Lezione L - Francesco Ridolfi

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era stato scalato, fotografato, esplorato.Nel 1919 il duca raggiunse i 7500 metri del Bridge Peak nel Karakorum, altezza fino allora mai raggiunta dall’uomo; tornato in Somalia nel ’19 dette vita a un’altra grande impresa, la colonizzazione di una zona selvaggia che trsformerà , realizzandovi industrie e strade, scuole, ospedali e ferrovia, canali e piantagioni , e che sarà teatro della sua ultima epopea di viaggiatore, l’esplorazione del corso dell’Uebi Scebeli fino alle sorgenti (’28- ’29); volle essere sepolto in Somalia. Guido Boggiani, pittore, esplorò il Paraguay dal 1898, le regioni del Mato Grosso, del Gran Chaco, dove fu ucciso dagli indigeni nel 1901; raccolse un importante materiale etnografico. Nel Mato Grosso fu anche Bartolomeo Bossi, nel Gran Chaco Giovanni Palleschi. Celestino Usuelli viaggiò per India, Giappone e America del sud dove compì l’ascensione del Chimborazo. Gaetano Ricciardi, militare, fu in Congo dal 1903 al ’06, in Eritrea e in Libia; raccolse interessanti collezioni di ami, suppellettili,stoffe, statuine, strumenti musicali,ecc. Ernesto Cordella, ufficiale, fu in Congo Belga nella Force Publique dal 1903 al ’05; riuscì a penetrare nel semisconosciuto bacino dell’Elila, descrisse le condizioni di vita e la cultura delle popolazioni indigene nei diari di viaggi, non chiuse gli occhi sulle contraddizioni del colonialismo, sull’evidenza delle sue reali motivazioni economiche e sulle forme brutali e impietose con le quali si veniva attuando in Congo, soprattutto da parte dei belgi, il dominio sui colonizzati. Anche Cordella, come Chiarini, trovò la morte in una difficile spedizione esplorativa nella regione. Paolo Vinassa de Regny, geologo, studiò le regioni della libia e dell’Eritrea (1903). Giotto Dainelli, geografo, fu nel 1905 in Africa orientale con O. Marinelli e poi negli Stati Uniti con altri studiosi europei; scrisse diversi libri di esplorazione. Filippo de Filippi, medico torinese, partecipò all’ascensione del monte S. Elia con il duca degli Abruzzi; compì poi spedizioni in Asia, lasciando un’importante relazione; nel 1913 diresse quella in Himalaya con Cesare Calciati, naturalista, Marco Piacenza e Giotto Dainelli, in cui fu esplorato il ghiacciaio Rimu e furono scoperte le sorgenti del fiume Yarkand. Il Calciati, inoltre, partecipò come topografo alla spedizione Bullock-Workman per lo studio dei ghiacciai del Karakorum (1909-’11), pubblicandone un diario; visitò anche l’Eritrea dal ’23 al ’29. Raimondo Franchetti viaggiò in Malesia e in Indocina, quindi in Africa, guidando una spedizione in Dancalia e nel Sudan; ritrovò i resti della spedizione Giulietti presso il lago, chiamato da allora Giulietti, e riportò in patria le salme dei componenti trucidati anni prima. 1119
Lidio Cipriani, antropologo, compì molti viaggi di ricerca nel sud-Africa, nel Fezzan, in Etiopia, quindi in India, nei Carpazi, a Creta e nelle isole Andamane. Luigi Balzan visitò l’America meridionale, compiendo una lunga escursione attraverso il Gran Chaco, di cui studiò la fauna. Adamo Lucchesi fu in Brasile, Argentina, Perù, Bolivia, Paraguay, esplorò immense regioni, si spinse fin sotto il Mato Grosso. Gaetano Rovereto, geologo, compì numerosi viaggi esplorativi in varie zone del continente. Guido Corni, chimico, organizzò esplorazioni in Eritrea, studiandone i problemi tecnico-economici. Giuseppe Stefanini condusse campagne di studio in Somalia e in Libia (1913). Nello Puccioni compì missioni scientifiche in Somalia (1924-’25) e in Cirenaica , contribuendo alla conoscenza di quelle popolazioni sia con gli scritti , sia con le raccolte antropologiche, etnografiche e paletnologiche. Aimone, duca di Spoleto, guidò una spedizione nel Karakorum(1929). Vittorio Tedesco Zammarano esplorò in Etiopia parte dell’alto bacino di alcuni tributari del Nilo Azzurro, e in Somalia il basso Uebi. Tra gli archelogi italiani attivi all’estero tra il XIX e il XX secolo ricordiamo i seguenti. Federico Halbherr, trentino, fu il fondatore e il direttore della missione italiana nell’isola di Creta (1884-1930); per primo scoprì la grande iscrizione delle leggi di Gortina, scavò le città di Festo,Hagia Triada e l’antro Ideo. Gli successe Luigi Pernier che fu poi direttore della scuola archeologica italiana di Atene. Luigi Maria Ugolini fece importanti scavi in Albania, Malta, Grecia Egitto. Ernesto Schiaparelli fu a capo della missione italiana in Egitto dal 1902 al ’25. Giuseppe Tucci, orientalista, i cui studi abbracciano il campo dell’indologia, della sinologia e delle lingue e della religione tibetane, condusse molte spedizioni scientifiche in India, nl Tibet e nel Nepal. Carlo Anti eseguì importanti scavi archeologici in Asia Minore. Dal 1920 campagne notevoli di scavo furono condotte a Leptis Magna. Importanti furono le campagne archeologiche nelle isole egee durante gli anni dal 1913 al ’40: Biagio Pace, Gian Giacomo Porro, Amedeo Maiuri eseguirono grandi scavi nell’isola di Rodi, riportando alla luce Jaliso, Camiro, Lindo e l’acropoli; dal ’34 al ’40 Luciano Laurenzi e Luigi Morricone scavarono nell’isola di Coo (Asklepeion e Ginnasio). Si curò (su progetti soprattutto dell’architetto Mario Paolini) il restauro della Rodi medioevale, con la celebre fortezza dei Cavalieri; fu 1120
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