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Consiglio Comunale del 30 gennaio 2012 - Comune di Baselga di ...

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egolamentate, nonché le biblioteche nate in Italia su mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>la public library britannica, legate alla<br />

promozione <strong>di</strong> lettura nella fase storica <strong>di</strong> alfabetizzazione <strong>di</strong> massa, pur svolgendo funzioni fondamentali<br />

negli specifici contesti socio-culturali, vanno oggi affiancate da altri tipi <strong>di</strong> biblioteche pubbliche con ruoli e<br />

funzioni adeguate alla contemporaneità. L’Italia possiede oltre 15.000 biblioteche, frammentate in una<br />

miriade <strong>di</strong> tipologie e <strong>di</strong> affiliazioni istituzionali. La nostra Regione insieme ad altre (Toscana, Lombar<strong>di</strong>a<br />

ed Emilia-Romagna) ha saputo creare una rete <strong>di</strong> biblioteche pubbliche che si avvicina agli standard<br />

europei, superando lo stereotipo <strong>del</strong>la biblioteca <strong>di</strong> conservazione e ponendosi come obiettivi<br />

l’ampliamento degli spazi fruibili, dei pubblici potenziali e <strong>del</strong>l’offerta <strong>di</strong> servizi e materiali culturali a<br />

<strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong>l’utenza.<br />

Funzione pubblica. È doverosa una riflessione sull’etimologia <strong>del</strong> termine <strong>Baselga</strong>, che deriva<br />

da “basilica”: in epoca romana essa era un ampio e<strong>di</strong>ficio aperto, coperto e privo <strong>di</strong> pareti <strong>di</strong>visorie,<br />

utilizzato come luogo per riunioni, incontri <strong>di</strong> affari e amministrazione <strong>del</strong>la giustizia; non aveva quin<strong>di</strong><br />

funzioni specialistiche ma era luogo <strong>di</strong> ritrovo per svariate incombenze al pari <strong>del</strong> foro, che era invece un<br />

luogo pubblico aperto. Fu solo dopo 313 d.C. che la basilica si trasformò in luogo <strong>di</strong> culto per i cristiani<br />

appena riconosciuti con l’E<strong>di</strong>tto <strong>di</strong> Costantino, come spazio pubblico <strong>di</strong>mostratosi adatto a contenere un<br />

gran numero <strong>di</strong> fe<strong>del</strong>i. <strong>Baselga</strong> significa quin<strong>di</strong> “e<strong>di</strong>ficio pubblico aperto a tutti” ed è questo il significato<br />

che vogliamo recuperare per la nuova biblioteca: luogo <strong>di</strong> cultura, informazione, formazione e creatività;<br />

catalizzatore per la promozione <strong>del</strong>le politiche culturali <strong>del</strong> territorio servito. Al pari <strong>del</strong>la basilica civica,<br />

essa deve <strong>di</strong>ventare ibrida e multiforme, fatta <strong>di</strong> luoghi e spazi molteplici e trasformabili; deve quin<strong>di</strong><br />

essere laboratorio multime<strong>di</strong>ale, agenzia <strong>di</strong> informazioni locale, centro <strong>di</strong> aggregazione, nuova piazza<br />

urbana, luogo <strong>di</strong> socializzazione e <strong>di</strong> inclusione sociale. Dovrà poi riuscire ad adattarsi alle nuove<br />

esigenze <strong>di</strong> conoscenza e informazione che potranno emergere nei prossimi decenni.<br />

Localizzazione. È importante invertire i processi negativi <strong>di</strong> questi ultimi anni legati in particolar<br />

modo alla commercializzazione degli spazi pubblici, ad esempio i centri commerciali, che hanno<br />

impoverito i consueti luoghi <strong>di</strong> informazione e confronto. È necessario ricostruire questi luoghi <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito,<br />

conoscenza incontro-scambio, cioè gli spazi pubblici <strong>del</strong>la piazza e <strong>del</strong> sagrato nel centro citta<strong>di</strong>no. Le<br />

biblioteche possono essere intese come piazze coperte, dove la possibilità <strong>di</strong> incontrare gli amici sia<br />

altrettanto importante <strong>del</strong>l’opportunità <strong>di</strong> prendere in prestito un libro o un film.<br />

<strong>Baselga</strong> <strong>di</strong> Piné non ha uno spazio ben definito che funga da centro citta<strong>di</strong>no, bensì alcune vie da<br />

percorrere e poi la zona <strong>del</strong> lago <strong>di</strong> Serraia che si sta valorizzando attraverso la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> nuovi<br />

spazi e parchi gioco, la creazione <strong>di</strong> nuovi parcheggi, una revisione <strong>del</strong>la viabilità e l’imminente<br />

rifacimento <strong>di</strong> via Cesare Battisti e <strong>di</strong> via Roma. Ecco quin<strong>di</strong> l’idea <strong>di</strong> creare come fulcro la nuova<br />

biblioteca, intesa come piazza <strong>del</strong> sapere, centro informativo culturale per residenti e turisti, per vedere<br />

sul lago il punto <strong>di</strong> partenza per numerose passeggiate: essa deve aprirsi e fare da cerniera tra l’abitato e<br />

il lago, come piazza in cui è piacevole entrare anche senza uno scopo preciso, in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vero<br />

e proprio spazio pubblico adatto a tutte le età, il più aperto e accogliente possibile, con un orario lungo<br />

che ne permetta la fruizione anche a chi durante il giorno lavora. Anche le entrate <strong>del</strong>la nuova biblioteca<br />

sono pensate in funzione dei percorsi effettuati quoti<strong>di</strong>anamente dagli abitanti: lo spazio interno in<br />

comunicazione con quello esterno; la continuità data dalla piazza prospiciente e dalle gran<strong>di</strong> vetrate con<br />

la vista sul lago e sulla valle. Si presenta quin<strong>di</strong> come luogo simbolico <strong>di</strong> relazioni che interpreta un<br />

momento storico <strong>di</strong> evoluzione <strong>del</strong> suo ruolo culturale nella società contemporanea, all’interno <strong>di</strong> un<br />

territorio che sta già <strong>di</strong> per sé ripensandosi nelle sue strutture urbanistiche e nelle sue funzioni<br />

economiche.<br />

La nuova biblioteca intercomunale viene immaginata come luogo <strong>di</strong> aggregazione e <strong>di</strong> incubazione <strong>di</strong><br />

eventi culturali, dove la popolazione residente, e non, si potrà incontrare anche senza uno scopo preciso;<br />

vuole <strong>di</strong>ventare un luogo vissuto da ogni categoria <strong>di</strong> persone che ognuno può riconoscere come propria<br />

e che riesce a fare proposte per mo<strong>di</strong>ficare le abitu<strong>di</strong>ni e i consumi culturali, nonché l’uso <strong>del</strong> tempo libero<br />

dei citta<strong>di</strong>ni. Non si costruisce, quin<strong>di</strong>, un semplice e<strong>di</strong>ficio, ma uno spazio per le nostre popolazioni, un<br />

luogo simbolico e un luogo <strong>di</strong> relazioni che rappresenta la storia e l’evoluzione <strong>del</strong>le nostre comunità e<br />

che intende imporsi come volano <strong>di</strong> crescita culturale <strong>del</strong> territorio.<br />

Utenza reale e potenziale. Quasi dappertutto la frequentazione <strong>del</strong>le biblioteche pubbliche<br />

purtroppo è abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> una minoranza. Le indagini svolte in tutta Europa sui non-utenti fanno emergere<br />

l’idea che la causa <strong>del</strong>la bassa frequenza sia legata all’immagine <strong>di</strong> biblioteca come istituzione severa e<br />

poco attraente. Nel tempo, essa ha cercato <strong>di</strong> adattarsi alle richieste dei citta<strong>di</strong>ni ma non ho mai saputo<br />

mo<strong>di</strong>ficare <strong>del</strong> tutto la percezione dominante <strong>di</strong> luogo a volte polveroso <strong>di</strong> conservazione dei libri, adatto<br />

ad una ristretta utenza, inducendo nella maggior parte <strong>del</strong>la popolazione un senso <strong>di</strong> estraneità e <strong>di</strong><br />

separazione, a volte ulteriormente rimarcato da scelte architettoniche che, anche simbolicamente,<br />

rimandano ad un’idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco e <strong>di</strong> rispetto per questi luoghi riservati ed esclusivi.<br />

Queste percezioni sono mo<strong>di</strong>ficabili solo nel lungo periodo, perseguendo con consapevolezza<br />

l’abbattimento <strong>del</strong>le barriere materiali simboliche che limitano l’uso <strong>di</strong> questo spazio pubblico e<br />

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