Consiglio Comunale del 30 gennaio 2012 - Comune di Baselga di ...

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29.05.2013 Views

proponendo un modello di biblioteca come ambiente per tutti, che può offrire servizi diversificati a tutte le categorie di persone. Anche l’impatto delle nuove tecnologie ha tolto motivazioni soprattutto alle generazioni dei “nativi digitali” all’utilizzo dei servizi offerti tradizionalmente dalle biblioteche. Un altro dato legato all’utenza e di cui dobbiamo tener conto è quello del progressivo invecchiamento della popolazione, quindi con l’idea di doversi preparare fin da adesso alle esigenze di un’utenza demograficamente diversa; allo stesso modo dobbiamo tener conto della crescente diversità etnica, perché in futuro ci saranno più bambini nati in Italia da genitori stranieri e la biblioteca, insieme alla scuola, sarà anche un luogo di integrazione sociale. Evoluzione. La biblioteca deve quindi passare da una situazione passiva - aspetto che l’utenza arrivi - ad un atteggiamento protettivo e quindi deve mettere in cantiere azioni propositive per riuscire ad attrarre l’alta percentuale di popolazione che non legge e non compra libri. Se la biblioteca si limita alla promozione del libro della lettura, attrae solo una parte di quel 20-30% che legge abitualmente. L’80% circa del possibile bacino di utenza non frequenta la biblioteca: essa è per poche categorie di utenti, soprattutto bambini e anziani, perché gli orari di apertura escludono di solito tutti coloro che lavorano; la biblioteca deve invece diventare un luogo molteplice per attrarre tutta questa potenziale utenza, evitando di lasciare ai centri commerciali tutta la gestione del tempo libero delle persone. Per fare questo è necessaria una continuità di contesto che serve a generare contaminazioni reciproche tra biblioteca e territorio, così la biblioteca potrà diventare sportello di informazioni per il cittadino, curare esposizioni, mostre, corsi di formazione, oppure contenere sale di studio autonomo aperte fino a tardi, sale lettura, spazi di incontro adatte alle varie età, aree polivalenti flessibili, come luoghi di aggregazione sociale per la comunità con mobili su rotelle, allo scopo di creare zone interessanti per fare teatro, musica, incontri e conferenze; il tutto predisposto in modo da poter ripensare la distribuzione funzionale di aree e servizi in base alle nuove esigenze che potranno profilarsi in futuro. Già adesso l’ampia terrazza e la grande sala previste all’ultimo piano si prestano agli usi più svariati: è importante che in questi spazi si possa svolgere un ampio ventaglio di attività, dai corsi di manualità ai dibattiti più impegnati, perché così si darà la possibilità ad ognuno di espandere i propri interessi e di avere a disposizione luoghi di conoscenza in cui sentirsi parte a pieno titolo della comunità. A tal fine è stata curata l’interazione tra il vedere e l’essere visti, in una logica dove è più importante la gente rispetto allo spazio; dove ognuno si può muovere informalmente e scegliere autonomamente di quali strumenti fruire e quali attività svolgere. I nuovi spazi permetteranno una logica separazione tra settori di ampia consultazione, facilmente raggiungibili, e sezioni più specialistiche, ubicate in zone meno centrali e più riservate, contigue ad aree adatte allo studio e alla concentrazione. Al primo piano si sta pensando alla collocazione di archivio, emeroteca, spazio lettura giornali, scaffali aperti per la sezione di narrativa, punto informativo, punto prestito self-service, esposizione novità librarie, sala ludica, fasciatoio, sala allattamento. Al secondo piano si sta pensando alla sezione audiovisivi in musica, sezioni di narrativa e saggistica più specifica, area informatica. Al terzo piano si prevedono gli uffici, una zona di consultazione specialistica e di studio, una zona di lettura all’aperto in terrazza. Il balcone d’ingresso è stato pensato non per fare da deterrente, bensì da punto di prima informazione, assistenza utenti, nonché punto di discreta sorveglianza anche ai piani superiori grazie alla sua ubicazione strategica. Si potrà prevedere anche una sezione di storia locale per far prendere coscienza alle persone del valore del territorio, per mantenerlo ed estenderlo come valore identitario: è più facile, infatti, tutelare un territorio dove ci sia la consapevolezza del suo valore. Il marketing territoriale troverà spazi nelle varie finestre e nelle aree di esposizione dedicate alla realtà culturale, storica, turistica ed economica delle valli, ponendosi come primo incontro fra il potenziale utente o cliente e le possibilità offerte dalla realtà culturale, ambientale ed economica. Spazi pubblici. La pubblica biblioteca è un’istituzione indissolubilmente legata al suo territorio e le sue funzioni sono strettamente correlate a quelle degli altri spazi urbani di incontro come le chiese, i mercati e le piazze, luoghi chiave della convivenza civile e della formazione dell’opinione pubblica democratica. Se i luoghi pubblici sono il motore della democrazia, quali caratteristiche dovrebbero avere per essere anche piacevoli, affollati e culturalmente stimolanti? Ecco alcune caratteristiche degli spazi che attirano i cittadini e che contribuiscono alla qualità della vita di cui si terrà conto nella nuova edificazione. Dimensioni: i luoghi e le sale non devono essere troppo grandi, altrimenti inquietano e incutono la percezione di non saperli dominare e di non riconoscere visi e movimenti nell’ambiente; un ambiente a misura dei nostri occhi ci tranquillizza e ci invita a percorrerlo e a viverlo senza timori. Leggibilità: le persone si sentono a proprio agio se possono capire istintivamente dove sono, quali sono le funzioni del luogo, come arrivare dove vogliono e come andarsene. Qui viene ripreso il concetto di un urbanista e storico, Kevin Lynch da L’immagine della città, che parla della leggibilità come di uno degli 6

aspetti principali per definire la qualità della vita di un luogo. Vanno quindi curati la segnaletica, che deve essere chiara e sintetica, l’arredo, che non dev’essere sovrabbondante ma funzionale, e le caratteristiche di essenzialità e linearità delle forme, che rendono comprensibile e facilmente visibile ogni settore. Nel contempo ci dev’essere un equilibrio nei dettagli, perché l’occhio ha bisogno di scoprire cose nuove un po’ alla volta, lungo percorsi piacevoli e stimolanti. Si devono evitare scenografie architettoniche che rendono incomprensibile e poco attraente lo spazio per l’uomo comune, creando una sensazione di diffidenza e di estraneità. Varietà: i luoghi conviviali devono offrire una varietà di funzioni che siano sempre ricche di scoperte; inoltre bisogna evitare spazi vuoti privi di riferimenti visivi e di quella varietà di scoperte che stimolano la nostra immaginazione. Vanno create aree che si presentino come spazi possibili di conversazione e di sosta, fruibili anche da parte di pubblici diversi nelle varie ore del giorno. Senso di sicurezza: curare alcune caratteristiche strutturali come l’illuminazione e la possibilità di una sorveglianza discreta e non intrusiva da parte degli addetti. Comfort: curare l’assorbimento del rumore, e questo è un aspetto che abbiamo visto in una biblioteca in particolare, dove il rumore assordante creava la voglia anziché di rimanere, di andarsene via; creare spazi conviviali dove sostare per riposare un po’ o consultare qualche materiale, sia all’interno che all’esterno; arredare la piazza esterna che non deve rimanere del tutto vuota ma con alberi, panchine, qualche portico e qualche gradinata che invitano i passanti a fermarsi senza dover pagare il quotidiano tributo al mercato e alle sue leggi di consumo. I portici permettono di poter utilizzare la piazza anche quando piove e quando la temperatura scende, rendendo la frequentazione della zona più regolabile; contribuiscono inoltre a creare una continuità tra interno ed esterno che invoglia i possibili utenti a varcare la soglia. Punti d’incontro, tavolini, fontanelle e sedute circolari possono servire a mettere in comunicazione tra loro le persone che non si conoscono. Come vedete gli spunti di lavoro sono tanti, di fatto era impossibile esporli a voce, quindi per forza si è resa necessaria una relazione scritta. Questi sono un po’ il sunto di quello che abbiamo studiato in tutti questi mesi e lo poniamo all’attenzione pubblica proprio per stimolare ulteriori idee e dibattiti. Per concludere, una biblioteca pubblica ben gestita diventa un luogo d’incontro, di scambio e di confronto; diventa il tessuto connettivo di una democrazia vitale che contribuisce ad aumentare il capitale sociale di un territorio. Concludo con una citazione del testo di Agnioli di cui dicevo in premessa: “nell’attuale economia della conoscenza, la cultura rappresenta uno degli elementi strategici per lo sviluppo socio-economico del territorio e rappresenta anche il senso di appartenenza di una comunità”. Ecco perché stiamo cercando di curare particolarmente la progettazione della nuova biblioteca intercomunale, aprendoci anche al confronto con chiunque vorrà renderci partecipi dei suoi pensieri e delle sue riflessioni, in modo che ne risulti, per quanto possibile, una progettazione condivisa dalla gente. A questo proposito è possibile far pervenire eventuali contributi utili alla discussione in forma scritta od orale presso la biblioteca comunale di Baselga di Piné oppure direttamente ai Sindaci e agli Assessori dei Comuni interessati. Vi ringrazio dell’attenzione prestata all’ascolto di questa relazione che riassumeva un po’ la nostra filosofia per la nuova biblioteca. PRESIDENTE: Grazie, Assessore Dallafior. Forse è opportuno dire che se a qualcuno interessa una copia di questa relazione, è sufficiente chiederla: sarà puntualmente fornita. Possiamo procedere all’illustrazione del progetto e credo non sia necessario presentare l’architetto Panni, progettista incaricato di questa progettazione preliminare. ARCH. PANNI VITO: Il mio compito era quello di interpretare e sviluppare il tema della nuova biblioteca e del sistema parcheggi, quindi in realtà ho condotto il lavoro partendo dai presupposti poc’anzi illustrati dall’Assessore Dallafior, perché il programma culturale che ruota attorno alla biblioteca è notevole e la parte tecnica in questa fase, che è preliminare, deve fondamentalmente suggerire delle risposte una volta interpretati i canoni che oggi si vogliono delineare per la biblioteca contemporanea. Per meglio farvi identificare la zona ho preparato alcune slide. Anzitutto devo dire che l’Assessore ha delineato molti dei motivi che spingono a collocare la biblioteca in questa zona, per cui l’Amministrazione mi ha dato un input che io ho sviluppato e ho volutamente utilizzato questo estratto perché riconduce ai presupposti che sono stati poc’anzi richiamati. [riferimento a slide] questo è il palazzo dei congressi, troviamo poi la T2, che è un’area perequativa di cui il 40% circa verrà, all’atto del perfezionamento della convenzione, ceduto gratuitamente al Comune, dopodiché c’è questa parte con il cartiglio numero 73 che identifica un terreno privato edificabile; di seguito troviamo la fascia di rispetto lago, i parcheggi pubblici, la strada e l’attuale cantiere della sistemazione lago. Perché ho voluto iniziare con la parte urbanistica? Soprattutto per la questione dei parcheggi che è legata alla viabilità, all’utenza e a molte altre variabili, però è anche un tema da anni fortemente dibattuto in 7

proponendo un mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> biblioteca come ambiente per tutti, che può offrire servizi <strong>di</strong>versificati a tutte le<br />

categorie <strong>di</strong> persone.<br />

Anche l’impatto <strong>del</strong>le nuove tecnologie ha tolto motivazioni soprattutto alle generazioni dei “nativi <strong>di</strong>gitali”<br />

all’utilizzo dei servizi offerti tra<strong>di</strong>zionalmente dalle biblioteche. Un altro dato legato all’utenza e <strong>di</strong> cui<br />

dobbiamo tener conto è quello <strong>del</strong> progressivo invecchiamento <strong>del</strong>la popolazione, quin<strong>di</strong> con l’idea <strong>di</strong><br />

doversi preparare fin da adesso alle esigenze <strong>di</strong> un’utenza demograficamente <strong>di</strong>versa; allo stesso modo<br />

dobbiamo tener conto <strong>del</strong>la crescente <strong>di</strong>versità etnica, perché in futuro ci saranno più bambini nati in Italia<br />

da genitori stranieri e la biblioteca, insieme alla scuola, sarà anche un luogo <strong>di</strong> integrazione sociale.<br />

Evoluzione. La biblioteca deve quin<strong>di</strong> passare da una situazione passiva - aspetto che l’utenza<br />

arrivi - ad un atteggiamento protettivo e quin<strong>di</strong> deve mettere in cantiere azioni propositive per riuscire ad<br />

attrarre l’alta percentuale <strong>di</strong> popolazione che non legge e non compra libri. Se la biblioteca si limita alla<br />

promozione <strong>del</strong> libro <strong>del</strong>la lettura, attrae solo una parte <strong>di</strong> quel 20-<strong>30</strong>% che legge abitualmente. L’80%<br />

circa <strong>del</strong> possibile bacino <strong>di</strong> utenza non frequenta la biblioteca: essa è per poche categorie <strong>di</strong> utenti,<br />

soprattutto bambini e anziani, perché gli orari <strong>di</strong> apertura escludono <strong>di</strong> solito tutti coloro che lavorano; la<br />

biblioteca deve invece <strong>di</strong>ventare un luogo molteplice per attrarre tutta questa potenziale utenza, evitando<br />

<strong>di</strong> lasciare ai centri commerciali tutta la gestione <strong>del</strong> tempo libero <strong>del</strong>le persone.<br />

Per fare questo è necessaria una continuità <strong>di</strong> contesto che serve a generare contaminazioni reciproche<br />

tra biblioteca e territorio, così la biblioteca potrà <strong>di</strong>ventare sportello <strong>di</strong> informazioni per il citta<strong>di</strong>no, curare<br />

esposizioni, mostre, corsi <strong>di</strong> formazione, oppure contenere sale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o autonomo aperte fino a tar<strong>di</strong>,<br />

sale lettura, spazi <strong>di</strong> incontro adatte alle varie età, aree polivalenti flessibili, come luoghi <strong>di</strong> aggregazione<br />

sociale per la comunità con mobili su rotelle, allo scopo <strong>di</strong> creare zone interessanti per fare teatro,<br />

musica, incontri e conferenze; il tutto pre<strong>di</strong>sposto in modo da poter ripensare la <strong>di</strong>stribuzione funzionale <strong>di</strong><br />

aree e servizi in base alle nuove esigenze che potranno profilarsi in futuro.<br />

Già adesso l’ampia terrazza e la grande sala previste all’ultimo piano si prestano agli usi più svariati: è<br />

importante che in questi spazi si possa svolgere un ampio ventaglio <strong>di</strong> attività, dai corsi <strong>di</strong> manualità ai<br />

<strong>di</strong>battiti più impegnati, perché così si darà la possibilità ad ognuno <strong>di</strong> espandere i propri interessi e <strong>di</strong><br />

avere a <strong>di</strong>sposizione luoghi <strong>di</strong> conoscenza in cui sentirsi parte a pieno titolo <strong>del</strong>la comunità. A tal fine è<br />

stata curata l’interazione tra il vedere e l’essere visti, in una logica dove è più importante la gente rispetto<br />

allo spazio; dove ognuno si può muovere informalmente e scegliere autonomamente <strong>di</strong> quali strumenti<br />

fruire e quali attività svolgere.<br />

I nuovi spazi permetteranno una logica separazione tra settori <strong>di</strong> ampia consultazione, facilmente<br />

raggiungibili, e sezioni più specialistiche, ubicate in zone meno centrali e più riservate, contigue ad aree<br />

adatte allo stu<strong>di</strong>o e alla concentrazione.<br />

Al primo piano si sta pensando alla collocazione <strong>di</strong> archivio, emeroteca, spazio lettura giornali, scaffali<br />

aperti per la sezione <strong>di</strong> narrativa, punto informativo, punto prestito self-service, esposizione novità librarie,<br />

sala lu<strong>di</strong>ca, fasciatoio, sala allattamento. Al secondo piano si sta pensando alla sezione au<strong>di</strong>ovisivi in<br />

musica, sezioni <strong>di</strong> narrativa e saggistica più specifica, area informatica. Al terzo piano si prevedono gli<br />

uffici, una zona <strong>di</strong> consultazione specialistica e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, una zona <strong>di</strong> lettura all’aperto in terrazza.<br />

Il balcone d’ingresso è stato pensato non per fare da deterrente, bensì da punto <strong>di</strong> prima informazione,<br />

assistenza utenti, nonché punto <strong>di</strong> <strong>di</strong>screta sorveglianza anche ai piani superiori grazie alla sua<br />

ubicazione strategica.<br />

Si potrà prevedere anche una sezione <strong>di</strong> storia locale per far prendere coscienza alle persone <strong>del</strong> valore<br />

<strong>del</strong> territorio, per mantenerlo ed estenderlo come valore identitario: è più facile, infatti, tutelare un territorio<br />

dove ci sia la consapevolezza <strong>del</strong> suo valore. Il marketing territoriale troverà spazi nelle varie finestre e<br />

nelle aree <strong>di</strong> esposizione de<strong>di</strong>cate alla realtà culturale, storica, turistica ed economica <strong>del</strong>le valli,<br />

ponendosi come primo incontro fra il potenziale utente o cliente e le possibilità offerte dalla realtà<br />

culturale, ambientale ed economica.<br />

Spazi pubblici. La pubblica biblioteca è un’istituzione in<strong>di</strong>ssolubilmente legata al suo territorio e<br />

le sue funzioni sono strettamente correlate a quelle degli altri spazi urbani <strong>di</strong> incontro come le chiese, i<br />

mercati e le piazze, luoghi chiave <strong>del</strong>la convivenza civile e <strong>del</strong>la formazione <strong>del</strong>l’opinione pubblica<br />

democratica. Se i luoghi pubblici sono il motore <strong>del</strong>la democrazia, quali caratteristiche dovrebbero avere<br />

per essere anche piacevoli, affollati e culturalmente stimolanti? Ecco alcune caratteristiche degli spazi<br />

che attirano i citta<strong>di</strong>ni e che contribuiscono alla qualità <strong>del</strong>la vita <strong>di</strong> cui si terrà conto nella nuova<br />

e<strong>di</strong>ficazione.<br />

Dimensioni: i luoghi e le sale non devono essere troppo gran<strong>di</strong>, altrimenti inquietano e incutono la<br />

percezione <strong>di</strong> non saperli dominare e <strong>di</strong> non riconoscere visi e movimenti nell’ambiente; un ambiente a<br />

misura dei nostri occhi ci tranquillizza e ci invita a percorrerlo e a viverlo senza timori.<br />

Leggibilità: le persone si sentono a proprio agio se possono capire istintivamente dove sono, quali sono<br />

le funzioni <strong>del</strong> luogo, come arrivare dove vogliono e come andarsene. Qui viene ripreso il concetto <strong>di</strong> un<br />

urbanista e storico, Kevin Lynch da L’immagine <strong>del</strong>la città, che parla <strong>del</strong>la leggibilità come <strong>di</strong> uno degli<br />

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