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programma di sala - I Teatri

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Teatro Accademico<br />

Statale Mossovet<br />

Venerdì 27, sabato 28 novembre 2009 ore 20.30<br />

Domenica 29 novembre 2009 ore 15.30<br />

Teatro Ariosto<br />

Centro <strong>di</strong> Produzione <strong>di</strong> Andrei Konchalovsky<br />

Teatro Mossovet Mosca<br />

ZIO VANIA<br />

Scene <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> campagna<br />

<strong>di</strong> Anton Čechov<br />

con<br />

Alexander Filippenko Alexander Serebrjakov, professore in<br />

pensione<br />

Natalia Vdovina (Teatro ‘Satyricon’) Elena Andreevna, sua moglie<br />

Yulia Visotskaya Sofia Alexandrovna (Sonia), figlia <strong>di</strong> primo letto <strong>di</strong><br />

Serebrjakòv<br />

Irina Kartasceva Vojnitskaja Maria Vasileevna, vedova <strong>di</strong> un<br />

consigliere segreto, madre della prima moglie del professore<br />

Pavel Derevyanko Voinitskij Ivan Petrovič (Vania), suo figlio<br />

Alexander Domogarov Astrov Mikhail Lvovič, me<strong>di</strong>co<br />

Alexander Bobrovski Teleghin Ilya Ilyič, possidente impoverito<br />

Larissa Kuznetsova Marina, la vecchia balia<br />

Olga Suchareva Vera Petrovna, la madre <strong>di</strong> Sonia<br />

regia e scenografia Andrei Konchalovsky<br />

costumi Rustam Chamdamov<br />

musiche Eduard Artemyev<br />

<strong>di</strong>segno luci Andrei Izotov<br />

progetto della scenografia Lubov Skorina<br />

assistente regista Alexander Aronin<br />

aiuto regista Elena Lobanova<br />

tecnici delle luci Oleg Fonkats, Pavel Taran<br />

tecnici del suono Herman Lakovscikov, Oksana Ilyina<br />

sarte Elena Vasenkina, Natalia Kalmykova<br />

attrezziste Ecaterina Dergunova, Margarita Makarčuk,<br />

Marina Vasilieva<br />

truccatori Nadezhda Anpilova, Olga Terechova<br />

attrezzeria Natalia Bakuniceva, Ludmila Kalenova, Serghei<br />

Antipin, Semyon Sicek<br />

capo scenotecnico Alexei Sein<br />

Costumi realizzati dalle società «AN-2» (Natal’ja Slavina), «Vla<strong>di</strong>slav<br />

Repin stu<strong>di</strong>o» e dal laboratorio del Teatro Imeni Mossoveta<br />

Direttore <strong>di</strong> scena Rushan Ismaghilov<br />

Sopratitoli in italiano a cura <strong>di</strong> Prescott Stu<strong>di</strong>o, Firenze<br />

La tournèe dello spettacolo viene effettuata con il sostegno del<br />

Ministero della Cultura della Federazione Russa<br />

Produzione della tournée in Italia Aldo Miguel Grompone, Roma<br />

“Che fare? Bisogna vivere! Noi vivremo,<br />

Zio Vania. Vivremo una lunga,<br />

una lunga sequela <strong>di</strong> giorni, <strong>di</strong><br />

interminabili sere. Sopporteremo<br />

pazientemente le prove che ci manderà<br />

la sorte. Faticheremo per gli<br />

altri, adesso e in vecchiaia, senza<br />

conoscere tregua. E quando verrà<br />

la nostra ora, moriremo con rassegnazione<br />

e là, oltre la tomba, <strong>di</strong>remo<br />

che abbiamo patito, pianto, sofferto<br />

amarezza...”<br />

La messinscena <strong>di</strong> Andrei Konchalovsky<br />

è fatta coincidere con due<br />

avvenimenti importanti in campo letterario:<br />

150 anni dalla nascita e 105<br />

anni dalla morte <strong>di</strong> Čechov.<br />

Zio Vania è senz’altro uno dei capolavori<br />

cechoviani, è una pièce fine,<br />

espressiva, intessuta dell’intreccio<br />

fantasioso del psicologismo e<br />

dell’umorismo focoso. Aspirazioni<br />

sprecate, noia infinita, vita vissuta<br />

invano: l’autore esamina in un modo<br />

dettagliato il mondo interiore degli<br />

eroi che si riuniscono per alcuni<br />

giorni del XIX secolo in un lontano<br />

podere stagnante russo in una sorte<br />

<strong>di</strong> isolamento volontario.<br />

Zio Vania<br />

<strong>di</strong> Andrei Konchalovsky<br />

Quando mi chiedono perché proprio<br />

Zio Vania o in che cosa consiste<br />

l’attualità <strong>di</strong> Čechov – penso con<br />

tristezza che non lontano è il tempo<br />

quando i giornalisti chiederanno a<br />

Riccardo Muti in che cosa consiste<br />

l’attualità <strong>di</strong> Mozart o perché Gherghiev<br />

esegue proprio la Nona Sinfonia<br />

<strong>di</strong> Shostakovich.<br />

Čechov è una Sinfonia. La sinfonia <strong>di</strong><br />

vita. Di una vita che non è piena <strong>di</strong><br />

avvenimenti tragici, opere gran<strong>di</strong>ose<br />

o moti dell’animo, <strong>di</strong> una vita in cui<br />

gli Eroi non ci sono, ma <strong>di</strong> una vita<br />

semplice, «grigia, filistea...» come<br />

<strong>di</strong>ceva lui stesso. L’uomo non è in<br />

grado <strong>di</strong> guardare fissamente la luna<br />

per vedere come tramonta <strong>di</strong>etro<br />

l’orizzonte. L’uomo non è capace <strong>di</strong><br />

guardare un albero per vedere come<br />

si ingiallisce. Pure a noi non è dato<br />

guardare la vita così fisso per vedere<br />

come la vita conduce alla morte.<br />

Però sappiamo che la luna tramonta,<br />

che un albero si ingiallisce e perde<br />

le foglie e che la vita giunge alla<br />

fine. Čechov come artista fu in grado<br />

<strong>di</strong> vedere e <strong>di</strong>scernere la vita come<br />

nessuno altro nella storia dell’arte.<br />

Propriamente parlando Čechov fu il<br />

fondatore dello stesso dramma moderno<br />

che subentro’ alla trage<strong>di</strong>a<br />

romantica del XIX secolo.<br />

È facile volere bene agli Eroi <strong>di</strong> talento<br />

che non sono prostrati dal dolore<br />

o dalla vita stessa. È <strong>di</strong>fficile volere<br />

bene ai filistei me<strong>di</strong>ocri, incapaci <strong>di</strong><br />

un atto eroico. Čechov vuole bene a<br />

questa gente, perchè sa che anche<br />

essa morirà. Lui stesso espresse<br />

molto precisamente la sua concezione<br />

dell’arte : «In scena la gente<br />

pranza, prende il tè, mentre la sua<br />

fortuna sta rovinando».<br />

La vicenda<br />

Primo atto<br />

Nel giar<strong>di</strong>no della tenuta del professor<br />

Serebrjakov il dottor Astrov<br />

<strong>di</strong>scute con la balia Marina <strong>di</strong> quanto<br />

sia noiosa e frustrante la vita del<br />

dottore <strong>di</strong> campagna. Arriva Vania<br />

e il <strong>di</strong>scorso si sposta su quanto<br />

l’or<strong>di</strong>ne della casa si sia scomposto<br />

con l’arrivo del professore e della<br />

sua giovane seconda moglie, Elena.<br />

Dove prima c’erano metodo e<br />

lavoro ora c’è confusione e pigrizia.<br />

Vania <strong>di</strong>sprezza il professore per la<br />

sua pomposità e per la sua inconcludenza,<br />

e deplora il fatto che una<br />

bella e giovane donna come Elena si<br />

sia legata a lui, gettando al vento la<br />

sua vita. Sua madre - ed ex suocera<br />

del professore - Maria invece idolatra<br />

il professore e rimprovera Vania<br />

per i suoi commenti irrispettosi. L’atto<br />

I si conclude con la <strong>di</strong>chiarazione<br />

<strong>di</strong> amore <strong>di</strong> Vania ad Elena, e la reazione<br />

esasperata della donna.<br />

Secondo atto<br />

A tarda notte, il professor Serebrjakov<br />

si lamenta per i dolori e per l’età;<br />

arriva il dottor Astrov, che Sonia - figlia<br />

<strong>di</strong> primo letto del professore - ha<br />

mandato a chiamare, ma lui rifiuta <strong>di</strong><br />

farsi visitare. Quando il professore<br />

si addormenta, Elena e Vania hanno<br />

una lunga <strong>di</strong>scussione: lei parla<br />

del malessere e della <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a che<br />

si respirano in casa, mentre Vania le<br />

parla delle proprie speranze <strong>di</strong>strutte<br />

e della giovinezza rovinata e associa<br />

il suo amore frustrato per Elena con<br />

il fallimento della propria vita. Elena<br />

rifiuta <strong>di</strong> ascoltarlo ancora e se<br />

ne va. Solo, Vania si chiede come<br />

mai non si sia innamorato <strong>di</strong> Elena<br />

<strong>di</strong>eci anni prima, quando avrebbero<br />

potuto sposarsi ed essere felici.<br />

A quel tempo, Vania credeva nella<br />

grandezza del professore e lo adorava:<br />

ora invece si è reso conto che<br />

il professore non è che un me<strong>di</strong>ocre<br />

e che la vita al suo servizio è stata<br />

sprecata. Astrov torna, e si ubriaca<br />

in compagnia <strong>di</strong> Vania.<br />

Mentre si prepara una tempesta,<br />

Astrov e Sonia commentano l’atmosfera<br />

soffocante della casa: secondo<br />

il dottore Serebriacov è <strong>di</strong>fficile da<br />

sopportare, Vania è un ipocondriaco<br />

ed Elena è affascinante ma pigra.


Si lamenta per il fatto <strong>di</strong> non amare<br />

nessuno. Sonia supplica Astrov<br />

<strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> bere, sollecitandolo<br />

a fare qualcosa <strong>di</strong> positivo anziché<br />

de<strong>di</strong>carsi alla propria auto-<strong>di</strong>struzione.<br />

Durante il <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong>venta chiaro<br />

che Sonia ama Astrov e che lui non<br />

se ne rende conto.<br />

Quando il dottore se ne va, Elena<br />

offre a Sonia <strong>di</strong> fare pace: capiamo<br />

che le due donne hanno passato un<br />

lungo periodo <strong>di</strong> reciproca rabbia e<br />

antagonismo. Elena spiega a Sonia<br />

come, al tempo del matrimonio, il<br />

suo amore per il professore fosse<br />

sincero, anche se successivamente<br />

esso è sfumato. Mentre Elena confessa<br />

la propria infelicità, Sonia loda<br />

le molte virtù del dottor Astrov. Di<br />

buon umore per la mezz’ora passata<br />

con lui, vorrebbe suonare il piano,<br />

ma il padre glielo impe<strong>di</strong>sce, intristendola<br />

<strong>di</strong> nuovo.<br />

Terzo atto<br />

Vania, Sonia ed Elena attendono il<br />

professore, che li ha convocati. Vania<br />

tenta ancora un approccio con<br />

Elena, costringendola ancora una<br />

volta a ritrarsi. Sonia confida ad Elena<br />

il suo amore per Astrov, ed attribuisce<br />

il fatto che lui non la noti al<br />

suo scarso fascino. Elena si offre <strong>di</strong><br />

interrogare il dottore sui suoi sentimenti<br />

per la figliastra, e Sonia, prima<br />

<strong>di</strong> acconsentire, si domanda se<br />

l’incertezza non sia tutto sommato<br />

meglio perché contiene almeno un<br />

po’ <strong>di</strong> speranza.<br />

Quando Elena interroga Astrov, egli<br />

replica <strong>di</strong> non avere alcun particolare<br />

sentimento per Sonia, e conclude<br />

che le domande che Elena gli pone<br />

non sono che un espe<strong>di</strong>ente per<br />

indurlo a confessare il suo amore<br />

per lei. Astrov bacia Elena, e Vania<br />

li vede; agitata, Elena prega Vania<br />

<strong>di</strong> aiutarla a convincere il professore<br />

suo marito a partire imme<strong>di</strong>atamente.<br />

Prima che il professor Serebrjakov<br />

possa parlare a tutti, Sonia capisce<br />

dal grande impaccio <strong>di</strong> Elena<br />

che Astrov non la ama.<br />

Serebrjakov annuncia <strong>di</strong> aver trovato<br />

una soluzione ai problemi finanziari<br />

della famiglia: la tenuta sarà<br />

venduta, e con il ricavato sarano acquistate<br />

azioni e una villa in Finlan<strong>di</strong>a<br />

per sé ed Elena. Furioso, Vania<br />

chiede dove Sonia, Maria e lui stesso<br />

dovrebbero vivere; protesta che<br />

la tenuta appartiene anche a Sonia<br />

e che nessuno l’ha mai ringraziato<br />

per il lavoro e i sacrifici de<strong>di</strong>cati a<br />

quella tenuta e allo stesso professore.<br />

Sempre più inferocito, Vania accusa<br />

Serebrjakov per la rovina della<br />

sua vita e il fallimento <strong>di</strong> tutte le sue<br />

speranze e prospettive. La madre,<br />

anziché spalleggiarlo, lo prega perché<br />

ascolti le ragioni del professore;<br />

Elena insiste per essere portata via<br />

dalla tenuta, e Sonia supplica il padre<br />

perché trovi un accordo con Vania.<br />

Serebrjakov esce per tentare <strong>di</strong><br />

parlare con Vania; fuoriscena si sente<br />

un colpo <strong>di</strong> pistola; Serebrjakov<br />

rientra, inseguito da Vania che gli<br />

punta addosso una rivoltella. Spara<br />

ancora al professore, ma <strong>di</strong> nuovo<br />

lo manca.<br />

Quarto atto<br />

Poche ore dopo, Elena e il professore<br />

sono pronti a partire. Astrov <strong>di</strong>ce<br />

a Vania che, un tempo, loro due<br />

erano gli unici uomini acculturati del<br />

<strong>di</strong>stretto, ma che <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> vita<br />

meschina li ha trasformati in esseri<br />

volgari. Vania ha rubato dalla borsa<br />

del dottore una fiala <strong>di</strong> morfina, presumibilmente<br />

per suicidarsi. Astrov<br />

e Sonia lo scoprono e lo costringono<br />

a restituire la fiala.<br />

Elena e Serebrjakov salutano tutti.<br />

Elena si scusa con Astrov per essere<br />

andata troppo oltre; Serebrjakov<br />

e Vania convengono che tutto<br />

rimarrà come prima. Dopo che tutti<br />

se ne sono andati, Sonia e Vania riprendono<br />

il loro lavoro <strong>di</strong> contabilità;<br />

Sonia parla della vita, del valore del<br />

lavoro, e della sua speranza per un<br />

ricompensa ultraterrena.<br />

Intervista al regista<br />

Perchè la Sua interpretazione <strong>di</strong><br />

Zio Vania è tanto cambiata negli<br />

ultimi quarant’anni?<br />

In primo luogo, sono cambiato io<br />

stesso. Negli anni <strong>di</strong> Settanta, quando<br />

giravo Zio Vania, ero appassionato<br />

<strong>di</strong> Bergman. Che continuo ad<br />

idolatrare. Ed i personaggi <strong>di</strong> Bergman<br />

sono stati per me dei modelli<br />

<strong>di</strong> mentalità, <strong>di</strong> analisi; il suo metodo<br />

era per me molto importante. Inoltre<br />

Bergman, prima <strong>di</strong> girare qualcosa,<br />

aveva letto sempre Čechov. Ho vissuto<br />

tutta la mia vita sotto l’influenza<br />

<strong>di</strong> miei maestri, <strong>di</strong>rei, – <strong>di</strong> Bergman,<br />

<strong>di</strong> Fellini, <strong>di</strong> Kurosawa: sono le persone<br />

che considero i modelli nell’arte.<br />

È probabile che oggi io inizi a<br />

liberarmi dall’influenza altrui.<br />

In secondo luogo, le opere gran<strong>di</strong><br />

sono interessanti per la quantità infinita<br />

delle incarnazioni geniali. E per<br />

la quantità infinita delle incarnazioni<br />

me<strong>di</strong>ocri. È lo stesso che la vita. I<br />

filosofi <strong>di</strong>versi ebbero i punti <strong>di</strong> vista<br />

<strong>di</strong>versi sulla vita – ed ebbero tutti ragione<br />

(...).<br />

Čechov, come tutti i gran<strong>di</strong> scrittori,<br />

è molto vago. Non ha un’unica posizione<br />

oppure lascia la strada aperta<br />

a due o tre concezioni. È improvviso,<br />

come è la vita stessa. È possibile interpretarlo,<br />

com’è possibile interpre-<br />

tare la vita, in mo<strong>di</strong> così <strong>di</strong>versi che<br />

è <strong>di</strong>fficile determinare quello giusto.<br />

Io cito molto spesso Čechov ai miei<br />

artisti, cito spesso Čechov in genere.<br />

Egli scrisse in una delle sue lettere:<br />

“Mi chiedete, che cosa manca ad<br />

un uomo russo? Ad un uomo russo<br />

manca il desiderio <strong>di</strong> volere”. Veramente<br />

volle <strong>di</strong>re che un uomo russo<br />

poteva sognare non realizzando mai<br />

i propri desideri. Tutto rimaneva al livello<br />

dei progetti. Qualche volta dei<br />

progetti gran<strong>di</strong> che in seguito non<br />

arriveranno a termine. (...) Mi chiede<br />

se è proprio questo l’idea principale<br />

dello spettacolo? Non posso <strong>di</strong>rle<br />

qual è l’idea principale. O meglio, io<br />

so bene qual è ma non sono capace<br />

<strong>di</strong> esprimerla con le parole.<br />

E Lei conosce bene l’idea principale<br />

<strong>di</strong> uno spettacolo prima<br />

<strong>di</strong> iniziarne il lavoro? Oppure<br />

comincia a comprenderla poco<br />

prima <strong>di</strong> finirlo? Oppure alla fine<br />

si stupisce: «Ecco, allora, il tema<br />

dello spettacolo!»<br />

Il regista deve capire l’idea principale<br />

dello spettacolo. E deve essere capace<br />

<strong>di</strong> accettare <strong>di</strong> avere sbagliato.<br />

(...) È quello che Tolstoj chiamò<br />

l’energia dello sbaglio. Non si sa iniziare<br />

uno spettacolo non sapendone<br />

il tema. (...) Bisogna andare avanti.<br />

Anche in <strong>di</strong>rezione opposta…<br />

Senz’altro. Ci pare sempre che la <strong>di</strong>rezione<br />

sia giusta. Com’è possibile<br />

iniziare il lavoro se si sa che la <strong>di</strong>rezione<br />

è sbagliata? (...) Però un’opera è<br />

viva com’è la vita stessa. Anche uno<br />

spettacolo deve essere vivo come la<br />

vita stessa. Non si tratta <strong>di</strong> idee ma<br />

<strong>di</strong> sentimenti. La percezione sensoriale<br />

<strong>di</strong> un’opera è più importante<br />

che qualsiasi organizzazione razionale.<br />

Un’organizzazione razionale fa<br />

annoiare gli spettatori. (...)<br />

Non ha mai pensato che la Sua<br />

regia <strong>di</strong> Zio Vania sarebbe piaciuta<br />

al suo autore?<br />

Čechov soffriva moltissimo per le<br />

interpretazioni della maggior parte<br />

delle sue opere. Soffriva <strong>di</strong> non essere<br />

capito. Pensava <strong>di</strong> aver scritto<br />

tutto ma <strong>di</strong> non essere capito. Perciò<br />

criticava Konstantin Sergejevic per<br />

un’interpretazione melodrammatica<br />

delle sue opere. Però se <strong>di</strong>ventavano<br />

popolari tra il pubblico, interpretate<br />

in quel modo, se ne rassegnava<br />

<strong>di</strong>cendo: “È bene perché ci porta il<br />

denaro”. Percio’ si rassegnò anche<br />

alla regia del Gabbiano anche se lo<br />

spettacolo non gli piacque. Una volta<br />

durante una prova generale <strong>di</strong> una<br />

delle sue opere, Anton Pavlovic <strong>di</strong>sse<br />

alla metà del secondo atto: “Stop!<br />

Calate il sipario!” Stanislavsky saltò<br />

sul palcoscenico: “Cosa succede?”<br />

Čechov: “La mia opera finisce qui”.<br />

“Perchè?” “Il tempo è esaurito!” E<br />

tutto questo perchè c’erano troppe<br />

pause nello spettacolo.<br />

In che modo Zio Vania ha a che<br />

fare con la vita moderna? In che<br />

modo lo sfortunato Ivan Petrovic<br />

Vojnitskij può interessare uno<br />

spettatore tipico <strong>di</strong> oggi – un<br />

“middle manager” che cerca il<br />

successo?<br />

Soltanto quello che ci fa preoccupare<br />

può aver a che fare con la vita<br />

d’oggi. Tutte le idee più o meno profonde<br />

che nascono nell’anima, nella<br />

mia anima, nell’anima degli spettatori,<br />

dei critici – si sciolgono nei sentimenti.<br />

O muoiono nella noia. Sono<br />

contro l’attualità e contro la concettualità<br />

– contro tutte le idee relative<br />

alla spiegazione razionale dell’arte.<br />

Sono tutte per i critici.


Cosa farà adesso?<br />

Metterò in scena le altre opere <strong>di</strong><br />

Čechov, <strong>di</strong> Ibsen, <strong>di</strong> Strinberg. Ma<br />

prima <strong>di</strong> tutto vorrei mettere in scena<br />

un’opera <strong>di</strong> Shakespeare.<br />

Da «Culture» Ottobre 2009<br />

Prossimi spettacoli<br />

A cura dell’Ufficio stampa, comunicazione e promozione<br />

Fondazione<br />

Soci fondatori<br />

Andrei Konchalovsky<br />

Andrei Konchalovsky nasce a Mosca,<br />

il 20 agosto 1937 dallo scrittore<br />

Sergej Michalkov poeta (il padre è<br />

autore del testo dell’inno nazionale<br />

russo) e della poetessa Natalija<br />

Koncaloskaja. Suo fratello è Nikita<br />

Michalkov. Da giovane si afferma<br />

come pianista, anche se la sua<br />

grande passione rimane il cinema.<br />

Qualche anno dopo si iscrive alla<br />

VGIK, una delle migliori scuole <strong>di</strong><br />

cinema del Paese, sotto la guida <strong>di</strong><br />

Mikhail Romm. Alla VGIK incontra<br />

Tarkovsky, con cui collabora come<br />

sceneggiatore (fa anche l’attore nel<br />

film L’infanzia <strong>di</strong> Ivan).<br />

Il 1966 è l’anno del suo debutto alla<br />

regia con Il primo maestro, tratto dal<br />

racconto <strong>di</strong> Ajtmatov e ambientato<br />

dopo il 1917, nel periodo postrivoluzionario,<br />

nel sud della Russia.<br />

Dopo svariati problemi con la censura,<br />

il regista si de<strong>di</strong>ca alla trasposizione<br />

cinematografica <strong>di</strong> opere<br />

letterarie. Ne sono un esempio Nido<br />

<strong>di</strong> Nobili (1969), da Turgeney, e Zio<br />

Vania (1970), da Čechov.<br />

4 e 5 <strong>di</strong>cembre 2009 ore 20.30<br />

6 <strong>di</strong>cembre ore 15.30<br />

Teatro Municipale Valli<br />

Poveri ma belli<br />

Comune<br />

<strong>di</strong> Reggio Emilia<br />

Soci fondatori aderenti<br />

11 <strong>di</strong>cembre 2009 ore 20.30<br />

Teatro Municipale Valli<br />

Ensemble Berlin<br />

musiche <strong>di</strong> Mozart, Weber, Puccini,<br />

Lovreglio, Waterson, Pasculli<br />

Foto <strong>di</strong> scena: Centro <strong>di</strong> Produzione Andrei Konchalovsky<br />

Sostenitori<br />

Con Romanza degli innamorati<br />

(1974) e Siberiade (1978), storia<br />

drammatica della popolazione siberiana,<br />

torna ai temi contemporanei,<br />

attirando l’attenzione della critica europea<br />

e americana. Tra gli anni ‘80 e<br />

i primi anni ‘90, trasferitosi negli Stati<br />

Uniti, lavora a <strong>di</strong>verse opere tra cui<br />

Maria’s Lovers (1984), A 30 secon<strong>di</strong><br />

dalla fine (1986), Sky People (1987),<br />

Homer and Eddy (1989), Tango e<br />

Cash (1991), Il proiezionista (1992).<br />

Tornato in Russia dopo la caduta del<br />

comunismo, <strong>di</strong>rige Asja e la gallina<br />

dalle uova d’oro. Dopo alcuni anni si<br />

de<strong>di</strong>ca a gran<strong>di</strong> lavori come L’O<strong>di</strong>ssea,<br />

con Armand Assante, La casa<br />

dei matti e The Lion in the Winter,<br />

con Glenn Close. Il 2007 è l’anno<br />

<strong>di</strong> Venezia, in cui collabora assieme<br />

a numerosi colleghi a A ciascuno il<br />

suo cinema.<br />

Konchalovsky si è sposato <strong>di</strong>verse<br />

volte. La sua prima moglie fu l’attrice<br />

kazaka Natalia Arinbasarova,<br />

con la quale ebbe due figli,Yegor e<br />

Stepan. La seconda moglie fu Irina<br />

Kandat. La terza moglie è stata<br />

Partner<br />

ROTARY CLUB<br />

REGGIO EMILIA<br />

Viviane Godet con la quale ha una<br />

figlia, Alexandra Mikhalkova. La sua<br />

attuale moglie è l’attrice russa, Yuliya<br />

Vysotskaya.<br />

Artista estroso e a suo modo visionario,<br />

esprime anche grazie ai molti<br />

registri e alle <strong>di</strong>verse anime che popolano<br />

il suo cinema le ansie e le<br />

contrad<strong>di</strong>zioni della Russia contemporanea.<br />

Teatro Mossovet Mosca<br />

Il Teatro Accademico Statale Mossovet<br />

ha una grande storia e nel<br />

2008 ha celebrato il suo 85° anniversario.<br />

Tra i suoi fondatori figurano<br />

gran<strong>di</strong> allievi <strong>di</strong> Stanislavskij e autori<br />

teatrali quali E. B. Vakhtangov, Juri<br />

Alexandrovic Zavadskij che hanno<br />

formato uno dei collettivi creativi più<br />

interessanti e brillanti del paese. Nel<br />

1964 al Teatro è stata conferita la<br />

posizione ‘Teatro Accademico’.<br />

Sul palcoscenico del teatro Mossovet<br />

hanno lavorato attori e registi famosissimi:<br />

Vera Maretskaja, Nikolaj<br />

Mordviniv, Faina Ranevskaja, Serafima<br />

Birman, Ljubov Orlova, Rosti-<br />

12 <strong>di</strong>cembre ore 20.30<br />

13 <strong>di</strong>cembre ore 15.30<br />

Teatro Municipale Valli<br />

Tartufo<br />

<strong>di</strong> Molière<br />

15 e 16 <strong>di</strong>cembre 2009 ore 20.30<br />

Teatro Ariosto<br />

Pippi Calzelunghe<br />

L’e<strong>di</strong>tore si <strong>di</strong>chiara pienamente <strong>di</strong>sponibile a regolare le eventuali spettanze relative a <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong><br />

riproduzione per le immagini e i testi <strong>di</strong> cui non sia stato possibile reperire la fonte.<br />

Amici del Teatro<br />

Delegazione <strong>di</strong><br />

Reggio Emilia<br />

Paola Benedetti Spaggiari, Enea Bergianti, Franco Boni, Gemma Siria<br />

Bottazzi, Gabriella Catellani Lusetti,Achille Corra<strong>di</strong>ni, Donata Davoli<br />

Barbieri, Anna Fontana Boni, Mirella Gualerzi, Grande Ufficiale Gr. Croce<br />

llario Amhos Pagani, Comm. Donatella Tringale Moscato Grazia Maria<br />

<strong>di</strong> Mascalucia Pagani, Paola Scaltriti, Mauro Severi, Corrado Spaggiari,<br />

Deanna Ferretti Veroni, Vando Veroni, Gigliola Zecchi Balsamo<br />

Citta<strong>di</strong>ni del Teatro<br />

Gianni Borghi, Vanna Lisa Coli, Andrea Corra<strong>di</strong>ni, Ennio Ferrarini,<br />

Milva Fornaciari, Giovanni Fracasso, Silvia Gran<strong>di</strong>, Clau<strong>di</strong>o Iemmi,<br />

Franca Manenti Valli, Ramona Perrone, Viviana Sassi, Alberto Vaccari<br />

slav Pljatt, Leonid Markov, Georgij<br />

Žženov, Genna<strong>di</strong>j Bortnikov e altri<br />

maestri.<br />

Oggi, <strong>di</strong>rettore artistico della Compagnia<br />

e artista del popolo della<br />

Russia, è il Professor Pavel Khomskij<br />

– regista e insegnante della scuola.<br />

Il cartellone del Teatro ha in repertorio<br />

25 spettacoli tra opere <strong>di</strong> autori<br />

classici <strong>di</strong> drammaturgia russa e<br />

straniera.<br />

La Compagnia gira in <strong>di</strong>verse parti<br />

della Russia e all’estero presentando<br />

i suoi spettacoli nella <strong>programma</strong>zione<br />

dei più importanti <strong>Teatri</strong> e<br />

festival internazionali.<br />

Le attività <strong>di</strong><br />

spettacolo e tutte<br />

le iniziative per i<br />

giovani e le scuole<br />

sono realizzate<br />

con il contributo e<br />

la collaborazione<br />

della Fondazione<br />

Manodori

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