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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />

(o comunità) dipende dalla sua capacità competitiva, è altrettanto vero che, secondo il<br />

principio di Gause, questa possibilità aumenta quanto più la specie riesce a ritagliarsi<br />

una sua nicchia, ossia a sottrarsi alla competizione, o a coesistere riducendo le proprie<br />

prestazioni, come postulato dal modello di Lokta-Volterra per il rapporto preda/predatore.<br />

La situazione può essere inquadrata ricorrendo ai modelli di nicchia muldimensionali<br />

o ipervolumi di Hutchinson, figure geometriche le cui dimensioni sono fissate dagli<br />

intervalli di tolleranza della specie (o comunità) rispetto alle variabili ambientali. Essi<br />

rappresentano il campo di esistenza della specie (o della comunità), ossia l’iperspazio<br />

ecologico potenzialmente abitato (nicchia fondamentale o teorica o fisiologica). La competizione<br />

s’innesca quando le nicchie fondamentali s’intersecano e cresce con il livello<br />

d’interferenza. Come illustrato in figura 2.4 per due specie in uno spazio bidimensionale,<br />

perché vi sia competizione occorre che si abbia sovrapposizione su tutti gli assi (caso<br />

a). Se anche una sola variabile sfugge alla regola si ha contiguità delle nicchie (casi b;<br />

c), cioè assenza di competizione, mentre laddove non vi sia alcuna sovrapposizione si<br />

ha separazione completa (caso d) 22 . Le specie e le comunità tendono dunque a sfuggire<br />

alla competizione evitando di intersecare le nicchie, giacché ciò va a comprimere proporzionalmente<br />

il loro spazio ecologico di coabitazione (nicchie effettive o reali, sempre<br />

inferiori a quelle teoriche), con rischio di espulsione dal sistema. A questo scopo esse<br />

instaurano rapporti di coordinamento, più che di competizione, con le altre componenti,<br />

rapporti che vanno a costituire l’ossatura di quell’intricatissima rete di relazioni propria<br />

dei sistemi complessi 23 . La competizione predomina nelle fasi giovanili del sistema, a<br />

strategia r, quando servono soggetti aggressivi per colonizzare ambienti poco ospitali.<br />

Le nicchie di queste specie tendono a sovrapporsi, innalzando il livello di competizione.<br />

In fase di maturità, a strategia K, sono più utili ed efficaci soggetti cooperativi, che non<br />

prevalgano sugli altri, ma vi convivano, garantendo una maggiore biodiversità e stabilità<br />

24 . Le loro nicchie sono ben separate, ciò che abbassa il coefficiente di competizione.<br />

22 Gli ipervolumi sono definiti in termini matematici come prodotto degli intervalli di tolleranza delle variabili,<br />

ossia: IV = Пi (xmax – xmin)i. Le variabili devono essere indipendenti tra loro ed espresse nella medesima scala.<br />

La sovrapposizione si può misurare molto semplicemente come ipervolume di intersezione o lunghezza<br />

della sua diagonale e può essere assunta come espressione della competizione. Dal momento che questa nasce<br />

dall’utilizzazione comune delle risorse, sono state proposte anche delle misure di sovrapposizione e competizione<br />

che incorporano la disponibilità delle risorse. Tra questi si possono ricordare l’indice di Hurlbert, il coefficiente di<br />

competizione e l’indice di Levino, per i quali si rinvia a fonti specialistiche.<br />

23 I rapporti di collaborazione (o interazione positiva) tra gli organismi possono essere di commensalismo,<br />

protocooperazione e mutualismo. Nel commensalismo una sola specie trae vantaggio, mentre nella protocooperazione<br />

e nel mutualismo entrambe, con la differenza che la prima interazione è facoltativa, la seconda obbligatoria.<br />

24 Come non pensare alla necessità che anche nelle società umane mature i rapporti di collaborazione prevalgano<br />

su quelli competitivi? Come la biodiversità negli ecosistemi, la ricchezza di culture ed etnie assicura alla società<br />

maggiore omeostasi e resilienza, ossia maggiore adattabilità e stabilità. La competizione esasperata, quale si ha<br />

oggi nel mercato globale, tende a omologare i comportamenti e accentuare la disparità economica, creando tensioni<br />

e conflitti che minano la sicurezza e il fondamento stesso della vita collettiva. Essa inoltre favorisce i soggetti più<br />

aggressivi, più inclini ad abbandonare quei riferimenti etici essenziali per il raggiungimento del bene comune e la<br />

creazione di società solidali (società climax).<br />

Le analogie che si possono porre tra ecosistemi e sistemi sociali sono davvero sorprendenti e il pensiero sistemico<br />

sembra riuscire a coglierle appieno. Ad esempio, si può verificare l’esistenza di un parallelo tra l’abbondanza di<br />

risorse negli ecosistemi e la ricchezza materiale nelle società (Gusmeroli, 2008): come nell’ecosistema si ha una<br />

spinta alla crescita quantitativa a scapito della diversità, nella società si ha la concentrazione della ricchezza e del<br />

potere in poche mani, con emarginazione della maggioranza e perdita di partecipazione. Naturalmente vi sono<br />

anche molte differenze tra i due tipi di sistema, la principale delle quali è forse il grado di autonomia dei loro<br />

componenti (rispettivamente le persone e le biocenosi), molto forte nelle società umane, meno negli ecosistemi. Il

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