Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp
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Fig. 9.1<br />
Fausto Gusmeroli<br />
Andamento della ricchezza specifica del manto erboso in funzione della fertilità del suolo<br />
(produttività) e dei livelli di prelievo (intensità del disturbo) (modificato da Grime)<br />
Fig. 9.1<br />
Andamento della ricchezza specifica del manto erboso in funzione della fertilità del suolo (produttività)<br />
e dei livelli di prelievo (intensità del disturbo) (modificato da Grime)<br />
Fertilità del suolo<br />
circostanza risulta anche molto rallentato il ritorno a situazioni floristiche estensive, dato<br />
che, a differenza degli altri nutrienti, più mobili e asportati in quantità elevata con la<br />
biomassa aerea, il fosforo è poco solubile nel suolo e poco disponibile per le piante 29 .<br />
Anche nei riguardi delle asportazioni di fitomassa (perturbazioni), la diversità segue<br />
una funzione unimodale. Le praterie abbandonate o poco utilizzate tendono a banalizzarsi,<br />
perché si selezionano solo le specie capaci di accumulare biomassa al piede e di ricacciare<br />
attraverso il tappeto di residui organici. La stessa banalizzazione si osserva nelle<br />
situazioni intensamente perturbate, dove si mantengono unicamente le specie a rapido<br />
ricaccio (nel prato) o molto resistenti all’azione di calpestio, defogliazione e fertilizzazione<br />
organica (nel pascolo). La biodiversità è condizionata per altro anche dall’epoca<br />
e dalle modalità di intervento: in linea di massima, un utilizzo precoce risulta negativo,<br />
mentre uno tardivo ha effetti positivi. Circa le modalità di utilizzo il quadro è controverso.<br />
Il taglio sembra sortire esisti più favorevoli del pascolamento, almeno di quello<br />
intensivo, come l’affienamento in campo sembra essere migliore del pre-appassimento<br />
e dell’insilamento. Evidentemente, da un lato la pressione selettiva di pascolamento può<br />
risultare superiore a quella dello sfalcio, dall’altro la sosta e lavorazione in campo della<br />
fitomassa affienata, unitamente ad un taglio più tardivo, agevolano la dispersione dei<br />
semi. Un pascolamento estensivo crea invece condizioni di maggiore diversificazione,<br />
grazie alle eterogeneità che si vengono a formare nella copertura erbosa (struttura a<br />
mosaico). La situazione ottimale sembra essere l’abbinamento taglio-pascolamento, in<br />
cui nelle aperture del manto originate dal pascolamento possono germinare nuove specie<br />
provenienti dalla banca dei semi del suolo o trasportate dagli animali.<br />
Oltre alla fertilità e alle perturbazioni, anche altri fattori ecologici possono condizionare<br />
la biodiversità dei cotici, in particolare nelle situazioni estreme. Soprattutto eccessi<br />
29 La concimazione, in special modo quella minerale, apportando azoto e fosforo è in linea di massima<br />
controproducente per la biodiversità. La fertilizzazione organica, quando non eccessiva, può invece rivelarsi positiva,<br />
perché oltre a diffondere semi, provoca facilmente dei vuoti nella copertura vegetale, dove possono germinare nuove<br />
specie (sotto il profilo produttivo le valutazioni potrebbero, naturalmente, essere diverse).<br />
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Livelli di prelievo