il reportage narrativo tra letteratura e giornalismo - Biloslavo, Fausto
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Il <strong>reportage</strong> <strong>narrativo</strong> e la crisi di credib<strong>il</strong>ità<br />
Nessun giornalista può ricostruire le infinite catene causali che<br />
condizionano un evento, mentre da parte sua <strong>il</strong> lettore non è in grado di<br />
attingere all’insieme globale di notizie che potrebbe avere a<br />
disposizione.<br />
Da questo punto di vista, l’obiettività si conferma un mito:<br />
«Tutte le “mezze verità” hanno un’al<strong>tra</strong> metà: ma<br />
nei discorsi dei politici che fanno comunicazione l’al<strong>tra</strong><br />
metà è fatta di menzogna[…], mentre nei discorsi dei<br />
giornalisti che fanno informazione può essere invece<br />
fatta di ignoranza. In questo caso, la sostanza è<br />
profondamente diversa. La parziale verità dei politici è<br />
voluta, ha lo scopo di convincere o manipolare. E invece<br />
la parziale verità dei giornalisti non ha al<strong>tra</strong> motivazione<br />
se non l’ovvia impossib<strong>il</strong>ità di scoprire tutto su ogni<br />
argomento» 29 .<br />
Quindi, se chi fa <strong>giornalismo</strong> produce mezze verità, un conto è<br />
essere parziali o faziosi per sostenere una menzogna a vantaggio di fonti<br />
istituzionali, altro conto è esserlo per l’impossib<strong>il</strong>ità di ricostruire una<br />
verità non ancora visib<strong>il</strong>e come «intera».<br />
L’uomo non possiede la verità, per questo non possiede un criterio<br />
con <strong>il</strong> quale riprodurre un qualsiasi oggetto in modo valido per tutti. Ma<br />
se l’uomo non può determinare in assoluto ciò che è vero, può<br />
determinare ciò che è falso.<br />
L’obiettività consiste nell’impegno dell’informatore di eliminare dal<br />
proprio discorso e di confutare, quando si trovino in discorsi di altri,<br />
29<br />
De Biase Luca, Informazione v. comunicazione, «Problemi dell’informazione», dicembre<br />
2003.<br />
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