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il reportage narrativo tra letteratura e giornalismo - Biloslavo, Fausto

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Il <strong>reportage</strong> <strong>narrativo</strong> e la crisi di credib<strong>il</strong>ità<br />

È vero che notizia e verità non coincidono, ma è anche vero che <strong>il</strong><br />

lettore tende a leggere o ascoltare le notizie come se fossero la verità, e<br />

solo nei casi in cui si sente coinvolto assume un atteggiamento critico e<br />

dubbioso.<br />

I giornali, infatti, organizzano le notizie in modo da superare le<br />

diffidenze del lettore, presentandole in modo apparentemente più vicino<br />

alle esperienze dei destinatari.<br />

Oggi si richiede al giornalista di essere:<br />

professionale a livello tecnico: cioè impegnato nel riportare, come<br />

recita la celebre massima anglosassone, «i fatti separati dalle opinioni»;’<br />

documentato a livello informativo: le sue fonti devono essere state<br />

preventivamente controllate e riconosciute veritiere;<br />

pluralista a livello ideologico: la sua scelta delle notizie e le sue analisi<br />

dei fatti devono essere corredate da opinioni di persone diverse e di<br />

diversa tendenza;<br />

corretto a livello deontologico: deve avere l’onestà di operare rettifiche<br />

a informazioni da lui fornite precedentemente e non rivelatesi veritiere.<br />

I giornalisti, dunque, sono tenuti non solo a rispettare la versione<br />

dei fatti che si presenta come la più attendib<strong>il</strong>e, ma anche a scavare oltre<br />

la superficie delle informazioni da cui nasce una notizia, sfruttando a<br />

questo fine le proprie competenze.<br />

È vero che i mass media finiscono sempre per ricostruire una realtà<br />

fittizia e per sostituire <strong>il</strong> loro mondo a quello della quotidianità del<br />

proprio pubblico, ma questa è una caratteristica essenziale del sistema o<br />

non piuttosto una perversione dell’uso, favorita dalla sovrabbondanza di<br />

canali nella quale si trova immerso <strong>il</strong> consumatore?<br />

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