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Le chiese a doppia abside e le Tavole della Legge - Comune di ...

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<strong>Le</strong> <strong>chiese</strong> a <strong>doppia</strong> <strong>abside</strong> e <strong>le</strong> Tavo<strong>le</strong> <strong>della</strong> <strong>Le</strong>gge – Gianni Mazzucchelli, 2005 – Pagina 23 <strong>di</strong> 31<br />

D.M.N.: Questa sua ipotesi trovò poi fondamento oppure non vi furono ritrovamenti <strong>di</strong> sorta ?<br />

M. B. II giorno seguente, il tecnico signor Calderara mi <strong>di</strong>sse che aveva verificato la mia<br />

ipotesi : egli aveva infatti trovato alcune tombe allineate con i teschi rivolti a sud-est. A<br />

verificare questa ipotesi fu poi chiamato il signor Franco Binda, il qua<strong>le</strong> si espresse in<br />

modo negativo a quanto da me avanzato.Honny soit qui mal y pense.<br />

D.M.N.: Questo per ciò che concerne il ritrovamento <strong>di</strong> questi sche<strong>le</strong>tri quin<strong>di</strong>, ma per <strong>le</strong> due<br />

absi<strong>di</strong> come evolse la situazione ?<br />

M. B. A questo punto entrarono in scena due eru<strong>di</strong>ti olandesi (gli architetti<br />

Hartzwicker-Curiel), i quali, appassionati dei misteri biabsidali, si adoperarono per<br />

trovare i capitali per finanziare la posa <strong>di</strong> un vetro sopra <strong>le</strong> due absi<strong>di</strong> riportate alla<br />

luce dagli scavi. Purtroppo a ta<strong>le</strong> progetto non fu dato seguito, poiché l'Ufficio dei Beni<br />

Culturali non ritenne necessario intervenire per realizzare quanto proposto. Lo scavo<br />

nel pavimento <strong>della</strong> chiesa <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ontica fu quin<strong>di</strong> ricoperto. In questo modo quanto gli<br />

scavi avevano riportato alla luce veniva ricoperto senza nessuna particolare attenzione,<br />

quasi si trattasse <strong>di</strong> una semplice operazione <strong>di</strong> bonifica strada<strong>le</strong>.<br />

Di fronte a questi avvenimenti viene da chiedersi qua<strong>le</strong> sia l'animo <strong>di</strong> coloro che<br />

presiedono ai lavori <strong>di</strong> restauro. Perché nascondere ciò che invece dovrebbe essere alla<br />

vista <strong>di</strong> tutti ? Perché sotterrare ciò che appare come un'importante testimonianza del<br />

mondo antico <strong>di</strong> chi visse in questi luoghi secoli orsono ? Perché, infine, non portare il<br />

<strong>di</strong>battito (se <strong>di</strong>battito ci fu) in mezzo al<strong>le</strong> piazze <strong>della</strong> Val<strong>le</strong>, e quin<strong>di</strong> fare partecipi gli<br />

abitanti stessi <strong>della</strong> Val<strong>le</strong> <strong>di</strong> B<strong>le</strong>nio? Forse perché, come annotava il Bianconi, “i<br />

villaggi <strong>di</strong> B<strong>le</strong>nio sono quasi tutti [...] sparsi e <strong>di</strong>spersi, o scaglionati lungo la strada,<br />

decentrati ... Riandandoli con la memoria, non si riesce a ritrovar l 'immagine <strong>di</strong> una<br />

piazzetta verso la qua<strong>le</strong> confluiscano <strong>le</strong> viuzze tra <strong>le</strong> case, si incentri la <strong>di</strong>sposizione<br />

urbanistica del villaggio, venga insomma a sfociare spontaneamente e necessariamente<br />

la vita comune : la piazzetta del villaggio, che è così cara invenzione, rustico salotto<br />

dove ognuno è a casa sua”.<br />

Tutte domande <strong>le</strong>gittime, queste che ci vengono in mente ora, ma che, lo sappiamo,<br />

resteranno senza risposta poiché ora è troppo tar<strong>di</strong>, almeno per <strong>Le</strong>ontica. Ma non per<br />

questo bisogna fingere che nulla sia successo. Qualcosa è capitato. II restauro <strong>della</strong><br />

chiesa anche se, come è probabi<strong>le</strong> che sia, verrà portato a termine, sarà un restauro<br />

parzia<strong>le</strong>, che avrà soffocato una parte <strong>di</strong> quel<strong>le</strong> voci che dal<strong>le</strong> mura <strong>della</strong> costruzione<br />

parlano ai visitatori. II non aver saputo rendere voce a quanto ritrovato sotto il<br />

pavimento <strong>della</strong> chiesa <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ontica, è, secondo noi, un fatto che graverà sul buon esito<br />

dei restauri <strong>della</strong> suddetta chiesa. L'aver ricoperto scientemente <strong>le</strong> antiche<br />

testimonianze è come se si fosse voluto ignorare parte <strong>della</strong> storia <strong>di</strong> quella stessa<br />

chiesa, fatto questo intol<strong>le</strong>rabi<strong>le</strong> per chi s'impegna in un'opera <strong>di</strong> restauro. Qualcuno<br />

potrebbe suggerire che oggetto del restauro era la chiesa parrocchia<strong>le</strong> <strong>di</strong> San Giovanni<br />

Battista costruita nell'ultimo quarto dei XVIII secolo, e non quella antica menzionata<br />

nel 1204. Su questo siamo tutti d'accordo, <strong>le</strong> attenzioni maggiori andavano rivolte alla<br />

sp<strong>le</strong>n<strong>di</strong>da costruzione dei 1778-84, agli stucchi (pregevo<strong>le</strong> l'opera <strong>di</strong> Carlo Ga<strong>le</strong>tti <strong>di</strong><br />

Val d'Intelvi, autore dell'altare <strong>della</strong> Madonna del Rosario e dell'altare maggiore) e ai<br />

<strong>di</strong>pinti (si pensi ai due importanti <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> Giuseppe Rezzonico); ma se si fosse optato<br />

per la posa <strong>di</strong> una lastra <strong>di</strong> vetro, e si fosse reso visibi<strong>le</strong> a tutti quello che rimaneva<br />

dell'antica <strong>chiese</strong>tta biabsida<strong>le</strong>, non si sarebbe forse operato in perfetta sintonia con il<br />

passato? Non si sarebbe cioé permesso a tutti, e soprattutto ai fedeli, <strong>di</strong> fruire <strong>di</strong> una<br />

<strong>le</strong>zione <strong>di</strong> continuità storica e moniteista fra epoche <strong>di</strong>verse ?<br />

Inoltre la chiesa <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ontica offriva l'occasione <strong>di</strong> aprire finalmente un <strong>di</strong>battito sul<strong>le</strong><br />

<strong>chiese</strong> biabsidali nella Val<strong>le</strong> <strong>di</strong> B<strong>le</strong>nio e nel Cantone Ticino. In tal senso essa forniva un<br />

interessante spunto per una rif<strong>le</strong>ssione sul tema.

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