Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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29.05.2013 Views

Fig. 12.3 Potenziale lattifero del foraggio di primo taglio in un prato di fondovalle alpino PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO sottoposto a differenti regimi di defogliazione. (da Gusmeroli et al., 1998) Fig. 12.3 Potenziale lattifero del foraggio di primo taglio in un prato di fondovalle alpino sottoposto a differenti regimi di defogliazione (da Gusmeroli et al., 1998) kg d -1 30 25 20 15 10 5 0 12.4 A B C D Fieni locali otraspirazione potenziale rilevata a Sondrio Tesi (300 m s.l.m.). usmeroli et al., 1998) Fig. 12.4 Evapotraspirazione potenziale rilevata a Sondrio (300 m s.l.m.) (Da Gusmeroli et al., 1998) mm / giorno 160 140 120 100 80 60 40 20 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott Somme termiche (°C) 209 nov dic

Fig. 12.5 Fausto Gusmeroli Classificazione dei prati in funzione dei livelli di fertilizzazione (asse delle ordinate) e frequenze di taglio (asse delle ascisse) Fig. 12.5 Classificazione dei prati in funzione dei livelli di fertilizzazione (asse delle ordinate) e frequenze di taglio (asse delle ascisse) Elevato Medio Blando Nullo Degrado floristico PRATO ESTENSIVO Molto bassa PRATO SEMI ESTENSIVO Bassa Media Elevata 12.6). L’effetto ammendante, come quello strutturante del calcio, sono resi superflui dalla ricchezza in humus dei substrati, dalla loro intensa attività biologica e dalla difficoltà di interramento dei materiali, ciò che, di fatto, concentra il ciclo dei nutrienti nella sezione superiore del terreno. Da questo punto di vista, i fertilizzanti organici non sarebbero, pertanto, i prodotti di elezione per il prato, specialmente quelli, come il letame, a scarsa densità nutritiva (100 q di letame bovino contengono 50 kg di azoto, 25 di anidride fosforica e 70 di ossido di potassio), spiccata azione ammendante 13 e di difficile incorporamento nella matrice. In realtà, poiché sono derivati in azienda e conservano buona parte dei nutrienti sottratti al terreno con i raccolti, essi trovano qui il loro sbocco naturale (non va neppure dimenticato l’effetto positivo sulla biodiversità), anche se sarebbero meglio valorizzati sui seminativi, obiettivo possibile dove l’azienda ha un indirizzo produttivo di tipo misto. Fondamentale, specialmente nell’azienda foraggero-zootecnica, è l’equilibrio tra carichi animali e superfici foraggere, basilare oltre che per contenere gli input alimentari extra-aziendali, evitando sovra-produzione di reflui e conseguenti problemi di smaltimento, per chiudere i cicli dei nutrienti. Solo il ciclo dell’azoto presenta, come visto, numerose vie di entrata e uscita indipendenti dal rapporto animali/superfici, che complicano un poco il bilanciamento del sistema. Nei materiali di origine bovina, l’efficienza nutritiva è paragonabile a quella dei concimi minerali per fosforo, potassio e magnesio, mentre per l’azoto oscilla dal 30 al 90% in relazione alle procedure di produzione, stoccaggio e spargimento. Maggiore efficienza 13 Il coefficiente isoumico (rendimento in humus) del letame bovino è del 25-50%, con una forte propensione alla formazione di humus stabile. 210 PRATO SEMI INTENSIVO PRATO INTENSIVO Diminuzione rese

Fig. 12.5<br />

Fausto Gusmeroli<br />

Classificazione dei prati in funzione dei livelli di fertilizzazione (asse delle ordinate)<br />

e frequenze di taglio (asse delle ascisse)<br />

Fig. 12.5<br />

Classificazione dei prati in funzione dei livelli di fertilizzazione (asse delle ordinate) e frequenze di<br />

taglio (asse delle ascisse)<br />

Elevato<br />

Medio<br />

Blando<br />

Nullo<br />

Degrado<br />

floristico<br />

PRATO<br />

ESTENSIVO<br />

Molto bassa<br />

PRATO SEMI<br />

ESTENSIVO<br />

Bassa Media Elevata<br />

12.6). L’effetto ammendante, come quello strutturante del calcio, sono resi superflui dalla<br />

ricchezza in humus dei substrati, dalla loro intensa attività biologica e dalla difficoltà<br />

di interramento dei materiali, ciò che, di fatto, concentra il ciclo dei nutrienti nella sezione<br />

superiore del terreno. Da questo punto di vista, i fertilizzanti organici non sarebbero,<br />

pertanto, i prodotti di elezione per il prato, specialmente quelli, come il letame, a scarsa<br />

densità nutritiva (100 q di letame bovino contengono 50 kg di azoto, 25 di anidride fosforica<br />

e 70 di ossido di potassio), spiccata azione ammendante 13 e di difficile incorporamento<br />

nella matrice. In realtà, poiché sono derivati in azienda e conservano buona parte<br />

dei nutrienti sottratti al terreno con i raccolti, essi trovano qui il loro sbocco naturale (non<br />

va neppure dimenticato l’effetto positivo sulla biodiversità), anche se sarebbero meglio<br />

valorizzati sui seminativi, obiettivo possibile dove l’azienda ha un indirizzo produttivo<br />

di tipo misto. Fondamentale, specialmente nell’azienda foraggero-zootecnica, è l’equilibrio<br />

tra carichi animali e superfici foraggere, basilare oltre che per contenere gli input<br />

alimentari extra-aziendali, evitando sovra-produzione di reflui e conseguenti problemi<br />

di smaltimento, per chiudere i cicli dei nutrienti. Solo il ciclo dell’azoto presenta, come<br />

visto, numerose vie di entrata e uscita indipendenti dal rapporto animali/superfici, che<br />

complicano un poco il bilanciamento del sistema.<br />

Nei materiali di origine bovina, l’efficienza nutritiva è paragonabile a quella dei concimi<br />

minerali per fosforo, potassio e magnesio, mentre per l’azoto oscilla dal 30 al 90%<br />

in relazione alle procedure di produzione, stoccaggio e spargimento. Maggiore efficienza<br />

13 Il coefficiente isoumico (rendimento in humus) del letame bovino è del 25-50%, con una forte propensione<br />

alla formazione di humus stabile.<br />

210<br />

PRATO SEMI<br />

INTENSIVO<br />

PRATO<br />

INTENSIVO<br />

Diminuzione<br />

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