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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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Fausto Gusmeroli<br />

L’adattamento è invece di pertinenza della comunità e si traduce nella diversificazione<br />

delle specie. Come in ogni altro sistema autorganizzante, l’attrattore è la diversità, che<br />

rappresenta qui il mezzo per estrarre quanto più possibile neg-entropia dal flusso energetico<br />

del sole, attraverso il meccanismo della fotosintesi. L’ecosistema tenderà dunque<br />

anzitutto a massimizzare la biodiversità, accumulando però anche nel frattempo quanta<br />

più biomassa possibile. Le dimensioni relative delle due grandezze dipendono dalle risorse<br />

del sistema, ossia dal flusso energetico λ e dalle costrizioni μ, rappresentate dalle<br />

risorse materiali (acqua, anidride carbonica, composti azotati e altre sostanze). Mentre la<br />

crescita necessita di quantità materiali ed energetiche elevate, la speciazione è poco dispendiosa<br />

ed esige quasi solo energia. Poiché le risorse materiali fungono normalmente<br />

da fattore limitante la crescita, ne deriva che quando esse sono scarse il sistema avrà un<br />

alto rapporto biodiversità/biomassa, quando elevate avrà invece un basso rapporto. Nel<br />

primo caso l’attività è prevalentemente orientata alla sintesi di molecole particolarmente<br />

strutturate, come il DNA, nel secondo caso di sostanze organiche indifferenziate. Si ha<br />

così l’insorgere di una fondamentale biforcazione tra una situazione in cui l’attrattore è<br />

chiaramente la biodiversità e un’altra in cui può essere identificato nella biomassa:<br />

Ω < a x↑, λ, μ↑<br />

> b ∩ Ω < a x, λ↑, μ↓<br />

Biomassa e biodiversità si comportano dunque, almeno su scala temporale lunga, come<br />

fattori complementari 19 . L’alta disponibilità di risorse materiali (azoto in particolare,<br />

che è l’elemento generalmente più scarso) porta ad utilizzare l’energia per la costruzione<br />

di biomassa, mentre la scarsità lascia disponibile l’energia per la costruzione di biodiversità.<br />

Gli ecosistemi governati da un intenso flusso di energia e con blande costrizioni<br />

hanno pertanto bassa biodiversità, mentre quelli a bassa energia e forti costrizioni sono<br />

molto diversificati. La biodiversità è dunque essenzialmente prerogativa degli ecosistemi<br />

poveri, come sono di norma quelli naturali, mentre non lo è dei sistemi ricchi, come sono<br />

quelli eutrofizzati e antropizzati (l’argomento sarà approfondito più avanti).<br />

2.3. Crescita e relazioni tra i viventi negli ecosistemi<br />

Riprendendo l’assunto che la complessità e l’identità degli ecosistemi si stabiliscono<br />

soprattutto a livello comunitario, torna utile indagare le relazioni che intercorrono tra gli<br />

organismi. Per fare questo occorre anzitutto gurdare al fenomeno della crescita (quantitativa)<br />

di una popolazione. La dinamica segue un modello esponenziale nel caso in cui le<br />

risorse disponibili siano illimitate, un modello logistico (sigmoide) nel caso siano finite<br />

19 A questo proposito merita di essere segnalato come gli animali, stimati nella biosfera in 10 milioni e oltre di<br />

specie, venti volte i vegetali, abbiano una biomassa complessiva decisamente inferiore a questi. Gli animali sembrano<br />

dunque aver sviluppato essenzialmente l’aspetto qualitativo della crescita, come del resto evidente anche nella<br />

straordinaria complessità a livello organismico. I vegetali sembrano invece aver privilegiato la crescita quantitativa,<br />

verosimilmente come mezzo di difesa nei confronti delle avversità ambientali, specialmente stress termici, idrici e<br />

nutritivi. Per tale ragione, gran parte della biomassa degli ecosistemi, quantomeno di quelli terrestri, è costituita dalla<br />

fitomassa. Gli ecosistemi acquatici, invece, non avendo i loro produttori (il fitoplancton) la necessità di accumulare<br />

biomassa con funzione di tampone ambientale, essendo già protetti contro gli stress dall’acqua, trasferiscono la<br />

maggior parte dell’energia fotosintetizzata agli organismi consumatori.<br />

40<br />

> b

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