Gnomonica n° 1 - Nicola Severino
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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Dal 1988 si è cominciato ad osservare, almeno in Italia, la crescita di un certo interesse verso la cultura<br />
degli orologi solari, ormai abbandonata dai tempi delle storiche pubblicazioni dei manuali Hoepli di cui l’ultimo della<br />
serie fu probabilmente il noto volume di Enrico Garnier, <strong>Gnomonica</strong>. Teoria e pratica dell’orologio solare, pubblicato<br />
attorno al 1936.<br />
Tale interesse ha mobilitato evidentemente diverse schiere di appassionati fino a formare gruppi di studio e<br />
di lavoro alcuni dei quali si sono organizzati in vere e proprie associazioni, come l’Accademia del Sole di Torino,<br />
scomparsa da anni ma che ha realizzato notevoli progetti gnomonici, come il famoso libro Le ombre del tempo, di<br />
Pavanello. Moglia, Trinchero, pubblicato appunto nel 1988. Contemporaneamente, vedeva la luce anche Orologi<br />
Solari, il completo trattato di gnomonica scritto dall’amm. Girolamo Fantoni e Meridiane di René Rohr, per la prima<br />
volta tradotto in Italiano per conto della Ulisse edizioni. Dal 1988, la Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili<br />
Italiani ha organizzato quasi annualmente una serie di seminari sull’argomento, tutti ben riusciti, ai quali hanno<br />
aderito un sempre crescente numero di persone. In pochi anni, l’editoria italiana si è arricchita di molte nuove<br />
pubblicazioni, amatoriali, professionali, semplici e tecniche. Ognuna di queste pubblicazioni riportava alla fine del<br />
volume una piccola bibliografia che non poteva però rispecchiare in nessun modo una reale situazione editoriale<br />
nel campo gnomonico sia in Italia che nel mondo ed in relazione soprattutto con quanto era stato fatto nei secoli<br />
passati.<br />
La mancanza di uno strumento bibliografico che agevolasse le ricerche degli appassionati, cominciava a<br />
farsi sentire, o almeno io l’avvertivo, già nel 1992, quando era chiaro che ogni biblioteca che gestiva un fondo di una<br />
qualche importanza era come uno scrigno in cui le scoperte di nuovi libri e scritti di gnomonica, prima sconosciuti, si<br />
susseguivano a ritmo serrato.<br />
Ma come fare e dove cercare i titoli di libri sconosciuti non riportati in nessuno dei libri moderni?<br />
La risposta si trovava nella possibilità di scartabellare negli scaffali delle biblioteche che contenevano altri<br />
lavori bibliografici generici.<br />
E’ noto che la possibilità di sfogliare tutti i libri che si vuole<br />
negli scaffali di biblioteche importanti è una via preclusa dalle<br />
severe leggi che governano oggi tali istituzioni culturali. E’ da<br />
riconoscere però che l’approccio diretto agli scaffali è la strada<br />
migliore per la ricerca e che permette di trovare, strada facendo,<br />
sorprese assolutamente inaspettate. Ma non si può pretendere<br />
tutto dalla vita.<br />
Intanto, nella mia fortunata sessione di ricerca svolta negli<br />
anni 1991-92-93 e 1994, ebbi modo di operare nel migliore dei<br />
modi, ottenendo un libero accesso agli scaffali di diverse importanti<br />
biblioteche del Lazio. Ciò mi consentì di sfogliare migliaia di volumi<br />
e di trovare abbastanza materiale da formare un notevole corpus di<br />
informazioni per la realizzazione del progetto bibliografico che<br />
avevo a cuore.<br />
A tale materiale si interessò, nel 1992, Enrico Macchia il<br />
quale volle curare per conto dell’Associazione Astronomica Umbra,<br />
di cui era il presidente, un opuscolo stampato con metodi<br />
senz’altro caserecci in cui si elencavano circa 300 titoli. E già si<br />
trattava della più grossa raccolta in Italia che mi spronò a mettermi subito al lavoro per ampliare la lista. Così, dopo<br />
appena pochi mesi, la stessa associazione curò una seconda pubblicazione che conteneva già un notevole<br />
aggiornamento portando il numero dei titoli a circa 800. L’ampliamento riguardava soprattutto un lungo elenco di<br />
codici manoscritti che ero riuscito a trovare in antichi cataloghi.<br />
La febbre di aumentare il numero dei titoli delle pubblicazioni di gnomonica era appena all’inizio del suo<br />
stadio evolutivo e conobbe il suo apice nel 1993, quando decisi di rovistare i fondi delle biblioteche di Montecassino,<br />
Subiaco, Casamari, Trisulti, Balsorano, con qualche puntata speciale alla Biblioteca Nazionale di Roma, Assisi e<br />
alla Biblioteca Provinciale de l’Aquila. Su questo lavoro base di ricerca poggiarono il loro contributo, altrettanto<br />
speciale e fondamentale, molti autori appassionati di gnomonica italiani. Grossi contributi vi furono da parte della<br />
Pag. 26<br />
Prima edizione della Bibliografia con 300 titoli