti ed aumentando l’uso <strong>di</strong> fonti energetiche<br />

rinnovabili e pulite, come l’energia solare.<br />

Il “sesto carburante”, cioè il risparmio energetico ottenibile me<strong>di</strong>ante <strong>un</strong> migliore<br />

isolamento termico, costituisce potenzialmente la maggiore componente <strong>di</strong><br />

risparmio. La riduzione del fabbisogno energetico <strong>per</strong> il riscaldamento, allora, è<br />

<strong>un</strong>o dei fattori su cui si è concentrata l’attenzione dei progettisti che hanno voluto<br />

s<strong>per</strong>imentare nuove soluzioni <strong>progettuali</strong> e tecnologiche. Una coibentazione ben<br />

progettata e realizzata correttamente è la via più pratica ed al tempo stesso più<br />

economica <strong>per</strong> la salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente dall’inquinamento generato dai gas<br />

<strong>di</strong> scarico dei sistemi <strong>di</strong> riscaldamento a combustione.<br />

I progettisti si sono interrogati anche sulla scelta dei materiali da ado<strong>per</strong>are: il<br />

cemento armato, l’asfalto, le guaine bituminose, ecc, oramai <strong>di</strong>venute<br />

praticamente le <strong>un</strong>iche tecnologie impiegate a servizio del costruire, sono adesso<br />

sempre più frequentemente sostituite da materiali naturali quali le fibre, il legno,<br />

ecc; questi ultimi, sono facilmente riciclabili, poco inquinanti e, <strong>un</strong>a volta<br />

terminata la loro f<strong>un</strong>zione nelle costruzioni, possono essere riciclati o riassorbiti<br />

nei cicli naturali dell’ambiente. L’utilizzo <strong>di</strong> materiali naturali e <strong>di</strong> soluzioni<br />

tecniche volte ad <strong>un</strong>a maggiore qualità e<strong>di</strong>lizia garantiscono benefici in termini <strong>di</strong><br />

salubrità e quin<strong>di</strong> garanzia <strong>per</strong> la salute.<br />

12


L’obiettivo generale dell’e<strong>di</strong>lizia ecologica è allora quello <strong>di</strong> progettare e costruire<br />

e<strong>di</strong>fici che non provochino sprechi e che non esercitino gravi effetti negativi<br />

sull’ambiente e sulla salute degli abitanti. Bisogna quin<strong>di</strong>:<br />

1. valutare seriamente i fabbisogni e usare razionalmente il territorio;<br />

2. progettare in rapporto al clima locale e sfruttare l’energia solare;<br />

3. ridurre i consumi <strong>di</strong> energia non rinnovabile ed usare fonti energetiche<br />

rinnovabili;<br />

4. evitare emissioni dannose (fumi, gas, acque <strong>di</strong> scarico, rifiuti);<br />

5. ridurre gli sprechi <strong>di</strong> acqua potabile e garantire <strong>un</strong>o smaltimento sicuro delle<br />

acque reflue;<br />

6. costruire e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> più alta qualità, durevoli, salubri e sicuri anche in caso <strong>di</strong><br />

incen<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> calamità naturali;<br />

7. non mettere in <strong>per</strong>icolo la salute dei lavoratori e degli abitanti;<br />

8. utilizzare materiali ottenuti da materie prime rigenerabili, locali e riciclabili;<br />

9. gestire ecologicamente i rifiuti da cantiere;<br />

10. rispettare la vegetazione, la fa<strong>un</strong>a, il paesaggio, ecc.<br />

13


CAPITOLO I.2 – EDIFICI ENERGETICAMENTE EFFICIENTI: LA<br />

CERTIFICAZIONE ENERGETICA ED IL LIFE CYCLE ASSESSMENT<br />

PARAGRAFO I.2.1 – EDIFICI ENERGETICAMENTE EFFICIENTI<br />

Sono considerati e<strong>di</strong>fici energeticamente efficienti gli e<strong>di</strong>fici a basso consumo<br />

energetico, gli e<strong>di</strong>fici passivi e gli e<strong>di</strong>fici a consumo energetico zero (definizione<br />

attribuita sul sito www.miniwatt.it).<br />

Per rendere <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio energeticamente efficiente sono necessarie alc<strong>un</strong>e <strong>scelte</strong><br />

<strong>progettuali</strong>.<br />

Orientamento<br />

L’orientamento migliore sarebbe quello verso sud: esso, infatti, consente lo<br />

sfruttamento degli apporti solari anche in inverno. Questo orientamento, <strong>per</strong>ò, non<br />

è in<strong>di</strong>spensabile come <strong>di</strong>mostrato da molti e<strong>di</strong>fici energeticamente efficienti che<br />

hanno <strong>un</strong> orientamento <strong>di</strong>fferente.<br />

Rapporto su<strong>per</strong>ficie/volume<br />

Un rilevante fattore <strong>per</strong> il fabbisogno energetico è la compattezza dell’e<strong>di</strong>ficio<br />

espressa dal rapporto tra su<strong>per</strong>ficie (S) dell'involucro e il volume (V) che lo<br />

racchiude. Il rapporto S/V dovrebbe essere


Ventilazione controllata<br />

Gli e<strong>di</strong>fici energeticamente efficienti possiedono <strong>un</strong> impianto <strong>di</strong> ventilazione che<br />

controlla il ricambio d’aria che deve essere <strong>di</strong> almeno 30-36 m 3 /h <strong>per</strong>sona. Il<br />

ricambio d’aria deve essere regolabile in<strong>di</strong>vidualmente: <strong>per</strong> esempio, in presenza<br />

<strong>di</strong> fumatori deve essere possibile aumentare la ventilazione.<br />

Recu<strong>per</strong>o <strong>di</strong> calore<br />

La ventilazione meccanica consente il recu<strong>per</strong>o del calore contenuto nell’aria in<br />

uscita <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong> scambiatori <strong>di</strong> calore che lo trasferiscono all’aria in entrata.<br />

Per ottenere <strong>un</strong> buon risultato <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o, questi scambiatori devono avere <strong>un</strong><br />

ren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> almeno il 60-75 %.<br />

Scambiatori <strong>di</strong> calore interrati<br />

Gli scambiatori interrati, in uso già da molto tempo in sistemi <strong>di</strong> riscaldamento,<br />

consentono <strong>di</strong> riscaldare o raffreddare l’aria in entrata, <strong>per</strong>ché alla profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

100-150 cm, la tem<strong>per</strong>atura rimane quasi costante <strong>per</strong> tutto l’anno. L’aria esterna,<br />

prima <strong>di</strong> entrare nel sistema <strong>di</strong> ventilazione, passa <strong>per</strong> lo scambiatore interrato<br />

riscaldandosi o raffreddandosi. In inverno, l’aria <strong>di</strong> 0°C, passata <strong>per</strong> lo<br />

scambiatore, può acquistare <strong>un</strong>a tem<strong>per</strong>atura fino a 10-12°C, mentre in estate,<br />

l’aria con <strong>un</strong>a tem<strong>per</strong>atura oltre 30°C si raffredda fino a 25-27°C.<br />

Riscaldamento<br />

Negli e<strong>di</strong>fici ad alta efficienza energetica si sfrutta, in primo luogo e in maniera<br />

passiva, l’energia solare, ma, nei giorni più fred<strong>di</strong> dell’anno, questa non è<br />

normalmente sufficiente <strong>per</strong> portare la tem<strong>per</strong>atura all’interno dell’e<strong>di</strong>ficio ai<br />

desiderati 19-20°C <strong>per</strong> cui si ha bisogno anche <strong>di</strong> <strong>un</strong> impianto <strong>di</strong> riscaldamento.<br />

La produzione <strong>di</strong> calore è normalmente affidata ad <strong>un</strong>a caldaia a condensazione o<br />

ad <strong>un</strong>a pompa <strong>di</strong> calore; in certi casi è sufficiente anche <strong>un</strong> collettore solare ad<br />

acqua.<br />

Collettori solari<br />

La produzione d’acqua calda sanitaria con collettori solari riduce notevolmente i<br />

consumi energetici ed è <strong>per</strong>tanto economica. Con il risparmio energetico ottenuto<br />

i costi <strong>di</strong> <strong>un</strong> collettore si recu<strong>per</strong>ano in pochi anni.<br />

Pannelli fotovoltaici<br />

I pannelli fotovoltaici generano corrente continua a 12 o 24 V. Normalmente<br />

conviene trasformare tale corrente in corrente alternata a 220 V ed immettere<br />

questa nella rete elettrica col vantaggio <strong>di</strong> garantire la <strong>di</strong>sponibilità d’energia<br />

anche nei <strong>per</strong>io<strong>di</strong> in cui l’impianto fotovoltaico non produce abbastanza.<br />

15


Un in<strong>di</strong>catore dell’efficienza: il FEP<br />

Un in<strong>di</strong>catore dell’efficienza energetica degli e<strong>di</strong>fici è il FEP, fabbisogno<br />

energetico <strong>per</strong> metro quadrato e <strong>per</strong> anno (kWh/m 2 a) necessario <strong>per</strong> il<br />

riscaldamento e <strong>per</strong> la produzione <strong>di</strong> acqua calda. A tale componente<br />

bisognerebbe aggi<strong>un</strong>gere il fabbisogno <strong>di</strong> energia <strong>per</strong> il raffrescamento estivo<br />

(nelle regioni climatiche caratterizzate da estati calde) nonché quello <strong>per</strong><br />

l’illuminazione e <strong>per</strong> il f<strong>un</strong>zionamento degli apparecchi elettrici.<br />

Secondo la classificazione adottata dall’Enea, che rispetta la “Bozza <strong>di</strong> decreto<br />

sulle linee guida della certificazione energetica” (non ancora cogente) il<br />

fabbisogno <strong>per</strong> il riscaldamento, in f<strong>un</strong>zione della Classe dell’e<strong>di</strong>ficio, vale:<br />

Classe A+ ≤ 40 % EPli (2010)<br />

Classe A ≤ 70 % EPli (2010)<br />

Classe B ≤ 100 % EPli (2010)<br />

Classe C ≤ 100 % EPli (2008)<br />

Classe D ≤ 100 % EPli (2006)<br />

Classe E ≤ 120 % EPli (2006)<br />

Classe F ≤ 140 % EPli (2006)<br />

Classe G ≤ 170 % EPli (2006)<br />

Classe H ≤ 200 % EPli (2006)<br />

Classe I > 200 % EPli (2006)<br />

dove EP rappresenta l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> prestazione energetica limite determinato in base<br />

al rapporto S/V dell’e<strong>di</strong>ficio e ai GG (gra<strong>di</strong>-giorno) della zona climatica.<br />

In questa scala <strong>di</strong> classificazione i valori limite che separano <strong>un</strong>a classe dalla<br />

successiva non sono fissi poichè determinati in f<strong>un</strong>zione del rapporto S/V e della<br />

zona climatica in cui è situato l’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Esistono altre classificazioni, come quella proposta da Casaclima della Provincia<br />

Autonoma <strong>di</strong> Bolzano, che, invece, impongono valori <strong>di</strong> separazione tra le classi<br />

in<strong>di</strong>pendenti dai suddetti parametri. Tali classificazioni sono dette <strong>per</strong>ciò “a classi<br />

fisse”.<br />

La maggior parte degli e<strong>di</strong>fici non rispetta le recenti normative sul risparmio<br />

energetico anche <strong>per</strong>ché occorre <strong>un</strong> sostanziale impegno progettuale <strong>per</strong> realizzare<br />

e<strong>di</strong>fici energeticamente efficienti.<br />

Come già accaduto <strong>per</strong> gli elettrodomestici (dei quali si consiglia l’acquisto solo<br />

se <strong>di</strong> Classe A), anche <strong>per</strong> gli e<strong>di</strong>fici si sta cercando <strong>di</strong> introdurre <strong>un</strong>’“etichetta<br />

energetica” in<strong>di</strong>cante la classe <strong>di</strong> consumo energetico <strong>di</strong> appartenenza, con la<br />

s<strong>per</strong>anza, tra l’altro, che tale classe energetica rappresenti <strong>un</strong> plusvalore in caso <strong>di</strong><br />

compraven<strong>di</strong>ta.<br />

16


Sono considerati e<strong>di</strong>fici a basso consumo energetico quei fabbricati che hanno <strong>un</strong><br />

fabbisogno termico inferiore a 50 kWh/m 2 a.<br />

L’efficienza si ottiene partendo da semplici accorgimenti: giusto orientamento e<br />

compattezza della forma. Occorre inoltre <strong>un</strong> involucro e<strong>di</strong>lizio termicamente ben<br />

isolato, im<strong>per</strong>meabile e senza ponti termici.<br />

Il tasso <strong>di</strong> ricambio d’aria <strong>per</strong> infiltrazione deve essere compreso tra lo 0,2 e lo<br />

0,6/h.<br />

Le finestre servono in primo luogo <strong>per</strong> illuminare gli ambienti con la luce<br />

naturale; in secondo luogo anche <strong>per</strong> captare gli apporti termici solari. In inverno,<br />

le finestre fanno <strong>per</strong>dere molto calore rispetto alle pareti, <strong>per</strong>ché la loro<br />

trasmittanza è molto maggiore <strong>di</strong> queste ultime. Le finestre usate negli e<strong>di</strong>fici a<br />

basso consumo energetico hanno <strong>un</strong>a trasmittanza ridotta (U < 1,8 W/m 2 K) e <strong>un</strong>a<br />

trasparenza che fa penetrare più dello 0,55 % della luce incidente. La <strong>di</strong>mensione<br />

delle finestre deve essere tale da non creare surriscaldamenti in estate.<br />

Le schermature svolgono varie f<strong>un</strong>zioni: devono ombreggiare le finestre quando<br />

c’è troppo sole ed impe<strong>di</strong>re abbagliamenti e surriscaldamenti, riflettere la luce<br />

nella profon<strong>di</strong>tà dei locali migliorando l’illuminazione naturale. Per svolgere<br />

queste f<strong>un</strong>zioni le schermature dovrebbero essere regolabili.<br />

Gli e<strong>di</strong>fici passivi sono quelli caratterizzati da <strong>un</strong> fabbisogno energetico che non<br />

su<strong>per</strong>a i 15 kWh/m 2 a. Le <strong>per</strong><strong>di</strong>te <strong>di</strong> calore sono così ridotte che gli apporti solari<br />

(attraverso finestre e vetrate), il calore recu<strong>per</strong>ato dall’aria in uscita e quello<br />

prodotto da sorgenti interne (<strong>per</strong>sone, apparecchiature, macchinari, illuminazione<br />

artificiale) possono coprire quasi tutto il fabbisogno termico del riscaldamento<br />

invernale. Di conseguenza, non occorre <strong>un</strong> impianto <strong>di</strong> riscaldamento<br />

convenzionale. Le strutture finora costruite in tale modo hanno <strong>di</strong>mostrato che <strong>un</strong><br />

e<strong>di</strong>ficio passivo può essere realizzato anche a costi competitivi.<br />

Le finestre <strong>di</strong> <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio passivo devono garantire apporti solari che<br />

controbilanciano le <strong>per</strong><strong>di</strong>te giornaliere <strong>di</strong> calore <strong>per</strong> trasmissione. Le finestre <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>fici passivi possiedono <strong>un</strong>'elevata proprietà termoisolante (U < 0,8 W/m 2 K) e<br />

vetri con <strong>un</strong>a trasmittanza energetica globale <strong>di</strong> almeno lo 0,55%. Per evitare<br />

eventuali surriscaldamenti degli ambienti la su<strong>per</strong>ficie delle finestre esposte a Sud<br />

è da limitare a quella in<strong>di</strong>spensabile <strong>per</strong> procurare gli apporti solari necessari.<br />

La ventilazione negli e<strong>di</strong>fici passivi è meccanica e controllata. L’impianto deve<br />

fornire <strong>un</strong> ricambio <strong>di</strong> almeno 30 m 3 /h e <strong>per</strong>sona, ossia <strong>un</strong> tasso <strong>di</strong> ricambio <strong>di</strong><br />

0,4/h.<br />

I costi <strong>di</strong> <strong>un</strong>a casa passiva sono alti se paragonati a quelli <strong>di</strong> <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>e<br />

costruzione, ma sono concorrenziali rispetto a quelli degli e<strong>di</strong>fici che rispondono<br />

alle normative sul risparmio energetico <strong>per</strong>ché l’eliminazione dell’impianto<br />

termico convenzionale compensa in parte l’aumento dei prezzi causato dal<br />

massiccio isolamento.<br />

In Italia, grazie alle con<strong>di</strong>zioni climatiche più favorevoli, i parametri degli e<strong>di</strong>fici<br />

passivi si raggi<strong>un</strong>gono con minor sforzo.<br />

PARAGRAFO I.2.2 – LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA<br />

Con la Legge 9 gennaio 1991, n. 10 “Norme <strong>per</strong> l'attuazione del Piano energetico<br />

nazionale in materia <strong>di</strong> uso razionale dell'energia, <strong>di</strong> risparmio energetico e <strong>di</strong><br />

17


sviluppo delle fonti rinnovabili <strong>di</strong> energia” l’Italia recepì la <strong>di</strong>rettiva CEE n.<br />

93/76. All’articolo 30 era previsto che, nei casi <strong>di</strong> compraven<strong>di</strong>ta e <strong>di</strong> locazione, il<br />

certificato <strong>di</strong> collaudo e la certificazione energetica dovevano essere portati a<br />

conoscenza all’acquirente o al locatario dell’immobile.<br />

Il certificato energetico avrebbe consentito <strong>di</strong>:<br />

- conoscere il consumo standard dell’e<strong>di</strong>ficio o del singolo alloggio;<br />

- rendere più trasparenti i rapporti con chi fornisce il calore o il combustibile;<br />

- dare <strong>un</strong>a prima in<strong>di</strong>cazione sulla necessità <strong>di</strong> prevedere interventi <strong>di</strong> risparmio<br />

energetico.<br />

Apprezzata dalle amministrazioni <strong>di</strong> tutta Europa, la L.10 non ha portato i risultati<br />

s<strong>per</strong>ati a seguito della mancata emanazione dei decreti attuativi.<br />

Maturata la consapevolezza che il settore <strong>residenziale</strong> assorbe, come già detto, il<br />

40% circa del fabbisogno energetico, l’Unione Europea ha emanato la Direttiva<br />

2002/91/CE relativa al “Ren<strong>di</strong>mento energetico degli e<strong>di</strong>fici” vincolando tutti gli<br />

Stati dell’Unione a recepirla entro il 4 Gennaio 2006. L’Italia ha provveduto con il<br />

Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 “Attuazione della <strong>di</strong>rettiva<br />

2002/91/CE relativa al ren<strong>di</strong>mento energetico nell’e<strong>di</strong>lizia”, pubblicato nel<br />

supplemento Or<strong>di</strong>nario n. 158/L della Gazzetta Ufficiale del 23 settembre 2005 n.<br />

222. Dal 4 gennaio 2003 è quin<strong>di</strong> in vigore, in tutta la Com<strong>un</strong>ità Europea, la<br />

Direttiva UE del 16 <strong>di</strong>cembre 2002 che rende obbligatoria la certificazione<br />

energetica degli e<strong>di</strong>fici.<br />

La Direttiva impone che tutti i locatori ed i ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> abitazioni debbano<br />

presentare agli affittuari ed agli acquirenti <strong>un</strong> certificato che in<strong>di</strong>chi i consumi<br />

energetici <strong>per</strong> il riscaldamento e la produzione <strong>di</strong> acqua calda, nonché le emissioni<br />

<strong>di</strong> CO2. Il certificato deve inoltre riportare informazioni sull’involucro e<strong>di</strong>lizio e<br />

sugli impianti tecnologici installati.<br />

La certificazione energetica degli e<strong>di</strong>fici dovrebbe:<br />

- rendere più trasparente il mercato immobiliare, <strong>per</strong>ché consente <strong>un</strong> confronto dei<br />

consumi energetici correlati all’immobile;<br />

- informare sugli impianti ed i potenziali <strong>di</strong> risparmio energetico;<br />

- documentare lo standard energetico e tecnologico dell’immobile;<br />

- stimolare i proprietari a procedere al miglioramento energetico dei loro<br />

immobili;<br />

- essere <strong>un</strong>o strumento <strong>di</strong> marketing;<br />

- contribuire alla tutela dell’ambiente.<br />

I nuovi e<strong>di</strong>fici con più <strong>di</strong> 1000 m 2 <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie utile devono far uso delle energie<br />

rinnovabili e della cogenerazione. La Direttiva richiede l’aggiornamento ogni<br />

<strong>di</strong>eci anni dei dati riportati nel certificato.<br />

L’obiettivo è quello <strong>di</strong> contenere il consumo energetico affrontando il problema in<br />

maniera globale, ovvero considerando la richiesta <strong>di</strong> energia <strong>per</strong> il riscaldamento,<br />

la ventilazione, la produzione <strong>di</strong> acqua calda sanitaria, il raffrescamento e<br />

l’illuminazione.<br />

Le <strong>di</strong>sposizioni contenute nella <strong>di</strong>rettiva obbligano gli Stati membri dell’UE a:<br />

18


- definire <strong>un</strong>a metodologia a livello nazionale e regionale <strong>per</strong> il calcolo del<br />

ren<strong>di</strong>mento energetico degli e<strong>di</strong>fici;<br />

- in<strong>di</strong>viduare i requisiti minimi in materia <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento energetico degli e<strong>di</strong>fici<br />

sia esistenti (in caso <strong>di</strong> ristrutturazione degli stessi) sia <strong>di</strong> nuova costruzione;<br />

- introdurre l’obbligo della certificazione energetica degli e<strong>di</strong>fici;<br />

- prevedere l’ispezione <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> caldaie, impianti termici e con<strong>di</strong>zionatori.<br />

In Italia la L.10, <strong>per</strong> poter essere pienamente o<strong>per</strong>ativa, aveva bisogno <strong>di</strong> decreti<br />

applicativi. Tali decreti, nel 2002, erano stati emanati solo in parte e <strong>per</strong> questo<br />

motivo, va da sé, gli obiettivi della L.10, davvero elevati visto che la stessa non<br />

<strong>di</strong>fettava <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizioni atte a regolamentare con precisione tutti gli aspetti<br />

correlati alla gestione energetica degli e<strong>di</strong>fici, sono stati largamente <strong>di</strong>sattesi.<br />

Per la precisione, l’ultimo decreto applicativo in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo ad essere stato<br />

emesso è stato il D.M. del 27 Luglio 2005 pubblicato sulla G.U. del 2 Agosto<br />

2005, appena <strong>di</strong>ciassette giorni prima del D.M. 192!<br />

L’emanazione <strong>di</strong> questo decreto (prodotto, <strong>per</strong> la precisione, da Ministero delle<br />

Infrastrutture) ha destato non poche <strong>per</strong>plessità in quanto avvenuta mentre era in<br />

corso <strong>di</strong> approvazione il recepimento della Direttiva 2002/91/CE che avrebbe<br />

prodotto il D.M. 192.<br />

Le principali novità introdotte dal D.M. del 27 Luglio 2005 sono state:<br />

- adozione dei valori <strong>di</strong> CD limite maggiormente restrittivi rispetto ai precedenti;<br />

- valutazione dell’inerzia termica delle chiusure opache come fattore premiante ai<br />

fini della determinazione della loro trasmittanza termica;<br />

- introduzione <strong>di</strong> valori limite della trasmittanza <strong>per</strong> pareti, solai e strutture<br />

vetrate.<br />

Il D.M. 192/05 presenta <strong>un</strong> testo molto articolato in cui vengono previste sia le<br />

modalità applicative <strong>per</strong> il <strong>per</strong>iodo transitorio che quelle definitive; ovviamente<br />

richiede anche <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> decreti attuativi <strong>per</strong> poter <strong>di</strong>ventare pienamente<br />

o<strong>per</strong>ativo.<br />

Le principali novità introdotte dal D.M. 192 sono:<br />

- <strong>di</strong>fferenziazione degli adempimenti in relazione al <strong>di</strong>verso tipo <strong>di</strong> intervento<br />

(ristrutturazione totale o parziale, nuova e<strong>di</strong>ficazione ecc.);<br />

- nuove metodologie <strong>di</strong> calcolo e nuovi criteri <strong>progettuali</strong>;<br />

- obbligo della certificazione energetica <strong>per</strong> gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> nuova costruzione;<br />

- obbligo <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere <strong>un</strong>a certificazione tecnica (nel <strong>per</strong>iodo transitorio, da stilare<br />

secondo l’Allegato E dello stesso decreto);<br />

- <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> <strong>un</strong> regime transitorio secondo cui il calcolo della prestazione<br />

energetica degli e<strong>di</strong>fici <strong>per</strong> la climatizzazione invernale è <strong>di</strong>sciplinato dalla L.10 e<br />

suoi decreti attuativi e dall’Allegato 1:<br />

- abrogazione delle norme UNI secondo le quali erano stati eseguiti i calcoli<br />

relativi alle prestazioni energetiche fino ad allora;<br />

- è introdotto <strong>un</strong> nuovo descrittore della prestazione energetica dell’e<strong>di</strong>ficio: il<br />

FAEP, Fabbisogno Annuo <strong>di</strong> Energia Primaria, espresso in kWh/m 2 a, parametro<br />

che va confrontato con i valori imposti dalla legge <strong>di</strong>fferenziati <strong>per</strong> zona<br />

climatica;<br />

19


- al calcolo e successiva verifica del CD è sostituito l’obbligo del rispetto, <strong>per</strong> le<br />

strutture opache e trasparenti, <strong>di</strong> valori limite della trasmittanza U secondo valori<br />

imposti dalla legge <strong>di</strong>fferenziati <strong>per</strong> zona climatica;<br />

- il FEN va calcolato ma non più confrontato con quello limite;<br />

- <strong>per</strong> gli impianti è previsto il raggi<strong>un</strong>gimento <strong>di</strong> <strong>per</strong>formance su<strong>per</strong>iori del 10%<br />

secondo il parametro del Ren<strong>di</strong>mento Globale Minimo.<br />

Gli adempimenti richiesti dal decreto 192 sono <strong>di</strong>fferenziati a seconda del tipo <strong>di</strong><br />

intervento:<br />

1) Per:<br />

- e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> nuova costruzione;<br />

- ristrutturazione integrale <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici aventi su<strong>per</strong>ficie utile su<strong>per</strong>iore a 1000 m 2 ;<br />

- demolizione e ricostruzione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici aventi su<strong>per</strong>ficie su<strong>per</strong>iore a 1000 m 2 ;<br />

- ampliamento <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici su<strong>per</strong>iore al 20% della costruzione preesistente;<br />

si dovrà verificare il rispetto del FAEP limite e dei valori delle trasmittanza delle<br />

chiusure, opache e trasparenti e l’assenza <strong>di</strong> condensazioni su<strong>per</strong>ficiali ed<br />

interstiziali. Qualora non fosse rispettato solo il FAEP la verifica avrebbe<br />

com<strong>un</strong>que esito positivo se il Ren<strong>di</strong>mento Globale Me<strong>di</strong>o Stagionale risultasse<br />

maggiore <strong>di</strong> quello limite (in<strong>di</strong>cato, ovviamente, nel Decreto).<br />

2) Per:<br />

- ristrutturazione totale o parziale <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici aventi su<strong>per</strong>ficie utile inferiore a<br />

1000 m 2 ;<br />

occorrerà verificare solo il rispetto dei valori limite delle trasmittanze delle<br />

chiusure, opache e trasparenti e l’assenza <strong>di</strong> condensazioni su<strong>per</strong>ficiali ed<br />

interstiziali.<br />

3) Per:<br />

- nuove installazioni <strong>di</strong> impianti termici in e<strong>di</strong>fici esistenti (<strong>per</strong> qualsiasi valore<br />

della potenza installata);<br />

- ristrutturazione degli stessi impianti (<strong>per</strong> qualsiasi valore della potenza<br />

installata);<br />

dovrà essere rispettato il valore del FAEP limite ovvero i valori calcolati dovranno<br />

essere pari a quelli del precedente p<strong>un</strong>to 2) maggiorati del 50%.<br />

4) Per:<br />

- nuove installazioni <strong>di</strong> impianti termici,aventi potenze inferiori a 100 kW, in<br />

e<strong>di</strong>fici esistenti;<br />

- ristrutturazione <strong>di</strong> impianti termici, aventi potenze inferiori a 100 kW, in e<strong>di</strong>fici<br />

esistenti;<br />

- sostituzione <strong>di</strong> generatori <strong>di</strong> calore;<br />

si riterranno rispettate le prescrizioni in materia <strong>di</strong> contenimento energetico se:<br />

- i generatori <strong>di</strong> calore sono dotati <strong>di</strong> marcatura a tre o quattro stelle secondo la<br />

classificazione prevista all’Allegato II del D.P.R. 660/96;<br />

- la tem<strong>per</strong>atura me<strong>di</strong>a del fluido termovettore non su<strong>per</strong>a i 60°;<br />

- l’impianto è dotato <strong>di</strong> apparecchiature <strong>di</strong> termoregolazione;<br />

20


- nel caso <strong>di</strong> installazione <strong>di</strong> generatori con potenza maggiore <strong>di</strong> 35 kW, tale<br />

potenza non sia su<strong>per</strong>iore a quella installata in precedenza maggiorata del 10%.<br />

Qualora questi requisiti non siano sod<strong>di</strong>sfatti, si dovrà procedere al controllo sia<br />

del FAEP limite che del Ren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Produzione Globale Me<strong>di</strong>o Stagionale<br />

Limite.<br />

Inoltre il decreto 192 <strong>di</strong>spone che:<br />

- <strong>per</strong> le abitazioni residenziali in Zona Climatica C, D, E, F, il valore della<br />

trasmittanza termica dei <strong>di</strong>visori tra alloggi confinanti non su<strong>per</strong>i gli 0,8 W/m 2 K;<br />

- <strong>per</strong> tutte le categorie <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici (tranne specificate eccezioni) nelle zone<br />

climatiche A, B, C e D dove il valore dell’irra<strong>di</strong>anza solare orizzontale nel mese<br />

<strong>di</strong> massima insolazione sia maggiore o uguale a 250 W/m2, la massa su<strong>per</strong>ficiale<br />

delle strutture opache dovrà risultare su<strong>per</strong>iore a 230 kg/ m 2 .<br />

All’articolo 6, il decreto 192 cita l’obbligo <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere l’Attestato <strong>di</strong> Certificazione<br />

Energetica, reso obbligatorio a partire dall’8 Ottobre 2006. tale certificato è<br />

richiesto <strong>per</strong> le due seguenti tipologie <strong>di</strong> intervento:<br />

- realizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo e<strong>di</strong>ficio;<br />

- ristrutturazioni totali o parziali <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici aventi su<strong>per</strong>ficie utile non inferiore a<br />

1000 m 2 .<br />

PARAGRAFO I.2.3 – IL LCA (LIFE CYCLE ASSESSMENT)<br />

Valutare se <strong>un</strong> prodotto o <strong>un</strong> sistema sia eco-compatibile (environmentally<br />

frendly) non è semplice poiché <strong>un</strong>a valutazione oculata dei prodotti e dei sistemi<br />

deve considerare il loro intero ciclo <strong>di</strong> vita, dall’estrazione delle materie prime,<br />

alla produzione, all’utilizzo, alla <strong>di</strong>smissione e riciclo, ed infine allo smaltimento.<br />

La valutazione degli e<strong>di</strong>fici energeticamente efficienti, allora, non dovrebbe<br />

considerare solo i consumi energetici relativi alla fase <strong>di</strong> gestione; occorrerebbe<br />

infatti tenere conto <strong>di</strong> tutto il ciclo <strong>di</strong> vita dell’e<strong>di</strong>ficio <strong>per</strong> poi esprimere <strong>un</strong>a<br />

valutazione complessiva <strong>di</strong> impatto energetico ed ambientale. Questo tipo <strong>di</strong><br />

approccio viene in<strong>di</strong>cato con l’acronimo anglosassone LCA (Life Cycle<br />

Assessment) e si occupa <strong>di</strong> valutare i sistemi ed i prodotti in tutto il loro ciclo <strong>di</strong><br />

vita, partendo dalle fasi <strong>di</strong> re<strong>per</strong>imento delle materie prime fino allo smaltimento.<br />

L’approccio LCA, in<strong>di</strong>cato anche con l’espressione anglosassone from cradle to<br />

grave (dalla culla alla tomba) si articola in quattro fasi:<br />

1) estrazione delle materie prime;<br />

2) produzione effettiva dei manufatti in stabilimento;<br />

3) uso del prodotto;<br />

4) <strong>di</strong>smissione e riciclo del prodotto.<br />

Poiché l’impatto ambientale <strong>di</strong> <strong>un</strong> prodotto può variare durante le <strong>di</strong>verse fasi<br />

della sua vita, l’LCA tiene conto degli impatti relativi a tutte le fasi.<br />

21


CAPITOLO II.1 – IL SOLE NEL PROGETTO DI ARCHITETTURA:<br />

LUCE ED ENERGIA<br />

PARAGRAFO II.1.1 – PREMESSE<br />

Ormai non è raro pensare a quanto sarebbe conveniente poter immagazzinare il<br />

calore offerto dal sole in estate e poterlo poi riutilizzare in inverno. Non si tratta <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>'idea inusitata ma <strong>di</strong> <strong>un</strong>a ipotesi o<strong>per</strong>ativa dettata dalla sensibilità cui l'attuale<br />

precaria situazione energetica e ambientale ci ha abituati.<br />

Il nostro Paese, purtroppo con altri, è fortemente <strong>di</strong>pendente dalle importazioni <strong>di</strong><br />

combustibili fossili: il nostro fabbisogno energetico <strong>di</strong>pende <strong>per</strong> più <strong>di</strong> due terzi<br />

dal petrolio. Utilizzare le fonti rinnovabili come il sole significa risparmiare<br />

risorse economiche ed ambientali, limitare le emissioni <strong>di</strong> gas serra ed utilizzare<br />

<strong>di</strong> meno e più razionalmente gli idrocarburi tuttora essenziali <strong>per</strong> alc<strong>un</strong>e<br />

lavorazioni, ad esempio <strong>per</strong> la produzione delle materie plastiche e <strong>per</strong> i solventi<br />

industriali, che sono causa <strong>di</strong> <strong>un</strong> forte degrado dell’ambiente.<br />

Anche l’e<strong>di</strong>lizia contribuisce in modo non trascurabile al consumo delle risorse<br />

non rinnovabili ed all’inquinamento ambientale: dalla estrazione delle materie<br />

prime, alla lavorazione delle stesse, alla posa in o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> parti e componenti, e<br />

soprattutto durante la vita dell’e<strong>di</strong>ficio <strong>per</strong> l’uso degli impianti <strong>di</strong> climatizzazione<br />

e riscaldamento, <strong>per</strong> concludersi poi con lo smaltimento dei rifiuti da cantiere in<br />

caso <strong>di</strong> ristrutturazione o demolizione. In quest’ottica si inserisce l’attualità del<br />

Progetto <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia sostenibile: <strong>un</strong> nuovo modo <strong>di</strong> pensare alla <strong>progettazione</strong><br />

architettonica ed ingegneristica che miri alla salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente ed all’uso<br />

razionale delle risorse non rinnovabili, pur garantendo il benessere degli abitanti.<br />

Sino a pochi decenni fa, pensando che le risorse petrolifere sarebbero state<br />

illimitate, si poneva scarsa attenzione alle tematiche energetiche: gli e<strong>di</strong>fici<br />

venivano progettati e costruiti con pareti sottili, grazie alle strutture a telaio, e<br />

<strong>per</strong>ò altamente <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sive. Così, al calore necessario al riscaldamento<br />

dell’ambiente interno si sommava il calore necessario al riscaldamento delle pareti<br />

stesse, aumentando consumo energetico e inquinamento.<br />

Le pareti sottili degli e<strong>di</strong>fici, inoltre, non rappresentavano solo la causa delle<br />

<strong>di</strong>s<strong>per</strong>sioni <strong>di</strong> calore invernali ma non garantivano neanche <strong>un</strong> buon<br />

comportamento estivo, confermando ma non applicando quanto la corretta tecnica<br />

costruttiva aveva sino ad allora insegnato: ovvero che le masse murarie poco<br />

consistenti hanno cattive prestazioni sia in d’inverno sia d’estate vista la loro<br />

scarsa inerzia termica.<br />

A partire dagli anni ‘70, con il susseguirsi <strong>di</strong> crisi petrolifere e più attente<br />

valutazioni sulla reale entità dei giacimenti che in<strong>di</strong>carono il forte spreco in atto<br />

delle risorse non rinnovabili, cominciò a crescere la coscienza ambientale e con<br />

essa la necessità <strong>di</strong> rivedere il modo in cui, sino ad allora, si progettava e<br />

costruiva. Allora si cercò <strong>di</strong> aggi<strong>un</strong>gere alle pareti qualcosa che, almeno<br />

d’inverno, trattenesse all’interno dell’e<strong>di</strong>ficio il calore prodotto con gli impianti <strong>di</strong><br />

riscaldamento: si svilupparono i sistemi <strong>di</strong> coibentazione e vennero prodotti nuovi<br />

materiali isolanti.<br />

22


I cambiamenti climatici e la richiesta <strong>di</strong> <strong>un</strong>a sempre migliore qualità <strong>di</strong> vita, nel<br />

frattempo hanno fatto crescere l’esigenza <strong>di</strong> ripararsi non solo dal freddo invernale<br />

ma anche dall’afa estiva: gli impianti <strong>di</strong> climatizzazione, a partire dagli anni ’80,<br />

si sono <strong>di</strong>ffusi sempre più e negli anni ’90 sono <strong>di</strong>ventati alla portata <strong>di</strong> tutti,<br />

ormai <strong>di</strong>ffusissimi anche a livello domestico. Il loro avvento ha prodotto<br />

<strong>un</strong>’ulteriore richiesta energetica, sottoforma <strong>di</strong> energia elettrica, estesa non più<br />

solo ai mesi invernali ma anche a quelli estivi.<br />

Da ciò si deduce che ormai, sia in estate sia in inverno, la richiesta energetica<br />

degli e<strong>di</strong>fici raggi<strong>un</strong>ge picchi elevatissimi: la <strong>progettazione</strong> energeticamente<br />

sostenibile richiede che siano valutati con criterio tutti i parametri che<br />

con<strong>di</strong>zionano tale richiesta al fine <strong>di</strong> ridurne l’entità.<br />

La corretta <strong>progettazione</strong> dell’involucro dell’e<strong>di</strong>ficio, regolando lo scambio<br />

termoigrometrico con l’esterno, costituisce <strong>un</strong>a componente significativa del<br />

risparmio energetico e della riduzione dell’inquinamento ambientale.<br />

PARAGRAFO II.1.2 - L’ENERGIA SOLARE<br />

Il sole invia verso la Terra energia ra<strong>di</strong>ante la cui quantità può essere espressa <strong>per</strong><br />

mezzo della costante solare, definita come l’energia (o la potenza) incidente<br />

nell’<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> tempo sull'<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie esposta <strong>per</strong>pen<strong>di</strong>colarmente al sole al <strong>di</strong><br />

fuori dell’atmosfera, il cui valore è pari a circa 1367 W/m 2 .<br />

Nell'attraversare l'atmosfera, l'energia ra<strong>di</strong>ante solare subisce tre mo<strong>di</strong>fiche:<br />

- <strong>un</strong>a riduzione dovuta all’assorbimento atmosferico ed alla riflessione;<br />

- <strong>un</strong>a variazione della <strong>di</strong>stribuzione spettrale;<br />

- <strong>un</strong>a <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione nell'atmosfera (scattering) <strong>per</strong> effetto <strong>di</strong> riflessioni multiple.<br />

Al suolo, oltre alla ra<strong>di</strong>azione proveniente <strong>di</strong>rettamente dal sole (ra<strong>di</strong>azione<br />

<strong>di</strong>retta), gi<strong>un</strong>ge anche ra<strong>di</strong>azione proveniente da tutta la volta celeste (ra<strong>di</strong>azione<br />

<strong>di</strong>ffusa).<br />

Si definisce densità <strong>di</strong> potenza l’energia incidente nell'<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> tempo sull'<strong>un</strong>ità <strong>di</strong><br />

su<strong>per</strong>ficie a terra. Essa si misura in W/m 2 , <strong>di</strong>pende dalla giacitura del piano cui<br />

appartiene la su<strong>per</strong>ficie ed è somma <strong>di</strong> tre componenti:<br />

- la componente <strong>di</strong>retta, che <strong>di</strong>pende dall'angolo <strong>di</strong> incidenza e il cui valore risulta<br />

massimo <strong>per</strong> angolo <strong>di</strong> incidenza nullo (ra<strong>di</strong>azione normale);<br />

- la componente <strong>di</strong>ffusa, che <strong>di</strong>pende dalla frazione <strong>di</strong> cielo “vista” dalla<br />

su<strong>per</strong>ficie, e quin<strong>di</strong> dalla sua inclinazione rispetto al piano orizzontale, e il cui<br />

valore risulta massimo <strong>per</strong> su<strong>per</strong>ficie orizzontale;<br />

- l’albedo (in caso <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie non orizzontale), che è la componente riflessa dal<br />

terreno e <strong>di</strong>pende dal coefficiente me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> riflessione del terreno e dall'angolo <strong>di</strong><br />

inclinazione della su<strong>per</strong>ficie rispetto all'orizzontale.<br />

La potenza totale (detta globale) incidente sulla su<strong>per</strong>ficie è data quin<strong>di</strong> dalla<br />

somma <strong>di</strong> tali tre componenti. L'energia incidente in <strong>un</strong> giorno è data dall'integrale<br />

<strong>di</strong> tale somma esteso all'intera giornata.<br />

Rispetto alla costante solare, la ra<strong>di</strong>azione realmente incidente al suolo si abbassa<br />

a circa 1 kW/m 2 , cioè al 75% della ra<strong>di</strong>azione extratmosferica.<br />

23


La costante solare in <strong>un</strong>a certa località può essere stimata me<strong>di</strong>ante dati rilevati<br />

s<strong>per</strong>imentalmente la cui elaborazione <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> ricavare i valori della ra<strong>di</strong>azione<br />

solare globale giornaliera me<strong>di</strong>a, relativa a ciasc<strong>un</strong> mese, su su<strong>per</strong>ficie<br />

orizzontale (kWh/ m 2 - giorno o MJ/ m 2 - giorno).<br />

PARAGRAFO II.1.3 – IL PERCORSO DEL SOLE<br />

Stabilito <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> riferimento quale quello dei p<strong>un</strong>ti car<strong>di</strong>nali, si descrivere la<br />

posizione del sole rispetto ad <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to sulla su<strong>per</strong>ficie terrestre me<strong>di</strong>ante:<br />

- l’angolo azimutale λ, angolo tra due piani passanti <strong>per</strong> la verticale del luogo,<br />

<strong>un</strong>o contenente il sole, l'altro passante <strong>per</strong> il Sud. Di conseguenza λ sarà uguale a<br />

zero quando il sole è sul piano meri<strong>di</strong>ano, cioè a mezzogiorno, e avrà valori<br />

positivi verso Ovest e negativi verso Est;<br />

- la latitu<strong>di</strong>ne L, angolo che la retta passante <strong>per</strong> la località considerata ed il<br />

centro della Terra forma con il piano dell'equatore; L è positiva nell'emisfero<br />

settentrionale e negativa in quello meri<strong>di</strong>onale;<br />

- l'altezza o altitu<strong>di</strong>ne solare α, angolo formato tra la <strong>di</strong>rezione dei raggi solari ed<br />

il piano orizzontale (il suo complementare, cioè l'angolo tra la retta sole-p<strong>un</strong>to e la<br />

verticale locale è l'angolo zenitale z). Il complemento <strong>di</strong> α, cioè l'angolo tra la<br />

retta sole-p<strong>un</strong>to e la verticale locale, è chiamato angolo zenitale;<br />

- l'azimut solare a, angolo formato tra la proiezione sul piano orizzontale dei<br />

raggi solari e la <strong>di</strong>rezione sud (è positivo prima del mezzogiorno solare);<br />

- l'angolo orario h: è la <strong>di</strong>stanza angolare tra il Sole e la sua posizione a<br />

mezzogiorno l<strong>un</strong>go la sua traiettoria apparente sulla volta celeste; è anche pari<br />

all'angolo <strong>di</strong> cui deve ruotare la Terra affinché il Sole si porti sopra il meri<strong>di</strong>ano<br />

locale. Tale angolo è positivo nelle ore antimeri<strong>di</strong>ane. Esso risulta pari al numero<br />

<strong>di</strong> ore <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dal mezzogiorno moltiplicato <strong>per</strong> 15 (poiché la Terra ruota <strong>di</strong><br />

15° all'ora alla velocità nominale <strong>di</strong> 360°al giorno);<br />

- la declinazione solare δ: è l'angolo che la <strong>di</strong>rezione dei raggi solari forma a<br />

mezzogiorno, sul meri<strong>di</strong>ano considerato, col piano equatoriale; risulta anche pari<br />

all'angolo che i raggi solari formano a mezzogiorno con la <strong>di</strong>rezione dello zenit<br />

sull'equatore e coincide inoltre con la latitu<strong>di</strong>ne geografica alla quale in <strong>un</strong><br />

determinato giorno dell'anno il Sole a mezzogiorno sta sullo zenit (il che può<br />

accadere solo fra i tropici); è positiva quando il Sole sta al <strong>di</strong> sopra del piano<br />

equatoriale ed è negativa quando il Sole è al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> esso.<br />

Non è quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile trarre le seguenti deduzioni:<br />

- la su<strong>per</strong>ficie orizzontale è quella che riceve il massimo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione in estate ed<br />

il minimo in inverno (valori tipici del rapporto tra minimo e massimo alle nostre<br />

latitu<strong>di</strong>ni sono: 1:4 - 1:5). Da ciò si può ricavare l'in<strong>di</strong>cazione che tale<br />

orientamento è particolarmente inadatto <strong>per</strong> a<strong>per</strong>ture (lucernari) in climi<br />

me<strong>di</strong>terranei quali i nostri;<br />

- la su<strong>per</strong>ficie verticale Sud è quella che riceve il minimo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione in estate e<br />

valori prossimi al massimo in inverno;<br />

- l'orientamento Sud con inclinazione <strong>di</strong> 60° sull’orizzontale risulta quello cui<br />

corrisponde il massimo <strong>di</strong> energia incidente nei mesi invernali ovvero il massimo<br />

<strong>di</strong> energia ricevuta nel corso dell'anno. Si tratta quin<strong>di</strong> dell'orientamento da<br />

preferire <strong>per</strong> sistemi che intendano raccogliere energia durante tutto l'anno, come,<br />

24


ad esempio, sistemi solari attivi <strong>per</strong> la produzione <strong>di</strong> acqua calda <strong>per</strong> uso sanitario<br />

e <strong>per</strong> il riscaldamento.<br />

I grafici del <strong>per</strong>corso del sole sono nati <strong>per</strong> rappresentare le posizioni che il sole<br />

occupa nel cielo nel corso dell’anno. Essi:<br />

- <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> verificare se e quando <strong>un</strong>a certa parte <strong>di</strong> <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio sarà esposta<br />

alla ra<strong>di</strong>azione <strong>di</strong>retta dal sole e la <strong>di</strong>rezione da cui arriveranno i raggi solari nei<br />

<strong>di</strong>versi <strong>per</strong>io<strong>di</strong> dell'anno;<br />

- servono a prevedere le ombre che altri e<strong>di</strong>fici circostanti, alberi, rilievi montuosi,<br />

ecc. proietteranno su <strong>un</strong>a data su<strong>per</strong>ficie e quando;<br />

- consentono <strong>di</strong> progettare elementi atti a generare le ombre che si desiderano.<br />

Mentre le su<strong>per</strong>fici orizzontali, a meno della presenza <strong>di</strong> ostacoli, vedono tutta la<br />

volta celeste e ricevono sempre i raggi solari, quelle verticali, quali le pareti <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

e<strong>di</strong>ficio, vedono solo metà del cielo. Questo si rappresenta molto semplicemente<br />

sul <strong>di</strong>agramma, tracciando <strong>un</strong>a linea orientata come la parete in questione e<br />

“oscurando” la metà della volta corrispondente.<br />

Grazie ai grafici del <strong>per</strong>corso del sole si possono <strong>di</strong>mensionare e posizionare<br />

<strong>di</strong>versi componenti e<strong>di</strong>lizi atti a produrre le ombre necessarie ad evitare eccessivi<br />

guadagni <strong>di</strong> energia solare nei <strong>per</strong>io<strong>di</strong> cal<strong>di</strong>, causa <strong>di</strong> <strong>un</strong> aumento rilevante del<br />

carico termico nell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

PARAGRAFO II.1.4 – LA LUCE<br />

La luce è la parte dell'energia ra<strong>di</strong>ante <strong>per</strong>cepita dall'occhio umano. L'occhio è<br />

sensibile solo alle l<strong>un</strong>ghezze d'onda comprese in <strong>un</strong> intervallo molto ristretto (0.38<br />

- 0.78 µm, ovvero 380 - 780 nm). Inoltre, all'interno <strong>di</strong> questo intervallo, la<br />

sensibilità dell'occhio non è costante, ma varia in f<strong>un</strong>zione della l<strong>un</strong>ghezza d'onda<br />

λ e anche del rapporto giorno/notte: mentre <strong>di</strong> giorno l’occhio è più sensibile alla<br />

l<strong>un</strong>ghezza d'onda λ =555 nm (visione fotopica), a cui corrisponde <strong>un</strong>a luce gialloverde,<br />

<strong>di</strong> notte lo è alla l<strong>un</strong>ghezza d'onda λ=507 nm, relativa ad <strong>un</strong>a luce verdeazzurra<br />

(visione scotopica).<br />

La luce solare è fondamentale <strong>per</strong> la vita; in genere, com<strong>un</strong>que, è la luce, naturale<br />

o artificiale, a <strong>per</strong>metterci <strong>di</strong> svolgere le f<strong>un</strong>zioni ed i compiti <strong>di</strong> ogni giorno.<br />

Le grandezze fotometriche utilizzate in illuminotecnica sono:<br />

- il flusso luminoso Φ, misurato in lumen [lm], che è la somma pesata secondo λ<br />

della potenza emessa secondo la <strong>di</strong>stribuzione spettrale;<br />

- l’intensità luminosa I, misurata in candele [cd=lm/stera<strong>di</strong>ante], che è il flusso<br />

luminoso emesso, in <strong>un</strong>a data <strong>di</strong>rezione, <strong>per</strong> angolo solido;<br />

- l’illuminamento E, misurato in lux [lx=lm/m 2 ], che è il flusso ricevuto<br />

dall’<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie;<br />

- la luminanza L, misurata in nit o stilb [rispettivamente cd/m 2 e cd/cm 2 ], che è<br />

l’intensità luminosa emessa da <strong>un</strong>’<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie colpita dalla ra<strong>di</strong>azione<br />

solare, in <strong>un</strong>a data <strong>di</strong>rezione;<br />

- la ra<strong>di</strong>anza M, valutata in lx su bianco, che è il rapporto tra il flusso emesso<br />

dalla su<strong>per</strong>ficie e quello che si sarebbe avuto nel caso essa fosse stata bianca,<br />

25


ovvero riflettente al 100%, a parità <strong>di</strong> flusso incidente. Se E è l’illuminamento che<br />

la su<strong>per</strong>ficie riceve, M è pari a E*r, dove r = riflessività è pari ad 1 nel caso <strong>di</strong><br />

su<strong>per</strong>ficie bianca, minore <strong>di</strong> 1 in tutti gli altri casi.<br />

Le prime due grandezze sono riferite alla sorgente luminosa, la terza all’effetto, le<br />

ultime due a sorgenti e/o su<strong>per</strong>fici riflettenti, cioè non capaci <strong>di</strong> emettere <strong>un</strong> flusso<br />

luminoso bensì <strong>di</strong> rifletterlo se da esso colpite.<br />

Nello stu<strong>di</strong>o del benessere visivo, si definisce compito visivo la capacità <strong>di</strong><br />

riconoscere <strong>un</strong> dettaglio. Per ogni compito visivo viene stu<strong>di</strong>ata la <strong>di</strong>stribuzione<br />

dell'illuminamento <strong>per</strong> esso ottimale. È detta invece prestazione visiva l'influenza<br />

che le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> illuminazione hanno sulla velocità e sulla accuratezza con cui<br />

viene svolto il compito visivo desiderato.<br />

Tutti gli es<strong>per</strong>imenti mostrano che la prestazione <strong>di</strong>pende dalle seguenti<br />

grandezze:<br />

- l'illuminamento sull'area <strong>di</strong> osservazione;<br />

- il contrasto <strong>di</strong> luminanza e/o <strong>di</strong> colore tra dettaglio e sfondo;<br />

- le <strong>di</strong>mensioni angolari del dettaglio;<br />

- la <strong>di</strong>fficoltà del compito.<br />

Si parla <strong>di</strong> abbagliamento quando si ha la presenza, nel campo visivo, <strong>di</strong> sorgenti<br />

luminose con <strong>un</strong>a luminanza molto maggiore della me<strong>di</strong>a delle luminanze delle<br />

altre sorgenti presenti.<br />

Le sorgenti luminose possono essere primarie (lampade, cielo) o secondarie<br />

(su<strong>per</strong>fici riflettenti). Se la sorgente <strong>di</strong>sturbante è del primo tipo si parla <strong>di</strong><br />

abbagliamento <strong>di</strong>retto, mentre se è del secondo tipo si parla <strong>di</strong> abbagliamento<br />

riflesso (o in<strong>di</strong>retto). A seconda dell'entità, poi, si parla <strong>di</strong> fasti<strong>di</strong>o da<br />

abbagliamento, o, nei casi più gravi, <strong>di</strong> riduzione della capacità visiva dovuta<br />

all'abbagliamento<br />

Per evitare l'abbagliamento in<strong>di</strong>retto, solitamente, è sufficiente l'uso <strong>di</strong> su<strong>per</strong>fici<br />

non speculari (scabre, <strong>di</strong>ffondenti) in vicinanza dell'area <strong>di</strong> osservazione (ad<br />

esempio, la su<strong>per</strong>ficie della scrivania), oppure il posizionamento opport<strong>un</strong>o della<br />

sorgente. Per evitare l'abbagliamento <strong>di</strong>retto, le sorgenti luminose presenti nel<br />

campo visivo non devono presentare luminanze eccessive.<br />

PARAGRAFO II.1.5 – L’IILUMINAZIONE NATURALE<br />

All'interno <strong>di</strong> <strong>un</strong> ambiente il flusso luminoso totale è il risultato <strong>di</strong> tre contributi:<br />

- il flusso che arriva sul p<strong>un</strong>to <strong>di</strong>rettamente dal cielo (componente cielo);<br />

- il flusso che arriva sul p<strong>un</strong>to <strong>per</strong> effetto <strong>di</strong> riflessioni da parte <strong>di</strong> su<strong>per</strong>fici poste<br />

all'esterno (componente riflessa esterna);<br />

- il flusso che arriva sul p<strong>un</strong>to <strong>per</strong> effetto <strong>di</strong> riflessioni da parte <strong>di</strong> su<strong>per</strong>fici poste<br />

all'interno (componente riflessa interna).<br />

Per valutare se la luce in <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to interno ad <strong>un</strong> ambiente è sufficiente allo<br />

svolgimento del compito visivo è stato introdotto <strong>un</strong> parametro detto fattore <strong>di</strong><br />

luce <strong>di</strong>urna (traduzione italiana dell’inglese daylight factor): esso é il rapporto<br />

tra l'illuminamento in quel p<strong>un</strong>to, dovuto ad <strong>un</strong>a <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> luminanza del<br />

cielo nota o assegnata, e l'illuminamento su su<strong>per</strong>ficie orizzontale esterna, in<br />

26


assenza <strong>di</strong> ostruzioni, prodotto dalla volta celeste con la stessa <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

luminanza.<br />

Per entrambi gli illuminamenti si esclude la componente solare <strong>di</strong>retta.<br />

Il calcolo del fattore <strong>di</strong> luce <strong>di</strong>urna è stato sviluppato assumendo i modelli <strong>di</strong> cielo<br />

proposti dalla C.I.E. (Commission Internationale d’Eclairage): co<strong>per</strong>to o a<br />

luminanza <strong>un</strong>iforme. In quest’ultimo caso il fattore non <strong>di</strong>pende né dall'ora del<br />

giorno, né dal <strong>per</strong>iodo dell'anno, ovvero al variare del tempo, è costante il<br />

rapporto tra illuminamento interno ed esterno.<br />

Più recentemente sono state proposte estensioni del metodo anche a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

cielo <strong>di</strong>fferenti, come la <strong>di</strong>stribuzione clear e la <strong>di</strong>stribuzione average (che<br />

rappresenta <strong>un</strong>a me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> cielo reali).<br />

PARAGRAFO II.1.6 – LA PROGETTAZIONE DELLA LUCE NATURALE<br />

Se l’involucro dell’e<strong>di</strong>ficio ha <strong>di</strong>sponibilità completa <strong>di</strong> luce naturale, ovviamente<br />

quando questa c’è, il presupposto <strong>di</strong> <strong>un</strong>a corretta <strong>progettazione</strong> illuminotecnica è<br />

quello <strong>di</strong> farla <strong>per</strong>venire anche nelle zone più interne dell'e<strong>di</strong>ficio. Essendo la<br />

ra<strong>di</strong>azione solare pari qualche centinaio <strong>di</strong> W/m 2 e la sua efficienza luminosa pari<br />

a 100-120 lm/W, si può stimare il flusso luminoso naturale incidente su 1 m 2 <strong>di</strong><br />

involucro esterno, che risulta quin<strong>di</strong> dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e decine <strong>di</strong><br />

migliaia <strong>di</strong> lumen.<br />

Tale flusso luminoso basterebbe ad illuminare varie decine <strong>di</strong> metri quadrati <strong>di</strong><br />

su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> lavoro: il problema è che, nel penetrare nell’e<strong>di</strong>ficio, esso non si<br />

<strong>di</strong>stribuisce omogeneamente a causa delle riflessioni sulle pareti, del loro<br />

assorbimento, ecc., cosicché il livello <strong>di</strong> illuminamento decresce molto<br />

rapidamente al crescere della <strong>di</strong>stanza dall'a<strong>per</strong>tura.<br />

Per ottenere <strong>un</strong>a penetrazione quanto più profonda ed omogenea della luce dentro<br />

gli e<strong>di</strong>fici, sono state sviluppate varie tecnologie e <strong>di</strong>verse soluzioni<br />

architettoniche. Talvolta esse hanno <strong>di</strong>mostrato grossi limiti, come ad esempio<br />

quello <strong>di</strong> provocare surriscaldamenti degli ambienti o <strong>di</strong> essere efficaci solo in<br />

alc<strong>un</strong>e stagioni dell’anno, ovvero solo <strong>per</strong> determinate inclinazioni della<br />

ra<strong>di</strong>azione solare.<br />

Già anticamente era evidente che aumentando la su<strong>per</strong>ficie laterale dell'involucro<br />

cresceva l'area “illuminabile” con luce naturale: ecco <strong>per</strong>ché nel progetto<br />

architettonico venivano previsti chiostrine, cortili, ecc. Tali soluzioni, si intuisce<br />

facilmente, provocano <strong>per</strong>ò anche <strong>un</strong> sostanziale aumento delle <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sioni <strong>di</strong><br />

calore in inverno.<br />

Molto interessanti si sono <strong>di</strong>mostrate le soluzioni tecnologiche quali mensole <strong>di</strong><br />

luce, pannelli prismatici, film olografici, ecc., che deviano <strong>un</strong>a parte del flusso<br />

luminoso incidente sull’involucro e<strong>di</strong>lizio verso il soffitto, il quale, se ha <strong>un</strong><br />

coefficiente <strong>di</strong> riflessione elevato e se è sagomato opport<strong>un</strong>amente, rinvia la luce<br />

in profon<strong>di</strong>tà nell'ambiente. Questi sistemi, inoltre, riducendo l'illuminamento in<br />

27


prossimità delle a<strong>per</strong>ture, evitano anche alc<strong>un</strong>i <strong>di</strong>sturbi come l’abbagliamento in<br />

prossimità delle stesse.<br />

Altre tecnologie, evoluzione <strong>di</strong> quelle appena accennate, mirano a trasportare la<br />

luce naturale nelle zone buie me<strong>di</strong>ante condotti rivestiti <strong>di</strong> materiali altamente<br />

riflettenti: sono nati così i condotti <strong>di</strong> luce, i captatori solari, ecc. All’avanguar<strong>di</strong>a<br />

è poi l’utilizzo <strong>di</strong> fasci <strong>di</strong> fibre ottiche, che trasmettono il flusso concentrato<br />

all’esterno da collettori solari parabolici.<br />

PARAGRAFO II.1.7 – I MATERIALI<br />

Pensando alla penetrazione della luce negli ambienti, si coglie l’importanza che<br />

assumono le caratteristiche fotometriche dei materiali <strong>di</strong> finitura dell’ambiente<br />

interno. Una volta attraversato l’involucro dell’e<strong>di</strong>ficio, laddove esso è<br />

trasparente, i raggi luminosi incidono sulle su<strong>per</strong>fici dell'ambiente interno e<br />

vengono da queste in parte assorbiti ed in parte riflessi.<br />

Una semplice classificazione dei materiali, sia opachi sia trasparenti, si può fare<br />

sulla base della forma e dell'ampiezza del solido fotometrico riflesso (materiali<br />

opachi) o trasmesso (materiali trasparenti):<br />

A: speculari, se c'è assenza totale <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione;<br />

B: <strong>per</strong>fettamente <strong>di</strong>ffondenti, se il solido fotometrico è <strong>un</strong>a sfera;<br />

C: con <strong>di</strong>ffusione ampia;<br />

D: con <strong>di</strong>ffusione stretta;<br />

E: <strong>di</strong>ffondenti-speculari, quando i due comportamenti coesistono;<br />

F: complessi, quando il flusso emergente forma <strong>un</strong> solido fotometrico molto<br />

irregolare o con <strong>di</strong>scontinuità, spesso molto variabile con l'angolo <strong>di</strong> incidenza ed<br />

anche, a parità <strong>di</strong> questo, con la <strong>di</strong>rezione.<br />

28


CAPITOLO II.2 – TECNICHE DI CONTROLLO DELLA LUCE<br />

NATURALE<br />

PARAGRAFO II.2.1 – PREMESSE<br />

L’AIDI (Associazione Italiana <strong>di</strong> Illuminazione) definisce finestra l’“elemento<br />

multiparte integrato <strong>di</strong> controllo della ra<strong>di</strong>azione luminosa proveniente<br />

dall’esterno, <strong>di</strong> schermatura visiva e <strong>di</strong> aerazione”. A tutta ragione, possiamo<br />

estendere all’intero involucro, quando trasparente, tale definizione, ovvero il<br />

compito che essa svolge nel controllo del rapporto ambiente esterno/interno.<br />

I sistemi <strong>di</strong> controllo della ra<strong>di</strong>azione solare sono preposti a quattro f<strong>un</strong>zioni<br />

fondamentali:<br />

- controllo della quantità <strong>di</strong> luce in ambiente;<br />

- controllo della ra<strong>di</strong>azione solare <strong>di</strong>retta;<br />

- controllo della luminanza della su<strong>per</strong>ficie vetrata;<br />

- controllo del colore della luce naturale in ambiente.<br />

Le modalità con cui queste f<strong>un</strong>zioni vengono espresse si basano su due tipi <strong>di</strong><br />

azioni:<br />

- attenuazione della ra<strong>di</strong>azione solare incidente;<br />

- ri<strong>di</strong>rezionamento della ra<strong>di</strong>azione solare incidente;<br />

- riflessione, che può avvenire verso l’esterno o verso l’interno quando si volesse<br />

spingere la luce in profon<strong>di</strong>tà negli ambienti;<br />

- rifrazione, ovvero la deviazione che i raggi <strong>di</strong> luce subiscono nel passare da <strong>un</strong><br />

mezzo ad <strong>un</strong> altro a densità <strong>di</strong>versa (esempio, dall’aria al vetro);<br />

- <strong>di</strong>ffrazione, ovvero la riflessione multipla dovuta all’attraversamento <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

ostacolo, <strong>per</strong> la quale la luce risulta semi<strong>di</strong>ffusa.<br />

Bisogna aggi<strong>un</strong>gere che la luce subisce anche il fenomeno naturale della<br />

<strong>di</strong>ffusione, ovvero della deviazione omni<strong>di</strong>rezionale. È questo il fenomeno <strong>per</strong> cui<br />

il cielo è luminoso e la luce da esso proveniente <strong>un</strong>iforme.<br />

Nella pratica, la finestra e anche l’involucro trasparente espletano le proprie<br />

f<strong>un</strong>zioni attraverso i cosiddetti sistemi <strong>di</strong> controllo che si classificano in relazione<br />

a:<br />

- la componente trasparente;<br />

- la componente schermante;<br />

- la componente <strong>di</strong> conduzione della luce.<br />

Nei successivi paragrafi tali componenti vengono sinteticamente descritte.<br />

PARAGRAFO II.2.2 – LA COMPONENTE TRASPARENTE<br />

Quando si parla <strong>di</strong> componente trasparente viene subito in mente il vetro<br />

semplice: storicamente, infatti, esso è stato il materiale più frequentemente<br />

utilizzato. Oggigiorno, invece, il suo utilizzo è ormai quasi limitato alle sole<br />

29


finestre, mentre, <strong>per</strong> quanto riguarda l’involucro, esso è stato sostituito con<br />

materiali a più alte prestazioni.<br />

La componente trasparente viene classificata secondo le in<strong>di</strong>cazioni dell’AIDI, <strong>di</strong><br />

seguito riportate:<br />

Componente<br />

trasparente<br />

Componente<br />

Tra<strong>di</strong>zionale<br />

Vetri chiari<br />

Vetri trattati in massa<br />

(colorati)<br />

Vetri trattati in<br />

su<strong>per</strong>ficie<br />

Pellicole<br />

Vetri riflettenti<br />

Componente<br />

Innovativo<br />

Cromogenici<br />

Fotocromici<br />

Termocromici<br />

Elettrocromici<br />

Cristalli liqui<strong>di</strong><br />

PARAGRAFO II.2.3 – LA COMPONENTE SCHERMANTE<br />

Selettivi (selettività<br />

angolare)<br />

Film olografici<br />

Pannelli prismatici<br />

Pannelli laser-cut<br />

I sistemi <strong>di</strong> schermatura vengono classificati in base al seguente schema:<br />

In base alla posizione dell’elemento schermante rispetto alla componente<br />

trasparente<br />

Sistemi interni<br />

facile regolabilità da parte degli<br />

utenti;<br />

protezione dall’abbagliamento;<br />

economicità;<br />

scarsa attenuazione del carico<br />

termico;<br />

possibile limitazione della vista verso<br />

l’esterno.<br />

Sistemi esterni<br />

efficacia nell’attenuazione del carico<br />

termico;<br />

facile regolabilità da parte degli<br />

utenti;<br />

efficacia nella schermatura sia della<br />

ra<strong>di</strong>azione <strong>di</strong>retta che <strong>di</strong> quella<br />

<strong>di</strong>ffusa<br />

In base alla flessibilità <strong>di</strong> movimento<br />

Fissi<br />

economicità;<br />

impossibilità <strong>di</strong> essere regolati.<br />

Mobili<br />

30<br />

elevati costi <strong>di</strong> installazione e<br />

manutenzione;<br />

invasività del prospetto esterno.<br />

Sistemi interni/esterni<br />

Hanno caratteristiche interme<strong>di</strong>e tra<br />

quelli appena descritti.<br />

Sistemi in intercape<strong>di</strong>ne<br />

efficacia nella schermatura sia della<br />

ra<strong>di</strong>azione <strong>di</strong>retta che <strong>di</strong> quella<br />

<strong>di</strong>ffusa;<br />

efficacia nell’attenuazione del carico<br />

termico<br />

elevati costi <strong>di</strong> installazione e<br />

manutenzione.<br />

possibilità <strong>di</strong> orientarsi in base alla<br />

<strong>di</strong>rezione del sole;<br />

costo elevato.


In base alla configurazione geometrica<br />

Continui<br />

sono formati da elementi opachi privi<br />

<strong>di</strong> interruzione.<br />

Discontinui<br />

In base al comportamento rispetto alla ra<strong>di</strong>azione incidente<br />

Speculari (luci<strong>di</strong>)<br />

possibilità <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>rezionare la luce;<br />

rischi <strong>di</strong> abbagliamento.<br />

sono costituiti da <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> lamelle<br />

e quin<strong>di</strong> consentono anche all’aria <strong>di</strong><br />

fluire.<br />

Diffondenti (opachi)<br />

illuminazione <strong>un</strong>iforme;<br />

basso livello <strong>di</strong> illuminamento.<br />

In base alle molteplici tecnologie attualmente <strong>di</strong>sponibili, le componenti<br />

schermanti vengono anche classificate come <strong>di</strong> seguito:<br />

Componente schermante<br />

Esterni<br />

Mensola orizzontale<br />

Light-shelf<br />

Mensola verticale<br />

Mensola mista<br />

Frangisole a lamelle<br />

Frangisole a griglia<br />

Tenda<br />

Tenda veneziana<br />

Frangisole in vetro<br />

Frangisole fotovoltaico<br />

Interni<br />

Light-shelf<br />

Tenda<br />

Tenda veneziana<br />

Interni/esterni<br />

Light-shelf<br />

In vetrocamera<br />

Tenda<br />

Tenda veneziana<br />

PARAGRAFO II.2.4 – LA COMPONENTE DI CONDUZIONE DELLA<br />

LUCE<br />

Tale componente è quella più squisitamente architettonica nel campo<br />

dell’illuminazione naturale degli e<strong>di</strong>fici: consiste nel portare la luce dentro la<br />

struttura o<strong>per</strong>ando opport<strong>un</strong>e <strong>scelte</strong> <strong>di</strong> forma. Per citare alc<strong>un</strong>i esempi:<br />

- camino <strong>di</strong> luce;<br />

- atrio luminoso;<br />

- galleria vetrata.<br />

Com<strong>un</strong>emente, la tipologia <strong>di</strong> illuminazione degli e<strong>di</strong>fici prevede che la luce entri<br />

dalle su<strong>per</strong>fici laterali me<strong>di</strong>ante a<strong>per</strong>ture più o meno gran<strong>di</strong>; occasionalmente a<br />

tali a<strong>per</strong>ture se ne accompagnano altre sulla chiusura orizzontale su<strong>per</strong>iore.<br />

31


CAPITOLO II.3 – L’INVOLUCRO EDILIZIO<br />

PARAGRAFO II.3.1 – GENERALITA’<br />

In quasi tutti gli e<strong>di</strong>fici che ci circondano possiamo constatare che la chiusura<br />

esterna coincide con la struttura portante. Ciò è vero soprattutto nelle strutture in<br />

muratura ma anche in quelle in cemento armato, dove i vuoti lasciati dallo<br />

scheletro, <strong>per</strong>imetralmente, vengono riempiti dalla tompagnatura e poi rivestiti,<br />

creando così l’involucro dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Storicamente, forse solo l’architettura gotica ha ricercato <strong>un</strong>a maggiore<br />

trasparenza dell’“involucro” e l’ha realizzata me<strong>di</strong>ante gran<strong>di</strong> vetrate, che<br />

bucavano, com<strong>un</strong>que, muri portanti resi solo più sottili dalle volte acute proposte<br />

da tale stile.<br />

Nell’architettura moderna, invece, si definisce “parete” il tamponamento esterno<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio, tenendolo separato, nella definizione, da quanto attiene alla struttura<br />

portante. Ecco <strong>per</strong>ché al termine “chiusura” si sostituisce sempre più spesso<br />

quello <strong>di</strong> involucro, proprio a voler rilanciare con nuova accezione <strong>di</strong> tale<br />

componente tecnologica.<br />

La Norma UNI 8290 classifica le componenti del sistema tecnologico; la UNI<br />

8369, invece, scende nello specifico della chiusura esterna e ne definisce le<br />

prestazioni, non prima, <strong>per</strong>ò, <strong>di</strong> aver definito Parete <strong>per</strong>imetrale verticale la<br />

classe <strong>di</strong> elementi tecnici verticali del sistema e<strong>di</strong>lizio che costituiscono la<br />

separazione tra l’ambiente esterno ed interno <strong>di</strong> <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio, impe<strong>di</strong>scono il<br />

passaggio <strong>di</strong> oggetti, <strong>per</strong>sone e animali, <strong>di</strong> materiali soli<strong>di</strong>, liqui<strong>di</strong> e gassosi e che<br />

regolano il passaggio <strong>di</strong> energia. La moderna concezione dell’involucro e<strong>di</strong>lizio<br />

sta tutto in queste parole: esse sanciscono il <strong>di</strong>scostamento dalla struttura muraria<br />

ed in generale da qualsiasi obbligata f<strong>un</strong>zione portante della chiusura e ne<br />

sottolineano la f<strong>un</strong>zione tecnica e tecnologica all’interno del sistema e<strong>di</strong>lizio.<br />

Prima <strong>di</strong> passare ad altre trattazioni, bisogna qui soffermarsi su <strong>un</strong> aspetto che le<br />

definizioni tecniche fanno passare in secondo piano: l’involucro esterno<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio è quello che ne definisce l’immagine architettonica. Anticamente,<br />

quando la parete esterna dell’e<strong>di</strong>ficio era il muro portante dello stesso, la sua<br />

massività connotava fortemente il suo aspetto. Le possibili decorazioni erano <strong>un</strong><br />

posticcio o, al più, <strong>un</strong> gioco <strong>di</strong> lesene e <strong>di</strong> accostamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi rivestimenti.<br />

Nell’architettura moderna, invece, la forma si libera dalla struttura e la membrana<br />

che la definisce pure. Agli inizi del ‘900 i maestri dell’architettura moderna<br />

misero al bando l’ornamento: la forma doveva den<strong>un</strong>ciare la f<strong>un</strong>zione; oggi, <strong>un</strong><br />

secolo dopo, l’involucro dell’e<strong>di</strong>ficio, sempre libero dalla struttura, ri<strong>di</strong>viene la<br />

sua forza espressiva soprattutto quando si s<strong>per</strong>imentano nuove soluzioni<br />

tecnologiche o nuovi materiali.<br />

Valga <strong>per</strong> tutti l’esempio del Museo Guggenheim a Bilbao <strong>di</strong> Frank O.Gehry: il<br />

suo involucro è <strong>un</strong>a pelle in titanio, la cui gradazione cromatica, simile a quella<br />

del piombo ma più lucente <strong>per</strong>ché non soggetta ad ossidazione, è la stessa del<br />

cielo della città dal clima atlantico; esso si modella senza alc<strong>un</strong>a aderenza alla<br />

32


storica verticalità delle pareti scaricando il proprio peso su <strong>un</strong>a struttura portante a<br />

traliccio, interna, non visibile e svincolata dal rivestimento stesso. Possiamo<br />

definire questa o<strong>per</strong>a <strong>un</strong> capolavoro della moderna architettura già <strong>per</strong> il fatto <strong>di</strong><br />

aver rotto con qualsiasi tra<strong>di</strong>zione morfologica, e ciò rispettando la moderna<br />

concezione dell’involucro e<strong>di</strong>lizio.<br />

PARAGRAFO II.3.2 – REQUISITI E PRESTAZIONI<br />

La Norma UNI 7959 determina i requisiti della parete <strong>per</strong>imetrale verticale.<br />

Innanzi tutto, si definisce requisito la richiesta <strong>di</strong> f<strong>un</strong>zionalità a cui deve<br />

rispondere l’elemento tecnologico, tale da sod<strong>di</strong>sfare le esigenze degli utenti,<br />

mentre si definisce prestazione la risposta quantitativa dell’elemento tecnologico<br />

nel sod<strong>di</strong>sfare il requisito richiesto.<br />

I requisiti <strong>di</strong> <strong>un</strong>a parete <strong>per</strong>imetrale verticale, come da Norma UNI 7959, sono:<br />

Requisiti relativi alla sicurezza<br />

Stabilità<br />

Si valuta relativamente ai carichi, alle sollecitazioni, agli assestamenti ecc., con<br />

prove sia in laboratorio che in o<strong>per</strong>a<br />

Vento<br />

Le UNI ENV 1991, UNI EN 13116, UNI EN 12179, normano, rispettivamente, la<br />

valutazione dell’entità del carico meccanico dovuto al vento, i requisiti<br />

prestazionali delle facciate sottoposte all’azione del vento, i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> prova<br />

Urti<br />

Si valuta l’attitu<strong>di</strong>ne a sopportare la sollecitazione dovuta ad <strong>un</strong> urto, ovvero ad <strong>un</strong><br />

evento localizzato, come descritto dalle UNI 9269 P, UNI ISO 7892 E UNI EN<br />

949<br />

Resistenza al fuoco<br />

Si valuta secondo il rischio d’incen<strong>di</strong>o in base alla circolare del Ministero degli<br />

Interni n°91 del 14-09-1961. Vale la definizione <strong>di</strong> R.E.I.: stabilità, tenuta e<br />

isolamento termico<br />

Intrusioni<br />

Sia <strong>di</strong> animali che <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone, si valutano in base ai fattori “tempo” e<br />

“attrezzature” impiegati da <strong>un</strong> possibile intrusore secondo la UNI 7959<br />

Fenomeni elettromagnetici<br />

Il loro stu<strong>di</strong>o è in evoluzione; attualmente è normato dalla CEI 11-8 e dalla CEI<br />

64-8<br />

Requisiti relativi alle esigenze igrometriche<br />

Permeabilità all’aria<br />

Viene controllata in base alla Norma UNI EN 12153<br />

Tenuta all’acqua<br />

Fa riferimento all’acqua piovana in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pressione statica secondo le<br />

Norme UNI EN 12154 e UNI EN 12155<br />

Controllo della condensa interstiziale<br />

33


Affinché non vi sia condensa, deve essere: p vapore < p saturaz. Gli strati<br />

maggiormente interessati al fenomeno sono quelli <strong>di</strong> barriera al vapore e quelli<br />

com<strong>un</strong>que im<strong>per</strong>meabili, come quelli in vetro.<br />

Isolamento termico<br />

A partire dalla Legge 10/’91 sono stati forniti i parametri <strong>per</strong> determinare il<br />

fabbisogno energetico degli e<strong>di</strong>fici valutando il bilancio tra apporti esterni ed<br />

interni. La Norma UNI 10351 parla della conduttività termica e della resistenza al<br />

vapore dei materiali da costruzione<br />

Requisiti relativi alla purezza dell’aria<br />

Non emissione <strong>di</strong> odori da parte dei materiali<br />

Non emissione <strong>di</strong> gas, polveri, ra<strong>di</strong>azioni<br />

Requisiti relativi alle esigenze acustiche<br />

Si tratta della protezione degli ambienti interni dai rumori provenienti dall’esterno<br />

(raramente del contrario) e dai rumori impattivi. L’argomento è normato da varie<br />

leggi, prima tra tutte la Legge 447/’95 sui requisiti acustici dell’e<strong>di</strong>ficio e<br />

dell’ambiente, e le Norme UNI ISO 140 e UNI 7170/7171<br />

Requisiti relativi alle esigenze <strong>di</strong> aspetto<br />

Planarità<br />

Regolarità delle finiture<br />

Omogeneità <strong>di</strong> insu<strong>di</strong>ciamento<br />

Requisiti relativi alle esigenze tattili<br />

Si ha benessere tattile quando c’è assenza <strong>di</strong> su<strong>per</strong>fici taglienti, o che si<br />

surriscal<strong>di</strong>no ecc.<br />

Requisiti relativi alle esigenze <strong>di</strong> attrezzabilità<br />

L’attrezzabilità è la capacità <strong>di</strong> <strong>un</strong>a parete <strong>di</strong> sopportare carichi ad essa appesi su<br />

<strong>un</strong>a o entrambe le sue facce. Le Norme UNI ISO 7892 e UNI 9269 P descrivono<br />

le modalità <strong>di</strong> esecuzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a prova atta a valutarla.<br />

Requisiti relativi alla durabilità<br />

La durabilità è la capacità <strong>di</strong> mantenimento delle prestazioni in adeguate<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> manutenzione.<br />

Le azioni degradanti sono quelle qui riportate.<br />

Meccaniche (relativa resistenza agli urti)<br />

Termiche<br />

Chimico-meccaniche<br />

34


Requisiti relativi alle fasi <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> montaggio<br />

Massa<br />

Ingombro<br />

Modalità <strong>di</strong> immagazzinamento<br />

Montaggio<br />

Requisiti relativi alle esigenze <strong>di</strong> manutenzione<br />

P<strong>un</strong>ibilità<br />

Riparabilità<br />

35


CAPITOLO II.4 – EVOLUZIONE DEL CONTROLLO AMBIENTALE IN<br />

ARCHITETTURA<br />

PARAGRAFO II.4.1 – IL CONCETTO DI COMFORT<br />

Si definisce comfort ambientale il benessere indotto dalle con<strong>di</strong>zioni ambientali in<br />

<strong>un</strong> dato ambiente; analogamente si può definire <strong>di</strong>scomfort la situazione in cui le<br />

con<strong>di</strong>zioni ambientali non producono <strong>un</strong>a tale sensazione <strong>di</strong> benessere.<br />

Sono tre i fattori in base ai quali si “misura” la sensazione <strong>di</strong> comfort: quelli<br />

termo-igrometrici, quelli luminosi e quelli acustici; tali fattori sono misurabili<br />

<strong>per</strong>ché rappresentano manifestazioni energetiche e fisiche.<br />

Però, oltre che dai fattori ambientali, la sensazione <strong>di</strong> comfort <strong>di</strong>pende anche da<br />

alc<strong>un</strong>i parametri oggettivi dell'utente quali i bisogni biologico/fisiologici,<br />

sociologici, psicologici nonché l’attività che si sta svolgendo. È <strong>per</strong>ciò che nel<br />

capoverso precedente il termine “misura”, riferito alla stima del livello <strong>di</strong> comfort,<br />

è stato posto tra virgolette: la sensazione <strong>di</strong> benessere, infatti, non è in sé<br />

misurabile; dovendo <strong>per</strong>ò riferirla a parametri quantitativamente valutabili, e non<br />

essendo tale la <strong>per</strong>cezione umana, si è soliti valutare il comfort attraverso la<br />

misura dei parametri fisici dell’ambiente e la loro comparazione con quelli<br />

statisticamente reputati accettabili dall’uomo secondo l’attività svolta.<br />

Quin<strong>di</strong>, avendo in<strong>di</strong>cato quali fattori influenti sul comfort quelli termoigrometrici,<br />

quelli luminosi e quelli acustici, risultano parametri <strong>di</strong> valutazione<br />

idonei a definire il livello <strong>di</strong> comfort la tem<strong>per</strong>atura, il grado igrometrico, la<br />

luminosità ed infine il livello sonoro.<br />

Per quanto concerne il comfort climatico e termico, non sono solo la tem<strong>per</strong>atura e<br />

l’umi<strong>di</strong>tà ad influenzarne la valutazione ma anche altri fattori quali la qualità<br />

dell'aria ed il ricambio della stessa; la richiesta umana <strong>di</strong> tali fattori <strong>di</strong>pende<br />

dall’attività svolta, dalle con<strong>di</strong>zioni fisiche in<strong>di</strong>viduali ecc.<br />

Negli ambienti confinati è la stessa presenza umana ad influenzare i parametri<br />

termo-igrometrici dato che il corpo umano produce calore a causa del suo<br />

metabolismo, che è definito come “la produzione energetica del corpo umano<br />

dovuta all'alimentazione”. Tale calore viene poi <strong>di</strong>ssipato attraverso la pelle con<br />

<strong>un</strong> meccanismo che, dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista fisico-tecnico, vede il corpo umano<br />

comportarsi come <strong>un</strong>a macchina termica che scambia energia attraverso la propria<br />

frontiera con l’ambiente esterno (la pelle <strong>per</strong> l’app<strong>un</strong>to).<br />

Tale scambio <strong>di</strong>pende da:<br />

- la tem<strong>per</strong>atura dell'aria;<br />

- la tem<strong>per</strong>atura ra<strong>di</strong>ante;<br />

- l’umi<strong>di</strong>tà relativa dell'aria;<br />

- la velocità dell'aria.<br />

Matematicamente, viene quantificato attraverso l’“Equazione <strong>di</strong> Gironi”:<br />

M - W ± R ± C - E = ∆Q<br />

in cui:<br />

36


M metabolismo<br />

W energia trasformata in lavoro meccanico<br />

R scambio <strong>di</strong> calore <strong>per</strong> irraggiamento<br />

C scambio <strong>di</strong> calore <strong>per</strong> convezione<br />

E raffrescamento evaporativo <strong>per</strong> traspirazione<br />

∆Q variazione <strong>di</strong> contenuto <strong>di</strong> calore del corpo<br />

Il comfort visivo <strong>di</strong>pende essenzialmente da tre fattori: la quantità <strong>di</strong> luce, la sua<br />

qualità e l’abbagliamento.<br />

C’è comfort visivo se il livello <strong>di</strong> illuminamento è sufficiente allo svolgimento<br />

del “compito visivo” ovvero se <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere i dettagli degli oggetti<br />

osservati senza abbagliamento.<br />

La gradazione cromatica richiesta <strong>di</strong>pende invece dall’attività svolta: ad esempio,<br />

nelle sale <strong>di</strong> lettura, nelle classi scolastiche e in altri ambienti a simile<br />

destinazione la luce deve essere bianco-calda (possibilmente prodotta da lampade<br />

ad incandescenza) <strong>per</strong>ché tale gradazione cromatica è quella che evita<br />

l’affaticamento dell’occhio; le luci a neon, invece, sono sconsigliate dove si<br />

debbano consumare i pasti poiché alterano il colore dei cibi, e altro ancora.<br />

Anche l’abbagliamento, definito come “eccessivo contrasto <strong>di</strong> luminanza in<br />

campo visivo”, rappresenta <strong>un</strong>a con<strong>di</strong>zione da evitare in quanto determina<br />

<strong>di</strong>scomfort <strong>per</strong> la vista. È opport<strong>un</strong>o qui ricordare che esso può essere <strong>di</strong> tre tipi:<br />

- velante: quando si ha <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to luminoso su fondo molto scuro;<br />

- <strong>per</strong> adattamento: quando si verifica <strong>di</strong>sadattamento alla luminanza me<strong>di</strong>a in<br />

campo visivo nello svolgimento <strong>di</strong> <strong>un</strong> dato compito visivo;<br />

- <strong>di</strong>retto o in<strong>di</strong>retto: a seconda che il raggio <strong>di</strong> luce colpisca o meno la retina<br />

<strong>di</strong>rettamente dalla sorgente o dopo <strong>un</strong>a o più riflessioni.<br />

Il comfort acustico, al pari dei precedenti, <strong>di</strong>pende molto dall’attività svolta: se in<br />

<strong>un</strong>a sala da ballo sono richiesti livelli sonori, in decibel, anche molto elevati, in<br />

locali de<strong>di</strong>cati ugualmente allo svago ma <strong>per</strong> attività <strong>di</strong>fferenti, quali bar o<br />

ristoranti, è richiesto <strong>un</strong> livello sonoro molto più basso, al fine <strong>di</strong> favorire la<br />

conversazione e la socializzazione; conviene infine sottolineare quanto sia<br />

importante il silenzio nelle abitazioni e nelle zone residenziali.<br />

Definendo genericamente suono la “sensazione suscitata dai fenomeni che<br />

stimolano il senso dell’u<strong>di</strong>to”, si è soliti in<strong>di</strong>care col termine rumore <strong>un</strong> suono che<br />

non porti alc<strong>un</strong>a informazione utile all’uomo ovvero <strong>un</strong> suono che risulti molesto<br />

<strong>per</strong> lo stesso e l’attività che sta svolgendo.<br />

Si definisce rumore <strong>di</strong> fondo <strong>un</strong> suono continuo privo <strong>di</strong> informazione <strong>per</strong> l’uomo<br />

e la sua attività; nonostante il livello del rumore <strong>di</strong> fondo normalmente sia<br />

inferiore alla soglia <strong>di</strong> dolore o <strong>di</strong> fasti<strong>di</strong>o, le ricerche me<strong>di</strong>che sono concor<strong>di</strong><br />

nell’affermare che esso, protraendosi, può risultare molto nocivo <strong>per</strong> l’integrità<br />

dell’apparato u<strong>di</strong>tivo umano e ad<strong>di</strong>rittura <strong>per</strong> l’equilibrio psichico. Oggigiorno, i<br />

rumori <strong>di</strong> fondo sono <strong>un</strong>a costante nelle città, in strada o nel traffico, ma anche<br />

negli ambienti chiusi a causa della ventilazione degli impianti <strong>di</strong> climatizzazione e<br />

<strong>di</strong> altri fattori. La corretta <strong>progettazione</strong> ambientale deve tener conto delle<br />

problematiche sanitarie connesse coi rumori <strong>di</strong> fondo e mirare a ridurli, soprattutto<br />

37


negli ambienti dove l’uomo trascorre molto tempo, come la casa, la scuola o il<br />

luogo <strong>di</strong> lavoro.<br />

A conclusione <strong>di</strong> questa rapida carrellata sui fattori influenti sul comfort, va<br />

evidenziato che è tendenza attuale parlare e valutare il comfort globale, ovvero la<br />

sensazione <strong>di</strong> benessere estesa a tutti gli stimoli a cui l’uomo è normalmente<br />

sottoposto. La sua valutazione va eseguita comparando i già citati parametri<br />

ambientali oggettivi con quelli ritenuti accettabili <strong>per</strong> l’uomo in f<strong>un</strong>zione<br />

dell’attività svolta.<br />

PARAGRAFO II.4.2 – L’APPROCCIO STORICO AL CONTROLLO<br />

AMBIENTALE IN ARCHITETTURA<br />

Considerando l’architettura sia antica sia moderna, si rilevano due approcci<br />

fondamentalmente usati <strong>per</strong> il controllo ambientale:<br />

- l’approccio costruttivo, che concepisce il controllo ambientale me<strong>di</strong>ante sistemi<br />

stabili e statici, quali i componenti dell'e<strong>di</strong>ficio e che ha prodotto i cosiddetti<br />

meto<strong>di</strong> naturali passivi <strong>di</strong> controllo degli e<strong>di</strong>fici;<br />

- l’approccio energetico, che sceglie il consumo delle risorse come parametro <strong>di</strong><br />

controllo e che ha prodotto i meto<strong>di</strong> energetici <strong>di</strong> controllo ambientale.<br />

All’inizio della propria storia sulla terra, l’uomo abitava le grotte al fine <strong>di</strong> trovare<br />

rifugio dagli eventi climatici e dalle belve. Un fuoco acceso all’interno della grotta<br />

era l’<strong>un</strong>ico sistema che egli conoscesse <strong>per</strong> ripararsi dal freddo. Successivamente,<br />

quando cominciò a costruire da sé le case dove abitare, il modello <strong>di</strong> riferimento<br />

restò quello della grotta: <strong>un</strong> luogo preposto a ripararsi dalle intem<strong>per</strong>ie, dai venti,<br />

dal freddo o dal sole battente, articolato attorno ad <strong>un</strong> fuoco centrale. Nelle prime<br />

abitazioni realizzate dall’uomo non si palesava alc<strong>un</strong>a tecnica <strong>di</strong> controllo dei<br />

parametri ambientali (fuoco a parte) dato che evidentemente all’epoca egli non<br />

aveva ancora né coscienza né sapienza del controllo che poteva esercitare<br />

sull’ambiente.<br />

Nell’abitazione me<strong>di</strong>terranea, giovanissima rispetto ai tempi storici, si riscontrano<br />

passi avanti decisivi e significativi rispetto al semplice sistema “fuoco-centrico”:<br />

in essa, <strong>per</strong> la prima volta, si assiste allo stu<strong>di</strong>o non solo architettonico ma anche<br />

tecnologico della morfologia della casa, cosa tanto più vera quanto più<br />

l’abitazione era destinata ai ceti agiati e non al popolo.<br />

Che l’uomo stesse prendendo consapevolezza della propria capacità <strong>di</strong> controllare<br />

lo spazio lo notiamo nella Grecia antica dove, oltre alla casa, fu rilevante<br />

l’invenzione del teatro: <strong>un</strong>o spazio dalla specifica f<strong>un</strong>zione in cui si esercitava <strong>un</strong><br />

controllo ambientale ben definito, quello acustico. Le conclusioni prodotte dallo<br />

stu<strong>di</strong>o dell’acustica in questa civiltà sono sorprendentemente corrette e nella<br />

pratica vengono applicate ancora oggi.<br />

Qualche secolo dopo, nella Roma im<strong>per</strong>iale, non si può non rilevare come la<br />

magnificenza delle o<strong>per</strong>e pubbliche si manifestava anche nella ricercatezza delle<br />

loro soluzioni tecnologiche. Le terme, ad esempio, primi gran<strong>di</strong> ambienti a<br />

38


controllo termico, avevano <strong>un</strong> riscaldamento in<strong>di</strong>retto me<strong>di</strong>ante gas combusto.<br />

Nei teatri fu utilizzato l’espe<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> rafforzare il suono con <strong>un</strong>a riflessione<br />

prodotta da <strong>un</strong>a parete nella parte posteriore della scena, oppure con condotti<br />

realizzati sotto le gra<strong>di</strong>nate degli spettatori o ancora con vasi interrati sotto le<br />

gra<strong>di</strong>nate che contribuivano, pare, ad amplificare il suono come casse <strong>di</strong><br />

risonanza. Per quanto riguarda l'abitazione, si ritrova la casa con ampio spazio<br />

a<strong>per</strong>to centrale, il patio, avente molteplici f<strong>un</strong>zioni tra cui alc<strong>un</strong>e relative al<br />

controllo climatico degli ambienti che su <strong>di</strong> essa si affacciavano. Nell’insula<br />

urbana, complessa struttura con portici, scale ecc, invece, si assiste, forse <strong>per</strong> la<br />

prima volta, ad <strong>un</strong> altro comportamento umano purtroppo presente anche oggi: si<br />

<strong>per</strong>de attenzione ai fattori ambientali che, fino ad allora, avevano contribuito a<br />

localizzare e orientare gli e<strong>di</strong>fici, a causa della speculazione e<strong>di</strong>lizia.<br />

Qualche secolo dopo, le costruzioni del me<strong>di</strong>oevo venivano realizzate<br />

prevalentemente in legno o in pietra. Il legno, soprattutto nei paesi nor<strong>di</strong>ci,<br />

rappresentava la materia prima più accessibile e risolveva contemporaneamente il<br />

problema dell’isolamento termico. La pietra era riservata agli e<strong>di</strong>fici più<br />

importanti, tra cui le chiese, i conventi ed i palazzi nobiliari. A livello urbano,<br />

d’inverno, si era soliti accendere gran<strong>di</strong> fuochi nelle piazze <strong>per</strong> creare <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong><br />

calore e anche, in occasione <strong>di</strong> malattie, <strong>per</strong> sconfiggere i germi. La rilevanza data<br />

a tali “fuochi a terra” era tale che le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> <strong>un</strong>a città venivano talvolta<br />

in<strong>di</strong>cate in base al numero degli stessi.<br />

Nelle case il fuoco aveva ancora <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione predominante: serviva a riscaldare,<br />

a cuocere i cibi, ecc. Dapprima acceso liberamente nello spazio costruito, venne<br />

poi inserito nei camini <strong>per</strong> favorire lo smaltimento dei fumi, precedentemente<br />

smaltiti solo attraverso grate e finestre poste in alto negli ambienti. In proposito,<br />

sono me<strong>di</strong>oevali due interessanti esempi spagnoli <strong>di</strong> controllo termico degli<br />

ambienti: l’esco catalano, <strong>un</strong>a stanza-focolare <strong>di</strong> ridotte <strong>di</strong>mensioni, e la gloria<br />

castigliana, <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> condotte all’intradosso del pavimento che trasportavano<br />

i fumi cal<strong>di</strong> prodotti dalla combustione <strong>di</strong> carbone nei piani bassi della casa. Ma<br />

non bisogna scordare il braciere-camino inglese, che prevedeva <strong>un</strong> fuoco centrale<br />

attorno al quale si scaldavano le <strong>per</strong>sone, e la stanza-stufa tedesca, <strong>un</strong>a stanza<br />

chiusa ermeticamente con all’interno <strong>un</strong> fuoco che la scaldava lentamente.<br />

Una considerazione tecnologica: mentre il braciere-camino prevedeva <strong>un</strong> ricambio<br />

d'aria attraverso ventilazione circolare, <strong>di</strong>mostrando <strong>un</strong>a certa sensibilità ai temi<br />

che oggi definiremmo <strong>di</strong> qualità e <strong>di</strong> purezza dell'aria (pur creando <strong>di</strong>scomfort<br />

negli utenti nonché <strong>un</strong> basso ren<strong>di</strong>mento termico), la stanza stufa, assolutamente<br />

sigillata, offriva <strong>un</strong>a qualità dell'aria decisamente scadente pur offendo <strong>un</strong><br />

ren<strong>di</strong>mento elevato della combustione.<br />

L'uso del vetro <strong>per</strong> le a<strong>per</strong>ture cominciò ad affermarsi nel XV secolo. Fino ad<br />

allora si utilizzavano panni oleati o sottili fogli <strong>di</strong> alabastro (nelle case patrizie,<br />

ovviamente). Con l’introduzione del vetro, lo spazio <strong>di</strong>venne più luminoso e<br />

inoltre il vetro, im<strong>per</strong>meabile all'aria, eliminò gran parte delle correnti d'aria<br />

nell'abitazione.<br />

La casa del XIX secolo venne dotata <strong>di</strong> nuovi sistemi <strong>di</strong> controllo delle con<strong>di</strong>zioni<br />

ambientali. Il riscaldamento me<strong>di</strong>ante circolazione <strong>di</strong> acqua calda con ra<strong>di</strong>atori<br />

39


come p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> calore può essere fatto risalire a questo secolo e, come sappiamo,<br />

l’acqua è tuttora il fluido vettore più frequentemente utilizzato <strong>per</strong> il<br />

riscaldamento.<br />

Se, da <strong>un</strong> lato, il crescente uso <strong>di</strong> combustibili fossili e la riduzione d’utilizzo <strong>di</strong><br />

materiali naturali provocarono l’inizio della <strong>di</strong>struzione dell'ecosistema, dall’altro<br />

fu in quest’epoca che l’uomo cominciò a prendere coscienza della necessità <strong>di</strong><br />

maggiore salubrità e benessere degli spazi fruiti.<br />

Fondamentale fu l’invenzione della lampada <strong>di</strong> E<strong>di</strong>son: l'illuminazione artificiale<br />

delle strade e delle case ebbe come conseguenza il prol<strong>un</strong>gamento della giornata<br />

ovvero l’aumento delle ore utili <strong>per</strong> lo svolgimento delle attività lavorative e<br />

<strong>per</strong>sonali. Il cambiamento indotto dall’illuminazione artificiale, quin<strong>di</strong>, non fu<br />

solo <strong>un</strong>’evoluzione tecnologica ma anche <strong>un</strong>a trasformazione <strong>di</strong> carattere<br />

sociologico.<br />

Nelle fabbriche, la corrente elettrica <strong>per</strong>mise l’inserimento <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong><br />

ventilazione forzata atti ad espellere l’aria inquinata a causa della produzione. Ma<br />

la sensibilità inglese alla qualità dell’aria non si limitò solo ad esse: il me<strong>di</strong>co<br />

igienista John Hayward, nella sua abitazione <strong>di</strong> Liverpool, l’Octogon House, ideò<br />

e realizzò <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> ventilazione <strong>di</strong> tutte le stanze <strong>per</strong> l'espulsione dell'aria<br />

viziata. Un caso singolare, ma significativo.<br />

Nonostante la storiografia architettonica stenti a riconoscerlo, con l'introduzione<br />

<strong>di</strong> nuove tecnologie nacquero nuovi tipi architettonici. Ciò non era ancora vero nel<br />

XIX secolo quando solo raramente le nuove tecnologie entravano a far parte<br />

dell'immagine generale dell'e<strong>di</strong>ficio: il linguaggio architettonico dell’epoca<br />

ignorava palesemente le soluzioni tecnologiche che non venivano mai<br />

formalmente <strong>di</strong>chiarate. Decenni dopo, gli e<strong>di</strong>fici con paramento murario leggero<br />

e a scarsa inerzia termica, le gran<strong>di</strong> su<strong>per</strong>fici vetrate, gli e<strong>di</strong>fici a piastra con zone<br />

interne prive <strong>di</strong> illuminazione, <strong>di</strong>vennero possibili solo grazie alle nuove tecniche<br />

<strong>di</strong> riscaldamento e <strong>di</strong> illuminazione artificiale.<br />

A scapito dell’ambiente, <strong>per</strong>ò, le tecniche <strong>di</strong> controllo seguivano così sempre<br />

meno l’approccio costruttivo e sempre più quello energetico.<br />

I sistemi costruttivi del secondo dopoguerra hanno consentito <strong>di</strong> costruire con <strong>un</strong>o<br />

scheletro strutturale e <strong>un</strong> tamponamento (pelle) normalmente sottile e <strong>per</strong>tanto<br />

quasi sempre poco idoneo al controllo delle con<strong>di</strong>zioni termiche. si pensava che la<br />

risorsa dei combustibili fossili sarebbe stata illimitata e ciò faceva propendere <strong>per</strong><br />

<strong>un</strong> controllo energetico del comfort indoor.<br />

A partire dalla crisi energetica del 1973 la situazione si è lentamente ribaltata: da<br />

<strong>un</strong> lato si è ricominciato a pensare all'involucro come elemento <strong>di</strong> controllo<br />

(ovvero si è riabilitato l’approccio costruttivo), dall'altro <strong>un</strong>a maggiore sensibilità<br />

ambientale ha in<strong>di</strong>rizzato verso la ricerca <strong>di</strong> nuove fonti energetiche, in particolare<br />

rinnovabili, alternative ai combustibili fossili.<br />

Dai primi esempi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici realizzati in modo tra<strong>di</strong>zionale ma integrati da<br />

captatori solari, si è passati agli e<strong>di</strong>fici realizzati con "sistemi passivi", in cui la<br />

ra<strong>di</strong>azione solare viene utilizzata <strong>per</strong> il riscaldamento e <strong>per</strong> altri usi, senza<br />

aggi<strong>un</strong>gere elementi costruttivi o impiantistici, ma utilizzando la forma e i<br />

materiali <strong>per</strong> raggi<strong>un</strong>gere <strong>un</strong> migliore ren<strong>di</strong>mento energetico. Inoltre, si è<br />

40


affermata l’“architettura bioclimatica”, con l’obiettivo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a conservazione più<br />

attenta dell'ambiente, al risparmio energetico, ad <strong>un</strong> corretto inserimento<br />

dell'e<strong>di</strong>ficio nel paesaggio, ecc. purtroppo, <strong>per</strong>ò, si riscontra ancora <strong>un</strong>a certa<br />

inerzia nel praticare tali soluzioni <strong>progettuali</strong>.<br />

È <strong>di</strong>fficile ipotizzare cosa accadrà in futuro, ma è certamente utile che si continui<br />

a sviluppare <strong>un</strong> approccio intelligente alla <strong>progettazione</strong>, che produca e<strong>di</strong>fici in<br />

cui sia risolto <strong>un</strong> controllo integrato <strong>di</strong> tutti i fattori ambientali, naturali ed<br />

energetici, magari considerando che tecniche <strong>di</strong> controllo che seguono l’approccio<br />

costruttivo generalmente riducono i costi <strong>di</strong> gestione del controllo, sia economici<br />

che ambientali, come testimoniano anche le architetture del passato.<br />

41


CAPITOLO II.5 – IL MICROCLIMA E LE SCELTE<br />

ARCHITETTONICHE<br />

PARAGRAFO II.5.1 – I FATTORI AMBIENTALI<br />

L’e<strong>di</strong>ficio non è mai <strong>un</strong> oggetto isolato: quand’anche lo fosse urbanisticamente,<br />

ossia anche se si trovasse lontano dal resto dell’abitato, risulterebbe in ogni modo<br />

“immerso” nell’ambiente naturale del sito, soggetto ai fattori climatici locali,<br />

illuminato e riscaldato dal sole, a contatto col piano <strong>di</strong> se<strong>di</strong>me su cui sorge, ecc.<br />

Mo<strong>di</strong>ficare l’ambiente che circonda l’e<strong>di</strong>ficio, o meglio progettare tenendo conto<br />

delle caratteristiche <strong>di</strong> tale ambiente, è il primo passo <strong>per</strong> usare nella <strong>progettazione</strong><br />

<strong>un</strong> approccio bio-climatico, il primo mezzo anche <strong>per</strong> il controllo ambientale<br />

interno.<br />

Da tale p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista, sarebbe ideale potere scegliere dove collocare l’e<strong>di</strong>ficio:<br />

purtroppo <strong>per</strong>ò la scelta della localizzazione è spesso con<strong>di</strong>zionata dalle<br />

<strong>di</strong>sposizioni urbanistiche e dalla <strong>di</strong>sponibilità fon<strong>di</strong>aria.<br />

Si elencano ora alc<strong>un</strong>i fattori ambientali determinanti e il modo in cui essi<br />

influenzano il microclima che circonda l’e<strong>di</strong>ficio. In tal<strong>un</strong>i casi, verranno anche<br />

in<strong>di</strong>cate alc<strong>un</strong>e possibili mo<strong>di</strong>fiche capaci <strong>di</strong> apportare correzioni al microclima<br />

generato.<br />

Topografia del sito<br />

Riguardo la morfologia del sito in cui è collocato l’e<strong>di</strong>ficio, i parametri in gioco<br />

sono:<br />

- altezza del terreno su cui sorge l’e<strong>di</strong>ficio e altezza relativa degli elementi naturali<br />

e artificiali esistenti;<br />

- pendenza della su<strong>per</strong>ficie su cui sorge l’e<strong>di</strong>ficio;<br />

- orientamento della su<strong>per</strong>ficie su cui sorge l’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Questi tratti morfologici hanno influenza su:<br />

- l'effetto luminoso, poiché possono produrre ostruzione della volta celeste<br />

riducendo così la quantità <strong>di</strong> luce <strong>di</strong>sponibile. Inoltre l'orientamento a nord<br />

produce <strong>un</strong> livello <strong>di</strong> illuminamento inferiore ed <strong>un</strong>a <strong>di</strong>ffusione della luce<br />

maggiore; quello a sud, invece, <strong>un</strong> illuminamento maggiore ma anche il rischio <strong>di</strong><br />

abbagliamento;<br />

- l'effetto acustico, <strong>per</strong>ché la morfologia del terreno può schermare, o viceversa<br />

riflettere ed amplificare, le onde acustiche. Una sorgente sonora a valle<br />

dell'ascoltatore, l<strong>un</strong>go <strong>un</strong> terreno in pendenza, si u<strong>di</strong>rà chiaramente; <strong>un</strong>a sorgente<br />

a monte si u<strong>di</strong>rà meno poiché l'ascoltatore si troverà, rispetto ad essa, in <strong>un</strong>a zona<br />

d'ombra.<br />

- l'effetto climatico. Pendenza ed orientamento mo<strong>di</strong>ficano il soleggiamento e<br />

quin<strong>di</strong>, in modo molto determinante, le caratteristiche microclimatiche. Le zone a<br />

valle, in mancanza <strong>di</strong> vento, sono sede <strong>di</strong> ristagno d'aria umida e fredda e <strong>di</strong><br />

produzione <strong>di</strong> foschia la quale, a sua volta, attenua la ra<strong>di</strong>azione solare impedendo<br />

il riscaldamento dell’aria e quin<strong>di</strong> l'innescarsi dei moti convettivi; le zone in<br />

altura, invece, sono normalmente più ventilate. I versanti a sud sono quelli più<br />

cal<strong>di</strong> e soleggiati, talvolta più secchi; quelli a nord sono più fred<strong>di</strong> ed umi<strong>di</strong>. Alle<br />

nostre latitu<strong>di</strong>ni, dove il clima è tem<strong>per</strong>ato, l'esposizione da favorire <strong>per</strong> le<br />

42


costruzioni è quin<strong>di</strong> quella sui versanti sud e sudest, cercando <strong>di</strong> evitare i venti<br />

fred<strong>di</strong> e cercando invece <strong>di</strong> captare le brezze.<br />

Relazione con l'acqua<br />

Dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista climatico, l'acqua ha <strong>un</strong>a notevole importanza poiché la sua<br />

inerzia termica è su<strong>per</strong>iore a quella della terra e quin<strong>di</strong> f<strong>un</strong>ge da stabilizzatore<br />

termico; ciò accade anche a molti chilometri dalla costa ed è infatti noto che, in<br />

prossimità del mare, le con<strong>di</strong>zioni termiche siano più stabili. Le brezze, infine,<br />

aiutano a combattere l'umi<strong>di</strong>tà. Per quanto riguarda luce e suono, invece, gli<br />

specchi d'acqua influiscono sensibilmente sull'abitato solo se sono<br />

sufficientemente estesi.<br />

Relazione con la vegetazione<br />

Una vegetazione costituita da fusti molto alti e ricchi <strong>di</strong> fogliame genera, in<br />

prossimità dell'e<strong>di</strong>ficio, il rischio <strong>di</strong> scarso soleggiamento dello stesso. Ciò è tanto<br />

più vero quanto maggiore è la latitu<strong>di</strong>ne in cui ci si trova, ovvero quanto meno<br />

<strong>per</strong>pen<strong>di</strong>colari alla su<strong>per</strong>ficie terrestre sono i raggi solari. Alle nostre latitu<strong>di</strong>ni,<br />

tuttavia, il rischio <strong>di</strong> ombreggiatura eccessiva è molto ridotto; anzi, alc<strong>un</strong>e volte, è<br />

ad<strong>di</strong>rittura ricercato <strong>per</strong> ridurre il guadagno solare dell'e<strong>di</strong>ficio durante il <strong>per</strong>iodo<br />

estivo.<br />

L'effetto climatico della vegetazione, quin<strong>di</strong>, considerando che la luce solare viene<br />

app<strong>un</strong>to in parte schermata e aggi<strong>un</strong>gendo che la vegetazione rallenta i venti, è<br />

quello <strong>di</strong> abbassare <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i gra<strong>di</strong> la tem<strong>per</strong>atura ed eventualmente <strong>di</strong> trattenere<br />

l'umi<strong>di</strong>tà.<br />

Nei climi caldo-ari<strong>di</strong>, allora, è corretto posizionare il costruito nella vegetazione<br />

folta, come i boschi; nei climi freddo-umi<strong>di</strong>, invece, lontano dalle aree vegetali;<br />

nei climi tem<strong>per</strong>ati, infine, ai margini delle stesse nella <strong>di</strong>rezione in cui spirano i<br />

venti fred<strong>di</strong> facendo in modo che la vegetazione protegga l’e<strong>di</strong>ficato proprio dai<br />

venti.<br />

Acusticamente, la vegetazione può rappresentare <strong>un</strong>'ottima barriera al rumore:<br />

ecco <strong>per</strong>ché spesso si tende a circondare le aree residenziali, soprattutto quando in<br />

prossimità <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> strade, con alberi o siepi alte.<br />

Forma urbana<br />

Anche l’urbanizzato influenza il microclima; ciò avviene secondo:<br />

- il tipo <strong>di</strong> forma urbana e la sua densità;<br />

- l'effetto luminoso, ovvero quanto gli e<strong>di</strong>fici occultano la volta celeste;<br />

- l'effetto acustico prodotto dalla densità e<strong>di</strong>lizia e dalla presenza <strong>di</strong> strade ed<br />

infrastrutture.<br />

Va inoltre ricordato che i venti possono favorire la propagazione del rumore e che<br />

le barriere acustiche, molto spesso utilizzate <strong>per</strong> proteggere le zone residenziali,<br />

possono essere inefficaci alle basse frequenze a causa del fenomeno della<br />

<strong>di</strong>ffrazione dei suoni gravi.<br />

Questi appena elencati sono i quattro fattori ambientali che influenzano il<br />

microclima che circonda l’e<strong>di</strong>ficio. Eventualmente, si possono apportare delle<br />

mo<strong>di</strong>fiche agli stessi <strong>per</strong> migliorare l'intorno.<br />

43


Alc<strong>un</strong>i esempi sono:<br />

- la realizzazione <strong>di</strong> schermi naturali, artificiali o arborei <strong>per</strong> la protezione dai<br />

rumori;<br />

- la creazione <strong>di</strong> specchi d'acqua <strong>per</strong> il controllo dell’umi<strong>di</strong>tà (ovviamente privi<br />

d'effetto, se non ad<strong>di</strong>rittura dannosi in zone marittime quali la nostra);<br />

- il rinvigorimento della vegetazione, che risulta sempre <strong>un</strong>a decisione corretta<br />

grazie ai benefici effetti, anche psicologici, che il verde ha sulle <strong>per</strong>sone.<br />

Nel suo insieme, com<strong>un</strong>que, l’interazione climatica sito-e<strong>di</strong>fici su fattori quali<br />

soleggiamento, umi<strong>di</strong>tà, venti, capacità <strong>di</strong> accumulare calore, ecc. <strong>di</strong>venta molto<br />

complessa da simulare.<br />

PARAGRAFO II.5.2 – LE SCELTE PROGETTUALI<br />

Come descritto nel paragrafo precedente, l’ambiente in cui è collocato l’e<strong>di</strong>ficio<br />

genera il microclima dell’intorno e<strong>di</strong>ficato; sebbene le caratteristiche ambientali<br />

possano essere mo<strong>di</strong>ficate, è ritenuto confacente ai principi <strong>di</strong> <strong>un</strong>a corretta<br />

<strong>progettazione</strong> bioclimatica che vengano rispettate.<br />

Forma dell’e<strong>di</strong>ficio<br />

Sicuramente è <strong>un</strong>o dei fattori che più influenza il rapporto dell’e<strong>di</strong>ficio con<br />

l’esterno; <strong>per</strong>ciò si cerca <strong>di</strong> valutare il comportamento della struttura me<strong>di</strong>ante<br />

alc<strong>un</strong>i parametri quantificabili:<br />

- compattezza: è il rapporto tra su<strong>per</strong>ficie esterna e volume dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Si assume, quale riferimento, tale rapporto calcolato usando la su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<br />

sfera avente come volume quello complessivo dell’e<strong>di</strong>ficio (che è la su<strong>per</strong>ficie<br />

minima che lo spazio occupato da tale volume può assumere) e l’effettiva<br />

su<strong>per</strong>ficie esterna della struttura. La compattezza è tanto minore quanto maggiore<br />

risulta la <strong>di</strong>fferenza dal primo del secondo valore calcolato.<br />

Il fattore compattezza influenza i seguenti aspetti:<br />

- più l’e<strong>di</strong>ficio è compatto meno <strong>di</strong>ssipa; <strong>per</strong>ò, è anche da tenere presente che<br />

normalmente più è compatto meno si avvantaggia dei guadagni solari;<br />

- più l'e<strong>di</strong>ficio è compatto meno è sottoposto agli effetti della ventilazione;<br />

producendo rientranze nell'e<strong>di</strong>ficio purché protette dai venti (stu<strong>di</strong>ando la loro<br />

<strong>di</strong>rezione dominante) si possono invece creare zone con microclima molto<br />

gradevole;<br />

- più l'e<strong>di</strong>ficio è compatto meno gli ambienti interni subiscono l'influenza del<br />

clima esterno.<br />

In conclusione, è opinione con<strong>di</strong>visa che gli e<strong>di</strong>fici compatti siano più idonei ai<br />

climi estremi; Infatti, quanto più è irregolare la forma dell’e<strong>di</strong>ficio, tanto meno<br />

offre opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> correggere con l'orientamento il bilancio termico;<br />

- porosità: esprime il rapporto tra volume pieno dell'e<strong>di</strong>ficio e volume dei vuoti,<br />

nel quale si comprendono patii e spazi simili.<br />

Un'alta <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> vuoti normalmente favorisce l'illuminamento degli ambienti<br />

più interni; dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista climatico, ciò significa che aumenta il contatto coi<br />

fattori ambientali esterni e può migliorare la ventilazione.<br />

44


I patii, citati come esempio <strong>di</strong> “vuoto”, sono da preferirsi nei climi caldo-ari<strong>di</strong> e<br />

aumentano la possibilità <strong>di</strong> illuminazione naturale degli ambienti interni;<br />

- snellezza: fa riferimento allo sviluppo in verticale dell'e<strong>di</strong>ficio. Negli e<strong>di</strong>fici<br />

molto snelli, la su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> contatto col suolo <strong>di</strong>minuisce mentre aumenta quella<br />

<strong>di</strong> contatto con l'aria.<br />

Più <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio è alto, più luce (e quin<strong>di</strong> energia termica) riceverà dal sole; <strong>per</strong>ò,<br />

più è alto e maggiormente sarà sottoposto ai fattori atmosferici (primo tra tutti il<br />

vento). Inoltre, l'altezza provoca problemi <strong>di</strong> stratificazione dell'aria all’interno<br />

degli e<strong>di</strong>fici stessi.<br />

Climaticamente, <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio molto snello non è mai consigliato; ovvero, non esiste<br />

alc<strong>un</strong>a con<strong>di</strong>zione climatica in cui <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> questo tipo offra concreti<br />

vantaggi. Dove il clima è caldo, e alle basse latitu<strong>di</strong>ni, tali e<strong>di</strong>fici sono sottoposti<br />

ad <strong>un</strong>’intollerabile ra<strong>di</strong>azione solare; nei climi fred<strong>di</strong>, <strong>di</strong>ssipano enormi quantità <strong>di</strong><br />

calore, soprattutto in zone caratterizzate da forte ventilazione;<br />

Caratteristica dell'involucro<br />

Anche la natura della su<strong>per</strong>ficie esterna dell’e<strong>di</strong>ficio, che poi è la sua pelle,<br />

influisce nel rapporto tra e<strong>di</strong>ficio ed ambiente. La <strong>progettazione</strong> dovrà tenere<br />

conto <strong>di</strong> <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> caratteristiche dell’involucro che hanno peso su tale relazione<br />

e che possiamo brevemente elencare in:<br />

- trattamento su<strong>per</strong>ficiale: fa riferimento allo strato più esterno dell’involucro ;<br />

- <strong>per</strong>meabilità: si riferisce alla <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> a<strong>per</strong>ture;<br />

- pesantezza: è legata al tipo <strong>di</strong> materiali scelti;<br />

- trasparenza: è legata al passaggio della luce;<br />

- isolamento: si riferisce alla resistenza dell’involucro al passaggio <strong>di</strong> calore;<br />

- rugosità: si riferisce ad eventuali volumi rientranti o sporgenti dalle facciate;<br />

- trama: si riferisce al tipo <strong>di</strong> finitura su<strong>per</strong>ficiale dell’involucro;<br />

- colore.<br />

Ostruzioni vegetali ed artificiali<br />

Le ostruzioni sono progettate <strong>per</strong> <strong>di</strong>fendere l’e<strong>di</strong>ficio dai fattori ambientali,<br />

ovvero da luce e irraggiamento solare eccessivi, vento e rumori indesiderati.<br />

Per quanto riguarda la ra<strong>di</strong>azione solare, è consigliabile porre le ostruzioni ad est<br />

ed ovest in modo tale che i raggi solari siano intercettati in estate e non in inverno.<br />

Per quanto riguarda il vento, è ovvio che gli ostacoli possono mo<strong>di</strong>ficarne<br />

sensibilmente il <strong>per</strong>corso, soprattutto a quote basse, e proteggere l’e<strong>di</strong>ficio le cui<br />

pareti, quando sottoposte a ventilazione, aumentano la propria <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sività. La<br />

brezza, invece, soprattutto nei climi cal<strong>di</strong>, favorisce il raffrescamento e la<br />

<strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione dell'umi<strong>di</strong>tà ed è quin<strong>di</strong> da ricercare.<br />

La protezione dal rumore è molto complessa e <strong>di</strong>pende dalla topografia del<br />

terreno, dalla forma del tessuto urbano, dalla presenza <strong>di</strong> infrastrutture, ecc. Si<br />

utilizzano spesso le barriere acustiche che, <strong>per</strong>ò, hanno il limite <strong>di</strong> rivelarsi poco<br />

efficaci alle basse frequenze.<br />

Orientamento degli elementi dell'involucro<br />

Bisogna favorire gli orientamenti che consentano la protezione dai guadagni<br />

termici, dai rumori fasti<strong>di</strong>osi e dai venti sfavorevoli.<br />

45


In caso <strong>di</strong> pareti trasparenti, gli orientamenti migliori sono quelli verso est ed<br />

ovest; a sud, possono risultare eccessivi i guadagni termici, mentre verso nord si<br />

ottiene <strong>un</strong> illuminamento inferiore rispetto a quello degli altri fronti <strong>per</strong> quanto<br />

molto <strong>un</strong>iforme.<br />

La trasparenza della co<strong>per</strong>tura <strong>di</strong>venta <strong>per</strong>icolosa alle nostre latitu<strong>di</strong>ni, soprattutto<br />

d'estate <strong>per</strong>ché i raggi solari sono quasi verticali e provocherebbero <strong>un</strong> eccessivo<br />

irraggiamento.<br />

Facendo parte dell’involucro, l’orientamento delle a<strong>per</strong>ture è anch’esso fattore<br />

determinante: orientate a sud consentono l'ingresso <strong>di</strong> aria calda, mentre se<br />

orientate a nord provocano l’ingresso <strong>di</strong> aria fredda. Se collocate su fronti opposti,<br />

favoriscono la ventilazione e quin<strong>di</strong> il ricambio d’aria; ciò influisce positivamente<br />

sul comportamento climatico estivo soprattutto se l'orientamento delle a<strong>per</strong>ture<br />

asseconda quello delle brezze.<br />

Il problema dell'isolamento acustico viene risolto orientando le a<strong>per</strong>ture<br />

possibilmente in <strong>di</strong>rezione opposta alla fonte dei rumori prevalenti oppure su<br />

spazi interme<strong>di</strong>.<br />

Per quanto riguarda il colore dell’involucro bisogna sottolineare che esso<br />

contribuisce ai guadagni termici e <strong>di</strong> ciò va tenuto conto. Bisogna notare che le<br />

su<strong>per</strong>fici scure, al contrario <strong>di</strong> ciò che si potrebbe pensare, se non accompagnate<br />

da masse d’accumulo termico, non consentono <strong>un</strong> guadagno termico invernale<br />

maggiore, poiché la maggiore energia assorbita viene compensata dalla maggiore<br />

emissione.<br />

PARAGRAFO II.5.3 – SISTEMI SPECIALI PER IL CONTROLLO<br />

AMBIENTALE<br />

Si definisce “sistema speciale” <strong>un</strong> insieme <strong>di</strong> componenti architettonici che<br />

lavorano in maniera interrelata al fine <strong>di</strong> migliorare il f<strong>un</strong>zionamento ambientale<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio. Tra i sistemi speciali <strong>per</strong> il controllo ambientale, quelli <strong>per</strong> la<br />

climatizzazione naturale dell’e<strong>di</strong>ficio sono anche detti “passivi” <strong>per</strong>ché non<br />

utilizzano alc<strong>un</strong>a fonte <strong>di</strong> energia se non quella solare, mentre si definiscono<br />

“attivi” quelli che consumano energia ausiliaria <strong>per</strong> migliorare il proprio<br />

ren<strong>di</strong>mento. Oltre a questi sistemi, naturali, <strong>per</strong> quanto riguarda la ventilazione<br />

vanno ricordati i sistemi <strong>di</strong> trattamento dell'aria me<strong>di</strong>ante impianti elettrici e/o <strong>di</strong><br />

movimentazione forzata della stessa.<br />

I sistemi passivi <strong>per</strong> il controllo ambientale possono essere raggruppati in quattro<br />

famiglie:<br />

- sistemi captanti della ra<strong>di</strong>azione solare;<br />

- sistemi che sfruttano l'accumulo termico;<br />

- sistemi che sfruttano la ventilazione quale regolatrice;<br />

- sistemi che proteggono l'e<strong>di</strong>ficio dall'eccesso <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione solare.<br />

Sistemi captanti della ra<strong>di</strong>azione solare<br />

Si basano sul seguente f<strong>un</strong>zionamento: captazione dell'energia solare e suo<br />

trasferimento all’interno dell’e<strong>di</strong>ficio sotto forma <strong>di</strong> calore. Il guadagno<br />

46


energetico può essere <strong>di</strong>retto o in<strong>di</strong>retto a seconda che l'energia ra<strong>di</strong>ante entri<br />

<strong>di</strong>rettamente o meno negli ambienti da climatizzare: ciò che varia tra i sistemi a<br />

guadagno energetico <strong>di</strong>retto e quelli a guadagno energetico in<strong>di</strong>retto è soprattutto<br />

il ren<strong>di</strong>mento.<br />

Sistemi che sfruttano l'accumulo termico<br />

Si tratta <strong>di</strong> parti o componenti dell’e<strong>di</strong>ficio che incrementano la massa costruita<br />

rispetto a quella iniziale e agiscono stabilizzando la tem<strong>per</strong>atura interna rispetto<br />

alle oscillazioni termiche esterne. All'e<strong>di</strong>ficio visto nel suo <strong>complesso</strong>, in altre<br />

parole, viene fornita maggiore inerzia termica.<br />

I sistemi <strong>di</strong> questo genere possono essere <strong>di</strong> tre tipi:<br />

- sistemi ad accumulo sotterraneo;<br />

- sistemi ad accumulo interno;<br />

- sistemi ad accumulo <strong>di</strong> co<strong>per</strong>tura.<br />

I sistemi ad accumulo sotterraneo si ottengono interrando o ricoprendo <strong>di</strong> terra<br />

totalmente o parzialmente l’e<strong>di</strong>ficio. Lo strato <strong>di</strong> terra, se <strong>di</strong> spessore almeno pari<br />

a 20-30 cm, offre <strong>un</strong>a notevole inerzia termica e quin<strong>di</strong> le parti dell'e<strong>di</strong>ficio a<br />

contatto con esso sono praticamente imm<strong>un</strong>i dagli sbalzi <strong>di</strong> tem<strong>per</strong>atura. Tali<br />

sistemi sono in<strong>di</strong>cati <strong>per</strong> i climi estremi.<br />

I sistemi ad accumulo interno sono formati da elementi <strong>di</strong> grande capacità termica<br />

collocati all'interno dell'e<strong>di</strong>ficio. Agiscono smorzando le oscillazioni della<br />

tem<strong>per</strong>atura interne indotte dai guadagni e dalle <strong>per</strong><strong>di</strong>te energetiche dell'e<strong>di</strong>ficio<br />

stesso. Normalmente vengono realizzati con materiali pesanti o con acqua.<br />

Porre in atto dei sistemi ad accumulo <strong>di</strong> co<strong>per</strong>tura risulta corretto <strong>per</strong>ché in questa<br />

parte dell'e<strong>di</strong>ficio le oscillazioni energetiche sono notevoli. Altresì risulta sempre<br />

piuttosto <strong>complesso</strong>, <strong>per</strong> ragioni statiche <strong>di</strong> massa del sistema, realizzare tali<br />

sistemi <strong>di</strong> accumulo.<br />

Sistemi che sfruttano la ventilazione<br />

Hanno come scopo quello <strong>di</strong> favorire la circolazione dell’aria nell’e<strong>di</strong>ficio ed<br />

eventualmente <strong>di</strong> trattarla al fine <strong>di</strong> usarla come regolatrice dei parametri termoigrometrici.<br />

Normalmente la loro efficacia viene valutata in termini <strong>di</strong> “numero <strong>di</strong><br />

ricambi <strong>di</strong> aria l’ora”.<br />

Nei climi caldo-umi<strong>di</strong>, e in quelli tem<strong>per</strong>ati nella stagione estiva, è consigliabile il<br />

sistema <strong>di</strong> regolazione incrociata che consiste nel porre le a<strong>per</strong>ture dell’e<strong>di</strong>ficio su<br />

due prospetti contrapposti, possibilmente allineate con la <strong>di</strong>rezione delle brezze.<br />

Un altro sistema è l’effetto camino che consiste nell'estrazione dell’aria dagli<br />

ambienti attraverso a<strong>per</strong>ture poste in alto nell’e<strong>di</strong>ficio e collegate ad <strong>un</strong> condotto<br />

verticale <strong>di</strong> estrazione, detto app<strong>un</strong>to “camino”. La <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> densità dell'aria<br />

dovuto alla tem<strong>per</strong>atura fa sì che l’aria calda, meno densa, esca da queste a<strong>per</strong>ture,<br />

raffrescando l’ambiente.<br />

Questo sistema è ottimo <strong>per</strong> evitare la stratificazione dell'aria, <strong>un</strong> po’ meno <strong>per</strong><br />

quanto riguarda il numero <strong>di</strong> ricambi termici. Inoltre, non f<strong>un</strong>ziona al meglio<br />

quando anche la tem<strong>per</strong>atura esterna è elevata.<br />

Un sistema molto interessante <strong>per</strong> l'estrazione dell'aria interna è quello a camera<br />

solare. All'ambiente viene sovrapposto <strong>un</strong> volume (la “camera solare” <strong>per</strong><br />

l'app<strong>un</strong>to) avete su<strong>per</strong>ficie verso l’esterno scura e forma conica. Quando la<br />

ra<strong>di</strong>azione solare riscalda l’aria contenuta nella camera solare, questa tenderà ad<br />

47


uscire dall'alto: allora, basterà <strong>un</strong>'a<strong>per</strong>tura posta in alto nell'ambiente sottostante<br />

affinché anche l'aria calda alla sua sommità venga aspirata verso l'esterno. Per<br />

f<strong>un</strong>zionare al meglio le camere solari vanno orientate sempre nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />

massima intensità della ra<strong>di</strong>azione solare; inoltre, è corretto prevedere, in basso<br />

negli ambienti, delle prese d’aria che favoriscano la sua circolazione<br />

(suggerimento valido anche nel caso si utilizzino camini).<br />

Gli aspiratori statici rappresentano <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> estrazione dell'aria efficace<br />

soprattutto nelle zone ventilate: si favorisce il ricambio d'aria nel locale me<strong>di</strong>ante<br />

<strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> bocchette regolabili poste in alto ed in basso nell’ambiente.<br />

Le torri del vento producono <strong>un</strong>a circolazione <strong>di</strong> aria esattamente opposta a quella<br />

offerta dai sistemi citati sinora: il flusso d'aria è <strong>di</strong>retto cioè verso l'interno<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio. Si realizzano nel seguente modo: sulla co<strong>per</strong>tura viene realizzata <strong>un</strong>a<br />

torre (più alta della co<strong>per</strong>tura stessa) con a<strong>per</strong>tura orientata nella <strong>di</strong>rezione<br />

predominante del vento il quale entra nella torre stessa e scende negli ambienti.<br />

Questo sistema f<strong>un</strong>ziona nei climi cal<strong>di</strong> con venti intensi e frequenti. Ha il<br />

vantaggio <strong>di</strong> poter essere integrato con altri sistemi, ad esempio coi camini.<br />

Sistemi che sfruttano la ventilazione sotterranea<br />

La ventilazione sotterranea consiste nel favorire l'ingresso in ambiente <strong>di</strong> aria fatta<br />

passare attraverso dei condotti interrati. Il terreno, come noto, ha <strong>un</strong>a notevole<br />

inerzia termica e questa viene sfruttata <strong>per</strong> regolare la tem<strong>per</strong>atura dell’aria che<br />

poi viene introdotta negli ambienti. È <strong>un</strong> sistema tanto più efficace quanto più i<br />

condotti si spingono in profon<strong>di</strong>tà: ciò sia <strong>per</strong>ché in profon<strong>di</strong>tà la tem<strong>per</strong>atura è<br />

davvero costante, sia <strong>per</strong>ché lo scambio termico tra terreno ed aria avviene molto<br />

lentamente.<br />

Sistemi che proteggono l'e<strong>di</strong>ficio dall'eccesso <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione solare<br />

Appartengono a questa categoria tutti gli elementi ed i componenti che<br />

proteggono l'involucro e<strong>di</strong>lizio dall'eccesso <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione solare o dalla ra<strong>di</strong>azione<br />

solare <strong>di</strong>retta. Possono essere <strong>per</strong>meabili all'aria, come ad esempio i sistemi<br />

lamellari, o meno.<br />

Gli esempi che si possono citare sono notevoli:<br />

- <strong>per</strong>golati, sistemi lamellari, brise-soleil;<br />

- cornicioni e sporti opachi o trasparenti: proteggono sia dalla ra<strong>di</strong>azione solare<br />

che dalla pioggia; progettati con considerazione dell'angolo solare, <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong><br />

intercettare la ra<strong>di</strong>azione solare in estate e <strong>di</strong> accedervi in inverno; sono efficaci<br />

soprattutto <strong>per</strong> le facciate a sud, meno <strong>per</strong> quelle ad est e ovest;<br />

- piante rampicanti a foglia caduca;<br />

- umbracoli: strutturalmente, sono delle serre, addossate all'e<strong>di</strong>ficio, aventi come<br />

scopo quello <strong>di</strong> produrre ombra sullo stesso.<br />

Se l’apporto energetico da parte del sole, in climi quali il nostro, è notevole e da<br />

ridurre in estate, non è praticamente mai da evitare l’apporto <strong>di</strong> luce naturale.<br />

Architettonicamente, nelle costruzioni l’uomo ha sempre cercato <strong>di</strong> realizzare<br />

spazi che fossero luminosi ma che <strong>per</strong>mettessero anche il controllo climatico.<br />

Gallerie vetrate, porticati, serre addossate agli e<strong>di</strong>fici, patii, atri, condotti <strong>di</strong> luce,<br />

atri vetrati, lucernari e cupole sono il prodotto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che miravano e mirano a<br />

controllare l’ingresso <strong>di</strong> luce ed energia nell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

48


CAPITOLO II.6 – IL SOLARE TERMICO ED IL FOTOVOLTAICO<br />

PARAGRAFO II.6.1 – PREMESSE<br />

Al giorno d’oggi lo sfruttamento sistematico dell’energia del sole è ormai<br />

economicamente conveniente e tecnologicamente possibile: le tecnologie del<br />

fotovoltaico e del solare termico ne sono <strong>un</strong> esempio.<br />

Le regioni meri<strong>di</strong>onali sono particolarmente in<strong>di</strong>cate ad ospitare impianti solari<br />

<strong>per</strong> la produzione <strong>di</strong> energia elettrica visto l’intenso soleggiamento a cui sono<br />

soggette <strong>per</strong> molti mesi all’anno. Tipicamente i valori <strong>di</strong> potenza specifica<br />

orizzontale possono arrivare in Italia, al livello del mare, durante <strong>un</strong>a bella<br />

giornata estiva <strong>di</strong> sole, a 900 ÷ 1100 W/m 2 .<br />

Per utenze isolate o <strong>di</strong> limitata entità (tipo villette <strong>un</strong>ifamiliari) il solare è già<br />

abbastanza competitivo <strong>per</strong> la co<strong>per</strong>tura delle esigenze energetiche della<br />

residenza; grazie agli incentivi statali volti a favorirne la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> utilizzo,<br />

molti privati si sono dotati <strong>di</strong> piccoli impianti <strong>di</strong> questo tipo. Talvolta accade<br />

ad<strong>di</strong>rittura che la produzione <strong>di</strong> tali impianti su<strong>per</strong>i il fabbisogno dell’utenza:<br />

l’ente nazionale può così com<strong>per</strong>are i kWh prodotti in eccesso.<br />

L’impianto fotovoltaico può essere dotato <strong>di</strong> opport<strong>un</strong>i sistemi <strong>di</strong> conservazione<br />

dell’energia prodotta in eccesso d’estate affinché questa sia sfruttata in inverno,<br />

quando l’insolazione cala.<br />

Progenitori degli impianti fotovoltaici sono stati i pannelli solari. La realizzazione<br />

del primo pannello solare è attribuita allo scienziato svizzero Horace Bene<strong>di</strong>ct de<br />

Saussure nel XVIII secolo: si trattava <strong>di</strong> <strong>un</strong>a semplice “scatola” <strong>di</strong> legno con <strong>un</strong><br />

vetro nella parte esposta al sole e la base <strong>di</strong> colore nero, capace <strong>di</strong> assorbire la<br />

ra<strong>di</strong>azione solare termica intrappolata nella scatola stessa grazie a <strong>un</strong> locale<br />

“effetto serra” e alla scarsa <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione dovuta alle caratteristiche termiche isolanti<br />

del legno. Il pannello consentiva <strong>di</strong> raggi<strong>un</strong>gere tem<strong>per</strong>ature del fluido vettore <strong>di</strong><br />

circa 87ºC. Nel 1953 i laboratori della Bell Telephone realizzarono dei pannelli<br />

solari tecnologicamente simili a quelli che utilizziamo oggi; il loro sviluppo vide<br />

<strong>un</strong> rapido incremento a partire dalla crisi petrolifera dei primi anni ‘70. In Italia le<br />

prime ricerche sistematiche <strong>per</strong> il riscaldamento solare dell’acqua furono<br />

effettuate agli inizi degli anni ‘60 dal Politecnico <strong>di</strong> Milano nell’ambito <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

programma finanziato dal CNR, che comprendeva la s<strong>per</strong>imentazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

tipologie <strong>di</strong> impianto a Cortina d'Ampezzo.<br />

Negli ultimi decenni sono stati installati nel mondo circa 30*106 <strong>di</strong> metri quadrati<br />

<strong>di</strong> pannelli solari, <strong>di</strong> cui 5,6*106 in Europa: il 40% del mercato mon<strong>di</strong>ale dei<br />

collettori solari riguarda i paesi europei e me<strong>di</strong>terranei. Bisogna evidenziare, <strong>per</strong>ò,<br />

che in Europa l’utilizzo <strong>di</strong> impianti solari è più sviluppato nei paesi a minore<br />

insolazione, come l’Austria, la Danimarca, la Svezia e la Germania, che non in<br />

quelli dove l’insolazione è maggiore, come l’Italia, la Spagna e la Francia; tale<br />

contrad<strong>di</strong>zione deriva, probabilmente, dalla maggiore sensibilità ambientale dei<br />

primi che ha costituito <strong>un</strong> importante fattore <strong>di</strong> stimolo nell’adozione <strong>di</strong> specifiche<br />

politiche <strong>per</strong> lo sviluppo del solare nei paesi del Nord Europa.<br />

Com<strong>un</strong>que molti enti amministrativi sovvenzionano l’installazione <strong>di</strong> impianti<br />

solari a servizio della residenza con lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare la possibilità <strong>di</strong> ridurre<br />

49


i costi degli stessi attraverso interventi su larga scala; la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> nuove<br />

tecnologie <strong>per</strong> la costruzione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici (<strong>per</strong> esempio i nuovi materiali isolanti<br />

trasparenti alla luce) sta aprendo la strada all’utilizzo <strong>di</strong> pannelli solari nella<br />

climatizzazione invernale ed estiva <strong>di</strong> abitazioni e e<strong>di</strong>fici.<br />

PARAGRAFO II.6.2 – CONVERSIONE DELL’ENERGIA SOLARE IN<br />

ENERGIA TERMICA ED ELETTRICA<br />

In campo e<strong>di</strong>le le principali applicazioni relative allo sfruttamento dell’energia<br />

solare sono il solare termico ed il fotovoltaico.<br />

La ra<strong>di</strong>azione solare può essere utilizzata <strong>per</strong> riscaldare flui<strong>di</strong> (acqua, aria o<br />

soluzioni varie ogn<strong>un</strong>a caratterizzata da <strong>un</strong> certo valore del calore specifico) da<br />

far circolare in scambiatori <strong>di</strong> calore o <strong>di</strong>rettamente in tubazioni e corpi ra<strong>di</strong>anti<br />

posti nei locali da riscaldare, o <strong>per</strong> far evaporare le sostanze volatili che vengono<br />

utilizzate nei cicli <strong>di</strong> refrigerazione. È questo il concetto <strong>di</strong> “solare termico”:<br />

utilizzare l’energia solare <strong>per</strong> produrre <strong>un</strong> fluido caldo da ado<strong>per</strong>are, poi,<br />

<strong>di</strong>rettamente o in <strong>un</strong> ulteriore ciclo produttivo.<br />

I meto<strong>di</strong> <strong>per</strong> raccogliere l’energia solare sotto forma <strong>di</strong> energia termica sono due:<br />

- con concentrazione, me<strong>di</strong>ante specchi o lenti che riflettono la ra<strong>di</strong>azione verso<br />

pannelli o caldaie le quali o utilizzano <strong>di</strong>rettamente l’acqua calda o la impiegano<br />

<strong>per</strong> la produzione <strong>di</strong> vapore da convogliare in impianti a turbina;<br />

- senza concentrazione, me<strong>di</strong>ante pannelli applicati o integrati nelle chiusure<br />

degli e<strong>di</strong>fici.<br />

In entrambi i casi le su<strong>per</strong>fici possono essere orientabili o meno ma, <strong>per</strong><br />

economicità e semplicità <strong>di</strong> gestione, soprattutto <strong>per</strong> le applicazioni su piccola<br />

scala, è senz’altro preferibile raccogliere <strong>di</strong>rettamente l’energia solare su pannelli<br />

fissi, opport<strong>un</strong>amente orientati.<br />

Un sistema solare <strong>per</strong> la produzione <strong>di</strong> acqua calda consiste essenzialmente <strong>di</strong>:<br />

- <strong>un</strong> pannello solare o collettore solare piano, che può essere vetrato, se<br />

realizzato esclusivamente in vetro, oppure non vetrato, se realizzato in<br />

polipropilene, polietilene, PVC o PDM;<br />

- <strong>un</strong> serbatoio termicamente isolato, destinato all’accumulo dell’acqua calda;<br />

- <strong>un</strong> circuito <strong>di</strong> collegamento <strong>di</strong> questi due componenti e dei relativi sistemi <strong>di</strong><br />

regolazione e controllo.<br />

Il problema dell’accumulo dell’energia intrappolata dai pannelli non ha l’<strong>un</strong>ica<br />

soluzione del serbatoio coibentato, anche se essa è la più pratica e forse l’<strong>un</strong>ica<br />

utilizzabile in e<strong>di</strong>fici esistenti.<br />

Recenti applicazioni ibride f<strong>un</strong>zionano riscaldano il fluido vettore utilizzando il<br />

retro <strong>di</strong> pannelli fotovoltaici, ottenendo anche il risultato <strong>di</strong> abbassare la<br />

tem<strong>per</strong>atura <strong>di</strong> questi ultimi, con miglioramento della loro efficienza.<br />

Quanto detto sinora riguarda i panelli solari che riscaldano <strong>un</strong> fluido da utilizzare<br />

<strong>di</strong>rettamente o <strong>per</strong> altre produzioni; il fotovoltaico, invece, consente <strong>di</strong> trasformare<br />

l’energia associata alla ra<strong>di</strong>azione solare in energia elettrica. Esso sfrutta il<br />

cosiddetto effetto fotovoltaico che è basato sulle proprietà <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i materiali<br />

semiconduttori (fra cui il silicio, elemento molto <strong>di</strong>ffuso in natura) <strong>di</strong> generare<br />

elettricità quando colpiti da ra<strong>di</strong>azione solare.<br />

50


Il <strong>di</strong>spositivo più semplice capace <strong>di</strong> o<strong>per</strong>are tale conversione è la cella<br />

fotovoltaica: <strong>un</strong> modulo fotovoltaico tipo, formato da 36 celle, ha <strong>un</strong>a su<strong>per</strong>ficie<br />

<strong>di</strong> circa mezzo metro quadrato ed eroga, in con<strong>di</strong>zioni ottimali, circa 50W <strong>di</strong><br />

potenza. Un metro quadrato <strong>di</strong> moduli produce quin<strong>di</strong> <strong>un</strong>’energia me<strong>di</strong>a<br />

giornaliera compresa tra 0,4 e 0,6 kWh (a seconda dell’efficienza <strong>di</strong> conversione e<br />

dell’intensità della ra<strong>di</strong>azione solare). Un insieme <strong>di</strong> moduli, connessi<br />

elettricamente tra loro, costituisce <strong>un</strong> campo fotovoltaico.<br />

Tecnologicamente i sistemi fotovoltaici si classificano secondo <strong>di</strong>versi aspetti.<br />

Una prima <strong>di</strong>stinzione può essere fatta tra sistemi isolati (stand-alone) e sistemi<br />

collegati alla rete (grid connected).<br />

Nei sistemi isolati, in cui la sola energia è quella prodotta dal fotovoltaico, occorre<br />

prevedere <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> accumulo (in genere costituito da batterie simili a quelle<br />

utilizzate <strong>per</strong> le auto e dal relativo apparecchio <strong>di</strong> controllo e regolazione della<br />

carica) che è reso necessario dal fatto che il generatore fotovoltaico può fornire<br />

energia solo nelle ore <strong>di</strong>urne, mentre spesso la richiesta maggiore si ha durante le<br />

ore serali (illuminazione o apparecchi ra<strong>di</strong>o-TV). È opport<strong>un</strong>o prevedere quin<strong>di</strong><br />

<strong>un</strong> <strong>di</strong>mensionamento del campo fotovoltaico in grado <strong>di</strong> <strong>per</strong>mettere, durante le ore<br />

<strong>di</strong> insolazione, sia l’alimentazione del carico, sia la ricarica delle batterie <strong>di</strong><br />

accumulo. Poiché l’energia prodotta dal generatore fotovoltaico è sotto forma <strong>di</strong><br />

corrente continua (CC), qualora si debbano alimentare apparecchi che f<strong>un</strong>zionino<br />

con corrente alternata (CA), è necessario introdurre nel sistema <strong>un</strong> <strong>di</strong>spositivo<br />

elettronico, detto inverter, che provvede alla conversione da CC a CA. Nei sistemi<br />

collegati alla rete l’inverter è sempre presente mentre, al contrario degli impianti<br />

stand-alone, non è previsto il sistema <strong>di</strong> accumulo in quanto l’energia prodotta<br />

durante le ore <strong>di</strong> insolazione viene immessa nella rete; viceversa, nelle ore<br />

notturne il carico locale viene alimentato dalla rete: <strong>un</strong> meter provvede a scalare la<br />

<strong>di</strong>fferenza dal contatore.<br />

Un sistema grid connected è, dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista della continuità <strong>di</strong> servizio, più<br />

affidabile <strong>di</strong> <strong>un</strong> sistema isolato. Quest’ultimo può tuttavia essere integrato con <strong>un</strong>a<br />

fonte tra<strong>di</strong>zionale, come, ad esempio, il <strong>di</strong>esel (sistema ibrido <strong>di</strong>esel-<br />

fotovoltaico), o innovativa, come le celle a combustibile (ciclo dell’idrogeno da<br />

elettrolisi). I sistemi fotovoltaici offrono gran<strong>di</strong> vantaggi ambientali, in quanto<br />

non producono emissioni chimiche, termiche o acustiche. Essi, inoltre, non hanno<br />

parti in movimento e sono, quin<strong>di</strong>, affidabili e a bassa manutenzione.<br />

PARAGRAFO II.6.3 – CONCLUSIONI<br />

Le applicazioni del fotovoltaico sono notevoli. Un piccolo sistema fotovoltaico<br />

isolato ha il vantaggio <strong>di</strong> produrre energia elettrica esattamente dove serve e nella<br />

quantità vicina alla effettiva domanda. Gli impianti isolati vengono utilizzati <strong>per</strong><br />

<strong>di</strong>verse applicazioni sia nel settore <strong>residenziale</strong> sia in quello industriale o agricoloturistico.<br />

Un impianto fotovoltaico inferiore a 1 kW può, ad esempio, far<br />

f<strong>un</strong>zionare gli apparecchi elettrici (lampade, televisore, frigorifero) <strong>di</strong> <strong>un</strong>a normale<br />

abitazione lontana dalla rete. In Italia esistono oltre 5.000 impianti fotovoltaico<br />

<strong>per</strong> l’elettrificazione (illuminazione, alimentazione elettrodomestici, pompaggio<br />

dell’acqua) <strong>di</strong> case rurali isolate e rifugi <strong>di</strong> montagna. Un generatore fotovoltaico,<br />

con <strong>un</strong>a gamma <strong>di</strong> potenze molto variabile, è in grado <strong>di</strong> alimentare <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong><br />

pompaggio.<br />

51


L’illuminazione stradale <strong>di</strong> aree non collegate alla rete elettrica è <strong>un</strong>’altra<br />

applicazione che può risultare economicamente vantaggiosa. Una semplice<br />

applicazione è la ricarica delle batterie <strong>di</strong> servizio <strong>per</strong> auto, caravan e<br />

imbarcazioni in aree <strong>di</strong> campeggio o porticcioli turistici.<br />

Tra le applicazione definite industriali, si può annoverare, come <strong>un</strong>a delle<br />

applicazioni <strong>di</strong> maggior successo e affidabilità, l’alimentazione <strong>di</strong> stazioni <strong>per</strong> le<br />

telecom<strong>un</strong>icazioni (ponti ra<strong>di</strong>o <strong>per</strong> telefonia e ripetitori TV). Il fotovoltaico si è<br />

confermato <strong>un</strong>’ottima soluzione anche <strong>per</strong> sistemi <strong>di</strong> segnalazione del traffico<br />

ferroviario, aereo e marittimo e <strong>per</strong> le stazioni <strong>di</strong> monitoraggio ambientale, quasi<br />

sempre situate in località isolate.<br />

Il fotovoltaico appare, almeno nel l<strong>un</strong>go <strong>per</strong>iodo, tra le più promettenti tecnologie<br />

“rinnovabili” in grado <strong>di</strong> produrre energia elettrica su grande scala, soprattutto in<br />

Italia dove i livelli <strong>di</strong> insolazione (e la <strong>di</strong>pendenza dall’estero <strong>per</strong> gli<br />

approvvigionamenti <strong>di</strong> combustibili) sono elevati. Il Piano Energetico Nazionale<br />

(PEN) del 1988, nell’intento <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificare le fonti <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> ridurre la<br />

<strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> energia importata, attribuiva al fotovoltaico <strong>un</strong> ruolo rilevante<br />

nell’ambito delle fonti rinnovabili definendo <strong>di</strong>verse azioni <strong>per</strong> il suo sviluppo.<br />

Per quanto riguarda le applicazioni energetiche dei sistemi FV, ribaltando <strong>un</strong>a<br />

situazione <strong>di</strong> generalizzato <strong>di</strong>sinteresse, l’Italia è al primo posto tra i paesi<br />

europei.<br />

L'area occupata dai moduli fotovoltaici <strong>di</strong> <strong>un</strong> impianto isolato da 1 kW è circa 10<br />

m 2 : stabilito in 2500-5000 kWh il consumo tipico <strong>di</strong> <strong>un</strong>a famiglia <strong>di</strong> 4 <strong>per</strong>sone in<br />

<strong>un</strong> anno, l’area <strong>di</strong> <strong>un</strong> generatore fotovoltaico che può sod<strong>di</strong>sfare la domanda <strong>di</strong><br />

questa famiglia tipo è <strong>di</strong> circa 15-30 m 2 in <strong>un</strong>a località dell’Italia meri<strong>di</strong>onale.<br />

Volendo centralizzare l'impianto, <strong>un</strong>a centrale <strong>di</strong> 1 MW può fornire l’energia<br />

necessaria a sod<strong>di</strong>sfare la domanda <strong>di</strong> circa 1000 utenti: l’area occupata è <strong>di</strong> circa<br />

2 ettari (20.000 m 2 ). L’impegno del territorio è dovuto <strong>per</strong> il 50% alle aree<br />

occupate dai moduli e dalle parti del sistema, e <strong>per</strong> l'altro 50% alle aree “<strong>di</strong><br />

rispetto”, <strong>di</strong> fatto libere, ma necessarie <strong>per</strong> evitare l’ombreggiamento reciproco<br />

delle file <strong>di</strong> moduli.<br />

Gli es<strong>per</strong>ti concordano sul fatto che la sorte “finale” del fotovoltaico (e in generale<br />

delle rinnovabili) si giocherà su tempi l<strong>un</strong>ghi in tutto il mondo (ma<br />

particolarmente nei paesi sviluppati e in quelli in via <strong>di</strong> forte sviluppo che sono i<br />

più energivori) su <strong>un</strong>o scacchiere che dovrà necessariamente considerare la<br />

necessità <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente insieme al progressivo impoverimento<br />

delle risorse <strong>di</strong> combustibili fossili. Dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista della tecnologia, è opinione<br />

<strong>di</strong>ffusa che nei prossimi anni, a livello <strong>di</strong> produzione industriale, continuerà a<br />

regnare la tecnologia del silicio cristallino. Pertanto gli sforzi <strong>di</strong> ricerca e sviluppo<br />

su <strong>di</strong> essa continuano al fine <strong>di</strong> facilitare la sempre maggiore <strong>di</strong>ffusione del<br />

fotovoltaico consentendo allo stesso tempo la red<strong>di</strong>tività delle industrie.<br />

Un contributo essenziale al raggi<strong>un</strong>gimento della economicità dell’energia da FV<br />

deve essere dato dalle azioni sui componenti non FV del sistema (il cosiddetto<br />

52


BOS – Balance of System): ciò è particolarmente vero <strong>per</strong> la tecnologia del silicio<br />

cristallino che ha dei limiti intrinseci <strong>di</strong> costi raggi<strong>un</strong>gibili (circa 2-3 $/W).<br />

In questo settore è in<strong>di</strong>spensabile il contributo delle società elettriche, che<br />

purtroppo in Italia è ancora sotto la sufficienza.<br />

Per quanto riguarda la ricerca sulla tecnologia del futuro sembra plausibile che<br />

essa possa essere basata sui film sottili: l’efficienza delle celle al silicio amorfo è<br />

ormai gi<strong>un</strong>ta, negli USA, fino al 12% contro il 18% del silicio cristallino (l’ENEA<br />

<strong>di</strong> Portici ha realizzato il record europeo con il 9,1%), e promettenti risultati sono<br />

stati ottenuti, a livello <strong>di</strong> laboratorio, su vari tipi <strong>di</strong> composti (<strong>di</strong>seleniuro <strong>di</strong> in<strong>di</strong>o<br />

e rame, tellururo <strong>di</strong> cadmio, ecc.). Lo sviluppo industriale dei film sottili è<br />

com<strong>un</strong>que <strong>un</strong> obiettivo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ol<strong>un</strong>go termine che coinvolge anche problemi <strong>di</strong><br />

organizzazione, gestione e finanziamento <strong>di</strong> ricerca finalizzata da condurre su<br />

appropriata scala me<strong>di</strong>ante collaborazione fra centri <strong>di</strong> ricerca <strong>un</strong>iversitari,<br />

governativi ed industriali.<br />

53


CAPITOLO III.1 – IL PROGETTO<br />

Le Maglie 20, 21 e 22 sono quelle interessate dal bando <strong>di</strong> concorso <strong>di</strong> cui si è già<br />

scritto nell’introduzione, sulla base del quale si è proposto il progetto <strong>di</strong> tesi.<br />

La Maglia 20 si trova oltre la tangenziale <strong>di</strong> Bari, a destra dello Sta<strong>di</strong>o San Nicola.<br />

Le Maglie 21 e 22, invece, si trovano a Sud-Est della città <strong>di</strong> Bari, sul tratto <strong>di</strong><br />

costa che parte dal Lido San Vito ed arriva fino a San Giorgio.<br />

Nella maglia 20 si possono raggi<strong>un</strong>gere altezze fino a 30 metri; mentre nelle<br />

Maglie 21 e 22 il limite <strong>di</strong> altezza massima è imposto a 15 metri, ciò consentendo<br />

la realizzazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici delle tipologie <strong>di</strong> case <strong>un</strong>ifamiliari, a schiera ed in linea.<br />

Il P.P. impone che il 60% della cubatura <strong>di</strong>sponibile sia destinata a realizzazioni<br />

da privati mentre il 40% ad e<strong>di</strong>lizia <strong>residenziale</strong> pubblica; <strong>di</strong> tale 40%, il 36%<br />

deve essere destinato ad e<strong>di</strong>lizia sovvenzionata, il restante 64% ad e<strong>di</strong>lizia<br />

convenzionata ed agevolata. Da ciò risulta chiaro lo scopo: promuovere la<br />

realizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo quartiere con criteri <strong>di</strong> integrazione tra fasce socioeconomiche<br />

<strong>di</strong>fferenti.<br />

Oltre a queste in<strong>di</strong>cazioni, il P.P. impone che:<br />

- il pianoterra degli e<strong>di</strong>fici sia porticato;<br />

- si conservino gli alberi secolari ed il verde <strong>di</strong> nuovo impianto sia coerente con la<br />

vegetazione me<strong>di</strong>terranea locale;<br />

- i materiali ed i colori rispettino la tra<strong>di</strong>zione locale.<br />

Le tipologie e<strong>di</strong>lizie progettate <strong>per</strong> il lavoro <strong>di</strong> tesi sono specificatamente riferibili<br />

alla Maglia 22, <strong>di</strong> cui si evidenzia l’importanza attribuita dal P.P al boulevard<br />

centrale che segue la linea <strong>di</strong> costa e si snoda da <strong>un</strong>’estremità all’altra della maglia<br />

stessa. Ai suoi lati sono previsti i complessi residenziali.<br />

Le tipologie progettate sono state quin<strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> casa isolata, e<strong>di</strong>ficio in linea e<br />

raggruppamento <strong>di</strong> case a schiera; ma poi, <strong>per</strong> completare la casistica ai fini<br />

dell’analisi energetica, si è progettato anche <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio torre, inammissibile nella<br />

Maglia 22 (vista l’altezza limite imposta a 15 metri) ma proponibile nella Maglia<br />

20.<br />

Le tavole del Progetto sono riportate in Appen<strong>di</strong>ce B.<br />

PARAGRAFO III.1.1 – DESCRIZIONE DELLE TIPOLOGIE EDILIZIE<br />

La casa in linea<br />

Per la casa in linea si è riproposto quanto impostato dal P.P. <strong>per</strong> le sottomaglie<br />

M2/6, M3/3 ed M3/6 della Maglia 22. È stata progettata <strong>un</strong>a stecca l<strong>un</strong>ga 72<br />

metri e profonda 10,35 metri, parallela alla linea <strong>di</strong> costa. La stecca suddetta, in<br />

realtà, si compone <strong>di</strong> due corpi <strong>di</strong> fabbrica separati, tra loro simmetrici.<br />

Come in<strong>di</strong>cato dal P.P., l’altezza è <strong>di</strong> 13 metri fuori terra; includendo <strong>un</strong><br />

pianoterra porticato e tre piani <strong>di</strong> alloggi articolati intorno a quattro vani scala.<br />

54


L’e<strong>di</strong>ficio prevede anche <strong>un</strong> piano interrato destinato a ripostigli (<strong>un</strong>o <strong>per</strong> ogni<br />

<strong>un</strong>ità abitativa) e locali tecnici.<br />

Sono stati progettati tre tagli <strong>di</strong> alloggio <strong>per</strong> rispondere alle molteplici esigenze<br />

dei nuclei familiari contemporanei.<br />

- Alloggio <strong>di</strong> taglio piccolo (m 2 40): l’alloggio prevede <strong>un</strong> ingresso, <strong>un</strong> soggiornopranzo<br />

con angolo cottura, <strong>un</strong> bagno ed <strong>un</strong>a camera da letto doppia. Tale alloggio<br />

è stato pensato <strong>per</strong> coppie <strong>di</strong> anziani oppure <strong>per</strong> giovani coppie senza figli, o<br />

anche <strong>per</strong> singoli.<br />

- Alloggio <strong>di</strong> taglio me<strong>di</strong>o: (m 2 65) l’alloggio prevede <strong>un</strong> soggiorno-pranzo con<br />

angolo cottura, due bagni e due camere da letto, <strong>per</strong> rispondere in maniera<br />

sod<strong>di</strong>sfacente alle esigenze della famiglia me<strong>di</strong>a composta da genitori con <strong>un</strong>o o<br />

due figli; conseguentemente, gli alloggi <strong>di</strong> taglio me<strong>di</strong>o sono in numero prevalente<br />

sugli altri, e nello specifico pari alla metà del totale.<br />

- Alloggio <strong>di</strong> taglio grande: (m 2 95) l’alloggio prevede <strong>un</strong>’ampia zona giorno e<br />

<strong>un</strong>’ampia zona pranzo con angolo cottura, e tre camere da letto ogn<strong>un</strong>a servita da<br />

<strong>un</strong> bagno. Una delle camere da letto, eventualmente, può essere utilizzata come<br />

stu<strong>di</strong>o o <strong>per</strong> lo svolgimento <strong>di</strong> attività lavorativa. Tale alloggio è stato pensato <strong>per</strong><br />

famiglie con molti figli o <strong>per</strong> famiglie cosiddette “allargate”, in cui con il nucleo<br />

familiare <strong>di</strong> base convivono nonni, figli <strong>di</strong> precedenti legami familiari, badanti,<br />

ecc.<br />

Come già scritto, l’e<strong>di</strong>ficio è <strong>di</strong>sposto parallelamente alla linea <strong>di</strong> costa. Tutti gli<br />

ambienti giorno si affacciano a nord-est, sul mare, e proprio su questo lato sono<br />

<strong>di</strong>sposte le terrazze. La struttura delle terrazze è separata da quella dell’e<strong>di</strong>ficio,<br />

<strong>per</strong> <strong>un</strong>a precisa scelta progettuale, quella <strong>di</strong> non avere ponti termici e quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione <strong>di</strong> calore. Dopo mezzogiorno, tra l’altro, le terrazze sono in ombra e<br />

quin<strong>di</strong> possono essere utilizzate, durante la bella stagione, <strong>per</strong> pranzare e <strong>per</strong><br />

godere della brezza marina.<br />

Le camere da letto sono invece <strong>di</strong>sposte a sud-ovest; al profilo del fabbricato è<br />

stata data <strong>un</strong>a sagoma scalettata in modo tale che le finestre <strong>di</strong> tali stanze<br />

affaccino <strong>di</strong>rettamente ad ovest e prendano luce nel pomeriggio quando,<br />

verosimilmente, i figli, o anche altri componenti del nucleo familiare, le utilizzano<br />

<strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o o l’intrattenimento. Per ridurre il guadagno solare estivo da tali<br />

finestre, è previsto <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> brise-soleil, che può anche integrare celle<br />

fotovoltaiche.<br />

I bagni ed i <strong>di</strong>simpegni si trovano nella fascia centrale dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Le case a schiera<br />

Il P.P. prevede due aggregazioni <strong>di</strong> case a schiera poste alle estremità del<br />

boulevard centrale.<br />

L’aggregato composto da tali alloggi ha forma <strong>di</strong> ventaglio: ciò implica che, <strong>per</strong><br />

ogni <strong>un</strong>ità abitativa, gli affacci dei <strong>di</strong>versi ambienti variano l<strong>un</strong>go <strong>un</strong> semicerchio,<br />

con <strong>di</strong>fferente comportamento energetico.<br />

Si è pensato allora <strong>di</strong> proporre <strong>un</strong>a forma <strong>di</strong> aggregazione alternativa, a maggiore<br />

efficienza energetica, in maniera tale da avere i lati ciechi della schiera orientati<br />

ad est e ad ovest, <strong>per</strong> ridurre i guadagni solari, ed ampie terrazze ombreggiate a<br />

55


sud; ciò si spiega facilmente se ricor<strong>di</strong>amo che, nei mesi più cal<strong>di</strong>, l’irraggiamento<br />

maggiore avviene ad est e ad ovest e che invece a sud, essendo il sole quasi allo<br />

zenit, è sufficiente avere opport<strong>un</strong>i aggetti orizzontali <strong>per</strong> proteggersi<br />

dall’eccessiva ra<strong>di</strong>azione solare.<br />

La schiera, avente su<strong>per</strong>ficie utile pari a 105 m 2 , si compone <strong>di</strong>:<br />

- <strong>un</strong> piano rialzato <strong>di</strong> accesso, con ingresso-soggiorno esposto a nord, pranzo e<br />

cucina a sud;<br />

- <strong>un</strong> primo piano con due camere da letto doppie.<br />

L’e<strong>di</strong>ficio ha anche <strong>un</strong> piano seminterrato destinato ad autorimessa e locale<br />

tecnico <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> 75 m 2 netti.<br />

Il vano scala ed i bagni, <strong>un</strong>o <strong>per</strong> piano, si trovano nella fascia centrale del corpo <strong>di</strong><br />

fabbrica.<br />

Per eseguire i calcoli relativi al fabbisogno energetico è stata considerata<br />

<strong>un</strong>’aggregazione <strong>di</strong> cinque <strong>un</strong>ità abitative.<br />

La casa isolata<br />

Il P.P., pur proponendo la tipologia <strong>di</strong> casa isolata, non riferisce in<strong>di</strong>cazioni in<br />

merito.<br />

È la tipologia, quella della casa isolata monofamiliare, sotto certi aspetti più<br />

<strong>di</strong>fficile da far rientrare negli standard imposti dal risparmio energetico (a causa<br />

dello sfavorevole rapporto S/V) ma anche quella <strong>per</strong> cui si possono utilizzare più<br />

convenientemente i sistemi solari, termico e fotovoltaico, proprio <strong>per</strong> la limitata<br />

richiesta <strong>di</strong> energia espressa da <strong>un</strong>a singola famiglia.<br />

Come la casa a schiera, anche la casa isolata progettata <strong>per</strong> questo lavoro <strong>di</strong> tesi si<br />

compone <strong>di</strong> <strong>un</strong> piano seminterrato, destinato ad autorimessa, depositi e locali<br />

tecnici, <strong>un</strong> piano rialzato ed <strong>un</strong> primo piano.<br />

Ipotizzando l’affaccio <strong>di</strong> ogni casa su viabilità con <strong>un</strong> certo traffico, l’asse stradale<br />

a nord, ed <strong>un</strong>a zona posteriore più tranquilla e riservata, a sud, con al più la sola<br />

viabilità <strong>di</strong> servizio, è stato deciso <strong>di</strong> non <strong>di</strong>sporre, come <strong>di</strong> solito avviene, la zona<br />

giorno a piano rialzato e quella notte al primo piano, ma <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire ambienti<br />

giorno e notte sui due livelli. Precisamente, a nord sono stati <strong>di</strong>sposti l’ingresso ed<br />

il soggiorno nonché <strong>un</strong>a stanza a<strong>di</strong>bita a stu<strong>di</strong>o a piano rialzato, e la zona pranzo e<br />

la cucina al primo piano; a sud, sono state <strong>di</strong>sposte le camere da letto sia a piano<br />

rialzato sia al primo piano.<br />

La loggia, come la terrazza nella tipologia in linea e <strong>per</strong> gli stessi motivi, è esposta<br />

a nord-est.<br />

Ogni livello si articola su <strong>di</strong> <strong>un</strong>a su<strong>per</strong>ficie netta pari a circa 100 m 2 .<br />

La casa a torre<br />

Come già in<strong>di</strong>cato all’inizio del capitolo, la tipologia <strong>di</strong> casa a torre non è<br />

ammissibile, secondo il P.P., <strong>per</strong> le maglie 21 e 22, dove gli e<strong>di</strong>fici non devono<br />

avere altezze su<strong>per</strong>iori ai 15 metri; mentre sarebbe ammessa nella maglia 20,<br />

com<strong>un</strong>que interessata dal bando <strong>di</strong> concorso.<br />

56


La casa a torre, rispetto ad altre tipologie, ha <strong>un</strong> favorevole rapporto S/V e può<br />

consentire <strong>un</strong> efficiente comportamento energetico. Ai fini <strong>di</strong> ampliare i risultati<br />

dell’applicazione <strong>di</strong> ricerca e consentire valutazioni energetiche <strong>di</strong> confronto tra<br />

<strong>di</strong>versi e<strong>di</strong>fici, si è deciso quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> progettarla.<br />

La casa torre progettata prevede, oltre a due piani interrati destinati a cantinole ed<br />

a locali tecnici, <strong>un</strong> piano terra pilotis <strong>di</strong> accesso all’e<strong>di</strong>ficio e otto piani <strong>di</strong><br />

abitazione.<br />

Ad ogni livello vi sono quattro alloggi, due <strong>di</strong> taglio me<strong>di</strong>o e due <strong>di</strong> taglio grande,<br />

aventi su<strong>per</strong>ficie pari, rispettivamente, a 75 e 105 m 2 , <strong>di</strong>sposti intorno ad <strong>un</strong> vano<br />

scala cieco.<br />

La <strong>di</strong>stribuzione in pianta del piano tipo è simmetrica. A nord-est e nord-ovest, a<br />

destra ed a sinistra del vano scala, si trovano gli alloggi <strong>di</strong> taglio me<strong>di</strong>o; a sud-est<br />

e sud-ovest, quelli gran<strong>di</strong>.<br />

Le camere da letto dei quattro alloggi affacciano sui fronti est ed ovest, mentre le<br />

zone giorno sono poste al centro dell’e<strong>di</strong>ficio, con affaccio a Nord negli alloggi <strong>di</strong><br />

taglio me<strong>di</strong>o e con affaccio a Sud negli alloggi <strong>di</strong> taglio grande. I servizi ed i<br />

<strong>di</strong>simpegni sono articolati l<strong>un</strong>go <strong>un</strong>a fascia che separa la zona notte dalla zona<br />

giorno.<br />

Anche la casa a torre prevede le logge, che <strong>per</strong>ò, <strong>di</strong>versamente dalle altre tipologie<br />

progettate, sono <strong>di</strong>sposte in<strong>di</strong>fferentemente a nord ed a sud, visto proprio il tipo<br />

e<strong>di</strong>lizio in cui gli alloggi sono <strong>di</strong>stribuiti intorno al vano scala in modo compatto e<br />

<strong>per</strong>ciò non possono avere tutti il medesimo orientamento.<br />

PARAGRAFO III.1.2 – IL PROGETTO DEL RISPARMIO DELLE<br />

RISORSE<br />

Per tutte le tipologie progettate è prevista la realizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong><br />

recu<strong>per</strong>o delle acque piovane e delle acque grigie. Le prime, raccolte in cisterne,<br />

saranno utilizzate <strong>per</strong> irrigare i giar<strong>di</strong>ni condominiali; le seconde, filtrate,<br />

serviranno <strong>per</strong> gli sciacquoni dei wc.<br />

Quello del risparmio della risorsa idrica, anche tramite il recu<strong>per</strong>o delle acque, è<br />

<strong>un</strong> altro aspetto importante del progettare sostenibile. Nelle abitazioni solo il 4%<br />

dell’acqua utilizzata richiede effettivamente la caratteristica <strong>di</strong> essere potabile; la<br />

restante aliquota serve <strong>per</strong> usi domestici e <strong>per</strong> l’igiene <strong>per</strong>sonale e, <strong>per</strong> ben il 40%,<br />

<strong>per</strong> gli sciacquoni dei water. Riutilizzando a tale scopo l’acqua grigia, ovvero<br />

quella degli scarichi <strong>di</strong> lavan<strong>di</strong>ni e sanitari <strong>di</strong>versi dai water, invece che smaltirla<br />

<strong>di</strong>rettamente, quasi si <strong>di</strong>mezzerebbe il fabbisogno d’acqua <strong>per</strong> uso domestico.<br />

Per il risparmio energetico, naturalmente, bisogna opport<strong>un</strong>amente coibentare dal<br />

p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista termico tutto l’involucro e<strong>di</strong>lizio; inoltre è determinante usare<br />

impianti <strong>di</strong> riscaldamento a bassa tem<strong>per</strong>atura, che possono essere supportati<br />

anche dal solare termico, e caldaie ad alta efficienza.<br />

Di conseguenza, <strong>per</strong> le chiusure verticali esterne <strong>di</strong> progetto è stata scelta <strong>un</strong>a<br />

coibentazione “a cappotto” che, <strong>per</strong> rispettare i valori limite delle trasmittanze<br />

imposti dal D.M. 192/2005 è stata realizzata con pannelli in lana <strong>di</strong> vetro dello<br />

spessore <strong>di</strong> 8 cm. Si sono selezionati pannelli con opport<strong>un</strong>a resistenza meccanica<br />

alla compressione (tra i <strong>di</strong>versi prodotti commerciali, ad esempio, si è fatto<br />

57


iferimento ai pannelli in lana <strong>di</strong> vetro “Extrawall” prodotti dalla Isover StGobain,<br />

le cui caratteristiche sono in<strong>di</strong>cate sul sito dell’azienda produttrice, www.isover.it)<br />

<strong>per</strong> poterli svoltare sotto il muretto d’attico così da non interrom<strong>per</strong>e il “cappotto”<br />

e correggere il ponte termico chiusura verticale esterna – chiusura orizzontale <strong>di</strong><br />

co<strong>per</strong>tura. Anche in corrispondenza delle a<strong>per</strong>ture, la coibentazione è stata<br />

svoltata fino a filo del serramento, sempre col chiaro intento <strong>di</strong> abbattere il ponte<br />

termico.<br />

La chiusura orizzontale <strong>di</strong> co<strong>per</strong>tura è stata coibentata con lo stesso tipo <strong>di</strong><br />

isolante utilizzato <strong>per</strong> le chiusure verticali esterne. Lo strato coibente è<br />

<strong>di</strong>rettamente poggiato sul solaio laterocementizio; a seguire vi è il massetto delle<br />

pendenze, il manto im<strong>per</strong>meabilizzante, <strong>un</strong>o strato <strong>di</strong> frizione in sabbia, <strong>un</strong>o strato<br />

<strong>di</strong> allettamento e la pavimentazione del lastrico solare.<br />

La chiusura orizzontale <strong>di</strong> base è realizzata me<strong>di</strong>ante <strong>un</strong> massetto in cls<br />

laterocementizia su i cosiddetti “granchi”, casseri a <strong>per</strong>dere in PVC che evitano il<br />

contatto <strong>di</strong>retto col terreno (tra i <strong>di</strong>versi prodotti commerciali, ad esempio, si è<br />

fatto riferimento ai granchi prodotti dall’azienda PFB, le cui caratteristiche sono<br />

in<strong>di</strong>cate sul sito www.projectforbuil<strong>di</strong>ng.it).<br />

Per garantire l’isolamento acustico tra gli alloggi, anche le pareti <strong>di</strong> separazione<br />

tra gli stessi sono state coibentate con pannelli in lana <strong>di</strong> vetro dello stesso tipo<br />

utilizzato <strong>per</strong> le chiusure d’involucro. Come garantito dalla casa produttrice,<br />

infatti, i pannelli impiegati sono fonoassorbenti oltre che termoisolanti.<br />

Il sistema <strong>di</strong> riscaldamento scelto è quello a pannelli ra<strong>di</strong>anti a pavimento, che si<br />

sta affermando come sistema più confortevole <strong>di</strong> altri e più efficiente<br />

energeticamente. Questi sistemi prevedono l’uso <strong>di</strong> <strong>un</strong>o strato <strong>di</strong> coibenza termica<br />

<strong>per</strong> non <strong>di</strong>s<strong>per</strong>dere il calore negli ambienti a<strong>di</strong>acenti; <strong>per</strong> l’orizzontamento<br />

interme<strong>di</strong>o, tale strato f<strong>un</strong>ge anche da isolamento acustico, con l’accorgimento <strong>di</strong><br />

risvoltare fin <strong>di</strong>etro il battiscopa il gi<strong>un</strong>to <strong>di</strong> espansione laterale del sistema a<br />

pannelli ra<strong>di</strong>anti, così da garantire <strong>un</strong> f<strong>un</strong>zionamento a pavimento galleggiante <strong>per</strong><br />

ridurre i rumori impattivi.<br />

Si è supposta l’utilizzazione <strong>di</strong> caldaie a condensazione; al pari del sistema <strong>di</strong><br />

riscaldamento a pannelli ra<strong>di</strong>anti a pavimento, tali caldaie rappresentano la<br />

tecnologia attualmente più all’avanguar<strong>di</strong>a nel campo del risparmio energetico.<br />

Le chiusure trasparenti utilizzate nel progetto sono tutte con telaio metallico a<br />

taglio termico e doppio vetro (5-9-5 mm), anch’esse progettate in maniera tale da<br />

non su<strong>per</strong>are i valori limite <strong>di</strong> trasmittanza imposti.<br />

PARAGRAFO III.1.3 – METODOLOGIA DI CALCOLO. IL SOFTWARE<br />

RECAL PE<br />

Esistono in commercio molti software che consentono <strong>di</strong> eseguire i calcoli del<br />

fabbisogno energetico degli e<strong>di</strong>fici.<br />

In questo lavoro <strong>di</strong> tesi è stato utilizzato il Recal PE, programma <strong>di</strong> calcolo<br />

elaborato dall’ENEA (Ente Nazionale <strong>per</strong> l’Energia e l’Ambiente), ente che o<strong>per</strong>a<br />

<strong>per</strong> migliorare l’efficienza energetica, <strong>di</strong>ffondere la cultura del risparmio<br />

58


energetico ed introdurre nuove tecnologie <strong>di</strong> produzione dell’energia orientate alla<br />

salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente.<br />

Prima <strong>di</strong> eseguire il calcolo del fabbisogno energetico me<strong>di</strong>ante il software<br />

suddetto <strong>per</strong> tutte le tipologie e<strong>di</strong>lizie <strong>di</strong> progetto, si è effettuato il calcolo<br />

“manuale” del fabbisogno energetico <strong>per</strong> la tipologia <strong>di</strong> “casa isolata”, come<br />

mezzo <strong>per</strong> approfon<strong>di</strong>re la conoscenza <strong>di</strong> norme e procedure necessarie a<br />

<strong>per</strong>seguire l’obiettivo preposto al lavoro, ed acquisire la padronanza<br />

in<strong>di</strong>spensabile <strong>per</strong> controllare e valutare i risultati prodotti dal software.<br />

Oltre a quanto in<strong>di</strong>cato nel D.M. 192/2005 e nel successivo D.L. 311/2006<br />

relativamente ai valori limite delle trasmittanze, nonché all’Allegato A “Linee<br />

guida e raccomandazioni <strong>progettuali</strong>” ed all’Allegato I (mo<strong>di</strong>ficato proprio dalla<br />

Legge 311 del 29 Dicembre 2006) dello stesso D.M. 192/2005, è stato fatto<br />

riferimento anche alle seguenti Norme UNI:<br />

− 946 - Resistenza e trasmittanza termica;<br />

− 10077-1 - Trasmittanza termica <strong>di</strong> porte e finestre;<br />

− 10344 - Calcolo del fabbisogno <strong>di</strong> energia;<br />

− 10348 - Ren<strong>di</strong>menti dei sistemi <strong>di</strong> riscaldamento;<br />

− 10349 - Dati climatici;<br />

− 10351 - Conduttività termica e <strong>per</strong>meabilità al vapore;<br />

− 10355 - Resistenze termiche <strong>di</strong> murature e solai;<br />

− 10379 - Fabbisogno energetico convenzionale normalizzato;<br />

− 13370 - Trasferimento <strong>di</strong> calore attraverso il terreno;<br />

− 13786 - Caratteristiche termiche <strong>di</strong>namiche;<br />

− 13789 - Coefficiente <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> calore <strong>per</strong> trasmissione;<br />

− 13790 - Thermal <strong>per</strong>formance of buil<strong>di</strong>ngs – Calculation of energy use for<br />

space heating;<br />

− 14683 - Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione termica lineica.<br />

Procedura manuale<br />

La procedura seguita è descritta, nell’or<strong>di</strong>ne, ai successivi 12 p<strong>un</strong>ti.<br />

1) Definizione dei dati climatici<br />

I dati, da riferirsi alla zona in esame (ovvero Bari <strong>per</strong> il caso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della tesi),<br />

sono relativi a:<br />

− località;<br />

− latitu<strong>di</strong>ne;<br />

− regione <strong>di</strong> vento;<br />

− zona climatica - gra<strong>di</strong> giorno;<br />

− classificazione dell'’e<strong>di</strong>ficio;<br />

− determinazione tem<strong>per</strong>atura interna in f<strong>un</strong>zione della categoria;<br />

− determinazione del numero <strong>di</strong> giorni <strong>di</strong> riscaldamento in f<strong>un</strong>zione della zona<br />

climatica;<br />

59


− tem<strong>per</strong>atura dell’aria esterna me<strong>di</strong>a stagionale;<br />

− velocità del vento me<strong>di</strong>a giornaliera;<br />

− irra<strong>di</strong>anza solare me<strong>di</strong>a mensile su piano orizzontale stagionale nel mese <strong>di</strong><br />

massima insolazione.<br />

2) Stu<strong>di</strong>o dell’e<strong>di</strong>ficio<br />

Oltre ai parametri geometrici, quali il volume lordo riscaldato dell’e<strong>di</strong>ficio, la<br />

su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong>s<strong>per</strong>dente del volume riscaldato, il rapporto S/V,<br />

sono state in<strong>di</strong>viduate tutte le componenti attraverso cui avviene la <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione <strong>di</strong><br />

calore, ovvero:<br />

− CO_sup Chiusura orizzontale su<strong>per</strong>iore;<br />

− CO_bas Chiusura orizzontale <strong>di</strong> base;<br />

− CO_tor Chiusura orizzontale del torrino;<br />

− CO_int Chiusura orizzontale interme<strong>di</strong>a;<br />

− CV_est Chiusura verticale esterna;<br />

− CV_int Chiusura verticale interrata;<br />

− P 1 Portellone del garage;<br />

− P 2 Porta <strong>di</strong> ingresso dall’esterno;<br />

− P 3 Porta del torrino vano scala;<br />

− Cass Cassonetto delle tapparelle;<br />

− F 1 Finestra locale interrato;<br />

− F 2 Finestra bagno locale interrato;<br />

− F 3 Porta finestra a quattro ante;<br />

− F 4 Finestra ad anta scorrevole;<br />

− F 5 Porta finestra a due ante;<br />

− F 6 Finestra semplice;<br />

− F 7 Finestra del bagno;<br />

− F 8 Finestra ad anta scorrevole piccola;<br />

− PT 1 Soletta dei balconi - muro esterno;<br />

− PT 2 Angolo convesso;<br />

− PT 3 Angolo concavo.<br />

Successivamente, l’e<strong>di</strong>ficio è stato sud<strong>di</strong>viso in due “zone termiche”: quella<br />

riscaldata (R) e quella non riscaldata (NR). Per la casa isolata assoggettata a<br />

calcolo manuale, ricadono nella prima zona gli ambienti giorno e notte, i bagni, le<br />

cucine ed anche il vano scala; mentre fanno parte della seconda zona i locali<br />

interrati ed il torrino del vano scala.<br />

3) Calcolo delle trasmittanze delle componenti opache<br />

La <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> tem<strong>per</strong>atura tra le due su<strong>per</strong>fici <strong>di</strong> definizione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a chiusura,<br />

cioè le su<strong>per</strong>fici esterna ed interna <strong>per</strong> <strong>un</strong>a chiusura verticale o le su<strong>per</strong>fici<br />

intradossale ed estradossale <strong>per</strong> <strong>un</strong>a chiusura orizzontale, provoca la trasmissione<br />

<strong>di</strong> calore.<br />

60


Lo stu<strong>di</strong>o della trasmissione del calore è estremamente <strong>complesso</strong>; <strong>per</strong>ciò, lo si<br />

semplifica ipotizzando le seguenti con<strong>di</strong>zioni:<br />

- regime stazionario (ovvero, flusso <strong>di</strong> calore costante nel tempo);<br />

- parete piana <strong>di</strong> estensione infinita;<br />

- materiali omogenei ed isotropi;<br />

- facce esterne della parete considerate isoterme.<br />

La trasmittanza U è il flusso <strong>di</strong> calore che attraversa <strong>un</strong>a su<strong>per</strong>ficie <strong>un</strong>itaria<br />

sottoposta ad <strong>un</strong>a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> tem<strong>per</strong>atura pari a 1°C (secondo la UNI 6946).<br />

Essa viene calcolata come:<br />

U = RT -1<br />

Dove:<br />

RT = Rsi + Ri + Rse<br />

con:<br />

- Rsi = resistenza su<strong>per</strong>ficiale interna;<br />

- Ri = resistenza termica utile <strong>di</strong> ciasc<strong>un</strong>o strato;<br />

- Rse = resistenza su<strong>per</strong>ficiale esterna.<br />

Ri viene determinato come:<br />

R = d / λ<br />

con:<br />

- d = spessore del materiale;<br />

- λ = conduttività termica utile.<br />

Per Rsi e Rse vale, invece, la seguente tabella (estratta dalla norma UNI 6946):<br />

<strong>di</strong>rezione del flusso termico<br />

Ascendente Orizzontale Discendente<br />

Resistenza termica<br />

su<strong>per</strong>ficiale interna<br />

Resistenza termica<br />

0,100 0,130 0,170<br />

su<strong>per</strong>ficiale esterna 0,040 0,040 0,040<br />

I valori calcolati sono stati poi confrontati con quelli che il D.M. 192/2005<br />

impone a partire dall’anno 2010; <strong>per</strong> la zona climatica C (quella in cui ricade il<br />

com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Bari), i limiti imposti sono:<br />

componenti opachi verticali U = 0,40 W/m²K<br />

componenti opachi orizzontali U = 0,38 W/m²K<br />

pavimenti U = 0,42 W/m²K<br />

componenti trasparenti U = 2,60 W/m²K<br />

61


La tabella è stata utilizzata anche <strong>per</strong> calcolare la Massa su<strong>per</strong>ficiale Msi e la<br />

Capacità termica areica delle strutture (dati necessari <strong>per</strong> la verifica dell’inerzia<br />

termica delle strutture).<br />

4) Calcolo delle trasmittanze delle componenti finestrate<br />

La trasmittanza termica <strong>di</strong> <strong>un</strong>a finestra Uw, è determinata, secondo la Uni 10077-<br />

1, me<strong>di</strong>ante l’equazione:<br />

Uw = (Ag * Ug + Af * Uf + Ig * ψl ) / (Ag / Af )<br />

dove Ug, trasmittanza termica della vetrata, è determinata me<strong>di</strong>ante la formula:<br />

Ug = ( Rse + S (dj / λj ) + S Rsj + Rsi ) -1<br />

con:<br />

- Ag = area della vetrata [m²]<br />

- Ug = trasmittanza termica della vetrata [W/m²K]<br />

- Af = area del telaio fisso [m²]<br />

- Uf = trasmittanza termica del telaio fisso [W/m²K]<br />

- Ig = l<strong>un</strong>ghezza della vetrata [m]<br />

- ψl = trasmittanza termica lineare<br />

della vetrata [W/mK]<br />

- Rse = resistenza termica su<strong>per</strong>ficiale<br />

interna [m²K/W]<br />

- Rsi = resistenza termica su<strong>per</strong>ficiale<br />

esterna [m²K/W]<br />

- Rsj = resistenza termica dell’intercape<strong>di</strong>ne [m²K/W]<br />

- dj = spessore dello strato j-esimo [m]<br />

- λj = conduttività termica del materiale<br />

componente lo strato j-esimo [W/mK]<br />

Se è presente <strong>un</strong> accessorio oscurante (ad esempio <strong>un</strong>a serranda), si introduce <strong>un</strong>a<br />

resistenza termica aggi<strong>un</strong>tiva e la trasmittanza termica risultante Uws <strong>di</strong>viene pari<br />

a:<br />

Uws = ( Uw -1 + ∆ R ) -1<br />

dove:<br />

∆ R = 0,55 * Rsh + 0,11 (chiusure con <strong>per</strong>meabilità me<strong>di</strong>a)<br />

con:<br />

- ∆ R = Resistenza termica ad<strong>di</strong>zionale [m² K/W]<br />

- Rsh = Fattore ricavato dalla Uni 10077-1<br />

62


Il valore me<strong>di</strong>o della trasmittanza del componente trasparente Uwm è poi<br />

determinato tenendo conto della variazione della trasmittanza nel tempo. Si<br />

utilizza la formula:<br />

Uwm = ( Uw * tw + Uws * tws ) / ( tw + tws )<br />

dove:<br />

- tw = <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> tempo in cui il componente ha trasmittanza Uw;<br />

- tws = <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> tempo in cui il componente ha trasmittanza Uws;<br />

tw e tws sono pari, sempre secondo la Uni 10077-1, a 43.200 secon<strong>di</strong>.<br />

5) Definizione degli ombreggiamenti<br />

Calcolate le trasmittanze delle componenti trasparenti, si passa alla definizione<br />

degli ombreggiamenti eventualmente presenti <strong>per</strong> le stesse.<br />

Per le esposizioni a Sud, Ovest ed Est si determina, graficamente, l’angolo<br />

formato dagli aggetti orizzontali e/o verticali sulle finestrature.<br />

Questo dato servirà successivamente <strong>per</strong> il calcolo dei guadagni solari.<br />

6) Calcolo della <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica <strong>per</strong> trasmissione<br />

Note le trasmittanze <strong>di</strong> tutti i componenti dell’involucro e<strong>di</strong>lizio, si passa al<br />

calcolo della <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica dell’e<strong>di</strong>ficio <strong>per</strong> trasmissione <strong>di</strong> calore tra<br />

ambienti a tem<strong>per</strong>ature <strong>di</strong>fferenti.<br />

Si procede, in questa fase, considerando tutti i luoghi dell’e<strong>di</strong>ficio in cui la<br />

trasmissione del calore avviene:<br />

− dagli ambienti riscaldati verso l’esterno;<br />

− dagli ambienti riscaldati verso gli ambienti non riscaldati;<br />

− dagli ambienti non riscaldati verso l’esterno;<br />

ottenendo <strong>un</strong> valore del coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica <strong>per</strong> trasmissione Ld,<br />

espresso in W/K.<br />

7) Calcolo della <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica <strong>per</strong> ventilazione<br />

In<strong>di</strong>cando con:<br />

V = volume<br />

(dell’e<strong>di</strong>ficio o della parte <strong>di</strong> esso interessata)<br />

n = numero <strong>di</strong> ricambi d’aria (0,3 [h -1 ])<br />

V° = portata d’aria <strong>di</strong> rinnovo dell’e<strong>di</strong>ficio = V*n<br />

ρa = la densità dell’aria<br />

ca = il calore specifico dell’aria<br />

ρa * ca = 0,34 [Wh/m 3 K]<br />

63


si ha che il che il coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica <strong>per</strong> ventilazione vale: Hv =<br />

V° * ρa * ca [W/K].<br />

Anche in questo caso si procede <strong>di</strong>stinguendo la <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione dai locali riscaldati<br />

verso l’esterno, dai locali riscaldati verso i non riscaldati e dai locali non riscaldati<br />

verso l’esterno.<br />

8) Calcolo del coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica globale dell’e<strong>di</strong>ficio, H<br />

Con R=zona riscaldata, NR= zona non riscaldata, ed E=esterno, i calcoli eseguiti<br />

nelle fasi precedenti forniscono i seguenti valori:<br />

− Ld coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica <strong>per</strong> trasmissione relativo<br />

all’accoppiamento termico R/E, in W/K;<br />

− Ld,iu coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica <strong>per</strong> trasmissione relativo<br />

all’accoppiamento termico R/NR, in W/K;<br />

− Ld,eu coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica <strong>per</strong> trasmissione relativo<br />

all’accoppiamento termico NR/E, W/K;<br />

− Ls coefficiente <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> calore attraverso il terreno, W/K (nullo nel caso<br />

in cui i locali interrati non siano riscaldati, come nel progetto <strong>di</strong> tesi);<br />

− Hv coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica <strong>per</strong> ventilazione, W/K, sud<strong>di</strong>viso in tre<br />

aliquote,<br />

Hv R - E,<br />

Hv iu R - NR,<br />

Hv eu NR - E.<br />

In base a tali valori, si calcolano:<br />

− Hiu come Liu + Hv iu;<br />

− Heu come Leu + Hv eu;<br />

che consentono <strong>di</strong> determinare il coefficiente b, detto “fattore correttivo <strong>per</strong> zone<br />

non riscaldate”, in particolare<br />

b = Heu/(Hiu+Heu).<br />

Il coefficiente b consente <strong>di</strong> omogeneizzare le zone NR alle zone R. Calcolato b,<br />

si determinano:<br />

Hu = Liu * b [W/K]<br />

coefficiente <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> calore attraverso spazi non riscaldati;<br />

Ht = Ld + Ls + Hu [W/K]<br />

coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica <strong>per</strong> trasmissione;<br />

H = Ht + Hv [W/K]<br />

coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica globale.<br />

64


9) Determinazione dell’energia termica totale, QL<br />

QL = H * ( Ti - Te) * t [ J ]<br />

dove:<br />

QL energia termica totale;<br />

H coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione termica;<br />

Ti tem<strong>per</strong>atura interna <strong>di</strong> progetto ( 20°C);<br />

Te tem<strong>per</strong>atura esterna (°C);<br />

t durata in secon<strong>di</strong> (86.400 al giorno).<br />

Il valore <strong>di</strong> QL viene calcolato mese <strong>per</strong> mese <strong>per</strong> il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> riscaldamento<br />

ammesso nel luogo considerato; <strong>per</strong> Bari, in cui si colloca il caso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della<br />

tesi, il <strong>per</strong>iodo da considerare è da metà novembre alla fine <strong>di</strong> marzo.<br />

Anche i valori me<strong>di</strong> mensili della tem<strong>per</strong>atura esterna variano da luogo a luogo; a<br />

Bari sono:<br />

Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo<br />

Te (°C) 14,00 10,20 8,60 9,20 11,10<br />

10) Calcolo degli apporti gratuiti Qg<br />

Gli apporti gratuiti sono somma <strong>di</strong> tre contributi:<br />

− gli apporti interni Qi;<br />

− gli apporti solari Qs su componenti trasparenti;<br />

− gli apporti solari Qs su componenti opache.<br />

I primi sono dovuti alla presenza <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone e componenti elettriche ed<br />

impiantistiche nell’e<strong>di</strong>ficio. La legge fornisce, a seconda della tipologia <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>ficio, <strong>un</strong> coefficiente <strong>per</strong> la loro determinazione.<br />

Gli apporti solari sono somma <strong>di</strong> due contributi: il primo, offerto dalla ra<strong>di</strong>azione<br />

solare che penetra dalle finestre e che <strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> vetro e dallo spessore<br />

dell’infisso nonché dall’ombreggiatura fornita da aggetti orizzontali e verticali, se<br />

presenti, e dalle ostruzioni; , il secondo, dal riscaldamento delle pareti esterne,<br />

sempre dovuto alla ra<strong>di</strong>azione solare.<br />

11) Calcolo del fattore <strong>di</strong> utilizzazione degli apporti gratuiti, µ<br />

I guadagni solari <strong>di</strong>pendono dall’inerzia termica delle componenti dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

La <strong>di</strong>fferenza tra il calore offerto dall’irraggiamento solare ed il calore che<br />

l’e<strong>di</strong>ficio è capace <strong>di</strong> trattenere viene in<strong>di</strong>viduato attraverso il fattore <strong>di</strong><br />

utilizzazione.<br />

Per il calcolo <strong>di</strong> tale fattore, si fa riferimento alla capacità termica ed alla costante<br />

<strong>di</strong> tempo dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

65


12) Calcolo del fabbisogno termico <strong>per</strong> il riscaldamento, Qh<br />

Noti QL, µ e Qg, si può infine determinare il fabbisogno termico dell’e<strong>di</strong>ficio<br />

come:<br />

Qh = QL - µ Qg<br />

Come ultimo passo della procedura, noti QL e Qh, si determina il fabbisogno<br />

termico <strong>per</strong> il riscaldamento dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

È necessario, a questo p<strong>un</strong>to, ipotizzare l’utilizzo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a specifica caldaia; grazie<br />

ai dati forniti dal produttore della stessa ed a quelli relativi al tipo <strong>di</strong> impianto, <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione e <strong>di</strong> emissione, si determina infine il “Fabbisogno mensile <strong>di</strong><br />

Energia Primaria” dell’e<strong>di</strong>ficio espresso in kWh/m 2 a.<br />

Il software Recal PE<br />

La procedura descritta attraverso i precedenti 12 p<strong>un</strong>ti è stata utilizzata sia <strong>per</strong> il<br />

calcolo manuale sia <strong>per</strong> quello assistito dal software de<strong>di</strong>cato.<br />

Per il calcolo manuale si sono raccolti e gestiti tutti i dati me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong><br />

software <strong>di</strong> foglio elettronico, nello specifico Excel.<br />

Il calcolo eseguito me<strong>di</strong>ante software de<strong>di</strong>cato, nello specifico Recal PE, come è<br />

intuibile, offre il vantaggio <strong>di</strong> eseguire tutte le o<strong>per</strong>azioni richieste in modo più<br />

agevole ed integrato, senza dover gestire più fogli <strong>di</strong> calcolo<br />

contemporaneamente.<br />

Nel software Recal PE, la prima fase è quella <strong>di</strong> immissione dei dati, ed in<br />

particolare i:<br />

− parametri relativi all’e<strong>di</strong>ficio;<br />

− dati generali dell’e<strong>di</strong>ficio (volume riscaldato, su<strong>per</strong>ficie esterna <strong>di</strong>s<strong>per</strong>dente,<br />

numero <strong>di</strong> piani, tem<strong>per</strong>atura interna <strong>di</strong> progetto e tipo <strong>di</strong> destinazione d’uso);<br />

− dati climatici del luogo in cui sorge l’e<strong>di</strong>ficio;<br />

Successivamente sono richiesti i dati relativi ad eventuali fattori <strong>di</strong> schermatura:<br />

ostruzioni esterne, aggetti verticali e/o orizzontali.<br />

Si procede quin<strong>di</strong> “<strong>di</strong>segnando” le parti opache; <strong>di</strong> conseguenza, il software, in<br />

base agli spessori ed ai materiali utilizzati, ne calcola conduttività termica ed<br />

inerzia termica e valuta gli eventuali rischi <strong>di</strong> condensa.<br />

Vanno poi definiti i serramenti, in<strong>di</strong>candone i dati geometrici (area totale occupata<br />

dal serramento nonché del solo vetro, <strong>per</strong>imetro del vetro, ecc.). Il software<br />

<strong>per</strong>mette <strong>di</strong> scegliere tra varie soluzioni sia <strong>per</strong> la parte vetrata (vetro singolo,<br />

doppio vetro, ecc.) sia <strong>per</strong> il telaio (legno, metallico a taglio termico, ecc.). Se<br />

presente, si in<strong>di</strong>ca anche il sistema <strong>di</strong> oscuramento.<br />

Terminata la fase <strong>di</strong> immissione dati relativa all’e<strong>di</strong>ficio nel suo insieme, si passa<br />

all’inserimento dei dati relativi ai singoli alloggi e/o ai singoli ambienti.<br />

66


Di ogni componente che li definisce, va in<strong>di</strong>cato, procedendo <strong>per</strong> or<strong>di</strong>ne partendo<br />

dalle pareti esposte a nord e continuando <strong>per</strong> gli altri tre orientamenti, l’entità<br />

geometrica e l’eventuale fattore <strong>di</strong> schermatura.<br />

Infine, si introducono i dati relativi all’impianto <strong>di</strong> riscaldamento scelto.<br />

I dati in uscita, calcolati dal software, sono:<br />

− il coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione volumica, che in<strong>di</strong>ca le <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sioni dell’e<strong>di</strong>ficio;<br />

− il ren<strong>di</strong>mento stagionale, cioè l’efficienza dell’intero sistema impiantistico,<br />

comprendendo la caldaia, la rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, i corpi (scaldanti ed i sistemi <strong>di</strong><br />

regolazione;<br />

− il fabbisogno energetico normalizzato <strong>per</strong> il riscaldamento, cioè la quantità <strong>di</strong><br />

energia richiesta dall’e<strong>di</strong>ficio e dall’impianto <strong>per</strong> mantenere la tem<strong>per</strong>atura<br />

ambiente a 20 °C <strong>per</strong> l’intera stagione <strong>di</strong> riscaldamento.<br />

L’ultimo dato in<strong>di</strong>cato è il FEP, fabbisogno annuo <strong>di</strong> energia primaria, in base al<br />

quale si verifica l’e<strong>di</strong>ficio e se ne determina la corrispondente classe energetica.<br />

Oltre i dati aggregati, il software offre anche dati utili <strong>per</strong> <strong>un</strong>’analisi più<br />

dettagliata dell’e<strong>di</strong>ficio come, <strong>per</strong> esempio, l’entità delle <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sioni delle varie<br />

componenti e la loro incidenza <strong>per</strong>centuale; l’entità della <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione attraverso i<br />

ponti termici; i guadagni solari.<br />

PARAGRAFO III.1.4 – L'ANALISI COSTI-BENEFICI<br />

Nel lavoro <strong>di</strong> tesi è stata poi condotta <strong>un</strong>’analisi costi-benefici delle <strong>scelte</strong> o<strong>per</strong>ate<br />

al fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare che ridurre i consumi energetici presenta anche <strong>un</strong> ritorno<br />

economico <strong>per</strong> chi pagherà i costi <strong>di</strong> gestione dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

L’analisi costi-benefici<br />

L’analisi costi-benefici è utilizzabile in tutti quei casi in cui sia in gioco <strong>un</strong><br />

investimento che si desidera produca <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> benefici. Il suo risultato<br />

fornisce <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> convenienza che definiscono l’eventuale vantaggio<br />

del porre in o<strong>per</strong>a la decisione progettuale analizzata.<br />

La procedura consiste in <strong>un</strong> raffronto tra il denaro speso <strong>per</strong> l’investimento ed il<br />

denaro o i benefici monetizzabili che si presume saranno generati<br />

dall’investimento stesso nell’arco della sua vita.<br />

Affinché l’analisi abbia vali<strong>di</strong>tà, i termini da raffrontare devono riferirsi allo<br />

stesso istante temporale: si sceglie <strong>di</strong> solito l’attualità, dove è collocato<br />

l’investimento iniziale Io, e <strong>di</strong> conseguenza si attualizzano tutti i profitti futuri.<br />

Il fattore che rende possibile il confronto tra quantità <strong>di</strong> denaro spese o<br />

guadagnate in tempi <strong>di</strong>fferenti è l’interesse.<br />

Se “i” è l’interesse annuo, la regola <strong>di</strong> “capitalizzazione composta”, che fissa<br />

l’equivalenza tra <strong>un</strong> capitale Ko o<strong>di</strong>erno ed <strong>un</strong> capitale Kn <strong>di</strong>sponibile tra n anni, è<br />

la seguente:<br />

Kn = Ko ( 1 + i ) n<br />

67


da cui si deduce la regola secondo cui attualizzare <strong>un</strong> capitale Kn <strong>di</strong>sponibile tra n<br />

anni:<br />

Ko = Kn / ( 1 + i ) n<br />

Supponendo che <strong>un</strong> investimento Io, o<strong>per</strong>ato attualmente, <strong>di</strong>a origine nel futuro ad<br />

<strong>un</strong> “flusso <strong>di</strong> cassa” FCj, dove j sono gli anni <strong>per</strong> i quali l’investimento produrrà<br />

<strong>un</strong> profitto, il valore attuale <strong>di</strong> tali profitti potrà essere calcolato attualizzando gli<br />

FCj.<br />

Definendo VA(FCj) il valore così determinato, si può introdurre il “valore attuale<br />

netto” VAN, che rappresenta la <strong>di</strong>fferenza tra la somma dei benefici in<strong>di</strong>viduata<br />

dalla precedente equazione e l’investimento iniziale:<br />

VAN = VA(FCj) - Io<br />

Se il VAN relativo ad <strong>un</strong>a data ipotesi progettuale è positivo, al termine della vita<br />

dell’investimento i benefici prodotti corrisponderanno ad <strong>un</strong> importo su<strong>per</strong>iore<br />

all’investimento stesso; l’ipotesi sarà, quin<strong>di</strong>, rem<strong>un</strong>erativa e ciò consiglierebbe <strong>di</strong><br />

porla in atto. In caso contrario non sarà produttivo, in termini economici,<br />

realizzarla.<br />

L’analisi finanziaria deve considerare anche l’effetto generato dall’inflazione o<br />

dall’aumento <strong>di</strong>fferenziato dei prezzi. Questi fattori mo<strong>di</strong>ficano il tasso <strong>di</strong><br />

interesse da ado<strong>per</strong>are secondo la relazione:<br />

i = r – f – f’<br />

dove:<br />

- r = tasso bancario;<br />

- f = inflazione;<br />

- f’ = deriva del costo dell’energia.<br />

Per definire la convenienza <strong>di</strong> <strong>un</strong> intervento, oltre al VAN si utilizzano i due<br />

in<strong>di</strong>catori seguenti:<br />

- l’In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Profitto IP = VAN / Io;<br />

- il Tempo <strong>di</strong> ritorno attualizzato TRa = Io / FC.<br />

IP è utile <strong>per</strong> stabilire <strong>un</strong>a scala <strong>di</strong> priorità degli interventi: <strong>un</strong> intervento è tanto<br />

più conveniente quanto più tale in<strong>di</strong>ce è elevato.<br />

TRa, che presuppone <strong>di</strong> poter considerare costanti negli anni i FCj, in<strong>di</strong>ca il<br />

risparmio annuo conseguibile in seguito alla realizzazione dell’intervento.<br />

68


Applicazione al caso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

L’analisi costi-benefici è stata utilizzata <strong>per</strong> valutare la vali<strong>di</strong>tà economica<br />

dell’intervento scelto nel progetto <strong>di</strong> tesi <strong>per</strong> incrementare il risparmio energetico:<br />

la coibentazione a cappotto sia <strong>per</strong> le C.V.E. sia <strong>per</strong> le C.O..<br />

Il FEP [kWh/m 2 a] <strong>di</strong> ogni e<strong>di</strong>ficio è stato calcolato nelle due ipotesi <strong>di</strong> presenza<br />

ed assenza della coibentazione a cappotto; successivamente è stata calcolata la<br />

<strong>di</strong>fferenza tra i due valori ricavati.<br />

Da tale <strong>di</strong>fferenza si può calcolare l’Ec [KWh/a] ovvero l’Energia risparmiata in<br />

<strong>un</strong> anno, pari a FEP * Sup utile dell’alloggio.<br />

Considerato il Potere Calorifico del Metano Pc, pari a 9,70 [KWh/m 3 ], si è potuto<br />

calcolare il risparmio annuo <strong>di</strong> combustibile CC [m 3 /a] in base al rapporto Ec/Pc.<br />

Infine, fissato il prezzo del metano Cc a 0,516 €/m 3 , si può calcolare il flusso <strong>di</strong><br />

cassa FC, ovvero il risparmio economico annuo derivante dal risparmio <strong>di</strong><br />

combustibile, come FC = Cc * CC [€/a].<br />

Capitalizzando Fc in 20 anni (vita me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>un</strong> intervento <strong>di</strong> coibentazione a<br />

cappotto) si otterrà il valore precedentemente in<strong>di</strong>cato come VA(FCj) da cui si<br />

potrà calcolare il VAN, il TRa e l’IP.<br />

69


CAPITOLO III.2 – I CALCOLI<br />

PARAGRAFO III.2.1 – CALCOLO MANUALE DEL FABBISOGNO<br />

ENERGETICO PER LA CASA ISOLATA<br />

I fogli <strong>di</strong> calcolo implementati <strong>per</strong> condurre la procedura manuale <strong>per</strong> la<br />

determinazione del fabbisogno energetico della “casa isolata” progettata sono<br />

contenuti nell’Allegato D.<br />

PARAGRAFO III.2.2 – CALCOLO MEDIANTE RECAL PE PER LE<br />

QUATTRO TIPOLOGIE. ANALISI DEI RISULTATI<br />

Il software Recal PE offre l’opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare le chiusure ipotizzate nel<br />

progetto ed ottenere celermente il valore delle trasmittanze delle chiusure, del FEP<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio e <strong>di</strong> altri parametri nella con<strong>di</strong>zione così mo<strong>di</strong>ficata.<br />

Per le quattro tipologie e<strong>di</strong>lizie progettate (<strong>per</strong> la tipologia “a schiera”, va<br />

ricordato, si è fatto riferimento ad <strong>un</strong> aggregazione <strong>di</strong> cinque <strong>un</strong>ità) è stato<br />

determinato il fabbisogno <strong>di</strong> energia primaria nelle tre seguenti con<strong>di</strong>zioni:<br />

Caso 1<br />

Murature esterne in laterizio da 25 cm, solai laterocementizi 25+5 cm e ness<strong>un</strong>a<br />

coibentazione;<br />

Caso 2<br />

Murature esterne in laterizio da 25 cm coibentate a cappotto con pannelli dello<br />

spessore <strong>di</strong> 8 cm, solai laterocementizi 25+5 cm coibentati con pannelli dello<br />

stesso spessore;<br />

Caso 3<br />

Murature esterne in laterizio da 25 cm coibentate a cappotto con pannelli dello<br />

spessore <strong>di</strong> 10 cm, solai laterocementizi 25+5 cm coibentati con pannelli dello<br />

stesso spessore.<br />

Verifica dei valori limite <strong>per</strong> le trasmittanze<br />

La prima analisi riguarda il valore delle trasmittanze delle strutture opache. Nel<br />

Caso 1, laddove non c’è attenzione verso i temi del risparmio energetico, i valori<br />

limite imposti dal decreto, cioè:<br />

componenti opachi verticali U = 0,40 W/m²K,<br />

componenti opachi orizzontali U = 0,38 W/m²K,<br />

pavimenti U = 0,42 W/m²K,<br />

non sono mai verificati; nello specifico, la C.V.E. presenta <strong>un</strong>a trasmittanza pari a<br />

1,065 W/m 2 K, il pavimento 0,993 W/m 2 K, la C.O.C. 0,899 W/m 2 K con rischio <strong>di</strong><br />

condensa interstiziale.<br />

Nel Caso 2 e nel Caso 3, invece, i valori <strong>di</strong> trasmittanza risultano inferiori a quelli<br />

limite imposti è non è mai presente il rischio <strong>di</strong> condensa interstiziale.<br />

Precisamente, utilizzando pannelli da 8 cm del coibente scelto, la C.V.E. presenta<br />

<strong>un</strong>a trasmittanza pari a 0,291 W/m 2 K, il pavimento 0,265 W/m 2 K e la C.O.C.<br />

0,257 W/m 2 K; utilizzando invece i pannelli da 10 cm, la C.V.E. presenta <strong>un</strong>a<br />

70


trasmittanza pari a 0,246 W/m 2 K, il pavimento 0,228 W/m 2 K e la C.O.C. 0,221<br />

W/m 2 K.<br />

Ne scaturisce <strong>un</strong>a prima considerazione fondamentale <strong>per</strong> il progetto: non è<br />

assolutamente ammissibile realizzare l’involucro dell’e<strong>di</strong>ficio con gli spessori<br />

convenzionalmente utilizzati nella pratica se non si accompagnano interventi<br />

mirati ad aumentare la resistenza termica delle chiusure.<br />

Ponti termici<br />

Una seconda considerazione riguarda i ponti termici. Nel progetto delle tipologie<br />

“in linea” e “a schiera” la scelta <strong>di</strong> coibentare con <strong>un</strong> cappotto esterno rigirato al<br />

<strong>di</strong> sotto del muretto d’attico e fino a filo degli infissi <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> correggere i<br />

ponti termici generati dalla maglia strutturale in cls armato e dalle a<strong>per</strong>ture; le<br />

strutture aggettanti, inoltre, sono separate dall’e<strong>di</strong>ficio e questa scelta evita il<br />

ponte termico corrispondente alla soluzione della soletta a sbalzo.<br />

Nella tipologia “a torre” e nella “casa isolata”, invece, sono state considerate due<br />

ipotesi: quella in cui le strutture aggettanti fanno parte della struttura dell’e<strong>di</strong>ficio<br />

e quella in cui, come nei casi precedenti, sono separate da essa.<br />

I dati relativi alla prima ipotesi mostrano che l’incidenza <strong>per</strong>centuale dei ponti<br />

termici sulle <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sioni dell’e<strong>di</strong>ficio è pari a circa il 10% del totale, <strong>un</strong> valore<br />

assimilabile a quello delle <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sioni della C.O.C. e circa la metà <strong>di</strong> quello<br />

relativo alle <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sioni della C.V.E.<br />

Classificazione energetica degli e<strong>di</strong>fici<br />

L’analisi della variazione del FEP degli e<strong>di</strong>fici nelle <strong>di</strong>verse ipotesi <strong>progettuali</strong><br />

fornisce i dati riferiti nella seguente Tab. III.2.2.a (si ricor<strong>di</strong> che <strong>per</strong> le tipologie “a<br />

schiera” ed “in linea” sono stati eliminati tutti i ponti termici):<br />

VALORI DEL FEP [kWh/m 2 a]<br />

ISOLATA SCHIERA LINEA TORRE<br />

rapporto S/V 0,76 0,56 0,48 0,33<br />

non coibentata 73,41 47,34 55,91 36,96<br />

coibentata con 8 cm 38,12 35,91 29,07 29,16<br />

coibentata con 10 cm 35,99 33,71 27,37 28,22<br />

coib 10 eliminaz pt term 32,99 25,08<br />

Tabella III.2.2.a – Valori del FEP<br />

1) Classificazione secondo le Linee guida nazionali <strong>per</strong> la certificazione<br />

energetica degli e<strong>di</strong>fici<br />

Lo schema <strong>di</strong> classificazione energetica proposto dall’Enea nel rispetto delle<br />

Linee guida nazionali <strong>per</strong> la certificazione energetica degli e<strong>di</strong>fici, già descritto<br />

71


nel Paragrafo I.2.2, viene riportato nella seguente Tab. III.2.2.b insieme ai valori<br />

relativi alle <strong>di</strong>verse ipotesi <strong>di</strong> progetto.<br />

ISOLATA SCHIERA LINEA TORRE<br />

S/V<br />

0,76 0,56 0,48 0,33<br />

FEP<br />

al 2010 51,03 39,11 34,34 25,39<br />

al 2008 58,30 44,31 38,71 28,22<br />

al 2006 63,52 48,22 42,11 30,63<br />

Classe A+ ≤ 40 % EPli (2010) 20,41 15,64 13,74 10,16<br />

Classe A ≤ 70 % EPli (2010) 35,72 27,38 24,04 17,77<br />

Classe B ≤ 100 % EPli (2010) 51,03 39,11 34,34 25,39<br />

Classe C ≤ 100 % EPli (2008) 58,30 44,31 38,71 28,22<br />

Classe D ≤ 100 % EPli (2006) 63,52 48,22 42,11 30,63<br />

Classe E ≤ 120 % EPli (2006) 76,22 57,86 50,53 36,76<br />

Classe F ≤ 140 % EPli (2006) 88,93 67,51 58,95 42,88<br />

Classe G ≤ 170 % EPli (2006) 107,98 81,97 71,59 52,07<br />

Classe H ≤ 200 % EPli (2006) 127,04 96,44 84,22 61,26<br />

Classe I > 200 % EPli (2006) 127,04 96,44 84,22 61,26<br />

Tabella III.2.2.b – Valori limite del FEP<br />

Risulta facile, allora, identificare a quale classe <strong>di</strong> consumo energetico<br />

corrispondono le <strong>di</strong>verse tipologie stu<strong>di</strong>ate al variare delle <strong>scelte</strong> <strong>di</strong> coibentazione<br />

termica e correzione dei ponti termici, come riportato nella seguente Tab.<br />

III.2.2.c:<br />

VALORI DEL FEP [kWh/m 2 a]<br />

ISOLATA SCHIERA LINEA TORRE<br />

rapporto S/V 0,76 0,56 0,48 0,33<br />

non coibentata 73,41 47,34 55,91 36,96<br />

coibentata con 8 cm 38,12 35,91 29,07 29,16<br />

coibentata con 10 cm 35,99 33,71 27,37 28,22<br />

coib 10 eliminaz pt term 32,99 25,08<br />

CLASSI DI CONSUMO ENERGETICO<br />

ISOLATA SCHIERA LINEA TORRE<br />

rapporto S/V 0,76 0,56 0,48 0,33<br />

non coibentata E D F F<br />

coibentata con 8 cm B B B D<br />

coibentata con 10 cm B B B C<br />

coib 10 eliminaz pt term A B<br />

Tab III.2.2.c – Identificazione delle Classi <strong>di</strong> consumo energetico<br />

72


Il miglioramento <strong>di</strong> prestazione energetica è evidente quando si passa dalla<br />

con<strong>di</strong>zione descritta nel Caso 1 a quelle descritte nei Casi 2 e 3.<br />

È significativo evidenziare l’andamento del FEP in f<strong>un</strong>zione del rapporto S/V.<br />

Normalmente, a parità <strong>di</strong> altre variabili, al decrescere del rapporto S/V,<br />

<strong>di</strong>minuisce anche il FEP.<br />

In alc<strong>un</strong>i casi, <strong>per</strong>ò, questo legame si inverte, ad esempio, nel passaggio dalla<br />

tipologia “a schiera” a quella “in linea” nell’ipotesi <strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> coibentazione .<br />

Il dato, apparentemente anomalo, si spiega analizzando il rapporto:<br />

Su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong>s<strong>per</strong>dente trasparente / Su<strong>per</strong>ficie totale <strong>di</strong>s<strong>per</strong>dente<br />

e ricordando che la trasmittanza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a chiusura trasparente è (quasi in ogni caso)<br />

su<strong>per</strong>iore a quella <strong>di</strong> <strong>un</strong>a chiusura opaca.<br />

Considerando che il rapporto Strasp/Stot <strong>di</strong>sp è pari al 3,5% <strong>per</strong> la tipologia “a<br />

schiera”, mentre è pari all’8% <strong>per</strong> la tipologia “in linea”, si comprende la ragione<br />

del citato andamento.<br />

È importante sottolineare che la tipologia <strong>di</strong> “casa isolata”, quella più <strong>di</strong>fficile <strong>per</strong><br />

rapporto S/V, se coibentata passa dalla Classe E alla Classe B della classificazione<br />

adottata; si riesce a portarla in Classe A se si correggono tutti i ponti termici.<br />

2) Classificazione secondo Casaclima<br />

Se, invece della classificazione proposta dall’Enea, si fa riferimento ad <strong>un</strong>a<br />

classificazione a “classi fisse” quale quella proposta da Casaclima e riportata in<br />

Tab III.2.2.d:<br />

Classe Fabbisogno <strong>di</strong> Calore<br />

Classe A ≤ 30 kWh/m 2 anno<br />

Classe B ≤ 50 kWh/m 2 anno<br />

Classe C ≤ 70 kWh/m 2 anno<br />

Classe D ≤ 90 kWh/m 2 anno<br />

Classe E ≤ 120 kWh/m 2 anno<br />

Classe F ≤ 160 kWh/m 2 anno<br />

Classe G ≥ 160 kWh/m 2 anno<br />

Tabella III.2.2.d – Valori limite del FEP proposti da Casaclima<br />

73


le classi <strong>di</strong> consumo energetico, in f<strong>un</strong>zione del FEP, risulterebbero come nella<br />

seguente Tab. III.2.2.e:<br />

VALORI DEL FEP [kWh/m 2 a]<br />

ISOLATA SCHIERA LINEA TORRE<br />

rapporto S/V 0,76 0,56 0,48 0,33<br />

non coibentata 73,41 47,34 55,91 36,96<br />

coibentata con 8 cm 38,12 35,91 29,07 29,16<br />

coibentata con 10 cm 35,99 33,71 27,37 28,23<br />

coib 10 eliminaz pt term 32,99 25,08<br />

CLASSI DI CONSUMO ENERGETICO<br />

ISOLATA SCHIERA LINEA TORRE<br />

rapporto S/V 0,76 0,56 0,48 0,33<br />

non coibentata D B C B<br />

coibentata con 8 cm B B A A<br />

coibentata con 10 cm B B A A<br />

coib 10 eliminaz pt term B A<br />

Tabella III.2.2.e – Identificazione delle Classi <strong>di</strong> consumo energetico secondo la<br />

classificazione Casaclima<br />

Secondo questo tipo <strong>di</strong> classificazione verrebbero “premiati” gli e<strong>di</strong>fici con<br />

rapporto S/V ridotto (tra i casi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, la casa “a torre” e “in linea”) che<br />

apparterrebbero alla Classe A già con la sola coibentazione da 8 cm. Tipologie<br />

con rapporto S/V elevato come la casa “a schiera” e la “casa isolata”, invece,<br />

apparterrebbero al più alla Classe B nonostante la coibentazione e la correzione <strong>di</strong><br />

tutti i ponti termici.<br />

Alc<strong>un</strong>e considerazioni sui tipi <strong>di</strong> classificazione<br />

Il <strong>di</strong>verso risultato ottenuto <strong>per</strong> gli stessi e<strong>di</strong>fici adottando due <strong>di</strong>fferenti sistemi <strong>di</strong><br />

classificazione energetica <strong>per</strong>mette <strong>un</strong> confronto tra i sistemi stessi e, in<br />

particolare, <strong>un</strong> confronto tra <strong>un</strong>a classificazione a “classi variabili” ed <strong>un</strong>a<br />

classificazione a “classi fisse”.<br />

Un limite in<strong>di</strong>cato da molti al sistema Casaclima è relativo all’in<strong>di</strong>viduazione<br />

delle classi basata sui dati climatici dell’area della Provincia Autonoma <strong>di</strong><br />

Bolzano dove, si intuisce facilmente, il clima alpino <strong>di</strong>fferisce notevolmente da<br />

quello <strong>di</strong> altre regioni italiane ed in particolare da quello tipicamente me<strong>di</strong>terraneo<br />

delle province costiere e meri<strong>di</strong>onali. Questa considerazione indurrebbe a<br />

proporre, nel caso si volesse adottare <strong>un</strong> criterio a “classi fisse”, almeno a fissare<br />

scale <strong>di</strong> classificazione <strong>di</strong>fferenti <strong>per</strong> ogni zona climaticamente omogenea.<br />

74


In <strong>un</strong> sistema a “classi variabili” come quello proposto dalle Linee guida invece i<br />

valori limite sono determinati in f<strong>un</strong>zione della “zona climatica”, ma anche<br />

secondo il rapporto S/V; <strong>di</strong> conseguenza, gli e<strong>di</strong>fici aventi tale rapporto elevato<br />

riescono a rientrare anche in classi alte, cioè <strong>di</strong> buon comportamento energetico.<br />

Ciò non accade con i sistemi <strong>di</strong> classificazione a parametri fissi, che piuttosto<br />

inducono i progettisti ad orientarsi verso forme dell’e<strong>di</strong>ficio compatte (le quali,<br />

<strong>per</strong> questioni geometriche, tendono ad avere <strong>un</strong> rapporto S/V basso).<br />

Il <strong>di</strong>battito sul tipo <strong>di</strong> sistema <strong>di</strong> classificazione da preferire è ampio e molto<br />

attuale e ci si augura che produca presta <strong>un</strong> sistema con<strong>di</strong>viso ed efficace <strong>di</strong><br />

valutazione del comportamento energetico degli e<strong>di</strong>fici, dov<strong>un</strong>que essi sorgano e<br />

sia che si tratti <strong>di</strong> nuovo e<strong>di</strong>ficato sia che si tratti <strong>di</strong> già costruito. Certamente,<br />

qual<strong>un</strong>que sistema si adotti o si adotterà dovrebbe garantire <strong>di</strong> avere davvero<br />

e<strong>di</strong>fici con <strong>un</strong> comportamento energeticamente efficiente, <strong>per</strong>ché l’obiettivo<br />

ultimo è il risparmio energetico.<br />

PARAGRAFO III.2.3 – ANALISI COSTI BENEFICI. ANALISI DEI<br />

RISULTATI<br />

In Allegato E sono riportati i fogli <strong>di</strong> calcolo grazie ai quali sono stati determinati<br />

gli in<strong>di</strong>catori economici VAN, TRa ed IP <strong>per</strong> le quattro tipologie e<strong>di</strong>lizie in<br />

relazione alle <strong>di</strong>verse soluzioni <strong>progettuali</strong>.<br />

Tali in<strong>di</strong>catori sono riportati schematicamente nella seguente Tab. III.2.3:<br />

VAN = Valore attuale netto<br />

Coib. pann. 8 cm Coib. pann. 10 cm<br />

Coib. pann. 10 cm<br />

+ eliminaz ponti<br />

term<br />

ISOLATA 3.223,97 2.966,01 3.385,41<br />

SCHIERA 1.900,61 1.885,47 =<br />

LINEA 13.151,96 12.931,58 =<br />

TORRE 7.659,93 5.907,86 14.230,65<br />

TRa = Tempo <strong>di</strong> ritorno attualizzato<br />

Coib. pann. 10 cm<br />

Coib. pann. 8 cm Coib. pann. 10 cm + eliminaz ponti<br />

term<br />

ISOLATA 4,32 5,40 5,00<br />

SCHIERA 7,50 8,33 =<br />

LINEA 2,92 3,64 =<br />

TORRE 7,83 9,27 6,81<br />

75


IP = In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> profitto<br />

Coib. pann. 8 cm Coib. pann. 10 cm<br />

Coib. pann. 10 cm<br />

+ eliminaz ponti<br />

term<br />

ISOLATA 1,89 1,31 1,49<br />

SCHIERA 0,66 0,50 =<br />

LINEA 3,27 2,42 =<br />

TORRE 0,59 0,34 0,83<br />

Tabella III.2.3 – In<strong>di</strong>catori economici: VAN, TRa, IP<br />

Il dato più interessante è quello relativo al tempo <strong>di</strong> ritorno dell’investimento.<br />

Considerato che esso varia, <strong>per</strong> le <strong>di</strong>verse tipologie progettate nei <strong>di</strong>versi casi<br />

esaminati, da 2 a 9 anni e che, invece, la vita me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>un</strong>a coibentazione a<br />

cappotto è <strong>di</strong> circa 20 anni, l’analisi economica <strong>di</strong>mostra che essa è sempre<br />

consigliabile.<br />

Valutata la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> costo, secondo il listino ARIAP 2006 delle o<strong>per</strong>e e<strong>di</strong>li<br />

della Regione Puglia, dei pannelli dello spessore <strong>di</strong> 8 cm (3,63 €/m 2 ) rispetto a<br />

quelli da 10 cm (4,81 €/m 2 ), si evidenzia <strong>un</strong> incremento del TRa pari al 20% circa<br />

nel caso si usi la coibentazione da 8 cm rispetto al caso in cui si utilizzino pannelli<br />

coibenti da 10 cm <strong>di</strong> spessore.<br />

La <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> prezzo influisce negativamente anche sull’IP dell’investimento<br />

che, come si evince dalla tabella, <strong>di</strong>minuisce del 30% nel passaggio dal Caso 1 al<br />

Caso 2.<br />

Questo dato, <strong>un</strong>ito alla considerazione che sia con la coibentazione da 8 cm sia<br />

con quella da 10 cm gli e<strong>di</strong>fici restano nella stessa classe energetica, porta a<br />

sconsigliare, in termini economici, l’intervento più costoso, ovvero quello<br />

realizzato con i pannelli <strong>di</strong> maggiore spessore.<br />

76


CONCLUSIONI<br />

Le <strong>scelte</strong> <strong>progettuali</strong> elaborate in questo lavoro <strong>di</strong> tesi hanno cercato <strong>di</strong> <strong>per</strong>seguire<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> avere residenze che garantissero elevati livelli <strong>di</strong> benessere agli<br />

utenti ma senza <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> energia, me<strong>di</strong>ante soluzioni d’involucro e<strong>di</strong>lizio ad<br />

alta resistenza termica, con <strong>un</strong>a conseguente riduzione delle <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sioni <strong>di</strong> calore<br />

verso l’esterno e notevole risparmio energetico.<br />

La caratteristica principale <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto oggigiorno deve essere quella <strong>di</strong> essere<br />

mirata al risparmio energetico: bisogna progettare e<strong>di</strong>fici che consumino poco e<br />

che, possibilmente, prendano la piccola quantità <strong>di</strong> energia <strong>di</strong> cui hanno bisogno<br />

dalle fonti rinnovabili. La classificazione energetica, <strong>per</strong> quanto ancora da<br />

con<strong>di</strong>vidersi nel sistema <strong>di</strong> classi da utilizzare, non è quin<strong>di</strong> solo <strong>un</strong> obbligo<br />

burocratico, ma lo strumento utile e necessario <strong>per</strong> <strong>per</strong>seguire tale obiettivo.<br />

L’analisi costi-benefici, che offre <strong>un</strong>a valutazione finanziaria delle <strong>scelte</strong>, ha<br />

<strong>di</strong>mostrato che i maggiori investimenti iniziali sono recu<strong>per</strong>abili in tempi brevi e<br />

ciò promuove gli interventi <strong>per</strong> il risparmio energetico a fronte del maggiore costo<br />

iniziale. Va aggi<strong>un</strong>to che, anche laddove l’analisi consiglia come più conveniente<br />

<strong>un</strong>a soluzione piuttosto <strong>di</strong> <strong>un</strong>’altra, dovrebbe in ogni caso farsi rientrare nella<br />

valutazione il beneficio indotto dalla riduzione del FEP. Se <strong>di</strong>minuisce l’energia<br />

primaria necessaria, infatti, <strong>di</strong>minuiscono <strong>di</strong> conseguenza le emissioni <strong>di</strong> CO2 in<br />

atmosfera e, al <strong>di</strong> là delle analisi economiche, questo sarebbe <strong>un</strong> risultato<br />

importante ed in linea con gli obiettivi del ben noto Protocollo <strong>di</strong> Kyoto.<br />

Non bisogna <strong>di</strong>menticare che gli e<strong>di</strong>fici realizzati finora hanno consumato ed<br />

inquinato troppo e che, maturata la consapevolezza <strong>di</strong> poter contribuire alla<br />

creazione <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita migliori e ad <strong>un</strong>o sviluppo più sostenibile, il<br />

progettista deve ora pensare al progetto del risparmio e del recu<strong>per</strong>o delle risorse<br />

insieme con tutti gli altri fattori <strong>di</strong> <strong>progettazione</strong>.<br />

In proposito, non va <strong>di</strong>menticato che, finalizzate a questo obiettivo, non ci sono<br />

solo le <strong>scelte</strong> sull’involucro e<strong>di</strong>lizio ma anche quelle sugli impianti e quelle<br />

relative all’adozione <strong>di</strong> sistemi <strong>per</strong> l’utilizzazione delle fonti rinnovabili. Grazie a<br />

queste tecnologie si possono davvero costruire e<strong>di</strong>fici che sod<strong>di</strong>sfino l’esigenza <strong>di</strong><br />

ridurre cospicuamente i consumi energetici e l’inquinamento ambientale, pur<br />

garantendo la massima fruibilità ed il migliore comfort.<br />

77


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Norme UNI:<br />

− 946 - Resistenza e trasmittanza termica;<br />

− 10077-1 - Trasmittanza termica <strong>di</strong> porte e finestre;<br />

− 10344 - Calcolo del fabbisogno <strong>di</strong> energia;<br />

− 10348 - Ren<strong>di</strong>menti dei sistemi <strong>di</strong> riscaldamento;<br />

− 10349 - Dati climatici;<br />

− 10351 - Conduttività termica e <strong>per</strong>meabilità al vapore;<br />

− 10355 - Resistenze termiche <strong>di</strong> murature e solai;<br />

− 10379 - Fabbisogno energetico convenzionale normalizzato;<br />

− 13370 - Trasferimento <strong>di</strong> calore attraverso il terreno;<br />

− 13786 - Caratteristiche termiche <strong>di</strong>namiche;<br />

− 13789 - Coefficiente <strong>di</strong> <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> calore <strong>per</strong> trasmissione;<br />

− 13790 - Thermal <strong>per</strong>formance of buil<strong>di</strong>ngs – Calculation of energy use for<br />

space heating;<br />

− 14683 - Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione termica lineica.<br />

Rivista “Energia solare, Fotovoltaici”, n° 6, novembre-<strong>di</strong>cembre 2006<br />

Rivista “Ilsoleatrecentosessantagra<strong>di</strong>”, numeri del 2005, 2006, 2007<br />

Siti web:<br />

www.acquares.it<br />

www.arpa.it<br />

www.assa-cee.org<br />

www.autorita.energia.it<br />

www.casaccia.enea.it<br />

www.cesi.it<br />

www.cti2000.it<br />

www.e<strong>di</strong>lio.it<br />

www.e<strong>di</strong>lportale.com<br />

www.educazionesostenibile.it<br />

www.etaflorence.it<br />

www.icmq.org<br />

www.ilsolea360gra<strong>di</strong>.it<br />

www.isesitalia.it<br />

www.legambiente.it<br />

www.miniwatt.it<br />

www.nancystrasse.oekosiedl<strong>un</strong>gen.de<br />

www.rifiutinforma.it<br />

79


www.rmi.org<br />

www.safeonline.it<br />

www.schuco.com<br />

www.vauban.de<br />

www.velta.com<br />

www.zeroemission.eu<br />

Inoltre è stato utilizzato materiale <strong>di</strong>dattico gentilmente messo a <strong>di</strong>sposizione<br />

dall’ing. Lattanti<br />

80


Appen<strong>di</strong>ce A – Stralcio <strong>di</strong> P.P. <strong>per</strong> la maglia 22<br />

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Appen<strong>di</strong>ce B – Il progetto<br />

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Appen<strong>di</strong>ce C – Tavole <strong>per</strong> il calcolo del fabbisogno energetico<br />

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Appen<strong>di</strong>ce D – Calcoli manuali del fabbisogno energetico<br />

<strong>per</strong> la tipologia “casa isolata”<br />

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Appen<strong>di</strong>ce E – Analisi costi-benefici<br />

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Non sarei riuscito a portare a termine questo lavoro <strong>di</strong> tesi senza l’aiuto ed il<br />

sostegno <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e <strong>per</strong>sone.<br />

Ringrazio infinitamente i mie correlatori <strong>per</strong> avermi insegnato molto su come<br />

<strong>per</strong>seguire l’obiettivo e l’ing. Giorgio Borrelli dell’Ufficio Tecnico del Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong><br />

Bari, già mio insegnante <strong>di</strong> scuola su<strong>per</strong>iore, <strong>per</strong> la sua estrema <strong>di</strong>sponibilità.<br />

Ringrazio infinitamente i miei genitori <strong>per</strong> aver sempre creduto in me, e i miei<br />

fratelli e quegli amici che hanno saputo <strong>di</strong>re o fare la cosa giusta quando ne ho<br />

avuto bisogno.<br />

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