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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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Fausto Gusmeroli<br />

13. La staBILIzzazIoNE DEL PasCoLo<br />

13.1. I prelievi di foraggio<br />

Il modo più semplice ed efficiente per utilizzare le risorse foraggere dei cotici permanenti<br />

è il prelievo diretto da parte del bestiame. L’azione varia per intensità e selettività,<br />

ossia nel livello di approfondimento verso il suolo del morso degli animali e nel grado<br />

di preferenza verso le specie, ed è legata in primo luogo alle prerogative dell’animale.<br />

L’intensità è decisamente minore nei bovini che non negli ovini ed equini, mentre la selettività<br />

cresce progressivamente passando dai bovini adulti ed equini ai giovani bovini<br />

e agli ovini. Questi animali sono detti pascolatori, perché, come il cervo tra gli ungulati<br />

selvatici, esplorano il pascolo in modo sistematico. I caprini, invece, come il capriolo,<br />

sono dei brucatori (browsers): i loro prelievi avvengono lungo percorsi specifici e pur<br />

potendo interessare una gamma di specie più ampia, comprese piante legnose e spinose,<br />

sono molto più selettivi, dato che si limitano a singoli organi (apici, foglie, germogli).<br />

Sono le caratteristiche anatomiche e fisiologiche a differenziare il comportamento alimentare.<br />

I bovini assumono il foraggio strappandolo con la lingua, quindi non possono<br />

né approfondire molto il morso né spingere nella cernita delle specie. Le altre categorie<br />

utilizzano invece le labbra, più efficaci in entrambe le azioni. I caprini, in particolare,<br />

sono dotati di notevole mobilità nel labbro superiore (il principale organo di prensione) e<br />

hanno pure un maggiore sviluppo relativo del rumine, del reticolo e dell’intestino crasso,<br />

dunque una spiccata capacità di triturazione meccanica e attività microbica lungo tutto il<br />

tratto digerente, da cui un’elevatissima efficienza digestiva ed assimilatoria.<br />

Oltre che dalla specie, intensità e selettività dei prelievi dipendono da numerose altre<br />

variabili, alcune intrinseche all’animale, quali l’età, la razza, lo stato fisiologico e lo stato<br />

sanitario, altre estrinseche, quali le condizioni climatiche, lo stato dei cotici, i carichi<br />

animali istantanei, le modalità di pascolamento e altro, in un groviglio di interazioni non<br />

facilmente districabile. Il criterio generale che guida il comportamento degli animali al<br />

pascolo è la massimizzazione del bilancio energetico, che li porta a privilegiare, compatibilmente<br />

al costo energetico della raccolta (spostamenti e prelievo), la vegetazione<br />

più velocemente ingeribile e nutriente. Nella scelta si basano sull’altezza dell’erba, l’intensità<br />

del colore verde e, in misura minore date le maggiori difficoltà di apprezzamento<br />

visivo, la densità della copertura, anche se sono certamente coinvolti altri meccanismi<br />

correlati all’equilibrio nutrizionale, al confort digestivo e a sensazioni di tipo gustativo,<br />

olfattivo e tattile. Essendo in possesso di una buona capacità di apprendimento di tipo<br />

spaziale, utilizzano per orientarsi anche la memoria visiva, giungendo perfino ad associare<br />

punti di riferimento in prossimità o dentro i siti più ricercati.<br />

Il comportamento selettivo non è tuttavia costante nel tempo. Mutamenti nelle preferenze<br />

delle specie si osservano nel medesimo luogo da un passaggio al successivo, dalla<br />

mattina alla sera, da una giornata all’altra, per ragioni verosimilmente riconducibili,<br />

secondo le circostanze, allo stato di umidità dell’erba, alla ruminazione, alle precedenti<br />

assunzioni. Elementi non presenti nella dieta tendono ad essere, quando introdotti, più<br />

gradite, seppur temporaneamente. La diversificazione dell’offerta (diversità di specie e<br />

di cenosi) favorisce di conseguenza anche l’ingestione. Importante è altresì l’abitudine<br />

al pascolo. Specie note sono consumate più volentieri, perché l’animale ha imparato a<br />

conoscerne gli effetti post-ingestione. Nel processo di apprendimento entra senz’altro in<br />

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