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Lezione L - Francesco Ridolfi

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Luigi Robecchi-Brichetti compì dopo il 1886 diversi viaggi in Africa con intenti<br />

scientifici; nell’oasi di Siwa raccolse un importante insieme di materiali<br />

antropologici e in successivo viaggio penetrò nella regione di Harrar, compiendo<br />

numerose osservazioni; fu importante anche la spedizione in Somalia attraverso<br />

regioni inesplorate dove egli raccolse gran quantità di materiale.<br />

Vittorio Bottego, ufficiale in Eritrea,percorse per primo l’itinerario costiero<br />

Massaua-Assab, esplorò le regioni del Giuba in Somalia dove chiamò Doria il<br />

Canale, uno dei due rami del fiume, descrivendo il viaggio nel libro”Il Giuba<br />

inesplorato”; in un secondo viaggio esplorò la regione del fiume Omo in Etiopia,<br />

toccando il lago Pagadé (1895) che chiamò Margherita. Fu ucciso in un’imboscata<br />

nelle regione dei Galla. La stessa sorte toccò al suo compagno Maurizio Sacchi che<br />

lasciò notevole materiale scientifico. Altri due componenti della spedizione, Carlo<br />

Citerni e Vannutelli, pubblicarono poi una notevole relazione di viaggio,”L’Omo”.<br />

Ugo Ferrandi esplorò in Somalia la bassa valle del Giuba e si spinse fino a Bardera<br />

(1892); aggregato alla spedizione Bottego nel ’95,ebbe l’incarico di tenere la<br />

stazione di Lugh, la città misteriosa, raggiunta (per la prima volta da un europeo)<br />

da Matteo Grixoni, compagno di Bottego.<br />

Antonio Baldacci, naturalista, studiò la vegetazione nei suoi viaggi in Albania e<br />

Montenegro (1892-1937).<br />

Tra il XIX e il XX secolo emerge la figura di Luigi Amedeo Savoia, duca degli<br />

Abruzzi; compì la prima ascensione del monte S. Elia in Alaska nel 1897 e<br />

comandò nel ’99 la spedizione artica con la nave “Stella polare”, raggiungendo<br />

nella corsa al Polo Nord il punto più settentrionale mai toccato dall’uomo (86°33’<br />

49” ); durante questo drammatico viaggio perse tre dei suoi compagni e dovette il<br />

comando a Umberto Cagni, essendo stato colpito da congelamento a una mano;<br />

eseguì la cartografia della regione, calcolò l’estensione dei laghi e dei ghiacciai,<br />

con appendici di studi di geologia , metereologia, botanica, zoologia e<br />

mineralogia. Le “montagne della Luna” di Tolomeo erano state vinte dal giovane<br />

duca e il loro mistero svelato; egli partiva da un atteggiamento scientifico molto<br />

moderno, non solo perché le sue spedizioni avevano alla base un’organizzazione<br />

perfetta e si avvalevano di tutte le tecnolgie più nuove, ma soprattutto perché era<br />

la molla della conoscenza e della documentazione scientifica a spingerlo. Nel<br />

1906 parte alla scoperta del Ruwenzori con alcuni compagni che erano stati in<br />

Alaska tra i quali Cagni ,Vittorio Sella, il più grande fotografo nella storia della<br />

montagna con il suo assistente Botta, il direttore del Gabinetto geo-mineralogico<br />

di Torino, Roccati, il maggiore medico Cavalli-Molinelli e quattro guide di<br />

Courmayeur; della spedizione che fu salutata come un trionfo venne pubblicato<br />

l’anno successivo il resoconto scientifico; in meno di due mesi l’intero massiccio<br />

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