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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />

al metodo riduzionista e osservandoli da una visuale puramente produttivistica, ma solo<br />

mostrandone le relazioni sistemiche entro un quadro pluridisciplinare.<br />

Una parte importante del trattato è dunque spesa nello sforzo di compendiare una<br />

serie di concetti e informazioni di diversa natura, propedeutici allo studio vero e proprio<br />

dei prati e dei <strong>pascoli</strong>. La prima parte, in particolare, è riservata alla teoria dei sistemi.<br />

Sono richiamate le nozioni di complessità, ordine e autorganizzazione in termini generali<br />

e in rapporto ai sistemi biologici e agli agroecosistemi. La seconda parte affronta<br />

la metodologia di studio della vegetazione, con riferimento soprattutto alle formazioni<br />

erbacee. Sono qui coinvolti gli ambiti propri della geobotanica, dell’ecologia e della<br />

statistica multivariata. La terza parte è consacrata al <strong>paesaggio</strong> vegetale <strong>alpino</strong>, con le<br />

sue componenti naturali e antropiche, descritte nelle loro prerogative fitosociologiche<br />

e dinamiche. La quarta parte, infine, indaga il tema della conservazione dei prati e dei<br />

<strong>pascoli</strong> alpini e dei criteri tecnici per la loro gestione. Conclude un’appendice con un<br />

esempio di studio della vegetazione di un comprensorio pastorale.<br />

L’opera è pensata per studenti di livello universitario e in modo specifico per i corsi<br />

delle facoltà di Scienze Agrarie, dove l’interesse per i sistemi foraggeri è rivolto anzitutto<br />

all’aspetto produttivo. Tuttavia, l’attenzione agli aspetti ecologici e naturalistici, oltre<br />

ad aprire un orizzonte più ampio e coerente con il significato che questi sistemi hanno<br />

nel territorio <strong>alpino</strong>, estende l’utenza anche ad altri ambiti formativi.<br />

Da ultimo tre precisazioni.<br />

Una prima di tipo lessicale: per semplicità espositiva, l’aggettivo <strong>alpino</strong>, che compare<br />

anche nel titolo, è usato sia in senso rigorosamente ecologico, ossia in riferimento<br />

alla fascia bioclimatica, sia nel senso più generico, proprio del linguaggio comune, in<br />

riferimento alle Alpi.<br />

Una seconda precisazione riguarda la bibliografia: si è evitato di segnalare nel testo<br />

le fonti consultate, salvo rare eccezioni, questo per non appesantire una lettura resa già<br />

impegnativa dalle numerose e, talvolta, non brevi note, necessarie del resto per richiamare<br />

concetti e informazioni utili alla comprensione piena degli argomenti o per allargare<br />

l’orizzonte della riflessione.<br />

La terza precisazione è un rigraziamento: a tutti coloro, siano essi colleghi, studenti,<br />

amici o occasionali compagni di viaggio, che, a vario titolo, hanno dato un contributo<br />

all’opera. Una menzione particolare a Stefano Bocchi per i preziosi consigli e la presentazione,<br />

a Giampaolo Della Marianna per la revisione dei grafici e al direttivo di SoZoo-<br />

Alp per aver accettato di pubblicare il lavoro.

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