download - Riccardo Pocci
download - Riccardo Pocci
download - Riccardo Pocci
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
PROGETTO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA VALLE DEI LANZI DEL PARCO DI SAN SILVESTRO<br />
T R A S F O R M A Z I O N E D E L L A L A V E R I A I N L A B O R A T O R I D ' A R T E C O N T E M P O R A N E A<br />
in collaborazione con il<br />
Comune di Campiglia Marittima<br />
Regione Toscana<br />
Provincia di Livorno<br />
Dipartimento di Progettazione dell’Architettura<br />
Università di Firenze<br />
Circondario della Val di Cornia<br />
enti patrocinanti:<br />
sponsor
ARTE/PAESAGGIO/ARCHITETTURA<br />
Capita, in questo mestiere che è prima di Architetto, e poi di Docente, di incontrare persone ed intravedere per-<br />
corsi di ricerca e di lavoro. Così è stato con Mirko Agostini che venne un giorno presentato dal già allievo brillante<br />
Massimo Cionini a chiedermi di seguire la sua tesi, chè voleva progettare un parco-laboratorio d’arte contem-<br />
poranea, dalle sue parti, in Maremma. Visitammo insieme il luogo - per caso ero in vacanza da amici lì vicino – e<br />
c’era anche <strong>Riccardo</strong> <strong>Pocci</strong>, artista sodale di Agostini, e già allievo di quella fiorentina Accademia di Belle Arti<br />
che ho l’onore di presiedere. Facemmo una lunga esplorazione ed incontrammo lì pure l’amico e collega Stefano<br />
Bertocci, che con i suoi studenti stava facendo un Laboratorio di disegno e rilievo alla Rocca di Campiglia.<br />
Dopo quella giornata arsa di polvere e di caldo, a sera trionfata in un bagno lì davanti, nell’etrusco mare del Poz-<br />
zino, attraversati i campi di pomodori e girasoli e riguadagnata la vista dei monti e delle cave, il resto della prepa-<br />
razione della tesi fu fatto a Firenze, e furon disegni e modelli, in continua oscillazione da due a tre dimensioni, per<br />
cercare di inseguire quella idea di grande scala, di interazione col paesaggio che via via si stava rivelando sempre<br />
più l’oggetto del lavoro.<br />
Semprepiù, con sana fatica, Agostini si distaccava dal computer per ricercare – tecnico sapiente complice<br />
<strong>Riccardo</strong> <strong>Pocci</strong> divenuto Correlatore – un altro felice modo di rappresentazione, forse più contaminato con la<br />
secchezza del luogo e del tema che si veniva delineando.<br />
Semprepiù, forse, la pervasiva idea di presente continuo – che è qui anche nella compresenza e sovrapposizione<br />
del secolare lavorìo uomo/natura, dalla protostoria alla civiltà etrusca al medioevo al novecento internazionale<br />
– ancora una volta tornava a rivelarsi come il filo conduttore del sistema, per qualche fertile analogia con la ricerca<br />
CNR “Paesaggio, archeologia, progetto contemporaneo” che in quei giorni stavamo conducendo ad esito 1 ovve-<br />
ro col lavoro di lunga lena da me stesso condotto in trentino con Francesco Collotti 2 .<br />
Semprepiù, chissamai, la faticata bellissima strada del progetto chiedeva attenzione al palinsesto del luogo,<br />
all’esercizio continuo di scelta rispetto alle tracce del tempo che condusse stavolta a salvare qualche lacerto di<br />
muro ed i due silos di ferro, segni verticali d’una ambizione moderna, come i piloni di pietra del piano inclinato,<br />
premoderno e landartistico.<br />
Semprepiù e sempremeglio la tesi induttivamente cresceva percorrendo con gioia Agostini la via dei riferimenti al<br />
lavoro degli altri – architetti nel tempo – che hanno affrontato temi simili, quasi una nuova tassonomia di misura-<br />
tissimi cimenti a scala di paesaggio.<br />
Semprepiù progetto e sempremeno stile: i laboratori parallelepipedi in pietra, dentro il sistema delle preesisten-<br />
ze, mescolati con queste ma chiari nella loro icastica presenza, senza segni in eccesso, senza compiacimenti<br />
formali.<br />
Semprepiù programma complesso, e non sola idea, ragionando della vera destinazione dei laboratori, ricercando<br />
la forma assieme alla funzione, avendo capito che l’uso effettivo di queste ripensate infrastrutture è la chiave del<br />
lavoro e che dunque non è il caso di far finta di nulla.<br />
Fino al giorno della accademica Discussione, con i disegni quasi-monocromi appesi al muro a fianco gli ideo-
grammi, mirabile sintesi, ancora esercizio da due a tre dimensioni.<br />
Dopo, l’invito del Sindaco Rossano Pazzagli, che aveva già capito tutto, compresa quella sorta di piano di fat-<br />
tibilità che <strong>Riccardo</strong> <strong>Pocci</strong>, tentando di temprare la sua anima d’artista alle piacevolezze dell’Amministrazione,<br />
aveva generosamente cercato di mettere a fianco al progetto per far intravedere una nuova fase di lavoro con<br />
una intelligente idea di interazione progettuale tra Università ed Enti locali. Dipoi, ancora un invito, della Società<br />
Parchi, ancora per capire.<br />
Fino a questa mostra a questo catalogo all’occasione di queste righe, con le quali pure rinnoviamo l’appello a va-<br />
lorizzare nel fare queste risorse umane e professionali che hanno trovato la forza di proporre idee serie e concrete<br />
per i luoghi dove son nate. Diversamente, anche in Italia, dovremo adottare il triste detto albanese “Chi se ne è<br />
andato, ha sempre avuto ragione”.<br />
Prof. Arch. GIACOMO PIRAZZOLI<br />
Dipartimento di Progettazione dell’Architettura<br />
Università di Firenze<br />
1 G.Pirazzoli, Paesaggio, archeologia, progetto contemporaneo, a cura di L.Ariani e C.Bini, All’Insegna del Giglio, Firenze 2003.<br />
2 Vd. F.Collotti, Recupero del paesaggio fortificato, in Identità dell’architettura italiana 2, a cura di F.Mugnai e F.Privitera, ed.<br />
Diabasis, Reggio Emilia 2004, p.24.
PREMESSA<br />
La proposta progettuale presentata in questa mostra risulta di un particolare interesse per var aspetti. In primo<br />
luogo l’idea ha un valore intrinseco che si impone indipendentemente dall’ambito in cui si sviluppa; investire per<br />
l’arte, in special modo prodotta dai giovani, significa investire in un settore strategico per proiettare in avanti la<br />
società, come investire in ricerca – del resto l’arte è ricerca, ricerca pura, e forse è per questo che il nostro paese<br />
non gli ha riservato un posto d’onore in quanto incapace di leggere oltre i risultati immediatamente applicabili. Ma,<br />
non di solo pane vive l’uomo… affermazione vera anche in senso laico, pertanto come si può immaginare una<br />
qualsiasi crescita se non si svincolano le nostre menti migliori dalla prigione del contingente?<br />
Già a questo punto vorremmo poter dire di avere le risorse a disposizione per realizzare la bella idea del Labora-<br />
torio d’arte nel Parco di San Silvestro.<br />
A questo valore progettuale già pienamente autonomo, se ne aggiungono altri derivanti dall’ambito in cui nasce<br />
e si articola il progetto stesso.<br />
In primo luogo l’idea nasce dalla collaborazione di due giovani residenti nella nostra area, hanno studiato, hanno<br />
fatto esperienze all’estero e hanno deciso di spendere energie per il loro territorio, intuendo e credendoci ferma-<br />
mente, che in questo circondario vi siano spazi e risorse tali da stimolare nuove idee, le quali possono trasformarsi<br />
in lavoro altissimamente qualificato.<br />
In secondo luogo questi giovani hanno saputo coinvolgere una serie di soggetti locali e non che convalidano la<br />
struttura del progetto.<br />
Infine l’idea che si propone si inserisce con grande coerenza e creatività in un processo di sviluppo in corso nel<br />
territorio al quale mancano però, almeno in forme consistenti, delle spinte innovatrici in grado di dar valore al<br />
passato attraverso iniziative coniugate al futuro. Questa mi pare un’idea che sostanzia.<br />
Quanto alla realizzazione del progetto siamo ad un punto iniziale, in cui molti sono gli aspetti da valutare, ma io<br />
credo che se come questa avventura è cominciata, insieme, così andrà avanti, indipendentemente avremo svilup-<br />
pato un metodo di lavoro condiviso che non provocherà nessuna delusione. Il nostro obiettivo deve essere quello<br />
di lavorare affinché nelle Laverie della Caprareccia nasca il laboratorio. Dato che il progetto è innovativo e ambi-<br />
zioso, io credo che potremo aspirare ad ottenere degli aiuti, anche importanti. Occorre però tenere ben presenti<br />
quali sono gli scenari che d’ora in vanti ci si prospetteranno a partire, prima di tutto, da una diversa concezione<br />
dei finanziamenti europei con l’ingresso nell’unione.<br />
Dott.ssa SILVIA VELO<br />
Presidente Circondario Val di Cornia<br />
Sindaco di Campiglia M.ma
Questo progetto nasce nell’autunno del 2002 dalla collaborazione di due amici provenienti dal medesimo ter-<br />
ritorio, con formazioni differenti, frutto di esperienze maturate anche all’estero: l’uno artista, l’altro architetto.<br />
Lo scopo di questa collaborazione, attraverso il possibile coinvolgimento dell’Universita’ degli studi di Firenze,<br />
dell’Accademia delle Belle Arti, della Societa’ Parchi Val di Cornia e dell’intero Circondario, ha come obbiettivo la<br />
costituzione di un Centro per l’interazione delle differenti espressioni dell’arte contemporanea: pittura, scultura,<br />
installazioni, fotografia, digital art, montaggi video, musica e teatro, da effettuarsi nelle strutture del Parco archeo-<br />
minerario di San Silvestro.<br />
L’idea del laboratorio per l’arte contemporanea nasce dalla certezza che la cultura è necessaria per lo sviluppo e<br />
il progresso di una società , sia a livello locale che globale. La necessità di sviluppare aree collettive di creatività,<br />
discussione e confronto tra diverse culture ed espressioni, siano esse locali o internazionali, è sicuramente sentita<br />
e ricercata da tutti coloro che con l’arte comunicano quotidianamente ma anche da coloro i quali usano l’arte<br />
come mezzo di comunicazione. La ricerca di spazi integri ed intimi dove poter sviluppare un progetto artistico<br />
è oggi in Italia praticamente inesistente. In altri paesi europei ed extra lo sviluppo in questo senso, da anni, ha<br />
dimostrato una interazione molto valida tra l’aspetto culturale e lo sviluppo, anche economico, di comunità locali<br />
altrimenti destinate all’impoverimento in quanto prive di iniziative di sviluppo positivo rispettoso delle tradizioni<br />
locali e della storicità.<br />
L’incontro fra l’arte e l’architettura e’ avvenuto nel messaggio che questo progetto vuole esprimere, cultura. Nella<br />
scelta dell’istituzione che vuole servire, nel rispetto del patrimonio artistico e storico dell’area, nell’utilizzo dei ma-<br />
teriali e nel contatto con il paesaggio fino alle tecniche di rappresentazione, compreso questo catalogo, le nostre<br />
scelte sono state guidate dalla fiducia nelle peculiarita’ che uno scambio deve osservare: ascoltare e capire.<br />
Questo lavoro si e’ arricchito durante il percorso della collaborazione di storici, archeologi, geologi, economisti,<br />
politici; l’assimilazione e filtraggio di queste informazioni e’ avvenuta attraverso l’uso di ideogrammi, che nell’arte<br />
come nell’architettura possono essere paragonati ad un seme, all’idea che deve essere cresciuta. Il progetto si<br />
articola in due parti: una rapida analisi di mercato sul funzionamento di centri simili all’estero - dove ormai rappre-<br />
sentano una consolidata realta’ - e un progetto architettonico che concretizzi le nostre aspirazioni.<br />
Questo piccolo catalogo contiene solo un sunto del lavoro svolto finora, ed ha l’obbiettivo di essere argomento<br />
di discussione nei dibattiti legati alle scelte dei nuovi indirizzi economico, sociali, culturali nel nostro circondario:<br />
si tratta di una proposta, come tale cerca critiche e consensi, dai singoli cittadini alle Istituzioni pubbliche - la<br />
Regione, in particolare – fino ai privati, alle associazioni culturali, per arrivare, qualora fosse ritenuto valido, alla<br />
realizzazione.<br />
RICCARDO POCCI e MIRKO AGOSTINI DALL’IDEA AL PROGETTO
L’IDEA<br />
Sono rientrato da Buenos Aires nel 2002 con il desiderio di ricreare un luogo per la creazione e per la cultura<br />
come quell’ambiente di fermento multidisciplinare e multietnico che mi aveva ospitato, prima in Spagna e poi in<br />
Argentina.<br />
Grazie ad una serie di eventi ho (ri)scoperto il complesso delle Laverie nel Parco di San Silvestro giudicandole<br />
ideali per il mio progetto e mi sono messo a lavorare su un’idea, all’inizio prevalentemente astratta, che si è evoluta<br />
e concretizzata nei due anni successivi.<br />
L’idea consiste in una serie di interventi da effettuarsi nelle strutture del Parco di San Silvestro volti a costituire un<br />
centro polifunzionale per la produzione, lo scambio e la promozione culturale attraverso il coinvolgimento della<br />
Società Parchi ed il Circondario dei Comuni della Val di Cornia.<br />
Mi riferisco ad un centro attivo nel quale si esprimono diversi pensieri e realtà internazionali, coadiuvate dal<br />
patrocinio di enti e personalità riconosciute dal mondo culturale internazionale che scambiano con le nuove ge-<br />
nerazioni impressioni, esperienze e problematiche del contemporaneo per accrescere la formazione individuale<br />
e collettiva attraverso residenze di durata variabile, stage per artisti, workshop, didattica per le scuole, corsi di<br />
specializzazione e di avvicinamento alle diverse discipline artistiche, borse di studio.<br />
Inoltre un programma continuamente aggiornato di eventi culturali e didattici teso ad avvicinare al centro il pub-<br />
blico sia specializzato che non, sia locale che internazionale, attraverso pubblicazioni, esposizioni, spettacoli,<br />
mostre mercato, rassegne cinematografiche, concerti, rappresentazioni teatrali.<br />
Il progetto per l’intervento strutturale, reso possibile dalla collaborazione con l’amico Mirko propone la riqualifica<br />
del complesso delle Laverie e della Caprareccia destinata alla costituzione di otto laboratori per le diverse disci-<br />
pline artistiche.<br />
Le discipline individuate sono la musica, la fotografia, la progettazione grafica, l’arte digitale, la pittura, le installa-<br />
zioni, il teatro, la danza, la produzione e montaggio video, dalle tecniche d’incisione contemporanea alla stampa<br />
grafica. Non volendo escludere nessuna forma di espressione e considerata l’imprevedibilità dei progetti artistici<br />
contemporanei gli otto contenitori del centro vanno pensati mutevoli come scene teatrali ed allestiti secondo le<br />
necessità degli artisti.<br />
Essendo il Parco già provvisto delle strutture di ricezione, ristorazione e servizi, di un ostello capace di ospitare<br />
90 persone al giorno, di un centro documentazione che può diventare la sede di attività congressuali, didattiche<br />
e di rappresentanza, si suggerisce il completamento degli interventi, già ottimamente avviati dalla Società Parchi,<br />
così da integrare ai programmi di valorizzazione archeologica e mineraria dell’area un’offerta culturale più ampia<br />
per 10 mesi l’anno contro i 4 attuali.<br />
Il piano delle attività pensato è volto a trasformare il Parco in un’isola autosufficiente che da fabbrica mineraria,<br />
quale un tempo non lontano è stato, si trasforma in fabbrica di idee e di cultura, che vive e promuove se stessa<br />
nella costante cooperazione con le scuole, con il turismo, con i comuni, con l’ambiente e con l’imprenditoria.<br />
L’obiettivo è rendere il Parco di San Silvestro un punto di riferimento culturale a livello europeo.<br />
L’analisi che finora ho svolto ha individuato oltre 200 residenze per l’arte contemporanea nel mondo, soprattutto in
Francia, Germania, in tutta l’Europa del nord e negli Stati Uniti, mentre in Italia non esiste niente di simile.<br />
I motivi di questa assenza sono riconducibili a ragioni prettamente economiche in quanto l’arte contemporanea<br />
non è una sicura fonte di investimento. Investire in cultura è comunque una scelta che sta premiando, sia in Italia<br />
che all’estero, molte pubbliche amministrazioni e molti investitori privati, un po’ per la visibilità che ne deriva, un<br />
po’ per l’aumento di visitatori delle zone interessate.<br />
In Francia tali progetti sono economicamente sorretti quasi interamente da sovvenzioni statali. Negli Stati Uniti<br />
investitori privati possono scaricare le proprie imposte per intero con donazioni a centri e fondazioni d’interesse<br />
culturale.<br />
Per questo motivo, considerando la totalità dei centri simili a quello che si vorrebbe veder realizzato, emergono<br />
quattro principali possibilità di finanziamento :<br />
1) Totale finanziamento pubblico<br />
2) Sostentamento affidato esclusivamente a donazioni o sovvenzioni di enti privati<br />
3) Affitto di studio/alloggio ad artisti che si autofinanziano<br />
4) offerta di studio/alloggio, masters e residenze da enti pubblici e privati, ad enti che, attraverso convenzioni,<br />
promuovono artisti.<br />
Una proposta per la gestione del centro e la struttura societaria che ne determina le attività è già stata presentata<br />
all’attenzione del Circondario della Val di Cornia ma il piano gestionale definitivo e l’individuazione della struttura<br />
societaria di un progetto di questa portata deve essere frutto di approfondite riflessioni, successive ad una analisi<br />
economica e ad uno studio di fattibilità preciso e puntuale, che prenda in considerazione la natura degli investitori<br />
e dei finanziamenti disponibili. Tale studio dovrà essere effettuato sulla base delle esperienze europee simili da<br />
parte di una équipe di professionisti che lavoreranno per conto degli enti investitori.<br />
I risultati di tale ricerca e la cooperazione con le amministrazioni forniranno, oltre al progetto definitivo, anche le<br />
indicazioni economico/societarie necessarie all’avviamento e alla gestione nei primi dieci anni di attività .<br />
Nella ricerca che ho personalmente condotto fin ora emergono una serie di indicazioni sul finanziamento necessario<br />
all’avviamento, sui costi di mantenimento e di gestione del centro proposto. Sono stati informalmente richiesti<br />
preventivi di costo per l’allestimento di ogni singolo laboratorio e si quantificano approssimativamente in un totale<br />
di € 250.000 gli investimenti per il primo anno. Inoltre sono necessari finanziamenti annuali di circa € 100.000 per<br />
ognuno dei primi 10 anni di attività per la gestione le attività e per l’aggiornamento dei laboratori.<br />
Si sono ipotizzati i ricavi annuali del centro a pieno regime, dal terzo anno di attività , in € 150.000 l’anno.<br />
RICCARDO POCCI
IL PROGETTO<br />
“L’architettura ha una sua natura [...] e’ un fare che ha una precisa connotazione sociale. Ha una responsabilita’, perche’ la sua<br />
esistenza non e’ meramente temporale e io ho sempre pensato (“sempre”, intendo negli ultimi due anni) che noi dobbiamo rafforzare<br />
le istituzioni in tutti i modi in cui l’architettura, quale espressione individuale degli uomini, puo’ rafforzare le istituzioni”<br />
Louis I. Kahn 1961<br />
Il progetto della tesi, che mira alla conversione della Laveria in Laboratorio d’Arte all’interno del Parco archeo-<br />
minerario di San Silvestro, ha come presupposto di base un’approfondita analisi del sito, dalle caratteristiche<br />
geologiche e morfologiche del terreno, alle vicende storiche, culturali e sociali che hanno caratterizzato l’area nel<br />
tempo.<br />
La fabbrica si trova nel punto piu’ alto della valle dei Lanzi, ai piedi della Rocca di San Silvestro, del monte Calvi e<br />
della sua enorme cava. La Rocca, col suo carattere di rudere, s’impone ancora per il senso di verticalita’ e magni-<br />
ficenza. Mi sono avvicinato alla fabbrica seguendo la linea della valle, segnata da un piccolo ruscello incanalato e<br />
dalla strada stessa, quando la vegetazione si apre seguendo i crinali; la vista e’ catturata dai due silos, un tempo<br />
depositi del materiale finito che svettano quasi ad interagire con la Rocca. La Laveria si presenta come un relitto<br />
arenato e abbandonato, soffocato dalle lamiere che nel tempo hanno sostituito quasi interamente le originarie<br />
murature.<br />
C’e’ un legame enorme fra le sensazioni che piu’ o meno chiaramente ci suscita un luogo o un oggetto ed il lavoro<br />
che ne segue; la capacita’ di comprenderle e’ uno dei primi passi da compiere nel percorso di avvicinamento al<br />
progetto.<br />
Mantenendo i silos, ho creato un portale che individua un ingresso, un passaggio centrale di collegamento fra la<br />
quota di arrivo dove si trovano le entrate dei laboratori, alla zona espositiva ed al tetto terrazza. Salendo si apre<br />
lo spazio esterno sino all’interruzione del monumentale piano inclinato: questa serie di pilastri reggevano i binari<br />
che collegavano il pozzo Walter livello 2 (dove era la coltivazione di argento) al piazzale di carico e scarico della<br />
laveria, passando alla fine nella breccia di versante.<br />
Nelle vecchie foto i pilastri liberi dalla vegetazione inventano, tagliando la valle, un suggestivo spazio scenografico,<br />
quinta perfetta per uno spazio dalle molteplici potenzialita’, dalla musica alla land-art.<br />
Oltre al primo asse che si caratterizza a livello terriotoriale poiche’ individuato dallla linea della valle, se ne forma<br />
un secondo, ortogonale, coincidente con la direzione che guarda la Rocca: esso collega il parcheggio, la galleria<br />
e la miniera, assumendo un significato logico e funzionale.<br />
I due corpi di fabbrica progettati si trovano all’interno dei muri di contenimento del terreno esistenti, sollevati dal<br />
loro secolare lavoro divengono parte stessa del laboratorio e della zona espositiva, accompagnando i due per-<br />
corsi interni paralleli alla linea della valle.<br />
Altri interventi sono il cinema all’aperto, situato nell’intimita’ di una vecchia vasca di raccolta delle acque piovane<br />
localizzata in prossimita’ della terrazza punto di arrivo dei percorsi archeologici. Il collegamento fra le due quote<br />
e’ stato ricavato nel vecchio frantoio trasformato in un corpo scale, ai cui piedi ho collocato il cuore della Laveria<br />
e la fase ultima del lavoro minerario: il motore della macinazione della pietra da calce.<br />
L’edificio non presenta quasi aperture, la luce proviene dall’alto perche’ i muri esterni si pongono in continuita’<br />
con i terrazzamenti del frantoio e della terrazza ma ad un livello sottostante; inoltre, l’orizzontalita’ dei due corpi si<br />
contrappone nettamente alla verticalita’ dei silos e della Rocca.<br />
Ho previsto un rivestimento in pietra dell’edificio, cosi che si combini bene con l’ambiente circostante e, al tempo<br />
stesso lo valorizzi. Sulla copertura piana sono previste sedute-lucernari, da cui si puo’ ammirare l’intero paesag-<br />
gio ed il rapporto fra gli oggetti.<br />
Arch. MIRKO AGOSTINI
TAVOLE
TAVOLE
1<br />
I PORFIDI<br />
tavola 1, scala 1:5000 (118,89X84,11CM):<br />
Rappresenta la natura dell’area, il motivo per cui esiste: i filoni di porfido (magma solidificato lentamente) sono<br />
stati i suggeritori della ricchezza del luogo. L’uomo ha organizzato di conseguenza la vita lavorativa e privata<br />
interagendo con l’area e lasciando indelebili segni sul paesaggio, dalla Rocca alle cave, dalle fabbriche alle case.<br />
Questi segni rossi rappresentano la sintesi delle informazioni ritenute essenziali a spiegare la natura dell’area nelle<br />
molteplici caratteristiche: geologiche, morfologiche, fisiche, economiche, sociali e architettoniche nel tempo.
1<br />
IL LABORATORIO<br />
Tavola 2, scala 1:2500 (118,89x84,11cm):<br />
Il titolo della tavola scaturisce dal fatto che questo sito ha sempre svolto una funzione di laboratorio, rintracciabile<br />
nello sfruttamento delle miniere, nella lavorazione dei metalli e nelle pregevoli produzioni artigianali.<br />
Tale elaborato mira ad evidenziare il modo in cui l’uomo si è organizzato in quest’area per quanto concerne gli<br />
insediamenti e le attività. Attraverso il sistema dei segni ho rilevato il rapporto fra i differenti pesi e natura degli<br />
oggetti. Anche se di differenti periodi storici gli edifici presenti nell’area mantengono inalterate alcune caratte-<br />
ristiche come il riparo dai venti freddi, la ricerca della massima esposizione solare e soprattutto il sistema dei<br />
terrazzamenti.
1<br />
LA LAVERIA<br />
Tavola 3, scala 1:500 (118,89x84,11):<br />
Il rapporto della fabbrica con la morfologia del territorio e l’organizzazione dell’intera area.<br />
La Laveria si trova nel punto più alto e facilmente raggiungibile della valle dei Lanzi, il piazzale era adibito a carico<br />
e scarico, qui infatti termina il percorso del piano inclinato che lo collegava al pozzo Walter (livello 2). Nel processo<br />
di sfruttamento dei giacimenti, alla fabbrica era riservata l’ultima fase di frantumazione o pesta.
1<br />
LA VALLE DEI LANZI<br />
Tavola 4, scala 1:1000 (118,89x84,11cm):<br />
Questa è la prima tavola di progetto: i segni sulle planimetrie sono spariti per diventare dei veri e propri assi visivi<br />
come questa vista dalla Rocca alla cava con il laboratorio d’arte al centro.<br />
In questo ideogramma la linea rossa rappresenta la linea della valle, mantenendola percorso ha caratterizzato<br />
l’organizzazione degli spazi, sia esterni che interni all’edificio.
0<br />
CONTESTUALIZZAZIONE<br />
Tavola 5, scala 1:500 (118,89x84,11cm):<br />
Tale elaborato integra la pianta dell’edificio nel sito, ponendola sul tracciato della linea della valle.<br />
Gli interventi satelliti al laboratorio sono la ristrutturazione della Caprareccia, la zona esterna, nuovamente libera<br />
dalla vegetazione sino all’interruzione del Piano Inclinato, il piccolo cinema all’aperto ed il collegamento tra la<br />
terrazza ed i laboratori ricavato nel vecchio frantoio.
LA COPERTURA<br />
Tavola 6, La Copertura, scala 1:200 (118,89x84,11cm):<br />
Si tratta di una vista zenitale ed una a volo d’uccello del complesso.
PIANTE-PROSPETTI-SEZIONI<br />
Tavola 7, scala 1:200(118,89x84,11cm):<br />
La pianta risulta fortemente simmetrica. Nel blocco di sinistra è situata la zona espositiva, nell’altro i laboratori. In<br />
questo ideogramma sono rappresentate in rosso le murature esistenti ed in nero le nuove.
PIANTE-PROSPETTI-SEZIONI<br />
Tavola 8, Piante-Prospetti-Sezioni, scala 1:200(118,89x84,11cm):<br />
L’edificio è ricavato scavando nelle antiche murature, uscendo dalla quota del piazzale di soli quattro metri si<br />
caratterizza per un forte senso di orizzontalità che si oppone alla verticalità dei silos e della Rocca.
PROSPETTIVE<br />
Tavola 9, Prospettive (118,89x84,11cm):<br />
Vista del passaggio centrale, valorizzato dai silos che fungono da portale e del collegamenro verticale alla terraz-<br />
za ricavato nei resti del frantoio, alla cui base è stato posto il motore, cuore della laveria.
CURRICULUM PROGETTUALE<br />
dicembre 2002 Premiato come “businnes idea”, nel contesto dell’iniziativa della Bic Toscana per la promozione dell’imprenditoria giovanile,<br />
il progetto di <strong>Riccardo</strong> <strong>Pocci</strong> “Fondazione per l’Arte Contemporanea Miniere Etrusche”.<br />
novembre 2003 Il progetto che mira alla conversione della Laveria in Laboratorio d’Arte all’interno del Parco archeominerario di San Silvestro<br />
è stato presentato come tesi di Laurea dell’Arch. Mirko Agostini all’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Architettura<br />
con il titolo: “Laboratorio d’Arte, Parco di San Silvestro” ,relatore prof. Giacomo Pirazzoli, correlatore <strong>Riccardo</strong> <strong>Pocci</strong>.<br />
dicembre 2003 Il lavoro progettuale completo è stato presentato presso il Comune di Suvereto all’attenzione del Presidente Circondario della<br />
Val di Cornia Dott. Rossano Pazzagli, del Presidente Parchi Val di Cornia S.p.A Arch. Massimo Zucconi, del Direttore Parco<br />
archeominerario di San Silvestro Dott.ssa Alessandra Casini. Alla presentazione del progetto erano presenti oltre ai già citati:<br />
prof.Giacomo Pirazzoli, Presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze; Giovanni de Caro, Presidente dell’Associazione<br />
Italiana di Improvvisazione Teatrale; Davide Cagliani, Presidente dell’associazione ABC Milano Arte Contemporanea.<br />
marzo 2004 Presentazione del progetto nelle sedi della società Parchi al Presidente della Parchi Val di Cornia S.p.A. Massimo Zucconi,<br />
al Direttore Divisione Parchi e Musei Archeologici Silvia Guidieri, al Direttore del Parco di San Silvestro Alessandra Casini,<br />
all’Arch. Antonio Carmilla.<br />
settembre 2004 Il progetto viene selezionato dalla Facoltà di Architettura di Firenze, Dipartimento di Progettazione e presentato in DVD alla<br />
Biennale di Architettura 2004, Venezia.<br />
SI RINGRAZIA<br />
Comune di Campiglia Marittima<br />
Regione Toscana<br />
Provincia di Livorno<br />
Dipartimento di Progettazione dell’Architettura, Università di Firenze<br />
Circondario dei Comuni della Val di Cornia<br />
Società Parchi Val di Cornia<br />
Azienda Agricola Gualdo del Re<br />
Silvia Velo: sindaco Comune di Campiglia Marittima, Presidente del Circondario dei Comuni della Val di Cornia<br />
Rossano Pazzagli: docente di Storia dell’agricoltura e di Storia dell’ambiente nelle Università di Pisa e di Firenze<br />
Massimo Zucconi: presidente- Parchi Val di Cornia S.p.A.<br />
Alessandra Casini: ufficio cultura del comune di Gavorrano<br />
Angiolo Fedeli: assessore alla Cultura al Comune di Campiglia Marittima<br />
Pierpaolo Pioli: sindaco Comune di Suvereto<br />
Giacomo Pirazzoli: docente di Progettazione presso la Facoltà di Architettura di Firenze, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze<br />
Davide Cagliani: presidente dell’Associazione Culturale ABC Milano Arte Contemporanea<br />
Fabrizio <strong>Pocci</strong>: consulenza area pre-produzione musicale<br />
Francesco Burroni: presidente dell’Associazione Nazionale Improvvisazione Teatrale ALEA<br />
Simona Romani: docente di Marketing presso la Facoltà di Economia di Pisa<br />
Giovanni De Caro: direttore dell’Associazione Nazionale Improvvisazione Teatrale ALEA<br />
Clara Pacchieri: avvocato, consulenza.<br />
Studio Associato Pacchieri, Chelucci e Monaci: consulenza commerciale.<br />
Michele Spina : critica del cinema e proiezionista, Cinema Cinecittà di Firenze<br />
Marco Livi: informatico AlmaWeb, Graduate school of Information Technology, Bologna<br />
Studio Aerostato: progettazione studi multimediali per l’arte digitale<br />
Alberto Martelli, Alessio Favilli: consulenza<br />
Massimo Cionini: architetto, consulenza strutture<br />
Gianfranco Benedettini: storico e giornalista<br />
Stefano Parlanti: storico<br />
Jacopo Bertocchi: giornalista<br />
Luciana Grandi: giornalista<br />
Patrick Benifei: musicista, consulenza<br />
Chiara Fanigliulo: architetto<br />
Mauro Puccini: fotografo<br />
Guido Cionini: regista<br />
Lisa Casucci: architetto costumista<br />
Giacomo Salizzoni: architetto<br />
Giammaria Margelli: chef<br />
1
MIRKO<br />
Laureato alla Facoltà d’Architettura di Firenze. Iscritto all’Albo Professionale degli Architetti,<br />
Pianificatori e Paesaggisti della Provincia di Livorno. Cultore della Materia nel corso di Progettazione<br />
Dell’Architettura 1 del prof.arch. Giacomo Pirazzoli presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha<br />
collaborato con l’ architetto Massimo Cionini presso lo studio Cusy-Maraval, Montpellier e con l’<br />
YLAB Yuste Laarmann Arquitectos Barcelona.<br />
Esperienze relative alle arti visive con particolare riferimento al Cinema, fotografia, allestimenti.<br />
RICCARDO<br />
Laureato all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dottorato all’Univesidad Nacional de La Plata,<br />
Argentina in estetica e teoria delle arti, pittura e incisione grazie ad una borsa di studio del Ministero<br />
degli Affari Esteri Italiano ed il Ministerio de la Educaciòn argentino. Espone in centri espositivi e<br />
gallerie di Granada (Spagna), Buenos Aires (Argentina), Milano, Firenze e Roma. Collabora<br />
attualmente con la galleria Il Sole Arte Contemporanea di Roma e la galleria ABC Milano.<br />
REDAZIONE<br />
Mirko, <strong>Riccardo</strong>, Alberto<br />
PROGETTO GRAFICO<br />
aerostato - www.aerostatonet.it<br />
STAMPA<br />
Menegazzo s.r.l. - Lucca<br />
SPONSORS<br />
Cave di Campiglia S.p.a. / Gualdo del Re<br />
Finito di stampare nel luglio 2005