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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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Fausto Gusmeroli<br />

10. L’ECosIstEma CotICo ErBoso<br />

10.1. struttura<br />

Nonostante la copertura vegetale sia ridotta alle sole componenti erbacea e muscinale,<br />

la struttura dei cotici erbosi permanenti è piuttosto complessa, nel soprassuolo, quanto<br />

nel sottosuolo. Ciò si spiega con la notevole ricchezza di specie e coordinamento tra<br />

esse. Lo strato muscinale si compone di licheni, muschi e alghe microscopiche; lo strato<br />

erbaceo di fanerogame erbacee, per la quasi totalità perenni (longeve di lunga durata),<br />

salvo nelle cenosi diradate da stress idrici o errate pratiche gestionali, dove possono prosperare<br />

anche specie annuali e biennali 1 .<br />

In un cotico ben sviluppato, lo strato erbaceo lascia intravedere tre sottostrati (Fig.<br />

10.1). Il superiore consiste in larga parte di foglie di piante monocotiledoni, spesse,<br />

ad elevata risposta stomatica e medio contenuto azotato, esposte totalmente al clima<br />

dell’ambiente (luce, temperatura e umidità) e alla concentrazione atmosferica naturale di<br />

anidride carbonica. Il sottostrato mediano vede un partecipazione più equilibrata di monocotiledoni<br />

e dicotiledoni, con foglie a moderata risposta stomatica e alto tenore in azoto,<br />

sottoposte ad un clima tamponato (meno luce, meno vento, più caldo, più umidità) e<br />

circondate da aria con ridotta anidride carbonica. La parte inferiore è dominata da rosette<br />

di dicotiledoni, a foglie sottili, bassa risposta stomatica e basso contenuto azotato, poste<br />

in ambiente fortemente ombreggiato (a livello del terreno si ha solo l’1% delle luce che<br />

irraggia le foglie superiori), ad alta umidità e alta concentrazione di anidride carbonica.<br />

Un quinto circa del corteggio floristico è rappresentato da graminacee, il resto da<br />

composite, leguminose, ombrellifere, rosacee, ciperacee, poligonacee, labiate e altro.<br />

Anche la fisionomia dei popolamenti è data essenzialmente dalle graminacee, che possono<br />

arrivare a costituire fin l’80% della fitomassa aerea, con poche specie dominanti,<br />

differenti secondo gli habitat. La principale forma di adattamento riguarda lo schema di<br />

accestimento, ossia il modo in cui i germogli vegetativi si diramano dal nodo di accestimento<br />

del culmo principale, cui vengono a corrispondere quattro differenti strutture:<br />

rizomatose, stolonifere, a cespi lassi e cespi compatti 2 (Fig. 10.2). Le graminacee rizomatose<br />

e a cespo lasso esibiscono il nodo a 3-5 cm di profondità nel suolo e germogli rispettivamente<br />

orizzontali e inclinati; quelle stolonifere e a cespo compatto hanno il nodo<br />

fuori suolo e germogli rispettivamente orizzontali e verticali. I nodi dei rizomi e degli<br />

stoloni rappresentano altrettanti punti di origine di nuove radici e culmi, per cui le specie<br />

che ne sono provviste compongono strutture a culmi isolati e sono dette striscianti, in<br />

contrapposizione a quelle cespitose in cui invece i culmi sono raccolti attorno al centro di<br />

1 Queste specie caratterizzano invece le praterie dei climi mediterranei, con inverni miti e umidi ed estati calde<br />

e asciutte. Lo spettro biologico di questi popolamenti è dunque dominato dalle Terofite, che succedendosi lungo<br />

la stagione vegetativa conferiscono ai cotici una fisionomia mutevole, non tendenzialmente costante come nelle<br />

praterie a prevalenza di piante perenni.<br />

2 L’accestimento, che rappresenta la base della produzione foraggera, consiste nell’emissione di uno o più<br />

germogli secondari (innovazioni o culmi di accestimento) dalle gemme ascellari delle foglie basali, in concomitanza<br />

all’emissione della terza o quarta foglia. I culmi sono parzialmente autonomi e provvisti di un proprio apparato<br />

radicale avventizio. Possono aver sviluppo intraguainale o extraguainale, secondo che si sviluppino all’interno<br />

della guaina della foglia che li abbraccia o fuoriescono lacerandola verso la base. Lo sviluppo extraguainale è<br />

proprio delle specie striscianti (rizomatose e stolonifere), ma anche di alcune une specie cespitose (Avena elatior,<br />

Alopecurus pratensis, Anthoxanthum odoratum e altre).<br />

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