Le chiese a doppia abside e le Tavole della Legge - Comune di ...
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<strong>Le</strong> <strong>chiese</strong> a <strong>doppia</strong> <strong>abside</strong> e <strong>le</strong> Tavo<strong>le</strong> <strong>della</strong> <strong>Le</strong>gge – Gianni Mazzucchelli, 2005 – Pagina 24 <strong>di</strong> 31<br />
Peccato, l'impressione è che a <strong>Le</strong>ontica si sia persa un'importante occasione per<br />
aggiungere un tassello <strong>di</strong> storia non solo <strong>della</strong> Val<strong>le</strong> <strong>di</strong> B<strong>le</strong>nio.<br />
Purtroppo il caso <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ontica non è unico nel Cantone Ticino. Sfogliando II Bol<strong>le</strong>ttino<br />
<strong>della</strong> Svizzera Italiana, siamo capitati su <strong>di</strong> una notizia scritta, anni orsono (1956), da<br />
Martinola. Questi si esprimeva proprio in merito a un caso analogo a quello <strong>di</strong><br />
<strong>Le</strong>ontica, avvenuto nella chiesa <strong>di</strong> Sureggio. Così scriveva l'autorevo<strong>le</strong> storico:<br />
„La chiesina, che ha visto nella successione dei secoli quattro interventi tutti documentati, ha<br />
rivelato nel suo grembo esplorato la prima costruzione riferibi<strong>le</strong> al IX secolo. Il campani<strong>le</strong><br />
sorto<strong>le</strong> appresso, stando alla datazione <strong>della</strong> Magni, è da collocare nella prima metà dell'XI<br />
secolo. Quanto al ciclo pittorico si viene un tantino più in qua, sullo scadere del XII. L'esame<br />
del piccolo monumento, che è ormai una chiave sicura per aprire la porta degli altri che<br />
stanno a un tiro <strong>di</strong> schioppo, è condotto con scrupolo capillare, sì che i dati ofjerti dalla<br />
monografia riescono indubitabili; e la <strong>le</strong>ttura degli affreschi è risultata perspicua (anche se<br />
<strong>di</strong>mentica la Madonna in trono tardo romanica sulla paretee meri<strong>di</strong>ona<strong>le</strong> che meritava una<br />
citazione).<br />
Della prima chiesina è superstite nella zona presbiteria<strong>le</strong> la preziosa reliquia del<strong>le</strong><br />
fondazioni <strong>di</strong> due absi<strong>di</strong>o<strong>le</strong> gemine, coeve, che hanno consentito la datazione dell'origine.<br />
Venute alla luce, si pose la questione: conservar<strong>le</strong> in vista oppure incassar<strong>le</strong> sotto il nuovo<br />
pavimento? Caldeggiai allora fermamente la prima soluzione, cioé <strong>di</strong> mantener<strong>le</strong> in vista<br />
scoperta sotto un pavimento vitreo. I miei col<strong>le</strong>ghi, allora, <strong>della</strong> Commissione cantona<strong>le</strong> non<br />
accolsero il suggerimento. Poi giunsero i rappresentanti <strong>della</strong> Commissione federa<strong>le</strong>,<br />
interessata al monumento, e la accolsero anche <strong>di</strong> meno, avanzando ragioni del tutto<br />
insostenibili, come <strong>le</strong> <strong>di</strong>fficoltà, anzi, gli impe<strong>di</strong>menti, <strong>di</strong> natura tecnica a sistemare in quel<br />
modo un tratto del pavimento presbiteria<strong>le</strong>; e malgrado quegli impe<strong>di</strong>menti fossero del tutto<br />
superabili per un prob<strong>le</strong>mino del genere, <strong>le</strong> due absi<strong>di</strong>o<strong>le</strong> finirono sotto un pavimento ligneo<br />
che <strong>le</strong> sottrae alla vista, coll'argomento, in più, che parve tagliar la testa al toro, che lo<br />
stu<strong>di</strong>oso rimuovendo una parte del plancito ha sempre modo <strong>di</strong> toccarse<strong>le</strong> con <strong>le</strong> mani dopo<br />
aver<strong>le</strong> assunte dai rilievi planimetrici; come se un cimelio così parlante fosse destinato<br />
soltanto al<strong>le</strong> <strong>le</strong>nti dell'eru<strong>di</strong>to, e non invece prima ai visitatori <strong>della</strong> chiesa, e prima <strong>di</strong> tutto ai<br />
fedeli che vi vanno a sentir messa e a pregare.<br />
Né valse l'argomento in contrario che opposi, e che mi pareva toccante da vincere la<br />
resistenza, che proprio un palmo sopra <strong>le</strong> absi<strong>di</strong>ne il ce<strong>le</strong>brante d'oggi continua a ce<strong>le</strong>brare,<br />
nello stesso sito, dove più <strong>di</strong> un mil<strong>le</strong>nnio fa ce<strong>le</strong>brava il suo predecessore, in una continuità,<br />
non solo tempora<strong>le</strong>, che per la rarità del caso offriva poco meno <strong>di</strong> un piccolo portento. Non<br />
valse e <strong>le</strong> absi<strong>di</strong>o<strong>le</strong> furono indebitamente incassate e sottratte alla vista. E sia, già che così<br />
finì. Ma resta da augurare alla Commissione che, caso ripresentandosi, non si affossi più<br />
un'altra volta, che il restauro liberi e non copra quello che parla a tutti, e non archivi i<br />
risultati dentro una mappa d'ufjicio“.<br />
D.M.N.: Ma allora, perché la storia si ripete ?<br />
M.B.: A <strong>Le</strong>ontica non ci fu nessuno che ricordò <strong>le</strong> paro<strong>le</strong> del Martinola, forse nessuno<br />
l’ha mai <strong>le</strong>tto, ma altre persone hanno cercato <strong>di</strong> realizzare quanto egli già allora<br />
proponeva come un'idea<strong>le</strong> soluzione <strong>di</strong> restauro. Ma come si è visto questo non è<br />
bastato.<br />
La nostra speranza è la stessa che già fu del Martinola, e cioé che, caso<br />
ripresentandosi, non si affossi un'altra volta, che il restauro liberi e non copra quello<br />
che parla a tutti, e non archivi i risultati dentro una mappa d'ufficio.<br />
A questo punto il nostro pensiero va alla chiesa <strong>di</strong> Santa Maria, ubicata nel cuore del<br />
borgo <strong>di</strong> Mendrisio, e attualmente oggetto <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>ti (?) scavi archeologici. Al<br />
comitato spontaneo che si è costituito alfine <strong>di</strong> promuovere i restauri <strong>della</strong> suddetta