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Lezione L - Francesco Ridolfi

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del monte Tzadan; chiamati trenta coloni italiani, impiantò un’azienda agricola<br />

che costituì il primo tentativo di colonizzazione italiana.<br />

Angelo Vinco, missionario, assegnato al vicariato di Khartum (1848), risalì il Nilo e<br />

fondò una nuova missione a Gondokoro, dalla quale si spinse in un viaggio ricco<br />

di risultati etnografici tra le tribù dei Bari; morì di malattia durante una successiva<br />

spedizione alle sorgenti del Nilo.<br />

Battista Scala, dopo avere fondato a Lagos nel 1851 una casa commerciale,<br />

esplorò l’interno della Nigeria ancora sconosciuto e si adoperò per l’abolizione del<br />

commercio degli schiavi.<br />

Daniele Comboni, missionario, esplorò e costruì una carta del Dar-Nuba,<br />

lasciando vari studi sulla lingua dei Danka e un vocabolario nubiano, raccogliendo<br />

più di 3000 vocaboli.<br />

Il cappuccino Guglielmo Massaia fece in Etiopia ricerche etnologiche e<br />

linguistiche; in molti anni di attività (1846-’81) guadagnò le simpatie di Menelik<br />

che lo trattenne a corte; esiliato dallo Scioa per volere di Giovanni IV, tornò in<br />

Italia; su istanza di Leone XIII redasse “I miei 35 anni di missione nell’Alta Etiopia”.<br />

Giovanni Beltrame, missionario, compì due lunghi viaggi nel bacino del Nilo,<br />

risalendo il fiume da Khartum fino all’Etiopia; nel secondo percorse il Nilo Bianco<br />

(1845).<br />

Angelo Castelbolognesi, commerciante per conto di una casa del Cairo, compì<br />

diversi viaggi nelle regioni centrali dell’Africa, tra cui uno di maggior rilievo nel<br />

bacino del Bahr-el-Ghazal (1856), nel corso del quale raccolse notizie su<br />

popolazioni allora poco note (tra cui quella dei Niam-Niam).<br />

Orazio Antinori viaggiò in Grecia, Asia Minore e Siria, curando raccolte<br />

ornitologiche, poi in Egitto e in Sudan; da qui compì con Carlo Piaggia e altri<br />

esploratori diversi viaggi sul Nilo Azzurro (1858), con Odoardo Beccari e Arturo<br />

Issel visitò i paesi del Mar Rosso, rimanendo per due anni (‘68-’69) in Etiopia; fu<br />

poi in Tunisia con Bellucci, O. Baratieri, M. Lamberti e A. Vanzetti (’75). L’anno<br />

seguente guidò una spedizione della Società Geografica Italiana in Etiopia, con<br />

l’ambizioso obiettivodi un’esplorazione dell’Africa da costa a costa, dal golfo di<br />

Aden all’Atlantico, passando per il bacino del Nilo e per il Congo; era la prima<br />

iniziativa italiana di rilievo nel continente africano, nel tentativo di inserirsi nella<br />

politica scatenata dalle potenze europee in quegli anni di colonialismo nascente.<br />

Della spedizione (’78) faceva parte con compiti di naturalista e topografo Giovanni<br />

Chiarini; dallo Scioa dopo poche centinaia di chilometri il gruppo si fermò tra mille<br />

difficoltà nel regno del Ghera; Antinori ebbe la concessione da Menelik di un<br />

territorio a Let Marefià per impiantarvi una stazione scientifica e ospitaliera e dove<br />

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