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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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55<br />

PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />

L’azione trasformatrice dell’uomo sugli ecosistemi avviene in virtù di un aumento<br />

dei flussi energetici sottoforma di lavoro, attrezzature e materiali (sostanze azotate<br />

nel caso appena analizzato dei processi di eutrofizzazione) ed è indicata in ecologia<br />

come disturbo. Il termine identifica in un agente esterno non naturale il responsabile<br />

della distruzione della fitomassa e alterazione degli originari equilibri, con spostamento<br />

dell’attrattore dalla biodiversità alle attività funzionali, come si chiarirà meglio nel<br />

paragrafo seguente. Il vocabolo ha un’inequivocabile connotazione negativa ed, in effetti,<br />

soprattutto nei tempi moderni, l’uomo si è senz’altro reso protagonista di processi<br />

distruttivi e manipolatori motivati da una percezione della natura essenzialmente come<br />

risorsa da sfruttare. Egli si è posto, in una qualche misura, fuori dal sistema, secondo la<br />

logica meccanicista. In altre circostanze, invece, ha saputo accostarsi alla natura in modo<br />

più rispettoso e coscienzioso, rinunciando a una posizione di possesso e sfruttamento,<br />

rimanendo parte del sistema e lasciandosi coinvolgere in una rete olistica di relazioni,<br />

riuscendo così a divenire egli stesso risorsa per l’ambiente. Il disturbo sembra essere<br />

un appellativo confacente alla prima situazione, caratterizzata da dominio, ma non alla<br />

seconda, maggiormente orientata alla cooperazione.<br />

Mentre gli ecosistemi naturali sono sistemi zonali, ovvero legati a precise aree bioclimatiche<br />

che ne fissano le caratteristiche strutturali e le dinamiche evolutive, i sistemi<br />

antropici sono tendenzialmente azonali, cioè più o meno svincolati da specifici distretti<br />

bioclimatici, in quanto subordinati essenzialmente all’azione dell’uomo che li protegge<br />

dagli stress e controlla i fattori limitanti. Se, dunque, la diffusione degli uni ha confini<br />

molto ben definiti, quella dei secondi è molto più flessibile e oggi interessa ampia porzione<br />

della superficie emersa del pianeta. In tabella 3.1 sono elencati i più importanti ecosistemi<br />

terrestri di massima scala (biomi) e gli ecosistemi antropici. Questi sono distinti in<br />

tre tipi in base a un criterio finalistico, che sottolinea ulteriormente il ruolo determinante<br />

svolto dall’uomo. Sebbene sussistano tra loro differenze macroscopiche nel grado di disturbo<br />

dell’ambiente, in particolare tra i sistemi urbano-tecnologici e gli altri, si possono<br />

trovare in ciascuno esemplificazioni dei due atteggiamenti di dominio e cooperazione.<br />

Tab.<br />

Tab.<br />

3.1<br />

3.1<br />

Principali<br />

Principali<br />

biomi<br />

biomi<br />

terrestri<br />

terrestri<br />

ed<br />

ed<br />

ecosistemi<br />

ecosistemi<br />

antropici<br />

antropici<br />

Tab. 3.1 Principali biomi terrestri ed ecosistemi antropici<br />

Biomi<br />

Biomi<br />

Ecosistemi antropici<br />

Ecosistemi antropici<br />

Foresta tropicale fluviale<br />

Foresta tropicale fluviale<br />

Savana<br />

Savana<br />

Deserti<br />

Deserti<br />

Laurisilva<br />

Laurisilva<br />

Ecosistema mediterraneo<br />

Ecosistema mediterraneo<br />

Foresta mista caducifoglia<br />

Foresta mista caducifoglia<br />

Foresta pluviale temperata<br />

Foresta pluviale temperata<br />

Steppe e praterie<br />

Steppe e praterie<br />

Taiga<br />

Taiga<br />

Tundra<br />

Tundra<br />

Ecosistemi forestali<br />

Ecosistemi forestali<br />

Agroecosistemi<br />

Agroecosistemi<br />

Ecosistema urbano e tecnologico<br />

Ecosistema urbano e tecnologico

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