29.05.2013 Views

Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Fausto Gusmeroli<br />

ossia la loro distribuzione in gruppi in base alla loro somiglianza/dissomiglianza. Tale<br />

processo prende il nome di clustering (riunire in grappoli) 11 .<br />

L’attività di riconoscere e classificare delle entità è una delle espressioni tipiche<br />

dell’intelligenza umana e animale in generale. I viventi pensano agevolmente e comunicano<br />

in termini di classi, ciò a prescindere dal fatto che il sistema esplorato presenti o<br />

meno variazioni discrete. Ovviamente, se vi sono discontinuità la classificazione si pone<br />

come lo strumento naturale di concettualizzazione, mentre se la variazione è continua<br />

e meno immediata e assume per forza di cose degli aspetti di artificialità. In ogni caso,<br />

classi o cluster hanno sempre un significato relativo, poiché la loro definizione può basarsi<br />

su diversi criteri, che possono condurre a classificazioni affatto differenti. Come<br />

esemplificato in figura 5.1, quando le entità sono naturalmente raggruppate (caso a),<br />

il criterio più valido è quello di riprendere semplicemente i cluster naturali: qualsiasi<br />

procedura di clustering non può che condurre a questa classificazione. Diversamente, i<br />

cluster devono essere imposti dall’esterno, secondo criteri logici. Nel caso b, dove si ha<br />

una scarsa separazione tra gli aggregati, si potrà impiegare il criterio della coesione interna<br />

o omogeneità; nel caso c, caratterizzato invece da una spiccata eterogeneità interna,<br />

il criterio sarà quello della separazione. Coesione interna e separazione sono le logiche<br />

più seguite e laddove siano adottate simultaneamente definiscono un criterio detto di<br />

ottimizzazione globale. Altre logiche, meno frequenti, sono la densità dei cluster, la loro<br />

variabilità, la dimensione, il numero dei membri, la connettività e così via. Una situazione<br />

estrema, dove nessun criterio è logicamente proponibile, è quella del caso d, in cui la<br />

distribuzione degli oggetti è del tutto casuale e la classificazione è impossibile.<br />

In funzione degli obiettivi e della logica di clustering, i metodi di classificazione possono<br />

essere distinti in divisivi/agglomerativi/rilocativi, monotetici/politetici e gerarchici/<br />

non gerarchici. La prima distinzione considera se la formazione dei cluster avvenga per<br />

successive divisioni di un iniziale unico cluster comprensivo di tutti gli oggetti o, piuttosto,<br />

per progressiva aggregazione di iniziali cluster costituiti ognuno da un singolo oggetto.<br />

Né in un caso né nell’altro sono permesse correzioni: se due oggetti sono separati<br />

o aggregati all’inizio dell’analisi, tali rimangono. I metodi rilocativi o di scambio procedono<br />

invece per trasferimenti successivi delle entità da un cluster all’altro, ricercando ad<br />

ogni passo il posizionamento migliore.<br />

La seconda distinzione contrappone i metodi monotetici, nei quali ogni passaggio del<br />

clustering è basato su una singola variabile, così che i cluster saranno coerenti con essa<br />

(un esempio è la classificazione Linneana), ai metodi politetici, dove le decisioni sono<br />

sempre influenzate simultaneamente da molte o tutte le variabili. Alle tecniche politetiche<br />

appartengono i principali metodi agglomerativi, mentre i divisivi possono far parte<br />

anche della famiglia delle monotetiche. Se, dunque, le tecniche monotetiche possono<br />

essere solo o quasi divisive, le politetiche possono essere anche agglomerative. La logica<br />

classificatoria della mente umana sembra essere maggiormente in sintonia con gli approcci<br />

divisivi, mentre gli agglomerativi sono più confacenti alle procedure numeriche.<br />

11 Impropriamente, i termini classificazione e clustering sono talvolta usati come sinonimi. In realtà, il clustering<br />

è il processo di raggruppamento, mentre la classificazione è il risultato del clustering. Il concetto di clustering è<br />

poi spesso confuso con i concetti di dissezione (o sezionamento) e di classamento. La dissezione è anch’essa una<br />

ripartizione in gruppi, ma realizzata indipendentemente dalle relazioni di somiglianza tra gli oggetti. Il classamento<br />

è invece l’assegnazione di un o più oggetti ad un gruppo di una classificazione già esistente.<br />

86

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!