Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp
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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />
L’azione trasformatrice dell’uomo sugli ecosistemi avviene in virtù di un aumento<br />
dei flussi energetici sottoforma di lavoro, attrezzature e materiali (sostanze azotate<br />
nel caso appena analizzato dei processi di eutrofizzazione) ed è indicata in ecologia<br />
come disturbo. Il termine identifica in un agente esterno non naturale il responsabile<br />
della distruzione della fitomassa e alterazione degli originari equilibri, con spostamento<br />
dell’attrattore dalla biodiversità alle attività funzionali, come si chiarirà meglio nel<br />
paragrafo seguente. Il vocabolo ha un’inequivocabile connotazione negativa ed, in effetti,<br />
soprattutto nei tempi moderni, l’uomo si è senz’altro reso protagonista di processi<br />
distruttivi e manipolatori motivati da una percezione della natura essenzialmente come<br />
risorsa da sfruttare. Egli si è posto, in una qualche misura, fuori dal sistema, secondo la<br />
logica meccanicista. In altre circostanze, invece, ha saputo accostarsi alla natura in modo<br />
più rispettoso e coscienzioso, rinunciando a una posizione di possesso e sfruttamento,<br />
rimanendo parte del sistema e lasciandosi coinvolgere in una rete olistica di relazioni,<br />
riuscendo così a divenire egli stesso risorsa per l’ambiente. Il disturbo sembra essere<br />
un appellativo confacente alla prima situazione, caratterizzata da dominio, ma non alla<br />
seconda, maggiormente orientata alla cooperazione.<br />
Mentre gli ecosistemi naturali sono sistemi zonali, ovvero legati a precise aree bioclimatiche<br />
che ne fissano le caratteristiche strutturali e le dinamiche evolutive, i sistemi<br />
antropici sono tendenzialmente azonali, cioè più o meno svincolati da specifici distretti<br />
bioclimatici, in quanto subordinati essenzialmente all’azione dell’uomo che li protegge<br />
dagli stress e controlla i fattori limitanti. Se, dunque, la diffusione degli uni ha confini<br />
molto ben definiti, quella dei secondi è molto più flessibile e oggi interessa ampia porzione<br />
della superficie emersa del pianeta. In tabella 3.1 sono elencati i più importanti ecosistemi<br />
terrestri di massima scala (biomi) e gli ecosistemi antropici. Questi sono distinti in<br />
tre tipi in base a un criterio finalistico, che sottolinea ulteriormente il ruolo determinante<br />
svolto dall’uomo. Sebbene sussistano tra loro differenze macroscopiche nel grado di disturbo<br />
dell’ambiente, in particolare tra i sistemi urbano-tecnologici e gli altri, si possono<br />
trovare in ciascuno esemplificazioni dei due atteggiamenti di dominio e cooperazione.<br />
Tab.<br />
Tab.<br />
3.1<br />
3.1<br />
Principali<br />
Principali<br />
biomi<br />
biomi<br />
terrestri<br />
terrestri<br />
ed<br />
ed<br />
ecosistemi<br />
ecosistemi<br />
antropici<br />
antropici<br />
Tab. 3.1 Principali biomi terrestri ed ecosistemi antropici<br />
Biomi<br />
Biomi<br />
Ecosistemi antropici<br />
Ecosistemi antropici<br />
Foresta tropicale fluviale<br />
Foresta tropicale fluviale<br />
Savana<br />
Savana<br />
Deserti<br />
Deserti<br />
Laurisilva<br />
Laurisilva<br />
Ecosistema mediterraneo<br />
Ecosistema mediterraneo<br />
Foresta mista caducifoglia<br />
Foresta mista caducifoglia<br />
Foresta pluviale temperata<br />
Foresta pluviale temperata<br />
Steppe e praterie<br />
Steppe e praterie<br />
Taiga<br />
Taiga<br />
Tundra<br />
Tundra<br />
Ecosistemi forestali<br />
Ecosistemi forestali<br />
Agroecosistemi<br />
Agroecosistemi<br />
Ecosistema urbano e tecnologico<br />
Ecosistema urbano e tecnologico