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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />

consumo ritorna positivo, la pianta riprende ad accumulare riserve. Le scorte sono immagazzinate<br />

negli apparati sotterranei (radici e rizomi), nel colletto e negli steli, secondo la<br />

specie. Le più importanti sono quelle radicali, che in termini di carboidrati solubili possono<br />

superare la tonnellata ad ettaro, di cui 2/3 ricostituiti annualmente.<br />

Un requisito fondamentale delle foraggere è l’attitudine alla formazione rapida di<br />

culmi e foglie dopo le utilizzazioni. Il ricaccio avviene da meristemi posti a livello del<br />

suolo, risparmiati dal taglio e dal morso degli animali, e, nelle graminacee, anche in<br />

virtù dell’accestimento, meccanismo di recupero straordinariamente efficace che giustifica<br />

la rilevanza foraggera di questa famiglia. Il ricaccio è strettamente correlato al<br />

fillocrone (intervallo tra l’emissione di una bozza fogliare e la successiva) 6 e dipende<br />

non solo dalla disponibilità di sostanze di riserva, ma anche dalla capacità che la pianta<br />

ha di mobilizzarle rapidamente. Nelle migliori graminacee foraggere, in condizioni ottimali<br />

di temperatura (20-25°C) e di illuminazione il fillocrone è circa di una settimana.<br />

Temperatura e radiazione solare influenzano anche la dimensione e la morfologia delle<br />

foglie: temperature elevate tendono a ridurne larghezza e spessore; una bassa luminosità<br />

ne promuove l’allungamento.<br />

Il ricaccio è pesantemente condizionato dalle modalità di utilizzazione del cotico.<br />

Con il pascolamento vengono selezionate specie a prevalente rigenerazione fogliosa,<br />

mentre il taglio conserva elementi in grado di ricreare anche culmi. Molto delicata è<br />

l’epoca di intervento che, interferendo con i meccanismi di accumulo delle sostanze di<br />

riserva e con l’accestimento delle graminacee, si riflette sulla qualità e quantità della<br />

nuova fitomassa e quindi, come sarà illustrato nella parte dedicata alla tecniche di gestione,<br />

sui rendimenti complessivi e il mantenimento dei cotici, specialmente nel prato.<br />

Nei <strong>pascoli</strong> alpini, ubicati essenzialmente in quota, il ricaccio ha minore rilevanza,<br />

incontrando limiti severi nella modesta durata della stagione vegetativa, che impone<br />

normalmente un solo intervento l’anno e in momenti ben individuati. Inoltre gli asporti,<br />

come già detto, sono meno drastici.<br />

10.3. Componenti<br />

Pur essendo antropicamente determinati, prati e <strong>pascoli</strong> annoverano nel loro corteggio<br />

floristico molti elementi nativi di comunità vegetali naturali. Aree alluvionali, sponde<br />

dei fiumi, greti, detriti rocciosi, boschi aperti, chiarìe, mantelli sono tutti ambienti che<br />

possono ospitare diverse specie rese stabili nei cotici dalle pratiche di gestione. Naturalmente,<br />

il lavoro di selezione e miglioramento genetico compiuto dall’uomo nei secoli ha<br />

contribuito ad allargarne la base genetica, producendo varietà ed ecotipi di maggior pregio<br />

foraggero e adatti a vivere in condizioni pedoclimatiche anche molto differenti dalle<br />

originarie. Essi trovano impiego soprattutto negli impianti artificiali (prati da vicenda,<br />

erbai, rinverdimenti tecnici).<br />

Le specie rinvenibili nei cotici alpini sono molto numerose, senz’altro dell’ordine<br />

delle migliaia. Tuttavia, sono decisamente meno, nell’ordine delle centinaia, quelle che,<br />

6 Il plastocrone è invece l’intervallo di tempo che intercorre tra l’iniziazione di una bozza fogliare e la<br />

successiva. Non necessariamente esso è uguale al fillocrone. In certe specie e condizioni ambientali l’iniziazione può<br />

procedere più rapidamente dell’emissione, il che comporta un accumulo di primordi fogliari sugli apici vegetativi.

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