Gnomonica n° 1 - Nicola Severino
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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Rubrica dei Lettori <br />
Risponde <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong><br />
...Approfitto per porre un quesito che da tempo avevo in mente. Si è sempre parlato di ore planetarie<br />
associandole alle linee orarie del sistema temporario. Ma Rohr alla pag. 110 del libro Meridiane (Ulisse<br />
ed. Torino 1998, n.d.r.), dice che non sono proprio così; e cita per questa conferma Apiano.<br />
Renzo Righi, Correggio.<br />
Il fatto è che sulle ore canoniche, planetarie e temporarie, c’è sempre stata una gran<br />
confusione. Io sono giunto alla conclusione che i tre sistemi orari si equivalgono nel computo e si<br />
diversificano nel significato.<br />
Premesso che il testo italiano del libro di Rohr è fallace in molte interpretazioni, quando egli scrive<br />
“Conviene non confondere le ore temporali con gli intervalli di tempo segnati dalle meridiane<br />
canoniche...”, non intendeva dire che i due computi sono diversi.<br />
Infatti, e brevemente, le ore canoniche negli orologi solari canonici altro non sono che<br />
l’adozione delle ore temporarie principali (Prima - Terza - Sesta - Nona - Vespri) che venivano utilizzate<br />
- come poi asserisce Rohr - per “indicare unicamente le ore degli uffizi conventuali”, ma la frase “e la<br />
loro divisione non corrisponderebbe in alcun modo a ciò che noi intendiamo per nozione di ora” è<br />
assolutamente fallace. Esse non corrispondono certo alle nostre ore astronomiche, ma sono ore<br />
temporarie. E ciò è dimostrato non solo da tutte le meridiane canoniche (che siano veramente<br />
canoniche) la cui suddivisione oraria è facilmente confrontabile e verificabile, ma anche dalle<br />
esperienze dei monaci. E’ scritto in tutti i manuali liturgici ed è risaputo che S. Benedetto adottò il<br />
sistema delle ore ineguali temporarie per le ore Canoniche.<br />
Forse Rohr voleva dire che, in alcuni casi, i monaci hanno cambiato, a seconda delle proprie<br />
abitudini, i momenti di alcune preghiere, cambiando sensibilmente la suddivisione su alcuni (solo su<br />
alcuni) orologi. Ma, sinceramente non conosco esemplari di questo tipo.<br />
Il fatto che Rohr scriva che “le ore planetarie sono simili” alle ore temporali, può indurre qualche dubbio<br />
nel lettore che queste siano diverse. Sbagliato anche questo. Le ore Planetarie sono proprio le ore<br />
Temporarie con l’unica differenza che le prime indicano, oltre l’ora ineguale normale, anche l’influsso<br />
(come si credeva una volta) che un determinato pianeta ha sull’uomo in quella singola ora per quel dato<br />
giorno. Basta, per questo, l’esempio del quadrante di S. Benigno Canavese. Le linee orarie visibili,<br />
sono temporarie con l’aggiunta artistica (un pò al modo kircheriano) di alcune curve che altro non<br />
indicano se non l’influsso dei pianeti sulle singole ore. Ma sono ore temporarie. Infatti poi Rohr scrive<br />
“Le ore planetarie sono disuguali....”.<br />
La citazione di Apiano non aggiunge o sottrae nulla a quanto detto. Egli parla solo di ore<br />
planetarie. Gli autori antichi che parlano solo di ore planetarie lo fanno perché in effetti esse sono molto<br />
antiche e rappresentano l’intero sistema delle ore ineguali. Per esempio, il Vimercato, nel suo Dialogo<br />
de gli horologi solari del 1586, descrive gli orologi ad ore temporarie chiamandoli normalmente “orologi<br />
planetari”, ma poi vi aggiunge la “tavola dei Reggenti” che riporta l’influsso dei singoli pianeti nelle<br />
singole ore.<br />
Quindi, come si vede, i tre sistemi, che sembrano diversi, Temporario, Canonico, Planetario, sono<br />
identici, ma indicano “cose” diverse. Le temporarie indicano l’ora propriamente detta ineguale, le<br />
canoniche indicano l’ora “canonica” della preghiera che “cade” in certe ore temporarie; le planetarie<br />
indicano quale pianeta influisce sulle singole “ore planetarie”. Tutto qui, ma ne riparleremo nel prossimo<br />
numero di <strong>Gnomonica</strong> con un articolo più approfondito.<br />
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Pag. 9