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Lezione L - Francesco Ridolfi

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Viaggiatori ed esploratori italiani dal XVIII alla metà del XX<br />

secolo<br />

Col Settecento prendono maggiore sviluppo le esplorazioni scientifiche oltre che<br />

commerciali e sorgono le prime società, volte a organizzare viaggi nelle regioni<br />

ancora sconosciute del globo.<br />

Tra i navigatori eccelse Alessandro Malaspina; comandante della flotta spagnola,<br />

partito da Cadice nel 1789, raggiunse le coste dell’America meridionale e le seguì<br />

da Montevideo fino al Cile, al Perù,al Panama; costeggiò il Messico e visitò<br />

l’interno, raggiunse le coste dell’Alaska, dove esplorò il grande ghiacciaio che<br />

porta il suo nome, sul monte S. Elia; lasciata l’America, esplorò per la prima volta<br />

su basi scientifiche l’Oceano Pacifico, sfatando la leggenda del passaggio del<br />

Nord-Est alla latitudine del Canada; la spedizione volse alle Filippine che furono<br />

oggetto di precise ricognizioni in 94 carte geografiche, e poi alle nuove Ebridi ,<br />

alla Nuova Zelanda e all’Australia dove continuarono le esplorazioni e i rilevamenti<br />

scientifici di notevole importanza con le prime carte geodetiche del continente e<br />

dell’oceano antipode. Malaspina raccolse nel suo viaggio, durato cinque anni, una<br />

grande quantità di informazioni magnetiche e fisiche e prezioso materiale<br />

botanico, zoologico, mineralogico ed etnografico.<br />

Passiamo agli esploratori e ai viaggiatori..<br />

Florio Benvenuti viaggiò nel Buchara, ove rimase dal 1718 al ’25, esplorando<br />

quelle regioni, e fu poi in Cina.<br />

Lorenzo Boturini (o Botterini) in otto anni ( dal 1736 ) di soggiorno in Messico<br />

raccolse materiale di ogni genere per la storia del paese, la più straordinaria<br />

documentazione sulle popolazioni messicane precolombiane, ed è perciò<br />

considerato il vero fondatore dell’archeologia americana.<br />

Scipione Maffei compì un lungo viaggio archeologico in Francia verso il 1750 e<br />

scrisse “ Gallicae antiquitates”.<br />

Filippo Venusti, amico di Montesquieu, scrisse “Dissertations sur les monuments<br />

de Bordeaux”.<br />

Vitaliano Donati, naturalista, fu in Egitto, Palestina e Arabia e morì mentre si<br />

recava in India nel 1759 ; scrisse un’interessante relazione sui luoghi visitati.<br />

Filippo Mariti in una spedizione durata otto anni, dal 1760, visitò Cipro, la<br />

Palestina, la Siria, l’Egitto, scrivendo una relazione con numerose notizie<br />

scientifiche.<br />

Luigi Balugani viaggiò in Africa settentrionale e in Etiopia nella spedizione di J.<br />

Bruce, in qualità di disegnatore; lasciò quattro volumi di disegni , riproducenti le<br />

zone e i monumenti visitati (1765).<br />

1106


Alberto Fortis viaggiò in Dalmazia, lasciando un’importante indagine naturalistica<br />

ed etnografica.<br />

<strong>Francesco</strong> Griselini fece un lungo viaggio descritto nella “Storia del banato di<br />

Temesvar”, tradotta in tedesco (1774).<br />

Luigi Castiglioni, spirito illuminista,compì un viaggio di due anni negli Stati Uniti<br />

per motivi di studio, come botanico, verso il 1780; attraverso i tredici stati della<br />

confederazione, da poco indipendenti, mosso dal sogno della ricerca di una terra<br />

nuova e libera, nella sua famosa opera”Viaggio negli Stati Uniti” descrive la<br />

magnificenza e la bellezza della natura, gli usi, i costumi, la storia, la politica, i<br />

commerci, l’agricoltura, i primi inizi dell’industrializzazione che farà degli Stati<br />

Uniti la più grande potenza economica del mondo; esalta gli indigeni, condanna la<br />

schiavitù . Il libro presenta una lunga appendice sulle piante del Nuovo Mondo,<br />

molte delle quali sconosciute in Europa (il Castiglioni introdusse la catalpa e le<br />

tuie); si può affermare che questo libro ci aiuta a gettare una luce sulla società<br />

appena nata e pur complessa degli Stati Uniti.<br />

Giuseppe Gorani viaggiò a lungo per l’Europa, lasciando memorie assai utili per la<br />

conoscenza della vita settecentesca.<br />

Domenico Sestini viaggiò per quindici anni dal 1786 in Oriente come archeologo e<br />

diede ampie relazioni, descrisse rovine, epigrafi e monete.<br />

Nel 1789-’90 viaggiò in Eritrea da Massaua a Zazzega Michelangelo Pacelli che<br />

poi pubblicò la relazione.<br />

Giuseppe Acerbi scrisse in inglese la relazione di un viaggio in Scandinavia (1798).<br />

Tra i missionari del secolo ricordiamo Marco della Tomba, cappuccino, che visitò il<br />

Nepal e l’India centrale, lasciando importanti scritti su quelle culture; Giuseppe da<br />

Modena (Munari), suo confratello, che visitò l’Angola, penetrò nel bacino del<br />

Congo, lasciandone la descrizione; padre Vincenzo Sangermano che fu più volte in<br />

Birmania e scrisse “Relazione del regno birmano”, ristampata più volte fino ad<br />

oggi in molte lingue; Giuseppe Campanile, domenicano, che tra il 1802 e il ’12<br />

percorse regioni dell’Asia sud-occidentale, specialmente il Curdistan, su cui<br />

scrisse un’importante relazione.<br />

Ricordiamo il cardinale Stefano Borgia che, grande appassionato e studioso dei<br />

popoli di ogni continente, riuscì a documentare usi e costumi, collezionando<br />

opere d’arte religiosa e profana, amuleti, terrecotte, strumenti, autentiche rarità di<br />

popolazioni lontane.<br />

L’architetto Giovan Battista Borra prese parte all’esplorazione inglese in Siria e<br />

disegnò le antichità di Palmira e Baalbeck.<br />

1107


A Giovan Battista Lusieri, agli architetti Sebastiano Ittar e Vincenzo Balestra e al<br />

formatore Vincenzo Rosati sono dovuti tutti i disegni e i calchi raccolti in Atene<br />

dalla spedizione inglese del 1799(marmi del Partenone).<br />

Agostino Cervelli, medico, viaggiò in Libia nel 1811 e scrisse un interessante<br />

diario.<br />

Camillo Borgia viaggiò a lungo in Tunisia , raccogliendo materiale archeologico.<br />

Giovan Battista Belzoni (Bolzon) nel 1815 iniziò in Egitto una serie di spedizioni<br />

archeologiche che condussero a importanti scoperte con cui arricchì il British<br />

Museum di Londra; trasportò il colossale busto di Ramses II da Tebe fino al Cairo(<br />

imbarcare sul Nilo dodici tonnellate di granito fu un’impresa quasi miracolosa),<br />

scoprì il tempio sepolto dalle sabbie di Abu Simbel, riscoprì Berenice, esplorò la<br />

valle dei re a Tebe, trovando la tomba del faraone Sethi I, adorna di pitture;<br />

l’obelisco(ora a Kingston Lacy), trasportato da File, divenne una delle chiavi per la<br />

decifrazione dei geroglifici a cui arrivò Champollion nel 1822. Il Belzoni trovò<br />

l’entrata della seconda piramide di Giza e morì in Nigeria nel 1823.<br />

Paolo della Cella, medico, viaggiò al seguito di una spedizione turca in Cirenaica<br />

nel 1817,raccolse osservazioni di carattere naturalistico e archeologico; scrisse<br />

“Viaggio da Tripoli alle frontiere dell’Egitto”.<br />

Giuseppe Raddi, naturalista, fece un viaggio in Brasile nel 1817, riportando ricche<br />

collezioni; nel 1828 partecipò alla spedizione in Egitto con il Rosellini.<br />

Ermenegildo Frediani percorse per studi archeologici l’Egitto fino alla seconda<br />

cateratta del Nilo e visitò l’oasi di Siwa, raccogliendo molto materiale; partecipò<br />

poi alla spedizione militare di Ismail Pascià per la conquista del Sudan (1820), e<br />

impazzì durante il viaggio di ritorno.<br />

Giovan Battista Brocchi visitò e studiò l’Egitto e altre regioni d’Oriente dove fece<br />

interessanti raccolte di piante.<br />

Bernardino Drovetti nelle sue esplorazioni archeologiche in Egitto nel 1820 a Tebe<br />

e a Menfi con il Cailliaud radunò due magnifiche collezioni, una delle quali formò<br />

la base del museo egizio del Louvre e l’altra del museo di Torino; raccolse molte<br />

nuove notizie , poi pubblicate a Parigi dallo Jomard.<br />

Girolamo Segato fu nella Nubia per regioni allora sconosciute , delineando carte e<br />

raccogliendo materiale di vario genere, compì un viaggio a Siwa, diresse scavi<br />

archeologici e rilevamenti cartografici(1821).<br />

Onorato Martucci nel 1816 visitò il Brasile e alcuni anni dopo l’India, come agente<br />

del vicerè d’Egitto; da lì si spinse fino alla Cina ove rimase tre anni, e da cui<br />

riportò una vastissima raccolta di oggetti vari.<br />

1108


Antonio Figari fu in Egitto, Arabia, Asia Minore (1825), facendo importanti studi<br />

geologici e botanici, compì lunghi viaggi per icerche mineralogiche attraverso il<br />

deserto della regione.<br />

Ippolito Rosellini partecipò ad una spedizione in Egitto (1823-’29) con lo<br />

Champollion e ne pubblicò i risultati, descrivendo i monumenti della valle del re e<br />

della Nubia.<br />

Giovanni Finati fu nel Higiaz, visitò la Mecca e Medina, si recò nell’Alto Egitto con<br />

l’inglese Bankes che pubblicò una sua biografia (1830).<br />

Giuseppe Ferlini, medico, fu nel Sennar e nel Kordofan, raccolse molto materiale<br />

archeologico ed eseguì gli scavi di Merol in Nubia (1830).<br />

Paolo Emilio Botta, uno dei fondatori dell’ assirologia, scoprì Ninive, scavò il<br />

palazzo e la città del re Sargon I a Khorsabad (1837-44) e mandò gli oggetti<br />

trovati al museo del Louvre.<br />

A Rodi Alfredo Biliotti scoprì la necropoli di Jaliso e quelle vastissime presso<br />

Calavarda, le cui ricche suppellettili sono ora nei musei di Londra e di Berlino.<br />

Luigi Palma di Cesnola, console a Cipro, vi condusse vastissimi acavi (1865-’67)<br />

che rivelarono l’antica civiltà cipriota sino allora ignorata( l’importantissima<br />

raccolta costituì il primo nucleo del Metropolitan Museum di New York, di cui il<br />

Cesnola stesso fu fondatore e direttore).<br />

Ecco in ordine cronologico esploratori e viaggiatori del periodo.<br />

Costantino Beltrami penetrò nel bacino del Mississipi e al forte S. Antonio si unì<br />

alla spedizione del maggiore Long verso il Canada; da solo risalì il corso del<br />

fiume, scoprendone le sorgenti nel lago Ithasa (1823); passò poi in Messico dove<br />

dimorò a lungo; il suo nome fu dato alla catena dei monti e alla maggiore contea<br />

del Minnesota.<br />

Negli stessi anni Agostino Codazzi, cartografo, viaggiò a lungo negli Stati Uniti; fu<br />

quindi in Venezuela di cui pubblicò una grande carta geografica, curando anche<br />

la stesura del primo atlante della Colonbia. Qui si ricorda come viaggiatore il<br />

conte E. Stradelli.<br />

Giovan Battista Rampoldi, orientalista, viaggiò molte volte in Oriente, scrisse<br />

“Annali mussulmani” in dodici volumi, il primo tentativo di un’ampia storia degli<br />

stati islamici (1822-’26).<br />

Luigi Gallo, missionario, scrisse una relazione sulla Birmania, ricca di<br />

informazioni.<br />

La stessa regione fu visitata dal barnabita Marcello Cortenovis che scrisse di<br />

geografia, zoologia e botanica.<br />

Lazzaro Papi, medico e letterato, viaggiò a lungo nelle Indie, studiando i luoghi e i<br />

costumi (1829).<br />

1109


Carlo Vidua, scrittore, viaggiò in Grecia, Siria, e si spinse fino a Macao, alle<br />

Celebes e alle Molucche; morì durante il ritorno nel 1830.<br />

Carlo Bertero d’Alba, medico naturalista, per primo studiò la fauna e la flora nella<br />

Cordigliera delle Ande e nelle isole del Pacifico, esplorando Antille, Venezuela,<br />

Colombia, Cile e Tahiti, raccogliendo molte specie vegetali nuove; morì in un<br />

naufragio sulla via del ritorno nel 1831.<br />

Il francescano Gesualdo Machetti descrisse il bacino del Rio delle Amazzoni.<br />

Padre Mossi esplorò zone sconosciute dell’Argentina, studiando le tribù indigene.<br />

Girolamo Lavagna, missionario, esplorando regioni dell’America del sud, scoprì<br />

miniere d’oro e d’argento, ricercò fossili, studiò la storia degli Indios.<br />

Nicolò Descalzi per incarico del governo argentino esplorò il Rio Bermejo e il Rio<br />

Negro (1834), pubblicando un diario.<br />

Gaetano Osculati compì un’ardita traversata da Buenos Aires a Valparaiso, seplorò<br />

le regioni dal Perù al Rio delle Amazzoni; dopo alcuni anni si recò in India (1835).<br />

Giuliano Bovo, missionario, fu inviato verso il 1845 in Perù, restandovi a lungo;<br />

scrisse una lunga memoria sulla navigazione fluviale del paese e studiò la<br />

botanica delle regioni da lui visitate.<br />

Ricordiamo che tra i viaggiatori del secolo XIX sono compresi anche molti artisti;<br />

le loro opere pittoriche e i disegni raccontano terre lontane dai contorni intensi,<br />

dalle architetture nuove, dai costumi vivaci,dalla vegetazione rigogliosa, che<br />

offrono ancora oggi a chi li guarda la possibilità di ripercorrere con lo stesso<br />

stupore quel sogno di libertà, capace di sedurre gli uomini per tutta la vita.<br />

Molti furono spinti da motivi umanitari.<br />

Tito Omboni si imbarcò come medico su una nave portoghese, visitò l’Angola nel<br />

1834, compì il periplo dell’Africa e in seguito fu in Asia e in America; scrisse una<br />

relazione sul continente africano.<br />

Elia Rossi fu chirurgo nell’esercito egiziano durante la guerra arabo-egiziana,<br />

viaggiò per la Nubia e il Sudan,lasciando scritti(1850).<br />

Giuseppe Sapeto, orientalista, entrato nella congregazion dei lazzaristi di s.<br />

Vincenzo de’Paoli, fu inviato nel Libano; trasferitosi in Eritrea, compì un primo<br />

viaggio da Massaua fino a Gondar e Adua(1838); ritornato nel ’51, visitò le<br />

regioni dei Bogos, Mensa e Habab ancora inesplorate; guidò quindi un’ambasceria<br />

di Napoleone III presso il Negus; svestito l’abito talare, tornò in Africa(1869),<br />

patrocinò la penetrazione italiana nel Mar Rosso e condusse le trattative per<br />

l’acquisto di un tratto della costa della baia di Assab per conto della compagnia<br />

Rubattino.<br />

Giovanni Stella , dopo il viaggio compiuto con Sapeto, si stabilì a Cheren dove,<br />

guadagnatasi la fiducia dei capitribù, ottenne la cessione di una zona alle falde<br />

1110


del monte Tzadan; chiamati trenta coloni italiani, impiantò un’azienda agricola<br />

che costituì il primo tentativo di colonizzazione italiana.<br />

Angelo Vinco, missionario, assegnato al vicariato di Khartum (1848), risalì il Nilo e<br />

fondò una nuova missione a Gondokoro, dalla quale si spinse in un viaggio ricco<br />

di risultati etnografici tra le tribù dei Bari; morì di malattia durante una successiva<br />

spedizione alle sorgenti del Nilo.<br />

Battista Scala, dopo avere fondato a Lagos nel 1851 una casa commerciale,<br />

esplorò l’interno della Nigeria ancora sconosciuto e si adoperò per l’abolizione del<br />

commercio degli schiavi.<br />

Daniele Comboni, missionario, esplorò e costruì una carta del Dar-Nuba,<br />

lasciando vari studi sulla lingua dei Danka e un vocabolario nubiano, raccogliendo<br />

più di 3000 vocaboli.<br />

Il cappuccino Guglielmo Massaia fece in Etiopia ricerche etnologiche e<br />

linguistiche; in molti anni di attività (1846-’81) guadagnò le simpatie di Menelik<br />

che lo trattenne a corte; esiliato dallo Scioa per volere di Giovanni IV, tornò in<br />

Italia; su istanza di Leone XIII redasse “I miei 35 anni di missione nell’Alta Etiopia”.<br />

Giovanni Beltrame, missionario, compì due lunghi viaggi nel bacino del Nilo,<br />

risalendo il fiume da Khartum fino all’Etiopia; nel secondo percorse il Nilo Bianco<br />

(1845).<br />

Angelo Castelbolognesi, commerciante per conto di una casa del Cairo, compì<br />

diversi viaggi nelle regioni centrali dell’Africa, tra cui uno di maggior rilievo nel<br />

bacino del Bahr-el-Ghazal (1856), nel corso del quale raccolse notizie su<br />

popolazioni allora poco note (tra cui quella dei Niam-Niam).<br />

Orazio Antinori viaggiò in Grecia, Asia Minore e Siria, curando raccolte<br />

ornitologiche, poi in Egitto e in Sudan; da qui compì con Carlo Piaggia e altri<br />

esploratori diversi viaggi sul Nilo Azzurro (1858), con Odoardo Beccari e Arturo<br />

Issel visitò i paesi del Mar Rosso, rimanendo per due anni (‘68-’69) in Etiopia; fu<br />

poi in Tunisia con Bellucci, O. Baratieri, M. Lamberti e A. Vanzetti (’75). L’anno<br />

seguente guidò una spedizione della Società Geografica Italiana in Etiopia, con<br />

l’ambizioso obiettivodi un’esplorazione dell’Africa da costa a costa, dal golfo di<br />

Aden all’Atlantico, passando per il bacino del Nilo e per il Congo; era la prima<br />

iniziativa italiana di rilievo nel continente africano, nel tentativo di inserirsi nella<br />

politica scatenata dalle potenze europee in quegli anni di colonialismo nascente.<br />

Della spedizione (’78) faceva parte con compiti di naturalista e topografo Giovanni<br />

Chiarini; dallo Scioa dopo poche centinaia di chilometri il gruppo si fermò tra mille<br />

difficoltà nel regno del Ghera; Antinori ebbe la concessione da Menelik di un<br />

territorio a Let Marefià per impiantarvi una stazione scientifica e ospitaliera e dove<br />

1111


attese alla preparazione di collezioni naturalistiche, luogo di convegno e riposo<br />

per viaggiatori italiani e stranieri e un focolare di italianità in terra etiopica.<br />

Carlo Piaggia , dopo avere percorso con il Barthélemy il Bahr-el-Abiad nell’alto<br />

Nilo fino a Gondokoro, visitato il corso inferiore del fiume delle Gazzelle,<br />

attraversò la regione del Bahr-el-Gazal insieme con Antinori e, primo tra gli<br />

europei, penetrò nel paese dei Niam-Niam (1863-’65) e raggiunse Kifa,<br />

raccogliendo notizie geografiche ed etnologiche; con A. Raffray compì anche un<br />

viaggio in Etiopia da Massaua al lago Tana(’74-’75), rientrando da lì a Khartum.<br />

Risalito l’anno seguente un tratto del Nilo, giunse alla scoperta del lago Kopechi<br />

(Kioga) in Uganda; nel ’76 accompagnò la spedizione di Romolo Gessi a<br />

Magungo, dove deviò per esplorare il fiume Somerset. Viaggiò poi nel Kordofan e<br />

morì a Carcoggi(Nilo Azzurro) nel ’82, fiaccato da stenti e malattia, mentre stava<br />

intraprendendo con lo Schuwer un’esplorazione nella regione dei Galla .<br />

Giuseppe Maria Giulietti, partito per raggiungere Antinori nello Scioa, traversò da<br />

solo il deserto da Zeila ad Harar; stabilitosi ad Assab per conto della compagnia<br />

Rubattino, organizzò una spedizione nell’interno e con pochi marinai al comando<br />

del tenente G. Biglieri raggiunse Beilul e s’inoltrò nella valle del Gualima, ma,<br />

assalito dagli indigeni, fu massacrato insieme ai compagni presso il lago Afderà.<br />

Antonio Cecchi, partito nel 1877 con Sebastiano Martini, giunse a Zeila e di là<br />

mosse verso l’interno dallo Scioa per raggiungere Antinori; con il Chiarini da Let<br />

Marafià proseguì verso sud. Furono ambedue fatti prigionieri a Cialla dalla regina<br />

di Ghera; il Chiarini morì in seguito ai maltrattamenti subiti in carcere (’79); nelle<br />

numerose escursioni effettuate nello Scioa aveva raccolto tra le popolazioni locali<br />

centinaia di utensili, ornamenti,stoffe, gioielli che oggi sono nel museo Pigorini. Il<br />

Cecchi, liberato dopo molti mesi, tornò allo Scioa, quindi esplorò l’Harrar, in<br />

compagnia del conte Antonelli, e in seguito il Giuba, resse poi il consolato di Aden<br />

e quello di Zanzibar; durante una spedizione nel Benadir fu ucciso dai Somali<br />

(1906). Opera cospicua sono le sue memorie”Da Zeila alle frontiere del Caffa”.<br />

Il conte Pietro Antonelli sbarcò in Africa nel 1879 con Sebastiano Martini, con<br />

Bianchi ottenne la liberazione di Cecchi, da Assab si spinse ad Ancober;<br />

diplomatico alla corte di Menelik, nel ’82 concluse un trattato commerciale con lo<br />

Scioa(Uccialli).<br />

Giovanni Miani esplorò l’Africa equatoriale, attraversò il paese di Moubuttu fino al<br />

bacino dello Uelle (1867), ove morì sfinito dalle fatiche e dalle privazioni in una<br />

seconda spedizione nel 1871; fu il primo uomo bianco a spingersi più a sud verso<br />

le sorgenti del Nilo.<br />

L’etnologo H. E. Giglioli fu il primo italiano a compiere un viaggio scientifico<br />

intorno al mondo (1865-’68) e studiò le civiltà dell’America precolombiana.<br />

1112


Filippo de Filippi, zoologo milanese, fece viaggi in Persia, Giappone e Cina dove<br />

morì (1865).<br />

Carlo Guarnami viaggiò in Palestina, Egitto, Siria ed Arabia (1865), lasciando<br />

un’importante relazione.<br />

Antonio Antognoli fu in Egitto per motivi commerciali, nel 1868 eseguì rilievi<br />

idrografici nel Mar Rosso.<br />

Giacomo Doria fu in Persia, con Edoardo Beccari nel Borneo(1865-’66) dove<br />

esplorò le regioni di nord-est e il corso del fiume Barram, e attraversò per vie<br />

inesplorate il Sarawak; visitò anni dopo la baia di Assab e poi la Tunisia.<br />

Stanislao Carcereri, gesuita, fu in Egitto, a Khartum da dove si spinse nel<br />

Kordofan, esplorò la regione del Gebel Nuba, disegnò la carta della zona(1867).<br />

Odoardo Beccari fu con la spedizione in Etiopia, prese parte all’acquisto della baia<br />

di Assab (1869), riscattata dallo Stato nel ’82, primo nucleo della colonia italiana;<br />

nel ’72 con Luigi Maria d’Albertis esplorò la Nuova Guinea e da solo le isole Aru e<br />

Key; fu poi di nuovo nelle Indie e in Australia. In un viaggio a Sumatra scoprì<br />

l’”Amorphophallus titanum”, pianta delle Aracee; scrisse notevoli relazioni tra cui<br />

“Viaggi e ricerche di un naturalista” e portò in Italia ricche collezioni di piante e<br />

animali.<br />

Pasquale Tosi, missionario, fu per venti anni nella zona delle Montagne Rocciose e<br />

per dodici nell’Alaska dove svolse la sua opera in terre ancora inesplorate del<br />

bacino dello Yukon; attraverso il Taku giunse al Mud Lake tra le tribù selvagge<br />

dei Tlimakers e dal lago Laberge raggiunse Nuklukayat e Nubato; compì<br />

importanti rilievi geografici, etnologici e paleontologici; scrisse “L’Alaska e i suoi<br />

primi esploratori”. Morì nello Yukon nel 1898.<br />

Antonio Raimondi dal 1870 compì lunghi viaggi in Perù e in Bolivia; raccolse<br />

un’immensa messe di materiale anche archeologico e per primo compì<br />

avventurosi viaggi attraverso la sconosciuta Cordigliera delle Ande, scrisse<br />

un’importante relazione “El Perù”, primo notevole inquadramento della regione, di<br />

cui curò una grande carta geografica , dal punto di vista naturalistico.<br />

Il frate Giovanni Cimino esplorò l’altopiano boliviano e morì ucciso dagli indigeni<br />

di Huanta.<br />

Manfredo Camperio, scrittore e uomo politico, verso il 1870 viaggiò in Australia,<br />

in Malesia e nelle Indie.<br />

Enrico Besana , medico, partito nel 1868, visitò Indocina, Cina e Giappone, nel ’70<br />

fu in America meridionale, nel ’72 in America settentrionale; da qui salpò per<br />

Honolulu, viaggiò poi per l’Oceania, le isole Figi, la Nuova Zelanda, di cui percorse<br />

le regioni interne ancora inospitali; quindi<br />

1113


fu in Tasmania, Australia e India da cui rimpatriò . Nel ’76 andò in Irlanda; nei<br />

racconti di questi viaggi rivelò acuto spirito d’osservazione.<br />

Giulio Adamoli, ingegnere, percorse varie regioni nell’interno dell’Asia, dalla<br />

Siberia al Turchestan (1869-’70), soggiornando per qualche tempo a Samarcanda;<br />

viaggiò anche in Africa settentrionale (’76), lasciò numerosi scritti di carattere<br />

geografico e “Viaggio al Marocco”.<br />

Ferdinando dal Verme, ingegnere, percorse negli anni 1870-’72 il bacino<br />

dell’Ural; tornato in patria, partì per Zanzibar dove morì per malattia nel ’76.<br />

Luigi Maria d’Albertis, naturalista, dopo un primo viaggio con Beccari, in un<br />

secondo come inviato della Società Zoologica di Sidney esplorò vaste regioni della<br />

Nuova Guinea; tornatovi ancora nel 1877, percorse da solo con una scialuppa per<br />

800 chilometri il corso del fiume Fly, ancora inesplorato, ripetendo l’impresa<br />

l’anno successivo; raccolse interessanti collezioni antropologiche e ornitologiche,<br />

ora nel museo di Genova.<br />

Felice Giordano, geologo, viaggiò per studio nel Borneo (1873) e raggiunse le<br />

pendici del monte Kinibalu.<br />

Girolamo Bixio, detto Nino, dopo avere servito la patria, si spinse con il suo<br />

piroscafo nell’arcipelago malese, a Sumatra, dove morì per epidemia colerica nel<br />

1873.<br />

Oliviero Bixio, ufficiale, fece sette volte il giro del mondo come ispettore nella<br />

compagnia transatlantica francese; si recò poi in America come membro della<br />

commissione per lo studio di un canale interoceanico nell’America centrale.<br />

<strong>Francesco</strong> Emiliani fu in Abissinia con la spedizione Mitchell (1875), passò nella<br />

provincia del Darfur dove cooperò con Gessi e Messedaglia nella lotta<br />

antischiavista e nella esplorazione di regioni ancora sconosciute; tentò la salita<br />

del Gebel-Si.<br />

Giacomo Bartolomeo Messedaglia divenne collaboratore di G. Gordon nel Sudan e<br />

cartografo dell’esercito egiziano; contribuì a fare conoscere il paese del Darfur,<br />

percorrendo regioni poco note, costruì strade.<br />

Romolo Gessi, già combattente in Crimea e con Garibaldi, si unì a C. Gordon in un<br />

viaggio nel Sudan,si spinse con il Piaggia da Dufile per il Nilo fino al lago Alberto<br />

di cui rilevò la carta (1876); insieme a Pellegrino Matteucci tentò due anni dopo<br />

di penetrare per il Nilo Azzurro nel paese dei Galla ma non potè proseguire oltre<br />

Fadasi; accettò allora l’incarico di Gordon di condurre operazioni militari per<br />

conto del governo egiziano nel Bahr-el-Ghazal e riuscì a reprimere la sollevazione<br />

schiavista con Emiliani e Messedaglia . Dopo un penoso e lungo viaggio a Khartm<br />

trovò la morte per malattia a Suez sulla via del ritorno in patria; scrisse “Sette<br />

anni nel Sudan egiziano”.<br />

1114


Pellegrino Matteucci accompagnò il Gessi nella regione del Nilo Azzurro e in<br />

Etiopia(1877); nel ’79 fu con Gustavo Bianchi, Giuseppe Vigoni e Augusto<br />

Salimbeni, per conto della Società di esplorazione commerciale di Milano presso il<br />

Negus Giovanni, a Debra Tabor e poi nel Goggiam e nel ’81 con Alfonso Maria<br />

Massari nello Uadai (Ciad); fu il primo con questo suo compagno a traversare<br />

l’Africa dal Mar Rosso al golfo di Guinea; tornato a Londra, trovò poco dopo la<br />

morte per le febbri contratte in Africa. Lasciò due interessanti relazioni”Sudan e<br />

Galla” e “In Abissinia”.<br />

Alfonso Maria Massari stese la relazione della spedizione Matteucci all’Uadai e fu<br />

poi nel Congo.<br />

Giuseppe Maria Vigoni, ingegnere, dopo essere stato in Egitto, Siria e Palestina, e<br />

dopo avere visitato nel 1872 l’America meridionale, compiendo la traversata della<br />

Pampa e delle Ande, fu in Persia, Mesopotamia e India fino ai piedi dell’Himalaya;<br />

dopo la spedizione in Etiopia con Matteucci, visitò la regione del lago Tana e il<br />

Goggiam con il Tagliabue; pubblicò un interessante giornale di viaggio e<br />

promosse importanti spedizioni scientifiche.<br />

Gustavo Bianchi, diplomatico, da Debra Tabor partì per lo Scioa e i Galla alla<br />

ricerca di Cecchi e Chiarini; tornato in Etiopia, nel 1883 con il Salimbeni, allo<br />

scopo di riconoscere una via di comunicazione attraverso la Dancalia,da Assab<br />

verso l’interno, fu trucidato con i compagni Monari e Diana; scrisse”Alla terra dei<br />

Galla”.<br />

Augusto Salimbeni, diplomatico, ritornò in Abissinia nel 1887 a capo di una<br />

spedizione scientifica e fu residente generale alla corte di Menelik.<br />

Andrea Fraccaroli percorse il Kordofan e il Darfur(1879-’80); morì mentre stava<br />

per unirsi al Gessi nel Bahr-el-Gazal.<br />

Gaetano Casati che era stato compagno del Gessi, alla morte di questi iniziò una<br />

serie di ricognizioni nel bacino dello Uellé come funzionario del governo egiziano;<br />

nel 1886 raggiunse Emin Pascià (E. Schnitzer), governatore della provincia<br />

equatoriale ; con lui fu assediato in seguito alla rivolta mahdista, dopo avere<br />

esplorato regioni ancora sconosciute specie tra il Nilo e il Congo;<br />

nel tentativo di aprire una via a sé e a Emin , fu fatto prigioniero dal re<br />

dell’Unyoro; condannato a morte, riuscì a fuggire e a riunirsi alla spedizione<br />

Stanley(’88) ; scrisse “Dieci anni in Equatoria”.<br />

Pietro Savorgnan di Brazzà, italiano di nascita, francese di cittadinanza, tra il 1875<br />

e ’79 fece importantissime esplorazioni nel basso bacino del Congo e fondò la<br />

colonia dell’Africa equatoriale francese con capitale Brazzaville.<br />

Giuseppe Haimann,capo divisione presso il ministero della giustizia egiziano,<br />

percorse tra 1874 e ‘81 Egitto e Cirenaica, lasciando un’importante relazione.<br />

1115


Renzo Manzoni dopo un viaggio in Marocco partì per lo Yemendove penetrò per<br />

regioni ancora poco conosciute e attraverso popolazioni spesso ostili; stese una<br />

relazione.<br />

Augusto Franzoi compì un lungo viaggio nel Sudan e nell’altopiano etiopico;<br />

riportò in patria i resti di Chiarini(1882).<br />

Pietro Sacconi insieme al fratello Gaetano esplorò l’ Harar per conto di<br />

un’impresa di penetrazione commerciale; tentò, primo degli europei, di entrare<br />

nell’Ogaden e riuscì a raggiungere e ad oltrepassare il corso del Sulul; tornato<br />

nell’Harar, fu ucciso dagli indigeni(1883).<br />

Giuseppe Filippo Baruffi viaggiò in Egitto e in Palestina, lasciando descrizione dei<br />

viaggi.<br />

Così fece Luigi Pennazzi che visitò Messico, Egitto, Mesopotamia,la zona di Assab<br />

e infine la Grecia.<br />

Giovan Battista Cerruti fu dal 1881 nei mari orientali, visse a lungo tra i Sukai<br />

nell’isola di Sumatra di cui studiò lingua e costumi; divenuto governatore su<br />

nomina degli inglesi, scoperse miniere; con il Modigliani nel ’86 fu nell’isola di<br />

Nias, visitò i Semang e i Batacchi, quindi viaggiò nell’isola di Malacca ove morì<br />

,lasciando un manoscritto di memorie.<br />

Elio Modigliani, etnologo, esplorò le isole Engano e Mentawei (1894), facendo<br />

ricerche scientifiche; pubblicò “Un viaggio a Nias”, “Fra i Batacchi indipendenti”,<br />

“Engano, l’isola delle donne”.<br />

Giacomo Bove fu ufficiale rilevatore nella spedizione artica di A. Nordenskiold<br />

(1878-’80) e durante la traversata dall’ Atlantico al Pacifico a bordo della Vega ,<br />

riferendone nel diario”Il passaggio del Nord-Ovest”; diresse la spedizione<br />

argentina alla Terra del Fuoco con Roncagli, Spegazzini, Lovisato e Vinciguerra; in<br />

Africa esplorò il bacino del Congo. Colpito da una grave maattia, si uccise a<br />

Verona poco dopo il ritorno (’83).<br />

Leonardo Fea, naturalista, compì un’esplorazione in Africa orientale per cinque<br />

anni e fu poi in Birmania, raccogliendo prezioso materiale zoologico.<br />

Giacomo Savorgnan di Brazzà esplorò nel 1884 con Attilio Pecile le regioni<br />

dell’Ogouè, dell’Alma e del Licona nel Congo, raccogliendo vasto e originale<br />

materiale scientifico; morì nel ’88 per le febbri contratte in Africa. Il Pecile lasciò<br />

di questo viaggio interessanti relazioni.<br />

Pietro Felter, da Aden ove era sbarcato nel 1884, si recò ad Harar; qui potè<br />

entrare nelle confidenze del ras Maconnen; nominato poi commissario ad Assab,<br />

vi rimase per 17 anni.<br />

1116


Vincenzo Ragazzi, naturalista, compì molti viaggidal 1884 nell’interno dello Scioa,<br />

raccogliendo molto materiale di studio, specialmente ornitologico, ed esplorò la<br />

regione vulcanica del Dofane.<br />

Luigi Capucci, ingegnere, recatosi in Africa orientale con una missione<br />

commerciale (1886), percorse tra molte difficoltà con L. Cicognani la via interna<br />

da Assab per lo Scioa; qui costruì per Menelik impianti industriali e la residenza<br />

del sovrano ad Addis Abeba.<br />

Gian Pietro Porro, dopo un viaggio nel Gran Chaco in America meridionale,<br />

nominato direttore della società milanese di esplorazione in Africa, organizzò una<br />

spedizione nell’Harar dove fu ucciso dai somali, a Gialdessa(1886). La stessa<br />

sorte subirono i suoi compagni Giovan Battista Licata , fisiologo, autore di un libro<br />

molto importante sulle popolazioni del luogo, e Umberto Romagnoli.<br />

Giuseppe Caprotti, commerciante, soggiornò alcuni anni nello Yemen con il<br />

fratello Luigi, percorrendo il paese, ancora in parte sconosciuto; raccolse una<br />

vasta collezione di codici arabi, numeroso materiale etnografico, archeologico e di<br />

epigrafia semitica.<br />

Leopoldo Traversi, medico, viaggiò in Etiopia e fu presso Menelik,<br />

accompagnandolo nelle spedizioni contro i Galla-Sidama e gli Arussi; dal 1890 al<br />

’93 diresse la stazione di Let Marefià; scrisse relazioni sui suoi viaggi.<br />

Enrico Baudi di Vesme compì due importanti viaggi in Somalia; nel primo si spinse<br />

fino ai confini del’Ogaden (1889), nel secondo raggiunse con Giuseppe Candeo la<br />

regione di Imi nell’Uebi Scebeli (’91).<br />

Lamberto Loria, etnografo, compì un lungo viaggio in Russia fino al Turchestan<br />

dove visitò le tribù Tekké; fu poi con E. Modigliani e con G. Sonnino lungo il Nilo<br />

fino alla prima cateratta, compì spedizioni in Nuova Guinea, ove studiò i Papua<br />

(1889), e in Eritrea.<br />

Il principe Eugenio Ruspoli compì due viaggi in Somalia; nel primo (1891) si<br />

spinse fino all’Uebi attraverso l’Ogaden, nel secondo raggiunse il Giuba e la<br />

regione di Amara-Burgi dove perì durante una caccia; riconobbe per primo il lago<br />

Ciamò, favorì nei suoi viaggi la penetrazione italiana in Somalia e riuscì ad<br />

assicurare il protettorato del nostro paese su varie regioni. Suoi compagni di<br />

spedizione furono D. Riva, E. Dal Seno e Lucca.<br />

Alberto de Agostini, salesiano, viaggiò in America meridionale, esplorando la<br />

Terra del Fuoco; da lui prende nome una delle catene della Patagonia. Tra i suoi<br />

compagni ricordiamo Agostino Pession.<br />

Vincenzo Ferrari viaggiò più volte in Abissinia e operò bonifiche a proprie spese<br />

presso Assab.<br />

1117


Luigi Robecchi-Brichetti compì dopo il 1886 diversi viaggi in Africa con intenti<br />

scientifici; nell’oasi di Siwa raccolse un importante insieme di materiali<br />

antropologici e in successivo viaggio penetrò nella regione di Harrar, compiendo<br />

numerose osservazioni; fu importante anche la spedizione in Somalia attraverso<br />

regioni inesplorate dove egli raccolse gran quantità di materiale.<br />

Vittorio Bottego, ufficiale in Eritrea,percorse per primo l’itinerario costiero<br />

Massaua-Assab, esplorò le regioni del Giuba in Somalia dove chiamò Doria il<br />

Canale, uno dei due rami del fiume, descrivendo il viaggio nel libro”Il Giuba<br />

inesplorato”; in un secondo viaggio esplorò la regione del fiume Omo in Etiopia,<br />

toccando il lago Pagadé (1895) che chiamò Margherita. Fu ucciso in un’imboscata<br />

nelle regione dei Galla. La stessa sorte toccò al suo compagno Maurizio Sacchi che<br />

lasciò notevole materiale scientifico. Altri due componenti della spedizione, Carlo<br />

Citerni e Vannutelli, pubblicarono poi una notevole relazione di viaggio,”L’Omo”.<br />

Ugo Ferrandi esplorò in Somalia la bassa valle del Giuba e si spinse fino a Bardera<br />

(1892); aggregato alla spedizione Bottego nel ’95,ebbe l’incarico di tenere la<br />

stazione di Lugh, la città misteriosa, raggiunta (per la prima volta da un europeo)<br />

da Matteo Grixoni, compagno di Bottego.<br />

Antonio Baldacci, naturalista, studiò la vegetazione nei suoi viaggi in Albania e<br />

Montenegro (1892-1937).<br />

Tra il XIX e il XX secolo emerge la figura di Luigi Amedeo Savoia, duca degli<br />

Abruzzi; compì la prima ascensione del monte S. Elia in Alaska nel 1897 e<br />

comandò nel ’99 la spedizione artica con la nave “Stella polare”, raggiungendo<br />

nella corsa al Polo Nord il punto più settentrionale mai toccato dall’uomo (86°33’<br />

49” ); durante questo drammatico viaggio perse tre dei suoi compagni e dovette il<br />

comando a Umberto Cagni, essendo stato colpito da congelamento a una mano;<br />

eseguì la cartografia della regione, calcolò l’estensione dei laghi e dei ghiacciai,<br />

con appendici di studi di geologia , metereologia, botanica, zoologia e<br />

mineralogia. Le “montagne della Luna” di Tolomeo erano state vinte dal giovane<br />

duca e il loro mistero svelato; egli partiva da un atteggiamento scientifico molto<br />

moderno, non solo perché le sue spedizioni avevano alla base un’organizzazione<br />

perfetta e si avvalevano di tutte le tecnolgie più nuove, ma soprattutto perché era<br />

la molla della conoscenza e della documentazione scientifica a spingerlo. Nel<br />

1906 parte alla scoperta del Ruwenzori con alcuni compagni che erano stati in<br />

Alaska tra i quali Cagni ,Vittorio Sella, il più grande fotografo nella storia della<br />

montagna con il suo assistente Botta, il direttore del Gabinetto geo-mineralogico<br />

di Torino, Roccati, il maggiore medico Cavalli-Molinelli e quattro guide di<br />

Courmayeur; della spedizione che fu salutata come un trionfo venne pubblicato<br />

l’anno successivo il resoconto scientifico; in meno di due mesi l’intero massiccio<br />

1118


era stato scalato, fotografato, esplorato.Nel 1919 il duca raggiunse i 7500 metri<br />

del Bridge Peak nel Karakorum, altezza fino allora mai raggiunta dall’uomo;<br />

tornato in Somalia nel ’19 dette vita a un’altra grande impresa, la colonizzazione<br />

di una zona selvaggia che trsformerà , realizzandovi industrie e strade, scuole,<br />

ospedali e ferrovia, canali e piantagioni , e che sarà teatro della sua ultima epopea<br />

di viaggiatore, l’esplorazione del corso dell’Uebi Scebeli fino alle sorgenti (’28-<br />

’29); volle essere sepolto in Somalia.<br />

Guido Boggiani, pittore, esplorò il Paraguay dal 1898, le regioni del Mato Grosso,<br />

del Gran Chaco, dove fu ucciso dagli indigeni nel 1901; raccolse un importante<br />

materiale etnografico.<br />

Nel Mato Grosso fu anche Bartolomeo Bossi, nel Gran Chaco Giovanni Palleschi.<br />

Celestino Usuelli viaggiò per India, Giappone e America del sud dove compì<br />

l’ascensione del Chimborazo.<br />

Gaetano Ricciardi, militare, fu in Congo dal 1903 al ’06, in Eritrea e in Libia;<br />

raccolse interessanti collezioni di ami, suppellettili,stoffe, statuine, strumenti<br />

musicali,ecc.<br />

Ernesto Cordella, ufficiale, fu in Congo Belga nella Force Publique dal 1903 al ’05;<br />

riuscì a penetrare nel semisconosciuto bacino dell’Elila, descrisse le condizioni di<br />

vita e la cultura delle popolazioni indigene nei diari di viaggi, non chiuse gli occhi<br />

sulle contraddizioni del colonialismo, sull’evidenza delle sue reali motivazioni<br />

economiche e sulle forme brutali e impietose con le quali si veniva attuando in<br />

Congo, soprattutto da parte dei belgi, il dominio sui colonizzati. Anche Cordella,<br />

come Chiarini, trovò la morte in una difficile spedizione esplorativa nella regione.<br />

Paolo Vinassa de Regny, geologo, studiò le regioni della libia e dell’Eritrea (1903).<br />

Giotto Dainelli, geografo, fu nel 1905 in Africa orientale con O. Marinelli e poi<br />

negli Stati Uniti con altri studiosi europei; scrisse diversi libri di esplorazione.<br />

Filippo de Filippi, medico torinese, partecipò all’ascensione del monte S. Elia con il<br />

duca degli Abruzzi; compì poi spedizioni in Asia, lasciando un’importante<br />

relazione; nel 1913 diresse quella in Himalaya con Cesare Calciati, naturalista,<br />

Marco Piacenza e Giotto Dainelli, in cui fu esplorato il ghiacciaio Rimu e furono<br />

scoperte le sorgenti del fiume Yarkand.<br />

Il Calciati, inoltre, partecipò come topografo alla spedizione Bullock-Workman per<br />

lo studio dei ghiacciai del Karakorum (1909-’11), pubblicandone un diario; visitò<br />

anche l’Eritrea dal ’23 al ’29.<br />

Raimondo Franchetti viaggiò in Malesia e in Indocina, quindi in Africa, guidando<br />

una spedizione in Dancalia e nel Sudan; ritrovò i resti della spedizione Giulietti<br />

presso il lago, chiamato da allora Giulietti, e riportò in patria le salme dei<br />

componenti trucidati anni prima.<br />

1119


Lidio Cipriani, antropologo, compì molti viaggi di ricerca nel sud-Africa, nel<br />

Fezzan, in Etiopia, quindi in India, nei Carpazi, a Creta e nelle isole Andamane.<br />

Luigi Balzan visitò l’America meridionale, compiendo una lunga escursione<br />

attraverso il Gran Chaco, di cui studiò la fauna.<br />

Adamo Lucchesi fu in Brasile, Argentina, Perù, Bolivia, Paraguay, esplorò immense<br />

regioni, si spinse fin sotto il Mato Grosso.<br />

Gaetano Rovereto, geologo, compì numerosi viaggi esplorativi in varie zone del<br />

continente.<br />

Guido Corni, chimico, organizzò esplorazioni in Eritrea, studiandone i problemi<br />

tecnico-economici.<br />

Giuseppe Stefanini condusse campagne di studio in Somalia e in Libia (1913).<br />

Nello Puccioni compì missioni scientifiche in Somalia (1924-’25) e in Cirenaica ,<br />

contribuendo alla conoscenza di quelle popolazioni sia con gli scritti , sia con le<br />

raccolte antropologiche, etnografiche e paletnologiche.<br />

Aimone, duca di Spoleto, guidò una spedizione nel Karakorum(1929).<br />

Vittorio Tedesco Zammarano esplorò in Etiopia parte dell’alto bacino di alcuni<br />

tributari del Nilo Azzurro, e in Somalia il basso Uebi.<br />

Tra gli archelogi italiani attivi all’estero tra il XIX e il XX secolo ricordiamo i<br />

seguenti.<br />

Federico Halbherr, trentino, fu il fondatore e il direttore della missione italiana<br />

nell’isola di Creta (1884-1930); per primo scoprì la grande iscrizione delle leggi<br />

di Gortina, scavò le città di Festo,Hagia Triada e l’antro Ideo.<br />

Gli successe Luigi Pernier che fu poi direttore della scuola archeologica italiana di<br />

Atene.<br />

Luigi Maria Ugolini fece importanti scavi in Albania, Malta, Grecia Egitto.<br />

Ernesto Schiaparelli fu a capo della missione italiana in Egitto dal 1902 al ’25.<br />

Giuseppe Tucci, orientalista, i cui studi abbracciano il campo dell’indologia, della<br />

sinologia e delle lingue e della religione tibetane, condusse molte spedizioni<br />

scientifiche in India, nl Tibet e nel Nepal.<br />

Carlo Anti eseguì importanti scavi archeologici in Asia Minore.<br />

Dal 1920 campagne notevoli di scavo furono condotte a Leptis Magna.<br />

Importanti furono le campagne archeologiche nelle isole egee durante gli anni dal<br />

1913 al ’40: Biagio Pace, Gian Giacomo Porro, Amedeo Maiuri eseguirono grandi<br />

scavi nell’isola di Rodi, riportando alla luce Jaliso, Camiro, Lindo e l’acropoli; dal<br />

’34 al ’40 Luciano Laurenzi e Luigi Morricone scavarono nell’isola di Coo<br />

(Asklepeion e Ginnasio). Si curò (su progetti soprattutto dell’architetto Mario<br />

Paolini) il restauro della Rodi medioevale, con la celebre fortezza dei Cavalieri; fu<br />

1120


imposto un ferreo vincolo sulla città murata, per impedire fenomeni di<br />

speculazione edilizia.<br />

Gaspare Oliverio si occupò degli scavi di Creta e di Cirene (1923-’33).<br />

Roberto Paribeni partecipò a varie missioni archeologiche in Egitto, Asia Minore,<br />

Eritrea e Montenegro.<br />

Pietro Romanelli fu in Libia.<br />

A conclusione della lezione l’insegnante ha ricordato alcune figure di ardimentosi<br />

italiani del mare e del cielo.<br />

Enrico Augusto de Albertis, storico di oceanografia e storia della navigazione, nel<br />

1892 ripeté il viaggio di Colombo, adottando gli stessi mezzi di navigazione.<br />

Il principe Scipione Borghese,il giornalista Luigi Barzini e il meccanico Ettore<br />

Guizzardi vinsero con l’automobile Itala il raid Pechino Parigi nel 1907,a cui<br />

presero parte altre quattro macchine con equipaggi stranieri.<br />

Carlo Maria Piazza nel 1911 compì per la prima volta nella storia dell’aviazione un<br />

volo sul nemico e con una macchina da presa da lui ideata ottenne le prime<br />

fotografie aeree di guerra.<br />

Amedeo Mecozzi fu l’ideatore e il propugnatore dell’aviazione d’assalto.<br />

Dopo la prima guerra mondiale si intensificarono anche in Italia le ricerche e gli<br />

studi sistematici insieme ai voli di primato; Mario Stoppani fu primo nella gara di<br />

velocità alle olimpiadi aeree di Anversa (1919).<br />

Nel 1922 Arturo Ferrarin effettuò il percorso Roma-Tokio di 18000 chilometri con<br />

uno SVA Ansaldo.<br />

<strong>Francesco</strong> De Pinedo nel 1925 con un idrovolante Marchetti compì una crociera di<br />

55000 chilometri (Sesto Calende-Melbourne-Tokio-Roma); lo stesso pilota e<br />

Carlo Del Prete nel ‘27 passarono due volte l’Atlantico con un percorso di 44000<br />

chilometr.<br />

Ferrarin e del Prete nel ’28 compirono il volo senza scalo di 7160 chilometri<br />

Italia-Brasile, primato mondiale di durata in circuito chiuso e distanza in linea<br />

retta.<br />

Nel 1927 Mario de Bernardi conquistò la coppa Schneider, raggiungendo i 500<br />

chilometri orari di velocità massima e nel ’31 a Cleveland vinse le gare di<br />

acrobazia.<br />

Umberto Nobile partecipò con Amundsen sul dirigibile Norge ad una spedizione,<br />

sorvolando il Polo Nord (1926); in una seconda spedizione(1928) con il dirigibile<br />

Italia giunse a sorvolare il Polo,ma l’aeronave precipitò sui ghiacci e una parte<br />

degli uomini vi trovò la morte. Partecipò alla spedizione Giuseppe Gianfranceschi,<br />

scienziato e astronomo.<br />

1121


Nel 1929-’30 una missione italiana con a capo Enrico Cerulli percorse la zona tra<br />

il golfo di Aden e i limiti dell’Ogaden, rilevando tutta la regione e i confini italo-<br />

britannici con due squadriglie di aeroplani per l’aerofotogrammetria (usata per la<br />

prima volta nel mondo).<br />

Umberto Maddalena e Fausto Cecconi conquistarono nel 1930 il primato di durata<br />

in circuito chiuso(67 ore circa).<br />

Notevole per l’epoca fu la prima crociera senza scalo di dieci idrovolanti da<br />

Orbetello a Rio de Janeiro, guidata da Italo Balbo (1931).<br />

Corradino d’Ascanio in elicottero conquistò i primati mondiali di altezza, durata e<br />

disatanza in linea retta.<br />

Tito Falconi nel 1933fu campione mondiale di volo rovesciato.<br />

Nel 1934 Pietro Spinelli si aggiudicò la coppa Blériot.<br />

<strong>Francesco</strong> Agello nello stesso anno conquistò e detenne per molti anni il primato<br />

mondiale di velocità, 709 chilometri orari, ottenuto con idrovolante Macchi.<br />

Mario Pezzi nel 1938 con velivolo d’alta quota Caproni, munito di cabina-stagna,<br />

conquistò il primato mondiale d’altezza(17.083 metri).<br />

1122

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