Consiglio Comunale del 30 gennaio 2012 - Comune di Baselga di ...

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29.05.2013 Views

viabilistico che è di fronte all’albergo Serraia, tenendo conto che porteremo ulteriore traffico lungo lago, mentre dovremmo cercare di spostarlo altrove. Aldidi queste considerazioni tecniche, vorrei dire che sarebbe opportuno avere la possibilità di approfondire maggiormente sia la relazione dell’Assessore sia la relazione tecnica, per poter fare delle considerazioni più dettagliate in riferimento alle motivazioni che hanno spinto la Giunta ad individuare questa ipotesi. PRESIDENTE: La parola all’architetto Panni. ARCH. PANNI VITO: Vorrei fare una breve introduzione sulla ricerca che ho potuto fare per arrivare a queste prime conclusioni, che ripeto sono di tipo preliminare e dunque condivido il fatto che nella fase definitiva si possano trovare e approfondire altre soluzioni. All’inizio ho fatto cenno ad un salto di quota tra i giardini del lago e il piano preesistente del palazzo dei congressi: un dislivello di due metri. Il piano che andremo a formare qui [riferimento a slide] sarà fondamentalmente in piano con il cinema, quindi il momento critico ci sarebbe nel momento in cui andassimo effettivamente a collegare le due porte, quella del lago e quella del paese, passando sotto al palazzo dei congressi per poi salire, anziché scendere ulteriormente. Questo è stato in primo ragionamento di massima ed il conforto di questa indicazione mi è stato dato anche da due tipi di informazioni: innanzitutto quella del mio geologo, che ho interessato informalmente, che mi ha effettivamente avvertito che potrebbero esserci dei casi di “spine d’acqua” ovvero non falde copiose ma leggeri interessamenti e dunque ciò spiega quei fenomeni che sono nel seminterrato di questo edificio, però mi ha anche detto che non vi sarebbe alcun problema perché basterebbe andare incontro ad una forma di impermeabilizzazione corrente, nulla di preoccupante. L’altra questione deriva da un’intervista del costruttore che ha fatto i lavori in questa zona, il quale ricorda che nel 1953 tutta l’area venne scavata e c’era il cosiddetto “masteg”, dunque quella definizione di cretacea che Lei ha dato prima, in realtà sembrerebbe qualcosa di più stabile, perché fondamentalmente il “masteg” è della dolomia compatta e dunque una roccia facile da lavorare, infatti sembra sia stata scavata a mano. Questo è un racconto e non ho prove in tal senso, però non mi viene da pensare che il costruttore mi abbia raccontato una favola. Resta il fatto che la vicinanza al rio può aver dato dei problemi da questo punto [riferimento a slide] in giù, quindi al di sotto di quella che sarebbe la nostra ipotesi: questa è un po’ la provocazione che lancio da un punto di vista geologico, ma sono il primo dire che va fatto un sondaggio. Personalmente avrei preferito, in una delle soluzioni architettoniche che più mi sono piaciute, stare un po’ più alto soprattutto per un discorso panoramico e non tanto perché temessi questo problema, solo che la Provincia spinge nell’idea di “biblioteca piazza aperta”, a piano zero, dunque la possibilità di entrare praticamente senza barriere, infatti già c’è stata una sorta di discussione per affrontare quel dislivello di 1,20 metri che invece io ho impostato perché mi è sempre piaciuta l’idea di impiantare questo edificio con un collegamento a questo piano, perché trovo che una volta che si impiegano le risorse, queste possano avere molteplici sinergie con l’esistente. Relativamente ai parcheggi, sono sicuro che se si potesse rivedere questa parte, sarebbe la soluzione migliore, dunque con la copertura del rio, ma resterebbe sicuramente il fatto di salvaguardare ciò che resta dell’area perequativa privata, ed ecco perché ho impostato i parcheggi in questo modo. Se non ho saltato qualcosa nel ragionamento, resta il fatto dei parcheggi in via Cesare Battisti, dove la difficoltà non dipende da una scelta di indicazione progettuale di rimozione degli stessi, bensì da un’indicazione della Provincia. Quest’area non è di proprietà del Comune, quindi occorrono delle risorse, dunque ciò che bisogna considerare è questa situazione, perché viene dall’area perequativa. In una scelta che io trovo riduttiva sotto il profilo urbanistico e architettonico, si può però ipotizzare che allungando questi parcheggi [riferimento a slide] se ne aumenta la capienza, ma significa impiegare l’idea di una piazza per i parcheggi. Certo è che potrebbe funzionare in alcuni momenti invernali o nelle mezze stagioni dove vi è minore necessità di utilizzare lo spazio a piazza, quindi questa risulterebbe come un polmone. Penso che in una realtà piccola come la nostra vi sia anche bisogno di fare dei ragionamenti un po’ a fisarmonica, infatti io non riesco a pensare questa zona come un comparto stagno, anzitutto perché è la sommatoria di innumerevoli interessanti difficoltà (la sistemazione, la cerniera, i parcheggi) dunque personalmente conserverei questa possibilità, ma nulla vieta di salire [riferimento a slide] in un’ipotesi definitiva, ma il problema nasce dal dislivello di quota, infatti sono minimo quattro metri da superare in un breve tratto. Condivido anch’io pienamente il fatto che l’ideale sarebbe di togliere questa strada, infatti il massimo sarebbe avere una completa pedonalità, però bisognerebbe trovare il modo di arrestare il traffico in maniera diversa. Questo ragionamento attiene ad una struttura viabilistica che merita un approfondimento in un progetto ad hoc, infatti in questo progetto preliminare il sistema parcheggi ruotava 12

attorno al tema centrale di quest’ambito, dunque è un tentativo di dare risposta tenendo conto anche degli esercizi commerciali e del fatto che questo è comunque il nodo più congestionato per eccellenza, là dove tutti forse vorrebbero parcheggiare per visitare Piné. PRESIDENTE: Se non vi sono altre domande tecniche, ringrazio davvero molto l’architetto Panni perché devo dire che per l’incarico ricevuto di un progetto di questo tipo credo abbia fatto forse di più, per dare una sua idea di sviluppo di quella località; evidentemente ognuno ha la propria capacità di giudizio e la propria opinione in merito. Per questi motivi io ringrazio molto sia lui sia il suo staff perché realizzare questo progetto preliminare in un mese credo meriti un elogio, almeno da parte mia. Dichiaro aperta la discussione. La parola al Consigliere Anesin. CONS. ANESIN RINALDO: Non sono all’altezza di fare delle considerazioni tecniche, quello che posso dire è che secondo me l’architetto ha fatto un ottimo lavoro per quanto gli è stato richiesto. Veniamo invece agli aspetti più concreti: nelle premesse fatte dal signor Sindaco, in modo impietoso ha evidenziato quanti sono i lettori di libri in Italia ed è un dato già noto: guardate che Piné non è diversa dal resto d’Italia per quanto concerne la lettura di libri. Detto questo, in merito alla relazione fatta dall’Assessore Dallafior, non ho capito cosa c’entri la biblioteca con la democrazia e la libertà, ma questo me lo spiegherà in un’altra occasione. Ringrazio l’Assessore perché è risalita all’etimologia del nominativo di Baselga, quindi “basilica”, però Baselga di Piné non è nata in epoca romana bensì in epoca successiva, quando la basilica già era un luogo di culto cattolico, per cui un ambiente chiuso. Al didi queste considerazioni, vorrei risalire al termine “biblioteca” ovvero un luogo dove ci sono dei libri, frequentato da persone che amano leggere; inoltre si è parlato di tutto, di concetti molto astratti anche dal punto di vista filosofico, però i soldi da sborsare poi sono concreti e non filosofici, dimenticando anche la cosa più importante per chi legge un libro. Io mi definisco un discreto lettore, frequento la biblioteca di Baselga e devo dire che il piacere di leggere un libro varia, perché il libro è una comunicazione che viene fatta di un qualcosa in base al modo in cui uno è abituato a comunicare, recepire e provare un piacere nella lettura, e questo può essere visivo, uditivo, cinestetico, dunque ognuno prova un piacere diverso nel leggere un libro. Il libro non si legge in biblioteca: si deve leggere in un luogo di totale relax che normalmente è casa propria, anche perché se uno ha voglia si alza e si fuma una sigaretta, non rompe le scatole a nessuno, mentre in una biblioteca ciò sarebbe difficile. Sono stati citati i numeri, oltre a quelli dei residenti che conosciamo, dei turisti dicendo che nell’arco dei Comuni interessati si contano 500.000 presenze, ma va precisato che non si tratta di 500.000 persone, perché se la mia famiglia è composta da quattro persone e per tre giorni raggiungiamo una località, noi contiamo 12 presenze, per cui il numero è decisamente inferiore. Il problema che è stato posto anche nell’intervento precedente da parte del Consigliere Anesi, e che io avevo sollevato anche in Conferenza dei Capigruppo, è che se venisse realizzato un progetto così, quale sarebbe l’impatto sia per i residenti sia per chi viene da fuori per passare qualche giorno in montagna? Cosa proverebbe una persona nel vedere una struttura super-moderna? Questo è un altro ragionamento da approfondire, infine, sempre in riferimento ai numeri, se le percentuali sono quelle italiane, considerando che in inverno la biblioteca è aperta 26 ore la settimana e 31,5 in estate, non ho mai sentito un cittadino lamentarsi dell’insufficienza dell'orario del servizio, anzi, è particolarmente apprezzato. Devo poi dire che su mia richiesta specifica ha anche acquistato dei libri, in altri casi mi ha fatto pervenire i libri dal circuito delle biblioteche trentine dunque il bibliotecario è secondo me una persona veramente capace, brava e paziente. Al didi questo, se le percentuali sono queste, vale davvero la pena di investire un sacco di soldi per così poca gente? Da una stima puramente venale, io che sono un frequentatore della biblioteca mi vedrei regalare dal Comune circa 25.000 euro, che in realtà mi sembrano tanti. Visto che l’architetto è stato bravo e ha fatto una serie di provocazioni, sia sui parcheggi sia sulla viabilità, mi permetto anch’io di farne una: se, come ho sentito nel discorso iniziale, la popolazione sta invecchiando, perché sulla base di un progetto del genere non studiamo una casa per anziani? Forse di un’opera del genere ne potrebbero godere un maggior numero di residenti. Onestamente non riesco a capire un concetto di biblioteca così impostato, perché risulta un ipermercato dove non si vende niente e non credo che la gente si recherà lì per socializzare, dal momento che non riesce a socializzare neanche al bar, ormai ci si reca da amici, tramite inviti: il mondo è cambiato e non possiamo combattere contro l’informazione on-line, contro internet, anche i giornali sono diventati obsoleti perché si ricevono le news in anteprima accendendo la televisione, senza uscire di casa. Se vogliamo socializzare, possiamo realizzare un complesso realizzandovi un’enoteca, ma nel vero senso della parola, ovvero dove si degusta del vino buono, perché di certo non si attira gente mettendo sugli scaffali dei libri. 13

viabilistico che è <strong>di</strong> fronte all’albergo Serraia, tenendo conto che porteremo ulteriore traffico lungo lago,<br />

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Al<strong>di</strong>là <strong>di</strong> queste considerazioni tecniche, vorrei <strong>di</strong>re che sarebbe opportuno avere la possibilità <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>re maggiormente sia la relazione <strong>del</strong>l’Assessore sia la relazione tecnica, per poter fare <strong>del</strong>le<br />

considerazioni più dettagliate in riferimento alle motivazioni che hanno spinto la Giunta ad in<strong>di</strong>viduare<br />

questa ipotesi.<br />

PRESIDENTE: La parola all’architetto Panni.<br />

ARCH. PANNI VITO: Vorrei fare una breve introduzione sulla ricerca che ho potuto fare per arrivare a<br />

queste prime conclusioni, che ripeto sono <strong>di</strong> tipo preliminare e dunque con<strong>di</strong>vido il fatto che nella fase<br />

definitiva si possano trovare e approfon<strong>di</strong>re altre soluzioni.<br />

All’inizio ho fatto cenno ad un salto <strong>di</strong> quota tra i giar<strong>di</strong>ni <strong>del</strong> lago e il piano preesistente <strong>del</strong> palazzo dei<br />

congressi: un <strong>di</strong>slivello <strong>di</strong> due metri. Il piano che andremo a formare qui [riferimento a slide] sarà<br />

fondamentalmente in piano con il cinema, quin<strong>di</strong> il momento critico ci sarebbe nel momento in cui<br />

andassimo effettivamente a collegare le due porte, quella <strong>del</strong> lago e quella <strong>del</strong> paese, passando sotto al<br />

palazzo dei congressi per poi salire, anziché scendere ulteriormente.<br />

Questo è stato in primo ragionamento <strong>di</strong> massima ed il conforto <strong>di</strong> questa in<strong>di</strong>cazione mi è stato<br />

dato anche da due tipi <strong>di</strong> informazioni: innanzitutto quella <strong>del</strong> mio geologo, che ho interessato<br />

informalmente, che mi ha effettivamente avvertito che potrebbero esserci dei casi <strong>di</strong> “spine d’acqua”<br />

ovvero non falde copiose ma leggeri interessamenti e dunque ciò spiega quei fenomeni che sono nel<br />

seminterrato <strong>di</strong> questo e<strong>di</strong>ficio, però mi ha anche detto che non vi sarebbe alcun problema perché<br />

basterebbe andare incontro ad una forma <strong>di</strong> impermeabilizzazione corrente, nulla <strong>di</strong> preoccupante.<br />

L’altra questione deriva da un’intervista <strong>del</strong> costruttore che ha fatto i lavori in questa zona, il quale ricorda<br />

che nel 1953 tutta l’area venne scavata e c’era il cosiddetto “masteg”, dunque quella definizione <strong>di</strong><br />

cretacea che Lei ha dato prima, in realtà sembrerebbe qualcosa <strong>di</strong> più stabile, perché fondamentalmente<br />

il “masteg” è <strong>del</strong>la dolomia compatta e dunque una roccia facile da lavorare, infatti sembra sia stata<br />

scavata a mano. Questo è un racconto e non ho prove in tal senso, però non mi viene da pensare che il<br />

costruttore mi abbia raccontato una favola.<br />

Resta il fatto che la vicinanza al rio può aver dato dei problemi da questo punto [riferimento a<br />

slide] in giù, quin<strong>di</strong> al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> quella che sarebbe la nostra ipotesi: questa è un po’ la provocazione che<br />

lancio da un punto <strong>di</strong> vista geologico, ma sono il primo <strong>di</strong>re che va fatto un sondaggio. Personalmente<br />

avrei preferito, in una <strong>del</strong>le soluzioni architettoniche che più mi sono piaciute, stare un po’ più alto<br />

soprattutto per un <strong>di</strong>scorso panoramico e non tanto perché temessi questo problema, solo che la<br />

Provincia spinge nell’idea <strong>di</strong> “biblioteca piazza aperta”, a piano zero, dunque la possibilità <strong>di</strong> entrare<br />

praticamente senza barriere, infatti già c’è stata una sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione per affrontare quel <strong>di</strong>slivello <strong>di</strong><br />

1,20 metri che invece io ho impostato perché mi è sempre piaciuta l’idea <strong>di</strong> impiantare questo e<strong>di</strong>ficio con<br />

un collegamento a questo piano, perché trovo che una volta che si impiegano le risorse, queste possano<br />

avere molteplici sinergie con l’esistente.<br />

Relativamente ai parcheggi, sono sicuro che se si potesse rivedere questa parte, sarebbe la soluzione<br />

migliore, dunque con la copertura <strong>del</strong> rio, ma resterebbe sicuramente il fatto <strong>di</strong> salvaguardare ciò che<br />

resta <strong>del</strong>l’area perequativa privata, ed ecco perché ho impostato i parcheggi in questo modo. Se non ho<br />

saltato qualcosa nel ragionamento, resta il fatto dei parcheggi in via Cesare Battisti, dove la <strong>di</strong>fficoltà non<br />

<strong>di</strong>pende da una scelta <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazione progettuale <strong>di</strong> rimozione degli stessi, bensì da un’in<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong>la<br />

Provincia. Quest’area non è <strong>di</strong> proprietà <strong>del</strong> <strong>Comune</strong>, quin<strong>di</strong> occorrono <strong>del</strong>le risorse, dunque ciò che<br />

bisogna considerare è questa situazione, perché viene dall’area perequativa.<br />

In una scelta che io trovo riduttiva sotto il profilo urbanistico e architettonico, si può però<br />

ipotizzare che allungando questi parcheggi [riferimento a slide] se ne aumenta la capienza, ma significa<br />

impiegare l’idea <strong>di</strong> una piazza per i parcheggi. Certo è che potrebbe funzionare in alcuni momenti<br />

invernali o nelle mezze stagioni dove vi è minore necessità <strong>di</strong> utilizzare lo spazio a piazza, quin<strong>di</strong> questa<br />

risulterebbe come un polmone. Penso che in una realtà piccola come la nostra vi sia anche bisogno <strong>di</strong><br />

fare dei ragionamenti un po’ a fisarmonica, infatti io non riesco a pensare questa zona come un comparto<br />

stagno, anzitutto perché è la sommatoria <strong>di</strong> innumerevoli interessanti <strong>di</strong>fficoltà (la sistemazione, la<br />

cerniera, i parcheggi) dunque personalmente conserverei questa possibilità, ma nulla vieta <strong>di</strong> salire<br />

[riferimento a slide] in un’ipotesi definitiva, ma il problema nasce dal <strong>di</strong>slivello <strong>di</strong> quota, infatti sono minimo<br />

quattro metri da superare in un breve tratto.<br />

Con<strong>di</strong>vido anch’io pienamente il fatto che l’ideale sarebbe <strong>di</strong> togliere questa strada, infatti il<br />

massimo sarebbe avere una completa pedonalità, però bisognerebbe trovare il modo <strong>di</strong> arrestare il<br />

traffico in maniera <strong>di</strong>versa. Questo ragionamento attiene ad una struttura viabilistica che merita un<br />

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