29.05.2013 Views

Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

39<br />

PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />

scun raggruppamento annovera più specie e ciascuna specie uno, più o moltissimi<br />

individui (popolazione). In ogni specie, l’attrattore è rappresentato dall’accumulo<br />

di biomassa complessiva, ottenuto attraverso l’accrescimento, la riproduzione e<br />

l’espansione della popolazione, prelevando dall’ambiente le sostanze elementari<br />

necessarie alle sintesi organiche. Specie ecologicamente simili attingono alle medesime<br />

risorse, entrando pertanto in competizione. Di conseguenza, la competizione<br />

può essere considerata un operatore del sistema che impone costrizioni alla sua<br />

crescita. Le costrizioni, a loro volta, attivano processi selettivi che sfociano in aumento<br />

di ordine: nel breve periodo attraverso il coordinamento della struttura della<br />

comunità, nel lungo con la speciazione (comparsa di nuove specie), come appresso<br />

illustrato.<br />

• Livello comunitario: ogni specie tende a sottrarsi alla competizione creandosi una<br />

propria nicchia ecologica 18 attraverso la specializzazione nell’utilizzo delle risorse<br />

dell’ambiente (predilezione per alcune e affrancamento parziale o totale dalle altre).<br />

L’uso completo delle risorse si realizza pertanto nella convivenza di organismi differenti,<br />

che vanno a costituire le comunità, massima espressione di ordine e autorganizzazione.<br />

Gli organismi, come noto, si sono differenziati attraverso il processo<br />

evolutivo. Per il principio di Gause o dell’esclusione competitiva (due specie o popolazioni<br />

con la stessa nicchia ecologica non possono coesistere nel tempo senza una<br />

progressiva differenziazione della nicchia), un nuovo genotipo avrà probabilità di<br />

conservarsi solo se avrà una nicchia ecologica diversa dalle preesistenti, altrimenti<br />

le probabilità di sopravvivenza saranno scarse, poiché la sua capacità competitiva è<br />

decisamente inferiore a quella delle specie già adattate. L’avvento di una nuovo organismo<br />

nell’ambiente determina così la comparsa di una nuova nicchia ecologica e la<br />

comunità può essere intesa come un insieme di nicchie.<br />

Nell’ecosistema, la formazione di biomassa riguarda dunque le singole popolazioni<br />

di specie, che tendono ad accrescersi fino a quanto concesso dalle risorse disponibili.<br />

18 La nozione di nicchia o valenza ecologica fu introdotta in zoologia all’inizio del 1900 per descrivere il<br />

comportamento di una specie in risposta alla variazione di un singolo fattore ambientale e fu successivamente estesa<br />

alla biologia vegetale, sostituendo il più vecchio concetto di plasticità ecologica. La nicchia ecologica assume ora<br />

un significato ampio, inglobando sia lo spazio fisico occupato dall’organismo (nicchia spaziale o habitat), sia il<br />

ruolo funzionale nel sistema e in particolare la posizione trofica (nicchia trofica), sia la posizione lungo i gradienti<br />

ambientali (nicchia multidimensionale o ipervolume).<br />

Le esigenze delle specie (e delle comunità, come si chiarirà meglio nella seconda parte) non sono puntuali, ma<br />

intervallari e seguono la legge di tolleranza di Shelford (1913), che si può considerare un’estensione della legge<br />

del minimo di Liebig della nutrizione vegetale (1840). Ogni organismo manifesta per ciascun fattore di sviluppo e<br />

crescita (fattori primari) un intervallo di tolleranza (la nicchia) compreso tra un valore minimo (di carenza) ed un<br />

valore massimo (di tolleranza), al di fuori dei quali l’organismo non può esistere. Normalmente, le nicchie di una<br />

specie sono variabili: ampie per alcuni parametri, più severe per altri. Una variabile ambientale presente con valori<br />

che non rientrano nella nicchia della specie è detta limitante, mentre è considerata determinante se presente con<br />

valori compatibili, ma nei cui confronti la specie ha tolleranza ristretta. I fattori limitanti sanciscono l’esclusione<br />

della specie da un habitat, quelli determinanti sono invece i più importanti per la sua distribuzione geografica<br />

(areale). Si riconoscono perché piuttosto stabili negli habitat della specie. Ovviamente, le specie che possiedono<br />

tolleranza elevata per tutte le principali variabili ambientali (specie euriecie) hanno maggiore valenza ecologica<br />

e dunque una distribuzione più ampia. Gli elementi, invece, di modesta tolleranza per uno o più fattori (specie<br />

stenoecie) tendono ad avere distribuzione più ristretta e si prestano pertanto ad essere utilizzati quali indicatori<br />

ambientali (bioindicatori).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!