Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp
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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />
scun raggruppamento annovera più specie e ciascuna specie uno, più o moltissimi<br />
individui (popolazione). In ogni specie, l’attrattore è rappresentato dall’accumulo<br />
di biomassa complessiva, ottenuto attraverso l’accrescimento, la riproduzione e<br />
l’espansione della popolazione, prelevando dall’ambiente le sostanze elementari<br />
necessarie alle sintesi organiche. Specie ecologicamente simili attingono alle medesime<br />
risorse, entrando pertanto in competizione. Di conseguenza, la competizione<br />
può essere considerata un operatore del sistema che impone costrizioni alla sua<br />
crescita. Le costrizioni, a loro volta, attivano processi selettivi che sfociano in aumento<br />
di ordine: nel breve periodo attraverso il coordinamento della struttura della<br />
comunità, nel lungo con la speciazione (comparsa di nuove specie), come appresso<br />
illustrato.<br />
• Livello comunitario: ogni specie tende a sottrarsi alla competizione creandosi una<br />
propria nicchia ecologica 18 attraverso la specializzazione nell’utilizzo delle risorse<br />
dell’ambiente (predilezione per alcune e affrancamento parziale o totale dalle altre).<br />
L’uso completo delle risorse si realizza pertanto nella convivenza di organismi differenti,<br />
che vanno a costituire le comunità, massima espressione di ordine e autorganizzazione.<br />
Gli organismi, come noto, si sono differenziati attraverso il processo<br />
evolutivo. Per il principio di Gause o dell’esclusione competitiva (due specie o popolazioni<br />
con la stessa nicchia ecologica non possono coesistere nel tempo senza una<br />
progressiva differenziazione della nicchia), un nuovo genotipo avrà probabilità di<br />
conservarsi solo se avrà una nicchia ecologica diversa dalle preesistenti, altrimenti<br />
le probabilità di sopravvivenza saranno scarse, poiché la sua capacità competitiva è<br />
decisamente inferiore a quella delle specie già adattate. L’avvento di una nuovo organismo<br />
nell’ambiente determina così la comparsa di una nuova nicchia ecologica e la<br />
comunità può essere intesa come un insieme di nicchie.<br />
Nell’ecosistema, la formazione di biomassa riguarda dunque le singole popolazioni<br />
di specie, che tendono ad accrescersi fino a quanto concesso dalle risorse disponibili.<br />
18 La nozione di nicchia o valenza ecologica fu introdotta in zoologia all’inizio del 1900 per descrivere il<br />
comportamento di una specie in risposta alla variazione di un singolo fattore ambientale e fu successivamente estesa<br />
alla biologia vegetale, sostituendo il più vecchio concetto di plasticità ecologica. La nicchia ecologica assume ora<br />
un significato ampio, inglobando sia lo spazio fisico occupato dall’organismo (nicchia spaziale o habitat), sia il<br />
ruolo funzionale nel sistema e in particolare la posizione trofica (nicchia trofica), sia la posizione lungo i gradienti<br />
ambientali (nicchia multidimensionale o ipervolume).<br />
Le esigenze delle specie (e delle comunità, come si chiarirà meglio nella seconda parte) non sono puntuali, ma<br />
intervallari e seguono la legge di tolleranza di Shelford (1913), che si può considerare un’estensione della legge<br />
del minimo di Liebig della nutrizione vegetale (1840). Ogni organismo manifesta per ciascun fattore di sviluppo e<br />
crescita (fattori primari) un intervallo di tolleranza (la nicchia) compreso tra un valore minimo (di carenza) ed un<br />
valore massimo (di tolleranza), al di fuori dei quali l’organismo non può esistere. Normalmente, le nicchie di una<br />
specie sono variabili: ampie per alcuni parametri, più severe per altri. Una variabile ambientale presente con valori<br />
che non rientrano nella nicchia della specie è detta limitante, mentre è considerata determinante se presente con<br />
valori compatibili, ma nei cui confronti la specie ha tolleranza ristretta. I fattori limitanti sanciscono l’esclusione<br />
della specie da un habitat, quelli determinanti sono invece i più importanti per la sua distribuzione geografica<br />
(areale). Si riconoscono perché piuttosto stabili negli habitat della specie. Ovviamente, le specie che possiedono<br />
tolleranza elevata per tutte le principali variabili ambientali (specie euriecie) hanno maggiore valenza ecologica<br />
e dunque una distribuzione più ampia. Gli elementi, invece, di modesta tolleranza per uno o più fattori (specie<br />
stenoecie) tendono ad avere distribuzione più ristretta e si prestano pertanto ad essere utilizzati quali indicatori<br />
ambientali (bioindicatori).