Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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29.05.2013 Views

Fig. 12.6 Bilancio nutritivo nel prato Fig. 12.6 Bilancio nutritivo nel prato Dispersioni di azoto Carne e latte Reflui di stalla Concimi minerali Animali Foraggio COTICO ERBOSO Dispersioni in atmosfera e idrosfera 211 PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO Alimenti extra e lettiera Apporti meteorici Azotofissazione Mineralizzazione sostanza organica del suolo azotata si ha nel liquame e nel colaticcio, nei quali la disponibilità dell’elemento nei due anni successivi alle deposizioni è rispettivamente del 55-75% e 65-85%, contro un modesto 30-50% nel letame. Le differenze sono imputabili alla diversa proporzione di azoto minerale (55-60% nel liquame, 85-90% nel colaticcio e 10-15% nel letame), che spiega anche i diversi modi d’impiego dei prodotti. Nel letame, la ricchezza di azoto organico (a lento rilascio) consente l’applicazione in unica dose in autunno o a fine inverno-inizio primavera, in epoche cioè molto distante dalle richieste della vegetazione. Bisogna solo preoccuparsi che il materiale sia ben maturo, non esagerare nelle quantità (max. 30 t/ha), non spanderlo su terreno gelato o innevato e sminuzzarlo con cura, onde evitare fallanze nel cotico o effetti pacciamanti che possono deprimere lo sviluppo iniziale della vegetazione. Con liquame e colaticcio gli interventi vengono frazionati sui tagli, seguendo più da vicino le richieste delle piante, aspetto questo importante essendo l’azoto, a differenza degli altri macronutrienti, molto mobile e accumulabile in misura minima nel terreno. Uno schema indicativo della ripartizione degli apporti azotati in sistemi non irrigui è riportato in tabella 12.2. La pratica irrigua, modificando i rapporti ponderali tra i tagli, comporta un corrispondente riassestamento dei dosaggi. L’intervento primaverile è sempre il più rilevante, dato che il primo sfalcio è il più abbondante e ricco di graminacee, più esigenti e più capaci di valorizzare il nutriente. Le singole somministrazioni non

Tab. 12.2Fausto Gusmeroli Ripartizione indicativa degli apporti azotati nel prato in funzione del numero dei tagli Tab. 12.2 Ripartizione indicativa degli apporti azotati nel prato in funzione del numero dei tagli N. tagli Ripresa vegetativa Dopo il I taglio Dopo il II taglio 1 100% - - 2 70% 30% - 3 60% 40% - 4 50% 25% 25% devono comunque eccedere i 25 m 3 /ha di liquame e i 5 m 3 /ha di colaticcio. Inoltre, agli scopi di attenuare gli effetti fitotossici (ustioni) dell’ammoniaca e dell’acido benzoico, contenere le perdite per volatilizzazione ammoniacale e favorire un’uniforme distribuzione del refluo, è raccomandabile la diluizione con acqua, fino ad abbattere il tenore in sostanza secca al 7-8% o ancora meno in condizioni ambientali siccitose e ventose. Le perdite azotate, anche in caso di rispetto delle buone norme di produzione, manipolazione e spargimento dei reflui, possono non essere controbilanciate dagli apporti di alimenti integrativi e lettiera, deposizioni meteoriche, azoto-fissazione e mineralizzazione della sostanza organica, creando un saldo negativo nel bilancio dell’elemento a livello del cotico 14 . In tale evenienza può venire in aiuto la concimazione minerale, utile anche per colmare altre eventuali carenze, migliorare la fertilità chimica dei suoli o spingere sui rendimenti produttivi. Laddove i fertilizzanti organici trovino impiego sui seminativi, la concimazione minerale può sostituire completamente quella organica, prestandosi tra l’altro egregiamente, data la sua esclusiva funzione nutritiva e la possibilità di calibrare finemente le dosi. Per l’azoto, il dosaggio deve essere proporzionato alle potenzialità produttive dell’ambiente, mentre per gli altri macronutrienti si devono guardare le disponibilità del terreno. Se, dunque, l’azoto va elargito con costanza, fosforo, potassio e magnesio lo devono essere solo in caso di reale bisogno. Per il fosforo ciò si verifica quando il contenuto in anidride fosforica assimilabile della matrice è inferiore a 25-30 ppm, circostanza non remota, causa il non eccelso tenore fosfatico dei reflui e la tendenza dei suoli ad acidificarsi 15 . Il potassio si considera carente allorché la sua concentrazione nell’erba scende al di sotto dei 25-30 g per kg di sostanza secca, condizione in vero piuttosto improbabile, poiché le dotazioni dei suoli prativi, grazie anche alle fertilizzazioni organiche, sono solitamente ragguardevoli (non di rado superiori a 200 ppm di elemento scambiabile). Lo stesso si può dire per il magnesio, se si eccettuano i suoli molto acidi, molto leggeri e soprattutto ricchi di potassio, dove gli elevati assorbimenti (consumi di lusso) inducono fenomeni di antagonismo, pericolosi per lo stato sanitario del bestiame 16 . Gli eccessi di potassio favoriscono anche carenze 14 L’apporto azotato per deposizioni meteoriche, azoto-fissazione e mineralizzazione della sostanza organica del suolo si può stimare in qualche decina di kg ad ettaro. L’apporto con le integrazioni alimentari e la lettiera è molto variabile in relazione principalmente ai livelli produttivi del bestiame. 15 La disponibilità dei nutrienti per l’assorbimento radicala tende a diminuire con l’acidità, in particolare per quelli, come il fosforo, che subiscono processi di insolubilizzazione. 16 Magnesio e sodio sono normalmente carenti nei foraggi prativi e pascolivi, carenze che vengono colmate con integrazioni nella dieta di sali minerali. 212

Tab. 12.2Fausto<br />

Gusmeroli<br />

Ripartizione indicativa degli apporti azotati nel prato in funzione del numero dei<br />

tagli<br />

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Ripartizione indicativa degli apporti azotati nel prato in funzione del numero dei tagli<br />

N. tagli Ripresa vegetativa Dopo il I taglio Dopo il II taglio<br />

1 100% - -<br />

2 70% 30% -<br />

3 60% 40% -<br />

4 50% 25% 25%<br />

devono comunque eccedere i 25 m 3 /ha di liquame e i 5 m 3 /ha di colaticcio. Inoltre, agli<br />

scopi di attenuare gli effetti fitotossici (ustioni) dell’ammoniaca e dell’acido benzoico,<br />

contenere le perdite per volatilizzazione ammoniacale e favorire un’uniforme distribuzione<br />

del refluo, è raccomandabile la diluizione con acqua, fino ad abbattere il tenore in<br />

sostanza secca al 7-8% o ancora meno in condizioni ambientali siccitose e ventose.<br />

Le perdite azotate, anche in caso di rispetto delle buone norme di produzione, manipolazione<br />

e spargimento dei reflui, possono non essere controbilanciate dagli apporti<br />

di alimenti integrativi e lettiera, deposizioni meteoriche, azoto-fissazione e mineralizzazione<br />

della sostanza organica, creando un saldo negativo nel bilancio dell’elemento a<br />

livello del cotico 14 . In tale evenienza può venire in aiuto la concimazione minerale, utile<br />

anche per colmare altre eventuali carenze, migliorare la fertilità chimica dei suoli o<br />

spingere sui rendimenti produttivi. Laddove i fertilizzanti organici trovino impiego sui<br />

seminativi, la concimazione minerale può sostituire completamente quella organica,<br />

prestandosi tra l’altro egregiamente, data la sua esclusiva funzione nutritiva e la possibilità<br />

di calibrare finemente le dosi. Per l’azoto, il dosaggio deve essere proporzionato<br />

alle potenzialità produttive dell’ambiente, mentre per gli altri macronutrienti si devono<br />

guardare le disponibilità del terreno. Se, dunque, l’azoto va elargito con costanza, fosforo,<br />

potassio e magnesio lo devono essere solo in caso di reale bisogno. Per il fosforo<br />

ciò si verifica quando il contenuto in anidride fosforica assimilabile della matrice è inferiore<br />

a 25-30 ppm, circostanza non remota, causa il non eccelso tenore fosfatico dei<br />

reflui e la tendenza dei suoli ad acidificarsi 15 . Il potassio si considera carente allorché<br />

la sua concentrazione nell’erba scende al di sotto dei 25-30 g per kg di sostanza secca,<br />

condizione in vero piuttosto improbabile, poiché le dotazioni dei suoli prativi, grazie<br />

anche alle fertilizzazioni organiche, sono solitamente ragguardevoli (non di rado superiori<br />

a 200 ppm di elemento scambiabile). Lo stesso si può dire per il magnesio, se si<br />

eccettuano i suoli molto acidi, molto leggeri e soprattutto ricchi di potassio, dove gli<br />

elevati assorbimenti (consumi di lusso) inducono fenomeni di antagonismo, pericolosi<br />

per lo stato sanitario del bestiame 16 . Gli eccessi di potassio favoriscono anche carenze<br />

14 L’apporto azotato per deposizioni meteoriche, azoto-fissazione e mineralizzazione della sostanza organica<br />

del suolo si può stimare in qualche decina di kg ad ettaro. L’apporto con le integrazioni alimentari e la lettiera è<br />

molto variabile in relazione principalmente ai livelli produttivi del bestiame.<br />

15 La disponibilità dei nutrienti per l’assorbimento radicala tende a diminuire con l’acidità, in particolare per<br />

quelli, come il fosforo, che subiscono processi di insolubilizzazione.<br />

16 Magnesio e sodio sono normalmente carenti nei foraggi prativi e <strong>pascoli</strong>vi, carenze che vengono colmate con<br />

integrazioni nella dieta di sali minerali.<br />

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