Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp
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247 PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO tà, circostanze notoriamente propizie per lo sviluppo di specie igrofile quali i carici. La combinazione di diverse esponenti di questo genere e di graminacee come Nardus stricta, Anthoxanthum alpinum e Deschampsia caespitosa, differenzia i tre rilievi del gruppo. Il rilievo 23, ricco di Carex stellulata, ostenta in particolare un più marcato carattere di igrofilia che lo viene a collocare in posizione più primitiva nella serie evolutiva che, attraverso deposizioni di torba e conseguente innalzamento del fondo del terreno, porta a Caricetum fuscae e successivamente ad associazioni più xeriche. Nella catena, il rilievo 2 sembra posizionarsi nella parte più prossima a questi ultimi popolamenti, contemplando nel corredo floristico Molinia coerulea ed altri esponenti tipici di Molinion, alleanza ecologicamente meno collegata di Caricion fuscae alla presenza di acqua nel suolo. Alla maggior igrofilia si accompagnano quadri floristici semplificati e peggiori prerogative foraggere. Il rilievo 23 mostra così, nell’ambito delle comunità erbacee, i valori in assoluto peggiori di ricchezza specifica e indice foraggero, mentre gli altri due rilievi oltrepassano in tutti i parametri Festucion variae. Lo spettro biologico segnala nell’insieme una percentuale maggiore di geofite, piante chiaramente collegate all’elevata umidità del substrato. Notevole è l’estensione degli arbusteti del Rhododendro-Vaccinion, osservabili soprattutto nella forma che Braun-Blanquet definisce extra-silvatica, ossia priva della componente arborea. Questa è limitata ad isolati esemplari di Larix decidua che, in un solo rilievo (39), raggiunge una copertura apprezzabile (10%). Vegetazione climatogena dei versanti freschi e innevati della fascia alpina inferiore e, con l’aggiunta dello strato arboreo di conifere, anche di quella subalpina, queste comunità possiedono nel complesso scarso significato pastorale, causa il modesto ricoprimento di specie erbacee. Poiché anche il contingente floristico dello strato arbustivo è piuttosto immiserito, dominato com’è da Rhododendron ferrugineum e Vaccinium myrtillus, la complessità specifica dei popolamenti è mediocre. Lo spettro biologico appare, ovviamente, alquanto diverso da quello delle praterie, contraddistinguendosi per l’abbondanza di nanofanerofite e camefite e la minore percentuale di emicriptofite. Le boscaglie ad Alnus viridis occupano le aree di maggior compluvio interessate da scorrimenti ed accumuli nevosi. Grazie all’elevata elasticità del legno e alla ramificazione aperta, l’arbusto possiede straordinaria resistenza ai carichi nevosi e alle slavine, che gli consente di insediarsi laddove il bosco o le piccole conifere non potrebbero sopravvivere. In tali circostanze si formano tipiche comunità azonali con carattere di stabilità. In condizioni di maggiore xericità, come nel caso del rilevo 35, Alnus viridis patisce invece la concorrenza di rododendro e mirtillo e il popolamento assume un aspetto meno tipico. Lo strato arbustivo svolge azione di soffocamento sulla vegetazione erbacea, compromettendo valore agronomico e ricchezza floristica. Lo spettro biologico non si scosta molto da quello del Rhododendro-Vaccinion, se non per un diverso rapporto tra nanofanerofite e camefite. analisi ecologica Lo studio ecologico è stato condotto per mezzo dell’analisi indiretta di gradiente, utilizzando come tecnica di ordinamento l’analisi di corrispondenza e relazionando atraverso la regressione lineare i primi due assi ai dati stazionali e agli indici di Landolt. L’ordinamento dei rilievi nello spazio dei primi due assi (Fig. 4) conferma anzitutto, nei tratti essenziali, gli esiti del clustering. I popolamenti arbustivi di Rhododendro-
Fausto Gusmeroli Fig. 4 Ordinamento dei rilievi nello spazio dei primi due assi dell’analisi di corrispondenza Asse 2 2.5 2 1.5 1 0.5 0 -0.5 -1 -1.5 -2 12 23 2 7 32 6 15 14 598 19 13 10 43 134 1716 20 30 11 26 31 Caricion fuscae 22 21 Poion alpinae 29 33 28 24 18 25 27 Nardion strictae Festucion variae Vaccinion e Adenostylion alliariae e quelli erbacei di Caricion fuscae e Festucion variae si separano distintamente, mentre tra Nardion strictae e Poion alpinae sono segnalati contatti e sovrapposizioni. Anche i rilievi di transizione, o meno caratterizzati floristicamente (2, 7, 21, 22, 35 e 39), tendono a collocarsi ai margini dei gruppi o in prossimità delle linee di demarcazione. Il primo asse discrimina soprattutto tra praterie e arbusteti, il secondo all’interno delle due categorie fisionomiche. Sul primo asse (Tab. 4) si contrastano gli indici luce, continentalità e pH, da una parte, con l’inclinazione e il contenuto in humus del suolo dall’altra, gli uni crescenti nel senso dell’asse, gli altri decrescenti. Sul secondo asse la variabilità si pone in relazione positiva con la temperatura e i parametri pedologici (umidità, contenuto in nutrienti, granulometria e pH), negativa con l’altitudine e la continentalità. La differenziazione ecologica tra consorzi arbustivi ed erbacei poggia dunque principalmente su gradienti di dotazione organica dei substrati e di luminosità. Le formazioni legnose esibiscono maggiore affinità per le stazioni meno esposte alla luce e i suoli più scoscesi e maturi: le cenosi ad Alnus viridis sembrano prediligere, rispetto alle ericacee, siti a maggiore acclività e fertilità dei substrati, minore altimetria e clima tendenzialmente più mite. Le praterie rispondono invece ad un determinismo essenzialmente edafico basato sullo stato idrico e sulla proporzione di particelle fini. All’aumento degli indici corrisponde la successione: Festucion variae, Nardion, Poion alpinae e Caricion fuscae. Per Nardion e Poion alpinae l’ecologia appare piuttosto si- 248 39 38 3740 36 41 35 -2.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Asse 1 Adenostylion alliariae Rhodoreto -Vaccinion
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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />
tà, circostanze notoriamente propizie per lo sviluppo di specie igrofile quali i carici. La<br />
combinazione di diverse esponenti di questo genere e di graminacee come Nardus stricta,<br />
Anthoxanthum alpinum e Deschampsia caespitosa, differenzia i tre rilievi del gruppo. Il<br />
rilievo 23, ricco di Carex stellulata, ostenta in particolare un più marcato carattere di igrofilia<br />
che lo viene a collocare in posizione più primitiva nella serie evolutiva che, attraverso<br />
deposizioni di torba e conseguente innalzamento del fondo del terreno, porta a Caricetum<br />
fuscae e successivamente ad associazioni più xeriche. Nella catena, il rilievo 2 sembra posizionarsi<br />
nella parte più prossima a questi ultimi popolamenti, contemplando nel corredo<br />
floristico Molinia coerulea ed altri esponenti tipici di Molinion, alleanza ecologicamente<br />
meno collegata di Caricion fuscae alla presenza di acqua nel suolo. Alla maggior igrofilia<br />
si accompagnano quadri floristici semplificati e peggiori prerogative foraggere. Il rilievo<br />
23 mostra così, nell’ambito delle comunità erbacee, i valori in assoluto peggiori di ricchezza<br />
specifica e indice foraggero, mentre gli altri due rilievi oltrepassano in tutti i parametri<br />
Festucion variae. Lo spettro biologico segnala nell’insieme una percentuale maggiore di<br />
geofite, piante chiaramente collegate all’elevata umidità del substrato.<br />
Notevole è l’estensione degli arbusteti del Rhododendro-Vaccinion, osservabili soprattutto<br />
nella forma che Braun-Blanquet definisce extra-silvatica, ossia priva della componente<br />
arborea. Questa è limitata ad isolati esemplari di Larix decidua che, in un solo<br />
rilievo (39), raggiunge una copertura apprezzabile (10%). Vegetazione climatogena dei<br />
versanti freschi e innevati della fascia alpina inferiore e, con l’aggiunta dello strato arboreo<br />
di conifere, anche di quella subalpina, queste comunità possiedono nel complesso<br />
scarso significato pastorale, causa il modesto ricoprimento di specie erbacee. Poiché<br />
anche il contingente floristico dello strato arbustivo è piuttosto immiserito, dominato<br />
com’è da Rhododendron ferrugineum e Vaccinium myrtillus, la complessità specifica dei<br />
popolamenti è mediocre. Lo spettro biologico appare, ovviamente, alquanto diverso da<br />
quello delle praterie, contraddistinguendosi per l’abbondanza di nanofanerofite e camefite<br />
e la minore percentuale di emicriptofite.<br />
Le boscaglie ad Alnus viridis occupano le aree di maggior compluvio interessate da<br />
scorrimenti ed accumuli nevosi. Grazie all’elevata elasticità del legno e alla ramificazione<br />
aperta, l’arbusto possiede straordinaria resistenza ai carichi nevosi e alle slavine, che gli<br />
consente di insediarsi laddove il bosco o le piccole conifere non potrebbero sopravvivere.<br />
In tali circostanze si formano tipiche comunità azonali con carattere di stabilità. In condizioni<br />
di maggiore xericità, come nel caso del rilevo 35, Alnus viridis patisce invece la<br />
concorrenza di rododendro e mirtillo e il popolamento assume un aspetto meno tipico. Lo<br />
strato arbustivo svolge azione di soffocamento sulla vegetazione erbacea, compromettendo<br />
valore agronomico e ricchezza floristica. Lo spettro biologico non si scosta molto da quello<br />
del Rhododendro-Vaccinion, se non per un diverso rapporto tra nanofanerofite e camefite.<br />
analisi ecologica<br />
Lo studio ecologico è stato condotto per mezzo dell’analisi indiretta di gradiente,<br />
utilizzando come tecnica di ordinamento l’analisi di corrispondenza e relazionando atraverso<br />
la regressione lineare i primi due assi ai dati stazionali e agli indici di Landolt.<br />
L’ordinamento dei rilievi nello spazio dei primi due assi (Fig. 4) conferma anzitutto,<br />
nei tratti essenziali, gli esiti del clustering. I popolamenti arbustivi di Rhododendro-