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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />

fluttuazioni nei prelievi, che costringono gli animali a continui processi di mobilitazione<br />

e ricostituzione delle riserve corporee, con un abbassamento del rendimento<br />

energetico della razione 21 .<br />

Il tempo di permanenza nei lotti non va rispettato con rigore, ma va adeguato alla<br />

variabilità stagionale, in modo da garantire sempre il corretto sfruttamento del cotico.<br />

Con un andamento meteorologico secco, ad esempio, conviene ridurlo, soprattutto<br />

nei pendii scoscesi, perché un intenso pascolamento agevolerebbe l’irraggiamento e<br />

l’erosione del suolo. Con un decorso umido e in aree meno impervie si può, viceversa,<br />

prolungarlo, così da utilizzare al meglio la biomassa.<br />

4. Il numero e il disegno dei lotti. Per ragioni organizzative conviene disegnare i lotti<br />

di pascolo in modo da avere in ciascuno il medesimo tempo di permanenza. Ciò si<br />

ottiene calibrando opportunamente le superfici in base alle disponibilità di biomassa.<br />

Il numero dei lotti si viene così a determinare:<br />

NL = (GP – GR) / TP<br />

dove: GP = Giorni di permanenza al pascolo<br />

GR = Giorni di utilizzo dei ricacci<br />

TP = Tempo di permanenza nei lotti in giorni<br />

Con tempi di occupazione brevi, che impongono superfici limitate ai lotti, occorre<br />

prestare attenzione ai fenomeni di competizioni tra gli animali. Nei bovini, questi si<br />

manifestano con iniziali scontri fisici e successive posture di minaccia/sottomissione<br />

già a distanza di 4-8 m, in funzione dell’area disponibile e della scala gerarchica 22 .<br />

La competizione, il cui significato etologico è quello della difesa del territorio, disturba,<br />

come già rilevato, l’attività alimentare ed è fonte di stress e, come tale, ha<br />

contraccolpi sulla sfera produttiva, riproduttiva e sanitaria del soggetto. Le superfici<br />

dei lotti per i bovini non dovranno perciò essere inferiori a 50 m 2 per capo grosso: nei<br />

pascolo alpini, considerando i normali livelli produttivi, si possono indicare superfici<br />

di riferimento di 100-400 m 2 al giorno per capo grosso.<br />

Nel disegno dei lotti conviene sfruttare il più possibile ostacoli naturali del terreno<br />

(corsi d’acqua, boschi, morene etc.). Circa la forma, sono sconsigliabili unità troppo<br />

allungate e strette, causa d’eccessivo calpestio e disturbo tra gli animali, specialmente<br />

con tempi di permanenza brevi. Ovunque va assicurata la presenza d’acqua per le abbeverate,<br />

in modo da escludere l’utilizzo diretto di zone a ristagni idrici, pozze, fossi<br />

e laghetti. Laddove il bestiame non sia stabulato, i lotti devono essere idonei anche<br />

al riposo (pascolamento integrale) o, dove così non fosse, si può praticare la classica<br />

21 Nella migliore tradizione alpicolturale del pascolamento razionato si adottavano tempi di permanenza di<br />

mezza giornata, che permettevano tra l’altro di far succedere nello stesso giorno pasti in zone magre e pasti in zone<br />

pingui, offrendo agli animali una dieta regolare ed equilibrata. Il fabbisogno lavorativo per la sorveglianza e per<br />

il governo del bestiame era superiore a quello del pascolamento turnato o guidato, dove il tempo di permanenza<br />

è superiore alla giornata, ma i risultati erano certamente positivi anche per il pascolo, che veniva utilizzato e<br />

fertilizzato in modo uniforme.<br />

22 I rapporti di dominanza/subordinazione sono molto più evidenti nei bovini che nelle altre specie. Negli ovini<br />

sono più importanti i leaders, che non sempre coincidono con i soggetti dominanti. I leaders sono gli animali che<br />

guidano gli spostamenti del gregge, ben noti ai pastori che ne rinforzano il ruolo e li muniscono di sonagli.

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