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29.05.2013 Views

Foto 16 I curiosi demoni-lampada di Via Arsenale Foto 17 - Il Portone del Diavolo: particolare del battente Lungo la vicina Via Arsenale due figure demoniache sorreggono le lampade ai lati del portone di un antico palazzo che oggi ospita una banca (foto 16). Si dice che furono messi lì per fronteggiare, irriverentemente, i due edifici ecclesiastici posti di fronte, il Palazzo della Curia e la Chiesa dell’Immacolata Concezione, in un’epoca (XIX-XX sec.) in cui l’ingerenza ecclesiastica nella vita comune era pesantemente avvertita dalla comunità laica. Sulla stessa strada, all’incrocio con Via dell’Arcivescovado, spicca un’altra “chicca occulta” della città: il Portone del Diavolo (foto 17). Questo palazzo, oggi sede di un istituto bancario, venne fatto costruire nel 1675 dal ministro delle Finanze di casa Savoia, Giovan Battista Trucchi di Levaldigi. Il portone, istoriato di figure occulte ed ornato da un battente che riproduce una testa demoniaca, è ispirato alla carta n° 15, il “Diavolo”, per l’appunto. La leggenda racconta che il ministro, esasperato dalle continue dicerie sul suo conto, alimentate dal fatto che aveva fatto costruire tanti palazzi in pochi anni con denaro di dubbia provenienza, pensò di giocare un bello scherzo ai suoi concittadini, facendo giungere il portone già finito da Parigi, e facendolo installare a notte fonda. La mattina dopo, in molti asserirono che soltanto il diavolo poteva avere fatto un siffatto prodigio! 12 Foto 18 - Via Gioberti: il Quadrato Magico del SATOR

Tornando verso Porta Susa, si passa in Via Gioberti, dove, sulla facciata di un palazzo situato al civico n° 23, spiccano due rappresentazioni del Quadrato Magico del SATOR, la più famosa struttura palindroma (una frase latina di cinque parole di lettere, inscritte in un quadrato, che si può leggere in tutti i sensi). Ma anche i dintorni di Torino celano qualcosa di magico: le cinque principali residenze sabaude sembrano collegate da linee virtuali a formare un pentacolo. Ciascuna dimora corrisponderebbe poi ad un elemento naturale: la reggia di Venaria al fuoco, la basilica di Superga (mausoleo dei Savoia) alla terra, la Palazzina di caccia di Stupinigi all’ acqua, il castello di Rivoli all’aria e quello di Moncalieri al metallo. A circa 20 km dalla città si trova il monte Musinè, che viene annoverato fra i luoghi misteriosi per alcune ragioni: 1) sede di “masche” (streghe), che ogni 1° maggio si ritrovano in una grotta segreta, 2) in questa zona in cielo apparvero a Costantino la croce fiammeggiante e la scritta “In Hoc Signo Vinces”, segni che convinsero l’imperatore a convertirsi al Cristianesimo, 3) gigantesco catalizzatore di energie benefiche secondo gli esoteristi o “finestra” aperta su un’altra dimensione, 4) “cono d’ombra” cioè zona di interferenza che oscura qualsiasi trasmissione radio, 5) strana distribuzione della vegetazione, ricca ai piedi del monte, ma quasi assente in cima: la credenza popolare spiega il mistero con la processione continua di anime dannate che salgono e scendono il monte senza sosta, 6) le pendici sono ricche di d’incisioni rupestri e di grandi pietre disposte in modo rituale, 7) sede di uno stranissimo obelisco che acquistò fama mondiale grazie ad un libro di Peter Kolosimo (“Astronavi sulla preistoria”): sulla superficie compaiono alcune croci che rappresentano probabilmente cinque persone, un cerchio in alto a sinistra con un punto al centro e due semicerchi tagliati nella parte inferiore che assomigliano in modo clamoroso ai moderni dischi volanti. Secondo lo scrittore sarebbe una sorta di rappresentazione delle evoluzioni di macchine aeree che furono viste in cielo dai nostri antichi progenitori. Quasi difronte al Musinè si trova la Sacra di San Michele sulla Via Angelica, che la collega a Mont St. Michel e che si dice tracciata da San Michele nella lotta contro il demonio. Si racconta che San Giovanni Vincenzo, nel X secolo, volesse costruire un’abbazia sul Monte Caprasio, difronte. Cominciò così a costruire, ma i lavori non andavano mai avanti: ogni giorno posavano le prime pietre della costruzione e ogni notte queste sparivano. Così San Giovanni decise di rimanere sveglio per svelare il mistero. A sorpresa, scoprì che non si trattava di ladri di materiale, ma di angeli. I messaggeri celesti comparivano con il buio e trasportavano le pietre sul monte Pirchiriano. Fu così che San Giovanni decise di costruire l’abbazia dove sorge ancora adesso. La Leggenda della Bell’Alda. Alda era una ragazza molto bella, pia e devota. Mentre stava andando al santuario per pregare, venne assalita da soldati di ventura. Per fuggire alla violenza si gettò da una torre del monastero: quel gesto di purezza e sacrificio impietosì talmente tanto gli angeli e la Madonna che la salvarono, facendola arrivare a valle sana e salva. Purtroppo la ragazza si fece prendere dalla superbia, raccontando a tutti di come era stata salvata dagli angeli e di come fosse “protetta” dal cielo. Nessuno le credeva e così, per vanità, la bell’Alda tornò sulla torre e si gettò nel vuoto. Visto il futile motivo per cui la ragazza si era buttata questa volta, non ci fu nessun intervento divino a salvarla e la ragazza si sfracellò a terra. 13

Foto 16<br />

I curiosi<br />

demoni-lampada di<br />

Via Arsenale<br />

Foto 17 - Il Portone del Diavolo:<br />

particolare del battente<br />

Lungo la vicina Via Arsenale due figure demoniache sorreggono le lampade ai lati del<br />

portone di un antico palazzo che oggi ospita una banca (foto 16). Si dice che furono messi lì per<br />

fronteggiare, irriverentemente, i due edifici ecclesiastici posti di fronte, il Palazzo della Curia e<br />

la Chiesa dell’Immacolata Concezione, in un’epoca (XIX-XX sec.) in cui l’ingerenza ecclesiastica<br />

nella vita comune era pesantemente avvertita dalla comunità laica.<br />

Sulla stessa strada, all’incrocio con Via dell’Arcivescovado, spicca un’altra “chicca occulta”<br />

della città: il Portone del Diavolo (foto 17). Questo palazzo, oggi sede di un istituto bancario,<br />

venne fatto costruire nel 1675 dal ministro delle Finanze di casa Savoia, Giovan Battista Trucchi<br />

di Levaldigi. Il portone, istoriato di figure occulte ed ornato da un battente che riproduce una<br />

testa demoniaca, è ispirato alla carta n° 15, il “Diavolo”, per l’appunto. La leggenda racconta<br />

che il ministro, esasperato dalle continue dicerie sul suo conto, alimentate dal fatto che aveva<br />

fatto costruire tanti palazzi in pochi anni con denaro di dubbia provenienza, pensò di giocare un<br />

bello scherzo ai suoi concittadini, facendo giungere il portone già finito da Parigi, e facendolo<br />

installare a notte fonda. La mattina dopo, in molti asserirono che soltanto il diavolo poteva<br />

avere fatto un siffatto prodigio!<br />

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Foto 18 - Via Gioberti: il Quadrato Magico del SATOR

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