Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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29.05.2013 Views

Fig. 13.3 Piano di pascolamento Alpe Meriggio-Campo Cervé (Albosaggia - SO) Fig. (da 13.3Gusmeroli et al., 1997) Piano di pascolamento Alpe Meriggio-Campo Cervé (Albosaggia - SO) (da Gusmeroli et al., 1997) 5 8 6 7 4 10 9 1 13 14 11 12 2 20 3 15 16 17 18 19 231 PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO 12 11 26 13 14 27 28 16 15 29 17 18 30 28 19 27 20 26 21 25 22 24 23 2 3 4 10 5 9 8 6 7 mirati, hanno invece significato particolare. Si tratta delle pratiche di concimazione minerale, calcitazione e lotta alle infestanti, i cui costi, le difficoltà tecniche di esecuzione, l’impatto ambientale e un’efficacia non sempre scontata, consigliano un uso prudente e circoscritto a situazioni di reale bisogno. Spietramenti La pulizia del pascolo dalle pietre affioranti è operazione senz’altro utile per ridurre le tare, incrementando di conseguenza la superficie produttiva e facilitando il pascolamento e la deambulazione degli animali. Non presenta controindicazioni di sorta, se non di natura economica. Le pietre possono trovare utile impiego nella realizzazione di muretti di divisione dei lotti di pascolamento, manutenzione di sentieri e altro. 21 25 22 23 24 Piano di pascolamento Bestiame produttivo Bestiame improduttivo Bestiame produttivo Bestiame improduttivo Lotti pascolati Andata Ritorno Sup. media (ha) tutti da 1 a 5 2.97 tutti da 1 a 7 1.23 1

Fausto Gusmeroli Regimazione delle acque Piccoli interventi di regimazione sono plausibili nelle sezioni di pascolo sommerse saltuariamente dall’acqua e per questo soggette a degrado floristico e fisico e sottratte temporaneamente al pascolamento. Non sono invece ammissibili nelle aree paludose, in ragione del già ricordato interesse naturalistico che queste rivestono. Le opere si devono uniformare a criteri di semplicità e di basso impatto ambientale. Ciò porta ad escludere drenaggi sotterranei e interventi volumetricamente rilevanti. Dove vi fossero carenze d’acqua per il bestiame, la regimazione può integrarsi con l’approvvigionamento idrico di cisterne, acquedotti e pozze d’abbeverata. Restituzioni organiche La conservazione e il miglioramento del pascolo sono in stretta relazione con la regolare distribuzione delle deiezioni animali. L’abilità del conduttore sta proprio nel saper dosare queste restituzioni di fertilità che, per i principali elementi della nutrizione vegetale, si aggirano per l’azoto al 70-80% dell’ingerito, in funzione dei livelli di ingestione e dei contenuti azotati degli alimenti, per il fosforo al 65-75%, per il potassio al 90-95% e per il magnesio al 95%. Tenendo conto che un minimo di apporti proviene dalle acque meteoriche e dai processi di mineralizzazione della sostanza organica del suolo, le restituzioni sono normalmente sufficienti a compensare le asportazioni e le perdite (10-25%) e laddove agli animali vengano fornite integrazioni alimentari, specialmente a base di concentrati, le possono superare, innescando rischi di derive eutrofiche delle cenosi. In termini assoluti, risulta difficile fornire valori precisi. Un capo bovino adulto defeca giornalmente 10-12 volte ed urina mediamente 9-10 volte, producendo circa 30 kg di deiezioni solide e 15 kg liquide. Si possono così assumere, con larga approssimazione, livelli di 35 kg di N, 5 kg di P2O5, 35 kg di K2O per UBA in 100 giorni di pascolamento, apporti questi che in situazioni di carico equilibrato sono di per sé in grado di mantenere la vegetazione pabulare ad un livello nutrizionale medio-buono, soprattutto se i cotici sono ricchi di leguminose. I pastori di un tempo calcolavano che con la mandratura una bovina, in una notte, fosse in grado di fertilizzare adeguatamente 10 m 2 di pascolo (ovviamente si trattave di bovine di pese e produzione ampiamente inferiori ale attuali). Nelle deiezioni solide l’azoto è presente in forma prevalentemente organica, dunque a lento rilascio e relativamente utilizzabile dalle piante; nelle escrezioni liquide è al 70-80% ureico, quindi maggiormente e più rapidamente disponibile per l’assorbimento radicale. Non tutto il nutriente è tuttavia catturato dalla vegetazione, sia in ragione delle perdite per volatilizzazione, lisciviazione e denitrificazione cui è soggetto l’elemento, sia per l’epoca di deposizione che raramente coincide con la massima richiesta da parte delle piante. L’efficacia delle restituzioni è condizionata da molte altre variabili: la distribuzione spaziale, la velocità di degradazione, la mobilità dei nutrienti nel suolo, le perdite e così via. A monte di tutto sta una buona distribuzione spaziale, perseguibile con sistemi di pascolamento controllato integrali e un’opportuna collocazione dei punti di richiamo per gli animali (abbeverata, distributori di sale, siti di mungitura). Importante è poi la frammentazione e dispersione delle mete, operazione che va eseguita con tempestività, appena il materiale è indurito. L’area di deposizione delle deiezioni, infatti, è di soli 0,4 m 2 per le urine e 0,09 m 2 per le feci, anche se in queste ultime si ha un effetto fertilizzante, seppur di minore efficacia, esteso su di una superficie ampia 2-3 volte tanto. Nell’area di deposizione la concentrazione di azoto è molto elevata, decisamente superiore alle 232

Fig. 13.3<br />

Piano di pascolamento Alpe Meriggio-Campo Cervé (Albosaggia - SO)<br />

Fig. (da 13.3Gusmeroli<br />

et al., 1997)<br />

Piano di pascolamento Alpe Meriggio-Campo Cervé (Albosaggia - SO) (da Gusmeroli et al., 1997)<br />

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l’impatto ambientale e un’efficacia non sempre scontata, consigliano un uso prudente e<br />

circoscritto a situazioni di reale bisogno.<br />

Spietramenti<br />

La pulizia del pascolo dalle pietre affioranti è operazione senz’altro utile per ridurre<br />

le tare, incrementando di conseguenza la superficie produttiva e facilitando il pascolamento<br />

e la deambulazione degli animali. Non presenta controindicazioni di sorta, se<br />

non di natura economica. Le pietre possono trovare utile impiego nella realizzazione di<br />

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