Caso Ella Sharpe - Napoli

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29.05.2013 Views

Lacan – nel suo sesto seminario, su Il desiderio e la sua interpretazione – inquadra nel grafo del desiderio uno dei sogni più celebri di Freud, che costituisce il « paradigma » – per utilizzare il termine dell’epistemologo Th. Kuhn – della lettura lacaniana del desiderio. È un sogno che Freud ha utilizzato in due occasioni: innanzitutto, nel breve articolo Formulierungen über die zwei Prinzipien des psychischen Geschehens (Precisazioni sui due principi dell’accadere psichico), pubblicato nel 1911; poi (1930) l’ha ripreso nella Traumdeutung, nel capitolo VI (Traumarbeit – Il lavoro onirico): «… un uomo, che ha assistito il padre nel corso della sua malattia e ha gravemente sofferto per la sua morte, poco tempo dopo ha questo sogno assurdo: Suo padre è di nuovo in vita e parla con lui come una volta, però (questo è l'elemento straordinario) è pur sempre morto, ma non lo sa. Si capisce il sogno, se dopo “è pur sempre morto” si inserisce: in conseguenza del desiderio del sognatore, e si integra “ma non lo sa” con: [non sa] che il sognatore aveva questo desiderio. Assistendolo nel corso della malattia, il figlio aveva più volte desiderato la morte del padre, aveva cioè avuto il pensiero veramente pietoso che la morte avrebbe posto fine a quel tormento. Nel lutto successivo alla morte, persino questo desiderio pietoso divenne un rimprovero inconscio, come se con esso egli avesse realmente contribuito ad abbreviare la vita del malato. Il risveglio dei primissimi impulsi infantili rivolti contro il padre rese possibile l'espressione in veste di sogno di questo rimprovero …» Il sogno – dice Lacan – ci si presenta sempre come un tutto, e può essere rappresentato con l’enunciato che si produce sul piano inferiore del grafo del desiderio. È una catena significante che si presenta con una forma globale, chiusa, che è la forma abituale in cui si presenta il linguaggio. Ma è anche qualcosa su cui il soggetto deve esprimersi nella forma dell’enunciazione, cioè situarsi in rapporto ad essa, dichiarare una maggiore o minore adesione a ciò che racconta. I differenti modi di assunzione del vissuto del sogno da parte del soggetto – che fanno parte di ciò che Freud ha chiamato « pensieri latenti del sogno », o « associazioni libere » – si situano, sul grafo, nella linea frammentata dell’io (je) dell'enunciazione. È nelle possibilità e nei punti di rottura del discorso che risiede l’essenziale di ciò che è accaduto per il soggetto, che mantiene alcuni significanti nella rimozione, e che ci permette di seguire la strada del suo desiderio. Il desiderio è essenzialmente legato, nella dottrina freudiana, all’esistenza del significante, rimosso in quanto tale; e la sua restituzione è legata al ritorno di questi significanti. Ma questo non vuol dire che la restituzione di questi significanti enunci puramente e semplicemente il desiderio. Una cosa è ciò che si articola nei 1

Lacan – nel suo sesto seminario, su Il desiderio e la sua interpretazione – inquadra nel grafo del<br />

desiderio uno dei sogni più celebri di Freud, che costituisce il « paradigma » – per utilizzare il<br />

termine dell’epistemologo Th. Kuhn – della lettura lacaniana del desiderio. È un sogno che Freud<br />

ha utilizzato in due occasioni: innanzitutto, nel breve articolo Formulierungen über die zwei<br />

Prinzipien des psychischen Geschehens (Precisazioni sui due principi dell’accadere psichico),<br />

pubblicato nel 1911; poi (1930) l’ha ripreso nella Traumdeutung, nel capitolo VI (Traumarbeit – Il<br />

lavoro onirico): «… un uomo, che ha assistito il padre nel corso della sua malattia e ha gravemente<br />

sofferto per la sua morte, poco tempo dopo ha questo sogno assurdo: Suo padre è di nuovo in vita e<br />

parla con lui come una volta, però (questo è l'elemento straordinario) è pur sempre morto, ma non<br />

lo sa. Si capisce il sogno, se dopo “è pur sempre morto” si inserisce: in conseguenza del desiderio<br />

del sognatore, e si integra “ma non lo sa” con: [non sa] che il sognatore aveva questo desiderio.<br />

Assistendolo nel corso della malattia, il figlio aveva più volte desiderato la morte del padre, aveva<br />

cioè avuto il pensiero veramente pietoso che la morte avrebbe posto fine a quel tormento. Nel lutto<br />

successivo alla morte, persino questo desiderio pietoso divenne un rimprovero inconscio, come se<br />

con esso egli avesse realmente contribuito ad abbreviare la vita del malato. Il risveglio dei<br />

primissimi impulsi infantili rivolti contro il padre rese possibile l'espressione in veste di sogno di<br />

questo rimprovero …»<br />

Il sogno – dice Lacan – ci si presenta sempre come un tutto, e può essere rappresentato con<br />

l’enunciato che si produce sul piano inferiore del grafo del desiderio. È una catena significante che<br />

si presenta con una forma globale, chiusa, che è la forma abituale in cui si presenta il linguaggio.<br />

Ma è anche qualcosa su cui il soggetto deve esprimersi nella forma dell’enunciazione, cioè situarsi<br />

in rapporto ad essa, dichiarare una maggiore o minore adesione a ciò che racconta. I differenti modi<br />

di assunzione del vissuto del sogno da parte del soggetto – che fanno parte di ciò che Freud ha<br />

chiamato « pensieri latenti del sogno », o « associazioni libere » – si situano, sul grafo, nella linea<br />

frammentata dell’io (je) dell'enunciazione. È nelle possibilità e nei punti di rottura del discorso che<br />

risiede l’essenziale di ciò che è accaduto per il soggetto, che mantiene alcuni significanti nella<br />

rimozione, e che ci permette di seguire la strada del suo desiderio. Il desiderio è essenzialmente<br />

legato, nella dottrina freudiana, all’esistenza del significante, rimosso in quanto tale; e la sua<br />

restituzione è legata al ritorno di questi significanti. Ma questo non vuol dire che la restituzione di<br />

questi significanti enunci puramente e semplicemente il desiderio. Una cosa è ciò che si articola nei<br />

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significanti rimossi – che è sempre una domanda – e un’altra cosa è il desiderio – che è una certa<br />

posizione del soggetto in rapporto all’essere.<br />

Lacan cerca di mostrarcelo attraverso un caso, che ci dice che un sogno, in analisi, non è<br />

semplicemente qualcosa che ha una significazione – ciò che ci ha insegnato la Traumdeutung – ma<br />

qualcosa che, nella comunicazione analitica, interviene in maniera attiva: il sogno è fatto non<br />

soltanto per l’analisi, ma per l’analista. Lacan riprende – come ha già fatto in altre occasioni – un<br />

caso clinico di un altro analista, tratto stavolta dal capitolo V di Dream Analysis (1937) di <strong>Ella</strong><br />

<strong>Sharpe</strong>, « una delle migliori analiste, delle più brillanti ed intuitive che ci siano mai state », come<br />

dice lui stesso. <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> aveva insegnato inglese, prima di intraprendere una formazione analitica<br />

e di divenire membro della British Psychoanalytical Society. Tra i suoi analizzanti, ci fu anche<br />

Melitta Schmideberg, la figlia di M. Klein. Fu una studiosa di Shakespeare e Amleto, ed è forse per<br />

questo che Lacan se ne è interessato all’epoca del suo seminario sul desiderio.<br />

Il quinto capitolo del suo libro ruota attorno a ciò che un paziente, Robert, le ha detto in una<br />

seduta riguardo a un sogno che si situa in un momento molto importante della sua analisi. Il padre<br />

di Robert – che era il più piccolo dei fratelli – morì quando Robert aveva tre anni. Egli ne aveva un<br />

ricordo estremamente vago, e si riferiva al padre quasi soltanto per dire che era morto. Inoltre, nella<br />

misura in cui il transfert paterno entrava in gioco – ci dice <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> – anche lei era "morta", per<br />

questo paziente, perché egli non aveva nessun pensiero, nessun sentimento nei suoi confronti.<br />

L’idea che questa analista inglese si era fatta dell’analisi è quella di una sorta di gioco di scacchi,<br />

interminabile (die unendliche Analyse di Freud) fino al momento in cui l’analista cessa di<br />

identificarsi nell’inconscio dell’analizzante all’immagine del padre vendicatore, che si accanisce a<br />

stringerlo in un angolo (to corner him), a metterlo in scacco fino al punto in cui non vi sia più altra<br />

alternativa che la morte. La direzione della cura, allora, consiste nel portare il paziente a prendere<br />

coscienza, nel transfert, dei desideri inconsci della prima infanzia riguardanti la sparizione del<br />

padre, e ad opporsi a tutte le pulsioni di protezione dell’io (egopreservative instincts), che vengono<br />

mobilizzate contro questa emergenza. L’analizzante lotta così fantasmaticamente per preservare il<br />

suo corpo e il suo pene, che sono una sola cosa (his penis and his body are one thing) : e, di fatto,<br />

Robert sviluppò fobie molto gravi – di cui diremo più oltre – in rapporto al suo lavoro di avvocato.<br />

Però, questo non significa – per l’analista inglese – che egli non si autorizzasse a lavorare con<br />

successo, ma piuttosto che egli aveva paura di riuscire fin troppo bene. Si tratterebbe, dunque, di<br />

una difficoltà di manifestare la propria potenza, o più esattamente il proprio potere, che l’analista<br />

interpreta nel senso di un conflitto aggressivo con il padre, e mette su di un piano essenzialmente<br />

duale, immaginario. È ciò che Lacan chiamerà « la caduta di livello – in rapporto al grafo – che<br />

segnerà l’interpretazione di <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> ». Le ultime parole del padre morente, ripetute spesso al<br />

ragazzino, furono: « Robert deve prendere il mio posto (Robert must take my place)», e questo<br />

aveva significato, per Robert, che diventare grande voleva anche dire morire. Se lo sviluppo<br />

intellettuale di Robert – con le parole di <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> – era utilizzato a fini difensivi, per preservare il<br />

suo corpo e il suo pene, il suo problema era « del corpo (a bodily one) », e riguardava la rimozione<br />

(repression) delle sensazioni fisiche, allo scopo di pervenire ad un controllo perfetto dei suoi<br />

muscoli, dei suoi movimenti, delle sue espressioni verbali. Egli non cambiava mai il suo<br />

atteggiamento in analisi – cosa che Lacan definisce « una sorta di sterilizzazione del testo della<br />

seduta ». Ma la sua perfezione era una perfezione morta, come quella del padre. La tattica analitica<br />

– tipica di un certo orientamento nei confronti dei pazienti ossessivi – consisteva allora<br />

nell’attaccare le sue difese : tradurre i suoi interminabili ragionamenti in un linguaggio del corpo<br />

(bodily), analizzando i fatti inattesi in termini di eventi somatici.<br />

È quel che accadde in quel giorno. Come sempre, l’analista non l’aveva sentito salire le scale.<br />

Ma già da qualche giorno prima di quella seduta, <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> aveva notato che egli tossiva molto<br />

discretamente, subito prima di entrare nella stanza. L’analista aveva accolto questa tossetta con una<br />

grande gioia : però, non vi aveva fatto nessuna allusione, evitando di toccare il registro narcisistico.<br />

Di fatto, ella aveva giustamente pensato che attirare l’attenzione di questo paziente su di una<br />

manifestazione dell’inconscio avrebbe avuto come effetto di mettervi termine, giacché il suo<br />

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obiettivo consisteva nel controllare tutto ciò che poteva tradirlo. Ma, in quel giorno, egli si stese sul<br />

lettino e disse : «Sono consapevole di tossicchiare, da qualche giorno, appena prima di entrare in<br />

questa stanza. Si potrebbe pensare che serva a qualche scopo (purpose) particolare». Interrogandosi<br />

su questo primo, misterioso segno che emerge nel suo discorso, comincia a tirar fuori una serie di<br />

associazioni, punteggiate da sottolineature e discreti interventi dell’analista. Quando era un ragazzo<br />

di una quindicina d’anni, se il fratello maggiore si trovava in una stanza con la fidanzata, Robert<br />

tossiva prima di entrare, per permettere loro di smettere di abbracciarsi prima del suo ingresso : ma<br />

egli respinge subito l’idea che queste associazioni sessuali possano avere a che fare con l’analista.<br />

Poi, gli torna in mente un fantasma (phantasy) : si trova in una stanza dove non avrebbe dovuto<br />

essere, e per evitare che qualcuno entri si mette ad abbaiare come un cane. Questo "qualcuno",<br />

infatti, potrebbe allora dire: "oh, c’è solo un cane là dentro". Questo gli ricorda ancora un cane che<br />

si masturbava contro la sua gamba: lui ha lasciato che continuasse a farlo, benché qualcuno sarebbe<br />

potuto entrare. Il paziente, a questo punto, tossicchia. Poi, evoca un sogno che aveva fatto la notte<br />

precedente : un sogno gigantesco, interminabile, eccitante, da cui si è svegliato caldo e sudato.<br />

«Facevo – egli dice – un viaggio con mia moglie attorno al mondo, e arrivavamo in<br />

Cecoslovacchia. Incontravo una donna su di una strada che mi ricorda una strada che appariva in<br />

altri due sogni, in cui facevo sesso (sexual play) con una donna davanti ad un’altra donna. Questa<br />

volta mia moglie era presente mentre l’evento sessuale aveva luogo. La donna che incontravo<br />

aveva un aspetto molto passionale, e questo mi ricorda una donna che ho visto al ristorante, che<br />

aveva delle labbra carnose. La donna voleva avere un rapporto sessuale con me e prendeva<br />

l’iniziativa, cosa che mi aiuta molto. La donna era stesa su di me. Cercava di introdurre il mio<br />

pene nel suo corpo. Io non ero d’accordo, ma lei appariva così delusa che io pensai che l’avrei<br />

masturbata (I would masturbate her) ». Robert è consapevole che non è possibile utilizzare, in<br />

inglese, il verbo to masturbate transitivamente : si può dire soltanto "I masturbated". Questo gli<br />

ricorda una volta in cui aveva masturbato un altro ragazzo. Ritorna al sogno, con l’immagine della<br />

vulva della donna prominente come un cappuccio (hood), che lei usava manovrandolo per ottenere<br />

il suo pene. L’associa a una caverna, in cui andava spesso con la madre, quando era bambino. Pensa<br />

che, in inglese, labia significa "labbra" (lips) : ma le labbra della bocca sono trasversali, le labbra<br />

genitali sono longitudinali. Pensa ancora al tessuto della capote di un’auto (cloth motor-hood), di<br />

cui si ricorda per l’accento di un uomo, che imita ; e questo lo rinvia alle imitazioni di una sua<br />

amica. Si ricorda della prima auto in cui è salito, che aveva una capote (hood) tenuta ferma da<br />

cinghie. Questo gli ricorda un periodo dell’infanzia, in cui tagliava compulsivamente delle cinghie<br />

di cuoio, e, una volta, i sandali della sorella. Le cinghie gli fanno pensare ai bambini legati nelle<br />

carrozzine. Si ricorda di aver dimenticato di inviare i biglietti di ammissione ad alcuni nuovi<br />

membri del suo club. Queste cose lasciate incompiute (left undone) gli fanno pensare – attraverso<br />

una citazione del Book of Common Prayer – ai “bottoni della brachetta” che, la settimana prima,<br />

aveva lasciato sbottonati (left undone). Si ricorda di un sogno in cui un uomo gli diceva di chiudere<br />

i bottoni del suo soprabito. E questo gli fa venire in mente il modo in cui, quando era piccolo,<br />

doveva essere “fissato al letto con le spille” (pinned in bed), di notte, per paura che cadesse.<br />

<strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> dà le seguenti interpretazioni : 1) il sogno è un fantasma masturbatorio (a<br />

masturbation phantasy) ; 2) il filo conduttore delle associazioni del paziente è il tema<br />

dell’onnipotenza (viaggia attorno al mondo, è il sogno più lungo che abbia mai fatto, etc.) ; 3) il<br />

ricordo della caverna è un ricordo di copertura, che si riferisce agli organi genitali di una donna più<br />

grande di lui (la madre, o la sorella) : sogna di abbracciare la terra-madre, di essere all’altezza<br />

dell’immensa caverna che si trova sotto le labbra prominenti ; 4) la compulsione a tagliare i sandali<br />

della sorella rappresenta il fantasma infantile di fare a pezzi i suoi rivali, la cui manifestazione<br />

attuale è la sua negligenza riguardo ai biglietti che avrebbe dovuto inviare ai nuovi membri ; 5) il<br />

fantasma aggressivo delle cose lasciate incompiute (left undone), attraverso il ricordo dei bottoni<br />

della brachetta lasciati sbottonati (left undone), è legato al desiderio inconscio di esibire il pene.<br />

L’immagine paterna del sogno, che lo invita ad abbottonarsi, così come l’associazione alla<br />

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necessità, nell’infanzia, di fissarlo al letto con le spille, viene interpretato come un riferimento al<br />

divieto di masturbazione nell’infanzia.<br />

<strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> chiarisce che non ha formulato tutte le sue interpretazioni al paziente. Nella scelta –<br />

ci dice – è stata guidata dai bisogni del paziente, cioè la sua paura di ogni movimento aggressivo del<br />

suo corpo. La prima cosa che ha interpretato è stata la tosse, nella misura in cui era l’unica<br />

manifestazione di transfert che era apparsa direttamente nel corso della seduta. Poi, ha fatto<br />

riferimento al sogno, sottolineando come esso, nel suo insieme, significasse onnipotenza. In seguito,<br />

ha guidato l’attenzione di Robert sul fantasma, associato alla tosse, di separare gli amanti, e l’ha<br />

riferito a lei stessa. Egli aveva portato precedentemente in seduta un fantasma angosciante : che<br />

potesse bloccare il percorso della coppia reale bloccando la strada con la sua vettura. L’analista ha<br />

allora collegato la tosse, che aveva avuto prima di entrare nel suo studio, alla scena primaria, in<br />

occasione della quale il piccolo, con improvvisi movimenti intestinali o con il suo pianto, aveva<br />

potuto disturbare il coito dei genitori (come nel caso dell’Uomo dei lupi). Dopo di ciò, ella aveva<br />

sottolineato i fantasmi aggressivi, e ne aveva dedotto che Robert si era augurato di impedire ogni<br />

altra nascita. Poi, <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> gli ha detto che lui aveva effettivamente visto gli organi genitali della<br />

madre, e che aveva proiettato su di loro dei fantasmi di ritorsione correlati ai fantasmi di<br />

aggressione associati al proprio pene, considerato come qualcosa che morde ed infastidisce (a biting<br />

and boring thing).<br />

Le due sedute che seguirono, ella ci dice, confermarono il significato masturbatorio del sogno. Il<br />

paziente disse che non aveva più tossito mentre saliva, ma che aveva avuto dei dolori addominali:<br />

questo l’aveva portato a pensare alle crisi di diarrea di cui soffriva nell’infanzia, e ad associare la<br />

tosse alle flatulenze. Il giorno seguente, il paziente confessò che, per la prima volta da quando era<br />

piccolo, aveva bagnato il letto mentre dormiva. Così, nel corso di tre sedute di analisi, Robert aveva<br />

presentato tre manifestazioni del suo corpo : la tosse, le coliche e l’enuresi. Con quest’ultima, aveva<br />

stabilito il primo contatto effettivo con la situazione infantile di rivalità con il padre. Robert disse<br />

anche che il suo garagista non aveva ancora terminato di riparare la sua vettura: ma era tanto un<br />

brav’uomo, così gentile, che gli era impossibile arrabbiarsi. Gli sarebbe piaciuto avere la sua<br />

macchina. Non perché fosse una necessità assoluta, per lui. Ma la voleva! Qui, dice <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong>,<br />

viene infine espresso un desiderio di natura libidica (libidinal desire). L’analista aveva così colto<br />

l’occasione di parlargli del transfert paterno, e dei fantasmi di rivalità aggressiva nei suoi confronti,<br />

che si esprimevano nell’infanzia attraverso il suo corpo. <strong>Ella</strong> ci spiega anche la ragione che l’ha<br />

portata ad intervenire così poco in questa analisi, parlando quasi solo per monosillabi. La ragione è<br />

fornita da una considerazione fatta a proposito del sogno : « Se la donna prende l'iniziativa, la cosa<br />

mi aiuta molto ». Dunque, per aiutare davvero questo paziente, lei pensava di dovergli lasciar<br />

prendere l’iniziativa. La conferma della direzione della sua cura le è fornita da un ultimo episodio,<br />

che <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> interpreta come effetto dei suoi interventi, e che conclude il caso. Robert era<br />

preoccupato dalle sue difficoltà a mettere all’angolo il suo avversario (to corner his opponent) sul<br />

campo di tennis. Un giorno, dopo la seduta, prese per il collo un avversario che lo prendeva in giro<br />

per la mediocrità del suo gioco. Per la prima volta dall’adolescenza, era riuscito a toccare un uomo<br />

– metterlo all’angolo, possiamo dire.<br />

Come procede Lacan, nella sua rilettura di questo frammento di analisi, che si sviluppa sull’arco<br />

di cinque lezioni del suo seminario ? Analizziamo i differenti elementi nell’ordine di apparizione.<br />

La « tossetta » è un messaggio, ma – nella misura in cui il soggetto si interroga su di essa – è un<br />

messaggio di secondo grado. Egli dice : "Ho tossito (messaggio), e questo vuol dire qualcosa<br />

(messaggio sul messaggio)". È una questione che il paziente pone a partire dall’Altro, perché<br />

comincia a porsela dal momento che è in analisi. È una questione che riguarda l’Altro che è in lui,<br />

che riguarda il suo inconscio : Che vuoi ? Che vuoi da me ? Ma anche: Che vuoi che io sia? Che<br />

cos’è questo significante dell’Altro in me? Il luogo cui mira questo interrogativo è quello che si<br />

scrive, sul grafo desiderio, S(%) : il significante dell'Altro, in quanto esso stesso marchiato dal<br />

significante.<br />

4


La prima delle "idee relative alla tosse", enumerate da <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong>, non è – come lei riassume –<br />

«pensieri relativi ad amanti che stanno assieme» (thoughts of lovers being together). Piuttosto, è il<br />

pensiero di qualcuno che arrivi come terzo mentre due amanti stanno assieme. L’assemblaggio di<br />

questi tre personaggi comporta alcune variazioni coerenti nel tempo : i due stanno assieme<br />

finquando il terzo è fuori; quando il terzo entra, i due non stanno più insieme.<br />

Il secondo elemento è il «rigetto di fantasie sessuali (sexual phantasy) relative all'analista».<br />

Lacan ci dice che, al contrario, sembra che vi sia una certa ammissione di queste fantasie, attraverso<br />

le associazioni che seguono.<br />

Poi, c’è il fantasma ($&a) « di essere lì dove non avrebbe voluto, e di abbaiare come un cane per<br />

depistare gli altri ». È molto evidente che lo scopo del fantasma è di mostrare che egli non è dove<br />

invece è – struttura che sarà caratteristica di ogni affermazione soggettiva da parte del paziente :<br />

farsi altro da sé, scacciarsi dal dominio della parola, rendersi assente. Nessuno andrà a verificare se<br />

è là, perché egli sarà coperto da un significante elementare : cane. L'abbaiare, dunque, è la metafora<br />

di ciò che egli non è, e questo fornisce la prima interpretazione del messaggio misterioso che era<br />

emerso : la tosse di Robert è, si può dire, l’abbaiare del soggetto in analisi, che annuncia che « nella<br />

misura in cui sono in presenza dell’Altro, non sono nessuno ». La catena metaforica è dunque :<br />

cane ± bau bau ± tosse<br />

Robert cane bau bau<br />

La tosse di Robert non è un segno, ma un significante, che annuncia Robert nella misura in cui<br />

rappresenta il bau bau di quel cane che diviene Robert in quanto non c’è, in quanto è altro.<br />

Il quarto elemento associativo del paziente, sottolineato da <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong>, è il ricordo di aver<br />

masturbato un cane, con l’aggiunta che « è scorretto impiegare questo verbo in maniera transitiva ».<br />

Con questo elemento, le associazioni del paziente hanno fatto il primo giro del grafo del desiderio: a<br />

partire dalla tosse, significante della mancanza nell’Altro [S(%)], passando attraverso il fantasma<br />

[($&a)] di abbaiare come un cane, fino alla pulsione muta ($&D), che rappresenta il soggetto<br />

barrato in rapporto alla domanda dell’Altro.<br />

5


Io guardo l’altro che io sono – il cane – a condizione che l'Altro non entri, altrimenti sparisco per<br />

la vergogna. Ma, d’altra parte, quest’altro che io sono, il cane, lo guardo come ideale, come quello<br />

che fa ciò che io non faccio, come "ideale di potenza", come dice <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong>. Dopo aver fatto<br />

questo primo giro, « il paziente a questo punto tossisce » ancora, ci dice l'analista. Dopo questa<br />

nuova punteggiatura [S(%)], egli racconta il sogno, e comincia un nuovo giro, che cerca di<br />

aggiustare il desiderio in rapporto a un fantasma che si situa tra il significante dell'Altro [S(%)] e il<br />

significato dell’Altro [s(A)]. È una certa posizione del soggetto di fronte ad un certo oggetto, a metà<br />

tra una pura e semplice significazione – una cosa chiara e trasparente – e qualcosa d’altro che è<br />

dell’ordine del significante, qualcosa di enigmatico.<br />

« Il sogno è un fantasma masturbatorio » : su questo punto, Lacan è d’accordo con <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong>.<br />

Il sogno esprime l'intenzione manifesta di masturbare la donna – con l’aggiunta che to masturbate è<br />

un verbo intransitivo. L'atteggiamento rigido, difensivo, che Robert mostra in presenza di <strong>Ella</strong><br />

<strong>Sharpe</strong>, è qualcosa che indica un rapporto speculare con l'analista [m ® ¯ i(a)]. L'analista è<br />

essenzialmente, in relazione al soggetto, in un rapporto di alter ego : il transfert, in questo<br />

momento, è un transfert di tipo nettamente immaginario. Il soggetto immagina qualcosa relativa al<br />

suo analista : nella misura in cui è l’immagine di lui, si sta masturbando [($&a)® ¯ d]. La<br />

masturbazione dell’altro e la masturbazione del soggetto sono una sola cosa. È perché non è ancora<br />

entrato nella stanza dell’analista che se la può immaginare mentre gli mostra che lei si masturba, e<br />

lui tossisce per avvertirla di riprendere una posizione normale. Allo stesso scopo, nel suo sogno,<br />

egli mette un dito nella vagina della donna rivoltando, ringuainando, rinvaginando ciò che è stato<br />

svaginato : poiché nel vedere che non c’è altro che un sacco – cioè, che ella è castrata – il soggetto,<br />

dice Lacan, ha tutto da perdere.<br />

L’analista, al contrario, mette in connessione questa fantasia masturbatoria con il tema della<br />

potenza, nel senso più universale del termine, dell’onnipotenza. Ma il contenuto manifesto del<br />

sogno, dice Lacan, è piuttosto di ridurre, minimizzare. Vediamo il soggetto che si fa piccolo piccolo<br />

in presenza di questa specie di appendice che Lacan chiama "fantasma di prolasso". Abbiamo qui<br />

una rappresentazione del sesso femminile sotto la forma fallica di una vagina prolassata. Ma, in<br />

questo sogno, non si tratta del fallo della madre, e ancor meno del fallo della partner : si tratta del<br />

fallo del soggetto. Possiamo affermare che l’analista confonde l’onnipotenza imputata al soggetto<br />

con l’onnipotenza della parola. Infatti, Robert è un avvocato che soffre di fobie molto gravi ogni<br />

volta che si tratta di parlare : dunque, è precisamente in contatto con la parola che il soggetto si<br />

trova in difficoltà.<br />

6


Lacan pone allora una questione, che lui stesso definisce "un pochino esorbitante". Se si trattasse<br />

di un allievo, gli domanderei : dov’è l’elemento di contro-transfert ? All’inizio del capitolo, <strong>Ella</strong><br />

<strong>Sharpe</strong>, dopo aver parlato del padre morto, che lei non riesce a risvegliare nella memoria del<br />

soggetto, fa notare che è la stessa difficoltà che lui ha con lei : « Non ha nessun pensiero nei miei<br />

confronti. Non sente niente su di me (He has no thoughts about me. He feels nothing about me) ». È<br />

inquietante, nota Lacan, bisogna dirlo. Si può affermare la stessa cosa a proposito dell’accento che<br />

<strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> mette sulla metafora del « mettere all’angolo ». Il « cornering him » è introdotto<br />

innanzitutto da lei, all’inizio del capitolo, ed è solo nelle sedute successive all’interpretazione che<br />

lei ha dato di questo sogno che questa parola appare nel discorso del paziente. Si può dire, allora,<br />

che sono le intenzioni dell’analista che si esprimono in questo registro del " mettere all’angolo ",<br />

d’immobilizzare l’altro. <strong>Ella</strong> ha scritto di aver parlato così poco e di aver fatto così poche domande,<br />

in questa analisi – e questo sottolinea, via negazione, un elemento di contro-transfert: un elemento<br />

troppo interventista nel suo gioco analitico, che lei assimila al gioco degli scacchi.<br />

Per restare nel campo di questa metafora, Lacan ci dice che il soggetto, in questo caso, non vuole<br />

perdere la sua regina, come i cattivi giocatori di scacchi, che si immaginano che perdere la regina<br />

equivalga a perdere la partita. La sua potenza, il fallo, ciò che conviene mantenere fuori dal gioco,<br />

altrimenti può perderlo, nel sogno è rappresentato dal personaggio al quale meno si penserebbe,<br />

cioè sua moglie, l’apparente testimone della scena. È in quanto sua moglie è il suo fallo che egli ha<br />

fatto una specie di lapsus, sotto forma di errore grammaticale. Ha detto : « I was taking a journey<br />

with my wife around the world (ho fatto un viaggio con mia moglie attorno al mondo) » e non<br />

« around the world with my wife », come è corretto dire in inglese. <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> mette l'accento di<br />

onnipotenza su «around the world» ; al contrario, il segreto dell'onnipotenza in questo soggetto<br />

risiede nel « with my wife», ove questa donna rappresenta, nel sogno, l’analista. È sul versante della<br />

regina che nulla dev’essere cambiato, perché ciò che è onnipotente è l’Altro. Robert – non<br />

dimentichiamolo – è un avvocato che non riesce a difendere le sue cause; e l'Altro è il luogo in cui<br />

noi ci collochiamo se dobbiamo difendere la nostra causa. Perché, dunque, non bisogna toccare<br />

l’Altro? Perché l’Altro non dev’essere in nessun caso castrato. A questo punto – dice Lacan –<br />

sarebbe davvero opportuno se l’analista si accorgesse di ciò che dev’essere detto al soggetto: che lei<br />

è là come donna, e che ciò che è in questione è il fatto che il soggetto osi difendere la sua causa<br />

davanti a lei. È precisamente ciò che lui non fa, e lei se ne accorge. Ma, come in tutti i casi in cui ci<br />

troviamo in presenza di una resistenza, la resistenza è dell’analista. Giacché, effettivamente, se c’è<br />

qualcosa che <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> si vieta in questa occasione, è il fatto di difendere la sua causa. Al<br />

contrario, ella lo incita a servirsi del fallo come di un’arma : l’analista lo interpreta come strumento<br />

di distruzione e di aggressione, « qualcosa che morde ed infastidisce (a biting and boring thing) »,<br />

che farebbe parte dei fantasmi aggressivi che il soggetto proietterebbe nell’enorme caverna materna.<br />

Ma niente, né nel sogno, né nelle associazioni, fornisce alcun fondamento a questa interpretazione –<br />

né al timore inverso, di ritorsione dell’aggressione sul soggetto : si tratta, piuttosto, di un’idea<br />

preconcetta, che si ispira alle teorie di M. Klein.<br />

Come si pone, allora, la questione di ciò che si può chiamare il fantasma fondamentale del<br />

soggetto ? Lacan lo interpreta così : ha bisogno di essere legato, racchiuso, protetto, in una vettura<br />

da adulto o da bambino, sotto una copertura o altro, perché il significante di una onnipotenza<br />

fantasticata possa essere altrove. Il soggetto sparisce – è l’aphanisis di E. Jones – e ciò che resta in<br />

gioco è il fallo.<br />

Al contrario, per l’analista inglese, il fantasma significante di cui si tratta è quello di uno stretto<br />

legame tra un elemento maschile e uno femminile, interpretato come una sorta di avvolgimento. Ciò<br />

che è in questione, nel soggetto, è di separare i genitori, di separare in essi il principio maschile e<br />

quello femminile. È in questo fantasma unico, fondamentalmente masturbatorio, in questa sorta di<br />

non-separazione, in lui, delle due facce della femminilità e della mascolinità – ove si è realizzato,<br />

per lui, l’apprendimento del desiderio genitale – che giace il problema. Nella misura in cui egli è<br />

legato, è fissato con le spille – come nella sua infanzia – può godere del suo fantasma, e<br />

parteciparvi attraverso questa attività supplementare, questa attività spostata che è l’urinare<br />

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compulsivamente. Ciò che viene proposto come obiettivo, all’orizzonte dell’interpretazione<br />

analitica, è dunque una specie di circoncisione psichica. Nel ritorno nel reale di ciò che non è stato<br />

scritto a livello simbolico, <strong>Ella</strong> <strong>Sharpe</strong> trova le conferme dell’efficacia della sua interpretazione : è<br />

il pene – il pene animale, diciamo, pensando al cane che si masturbava contro la sua gamba – è<br />

l’organo in quanto reale che risponde all’analista nel sintomo enuretico transitorio ; e l’atto di<br />

cornering, mettere all’angolo il suo avversario prendendolo alla gola, non è la stessa cosa che<br />

cornering l'altro nel gioco. Come nel caso delle « cervella fresche» di E. Kris, possiamo dire che<br />

l'Altro come luogo della parola, come luogo della legge, come luogo delle convenzioni del gioco, è<br />

ciò che finisce per essere, attraverso questa decinazione dell’atto analitico, mancato.<br />

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