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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />

Lo sfalcio può risultare utile per controllare quegli elementi erbacei che non sono<br />

componenti specifiche dei cotici prativi, come romici, seneci, ortiche, felci e così via.<br />

Con forti infestazioni il taglio va ripetuto due-tre volte l’anno e per diversi anni. La sua<br />

azione si potenzia se viene abbinato l’ingresso degli animali che, con il loro calpestio,<br />

creano condizioni svantaggiose per molte infestanti. Anche l’asportazione dell’erba residuale<br />

a fine stagione è pratica raccomandabile, utile altresì a prevenire i movimenti<br />

nevosi.<br />

Per le specie arbustive, il contenimento ha oggi senso solo se l’invasione è di modesta<br />

entità. Occorre provvedere all’estirpazione o al taglio, senza escludere a priori anche<br />

l’uso del fuoco controllato. Nel caso del rododendro e dell’ontano verde, è sufficiente<br />

la semplice recisione delle radici a 8-10 cm di profondità, in maniera da provocarne il<br />

marciume; per il ginepro basta la semplice asportazione della parte aerea, dal momento<br />

che le conifere non ricrescono.<br />

I costi della lotta meccanica, in relazione anche alla lentezza della risposta, sono non<br />

di rado proibitivi. Su alcune infestanti erbacee dei suoli poveri e acidi, più efficaci ed<br />

economiche si rivelano le pratiche agronomiche della concimazione e della calcitazione,<br />

ma ancor più interessante è il pascolamento ovi-caprino. Le capre, in particolare, oltre a<br />

felci e piante legnose, consumano molte piante erbacee di scarso valore foraggero (Molinia<br />

spp., Deschampsia caespitosa, Carex spp., Juncus spp., Eriophorum spp., Festuca<br />

varia, Pulsatilla spp., Luzula spp., Rumex spp., Nardus stricta, Gentiana spp., Cardus<br />

spp, Cirsium spp., Ranunculus spp., Peucedanum ostruthium). Naturalmente esse, racimolanndo<br />

anche specie buone foraggere e potendo danneggiare le rinnovazioni dei<br />

boschi, vanno opportunamente guidate. Sempre sui <strong>pascoli</strong> magri possono fornire ottimi<br />

riscontri anche gli ovini. Addensandosi molto, riescono a fertilizzare intensamente e a<br />

rompere il cotico con gli zoccoli aguzzi, stimolando la reintroduzione di specie foraggere<br />

più pregiate. In certe condizioni e soprattutto nelle aree di stabbiatura, gli effetti possono<br />

essere straordinari, anche su specie legnose. Nei distretti in forte pendio occorrerà non<br />

esagerare nel carico, onde evitare l’innesco di processi erosivi.<br />

Anche il bestiame bovino può essere impiegato per il recupero di cotici degradati, sia<br />

magri sia eutrofizzati, forzando il consumo delle specie erbacee indesiderate, prestando<br />

però attenzione a non penalizzare troppo l’ingestione e la qualità dei prelievi. Rispetto al<br />

bestiame ovi-caprino, tuttavia, i bovini sono più esigenti, più impegnativi, meno rustici<br />

e duttili.

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