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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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Fausto Gusmeroli<br />

temperatura di 30° sia tre volte più caldo di un altro a 10°. Ciò dipende dal fatto che, in<br />

senso matematico, la scala non ha un punto zero naturale (il punto di fusione del ghiaccio<br />

è infatti un punto zero arbitrario) e quindi non si possono interpretare i rapporti tra<br />

i valori (è impedita l’applicazione dell’operazione di divisione) e sono precluse alcune<br />

trasformazioni non lineari, come le logaritmiche e di radice quadrata. I dati di rapporto,<br />

o razionali, possiedono tutte le proprietà dei dati di intervallo, ma avendo in più il punto<br />

zero naturale (che esprime assenza di valore della grandezza misurata) permettono qualsiasi<br />

genere di trasformazione e l’interpretazione del rapporto tra i valori: non solo si può<br />

stabilire se una misura è maggiore di un’altra e a quante unità ammonta la differenza, ma<br />

anche di quante volte è maggiore. Rimanendo nel campo delle misure di temperatura, la<br />

scala di Kelvin, la cui origine è lo zero assoluto, è un esempio. Altri esempi sono le misurazioni<br />

di lunghezza, di peso, di superficie o altro e i conteggi o enumerazioni. Questi<br />

ultimi, a differenza dei primi, sono di natura discreta.<br />

I dati quantitativi sono molto più informativi dei qualitativi. Ne consegue che la loro<br />

conversione in dati qualitativi è sempre possibile, mentre non lo è il processo inverso.<br />

Anche all’interno di ognuna delle due categorie è possibile la trasformazione dei dati, ma<br />

sempre nella direzione d’informazione decrescente. La sequenza complessiva di conversione<br />

è dunque la seguente:<br />

Dati di rapporto g Dati di intervallo g Dati ordinali g Dati nominali g Dati binari<br />

Ogni passaggio implica naturalmente perdita di informazione. Per procedere nella<br />

direzione opposta occorre invece incorporare nuova informazione.<br />

Esistono altri due tipi particolari di dati, non riconducibili alle due categorie precedenti:<br />

i dati di rango e i dati direzionali o circolari. I ranghi sono le posizioni che gli<br />

elementi occupano quando vengono collocati in ordine di grandezza. Come nei conteggi<br />

si tratta di numeri interi non negativi, ma non indipendenti tra loro. In particolare, per<br />

un insieme di n elementi ai quali sono attribuiti ranghi da uno a n, la somma dei valori<br />

osservati è n(n+1)/2. I dati direzionali sono relativi a direzioni, di norma in un piano o<br />

una circonferenza, ma talvolta anche su una sfera o un iperspazio. Sono generalmente di<br />

natura continua, ma del tutto peculiari. Ad esempio, per osservazioni espresse in gradi<br />

sessagesimali su una circonferenza, i valori 0 e 360 si confondono e la differenza tra 350<br />

e 15 è equivalente a quella tra 15 e 40. Esempi di misure direzionali sono la direzione del<br />

volo di uccelli migratori e insetti, quella del vento e l’esposizione geografica.<br />

Le comunità vengono ordinariamente descritte con dati binari, ordinali o di rapporto.<br />

I dati binari esprimono semplicemente la presenza o assenza delle specie, gli altri anche<br />

il grado di partecipazione alla formazione del popolamento. Negli ordinali ciò avviene<br />

per mezzo di scale di abbondanza/dominanza, nei quantitativi attraverso misure dirette<br />

di densità (numero di individui per unità di superficie), di copertura (percentuale di ricoprimento<br />

del suolo delle parti epigee delle piante), di frequenza (ricorrenza della specie<br />

in sottosezioni, generalmente quadrate, dell’area campione) o altro (biomassa; produttività<br />

etc.). Sono gli obiettivi dello studio, le caratteristiche del sistema e, naturalmente,<br />

i vincoli logistici a guidare la scelta. Per indagini generali in aree molto eterogenee<br />

possono essere sufficienti i dati binari, anche se i dati ordinali, richiedendo un minimo<br />

sforzo aggiuntivo, sono sempre raccomandabili. In contesti più uniformi, dove occorre<br />

maggiore precisione, sono d’obbligo i dati ordinali o le più gravose misure quantitative.<br />

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