Le chiese a doppia abside e le Tavole della Legge - Comune di ...
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<strong>Le</strong> <strong>chiese</strong> a <strong>doppia</strong> <strong>abside</strong> e <strong>le</strong> Tavo<strong>le</strong> <strong>della</strong> <strong>Le</strong>gge – Gianni Mazzucchelli, 2005 – Pagina 18 <strong>di</strong> 31<br />
<strong>Le</strong> coppel<strong>le</strong>, contrassegni funebri?<br />
<strong>Le</strong> rego<strong>le</strong> ebraiche che definiscono purezza e impurità dei cadaveri e del<strong>le</strong> parti del<br />
corpo umano dopo la morte, e<strong>le</strong>ncate tra l’altro nei libri Nazir, 6,2.3 e Pesahim, 7,7<br />
<strong>di</strong>cono: “...Se finalmente uno si siede su una pietra, non sapendo che sotto c’erano<br />
ossa <strong>di</strong> morti o un cadavere, prende l'impurità dell’abisso (= impurità sconosciuta)...”<br />
P.E. Testa [1962]. Deduco che molti massi coppellari “segnano” la presenza <strong>di</strong><br />
sepolture umane sotto il masso stesso o nel<strong>le</strong> sue vicinanze, avvenute in epoca precristiana<br />
e oltre (G. Mazzucchelli [2003]).<br />
La moderna sezione „cruciforme“<br />
adottata definitivamente dalla chiesa<br />
<strong>di</strong> San Giovanni <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ontica con<br />
l’ampliamento e il restauro avvenuti<br />
negli anni dal 1778 al 1784.<br />
<strong>Le</strong> fasi <strong>di</strong> costruzione:<br />
Fase 1: XII secolo, primo e<strong>di</strong>ficio<br />
monoabsida<strong>le</strong> (a sinistra).<br />
Fase 2: Aggiunta del portico. Gli<br />
scavi portano alla luce tombe coeve<br />
al porticato.<br />
Fase 3: Trasformazione in e<strong>di</strong>ficio<br />
biabsidato, nella prima metà del<br />
1400.<br />
Fase 4: La chiesa riceve un coro<br />
poligona<strong>le</strong>, mentre l’e<strong>di</strong>ficio<br />
biabsidato viene demolito.<br />
Fase 5: La chiesa riceve tra il 1778 e<br />
il 1884 l’aspetto attua<strong>le</strong> a sezione<br />
prettamente cruciforme..<br />
L'antica chiesa <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ontica venne<br />
descritta da San Carlo Borromeo nel 1567 e da Federico Borromeo nel 1608:<br />
“...ecc<strong>le</strong>sia facit duas naves...”, cioé a due navate Gilardoni [1967].<br />
Durante gli scavi vennero alla luce,<br />
oltre al<strong>le</strong> due navate e al<strong>le</strong> due<br />
absi<strong>di</strong>, varie tombe del 1200, la cui<br />
locazione era marcata su un masso<br />
coppellare (ve<strong>di</strong> intervista con<br />
Mariella Becchio, a pagina 21).<br />
E’ interessante notare la presenza<br />
<strong>della</strong> “genizah”, costruzione<br />
rettangolare situata <strong>di</strong>etro al<strong>le</strong> due<br />
absi<strong>di</strong> semicircolari, che conteneva<br />
carte scritte in lingua ebraica, portate frettolosamente alla Curia <strong>di</strong> Lugano e<br />
nascoste, fino a oggi, agli occhi degli interessati. Nella “genizah” si riponevano scritti<br />
resi inusabili dal tempo, ma che non potevano essere <strong>di</strong>strutti.